tag:blogger.com,1999:blog-14772806.post7619055499209780488..comments2023-10-29T09:03:48.485+01:00Comments on Sala Rossa: EUSEBIO, GIANFRANCO, MARCELLO, SAL E IL PARLAMENTO DELLA LEGALITA'sala rossahttp://www.blogger.com/profile/02987129314478544904noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-14772806.post-18301782789249348762010-12-19T10:01:50.200+01:002010-12-19T10:01:50.200+01:00Devo dire che mi sono molto commosso perché la &qu...Devo dire che mi sono molto commosso perché la "favola" raccontata da Antonino altro non é se non la verità. Una verità amara, cruda, disperata che purtroppo resta tale ed inascoltata sopratutto da chi dovrebbe ,avendone, il potere, decidere se quel mare per cui abbiamo lottato (certamente con noi, ne sono sicuro, c'era anche Antonino ) andava conservato perché il mondo che lo anima non diventi un mondo "di morti". Mi permetto suggerire ,se ne ha la possibilità ,all'amico Antonino di far pervenire alle scuole locali questa sua bellissima favola perché possa diventare patrimonio delle nostre scolaresche che rappresentano la continuazione della nostra vita che senza aria,acqua e mare pulito rischiano anch'esse l'estinzione .TotiTotinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-14772806.post-40937711843055183592010-12-18T22:25:31.317+01:002010-12-18T22:25:31.317+01:00Guardava le piccole onde che si infrangevano sulle...Guardava le piccole onde che si infrangevano sulle pietre, quando ad un tratto ha sentito un lamento, si è girata a torno e non ha visto nessuno, dopo qualche minuto ha risentito lo stesso lamento, ancora una volta intorno a lei non c’era nessuno, poi ha sentito una voce e guardando verso il mare si è accorta della presenza di un pesce, era una mormora (ajola) con gli occhi piangenti, continuava a lamentarsi, si dibatteva stramazzando fortemente, raccolte tutte le sue forze ha parlato alla bambina e chiamandola per nome disse: “Sandrina devi sapere che vent’anni fa questa spiaggia non era il simbolo della morte, l’acqua era molto pulita, nel fondo del mare non c’era fanghiglia ma sabbia e le pietre della spiaggia erano bianche come il vestito di una sposa. Io avevo una bella famiglia, appartenevo ad un grande branco, avevo tanti amici ricci e tanti altri, come polpi, seppie, gamberi, sogliole, questo tratto di mare era molto popolato di pesci sin dai tempi antichi, sin da quando alle tue spalle cerano gli “Elimi” (popolo abitante della zona fra il 10° ed il 7° secolo A.C. Gli scogli, dentro il mare, pullulavano di vita, su di essi vi erano le alghe, le cozzelle (sottospecie di cozze), diavoli marini, morene e gronchi, ora cara Sandra sono rimasta sola, l’inquinamento ha ucciso tutti ed io stessa mi appresto a morire. La ragazzina è rimasta sorpresa ma non ha avuto paura e con voce ferma disse: “ mio caro pesce cosa posso fare io per te?”. Il povero pesce continuò a parlare dicendo: “puoi fare tanto se vuoi, quando sarai a scuola, parla con i tuoi compagni e con i tuoi insegnanti, racconta lo la mia misera storia e fai in modo che cresca la cultura per il rispetto dell’ambiente fai in modo che gli oleifici non buttino più l’acqua dell’olio senza depurata nelle fogne, che le segherie di marmo si attrezzino di apposite vasche di decantazione, che le industrie vinicole prendano le opportune misure per non scaricare tutto il loro veleno su di me e fai in modo che i sindaci depurino le acque delle fogne”. Appena arrivata a scuola Sandrina a raccontato quella incredibile storia ai suoi compagni e alle sue maestre, insieme hanno scritto articoli sui giornali, hanno denunciato la gravità della cosa alla Magistratura, è venuta la televisione, la stampa nazionale, uomini del Governo e soprattutto un gruppo di persone di ogni credenza politica che ha creato un forte movimento contro l’industria della morte costringendo la distilleria a chiudere. Le industrie della morte hanno chiuso i loro stabilimenti, al mare non arriva più il veleno ma bensì l’acqua chiara. L’anno dopo Sandrina si è recata allo stesso punto ed ha trovato il pesce ancora vivo e addirittura si è riformata la famiglia.. Per altri quattro anni consecutivi Sandrina si recò al mare e puntualmente incontrava il suo amico pesce che stava molto bene. Ad un tratto le cose cambiarono, le industrie vinicole hanno riaperto i loro battenti, hanno incominciato ancora a scaricare i loro veleni e ancora una volta il nostro pesce si è ammalata, la sua famiglia è scomparsa, tutto sta morendo intorno a lei. Ora Sandrina è di nuovo disperata, non sa cosa fare ha deciso di parlare con i suoi compagni ed i suoi insegnanti convincendoli che bisogna lottare affinché i salvi il mare, la natura, l’ambiente, bisogna non inquinare più, bisogna salvare la vita al suo amico pesce ma il suo sforzo è stato vano, il mare rimane tutt’oggi inquinato e la fauna è totalmente distrutta. Chiedo scusa ai lettori per avervi annoiato con una “cazzata” ma vi assicuro che è stata proficua per molti bambini.Antonino Partiniconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-14772806.post-27403248853082617562010-12-18T22:21:34.329+01:002010-12-18T22:21:34.329+01:00Tu dici battaglia contro l’inquinamento e subito t...Tu dici battaglia contro l’inquinamento e subito ti viene in mente il movimento che in quella estate del 1986 si sviluppò intorno a diversi “COMUNISTAZZI” di allora, a Nino Amato, a pezzi di società civile, a diversi proprietari di villette di Piano Inferno, e a Gaspare Orlando che purtroppo, in quella occasione ha pure perduto la vita. Ma Lei Prof . Toti dice bene nel suo post quando ricorda quel movimento che si è fortemente battuto per la salvaguardia di alcuni valori fondamentali come quello contro l’inquinamento dell’acqua, dell’aria, delle falde, con la conseguente chiusura della distilleria Bertolino e continua a ricordarci che con “l’artificio di quelle finissime menti democristiane” dopo breve tempo la distilleria è stata fatta riaprire, ma io mi voglio soffermarmi su quello che tanti “COMUNISTAZZI” di allora pensavano nel proprio intimo e su quello che trasmettevano alle future generazioni, per esempio, ne ho conosciuto uno che parlando a bambini di scuole elementari raccontava una metafora di un pesce che parla e provando a farsi capire recitava in questo modo:<br />LA MORMORA<br /><br /> Un giorno d’estate, uno di qui giorni quando il sole picchia forte-forte ed è tanto sentito il bisogno di andare al mare per rinfrescarsi, quando le spiagge sono stracolme di bagnanti e le stradine piene di macchine, una famiglia come tante altre è alla ricerca affannosa di un parcheggio che non trova e via – via, lascia alle spalle il lido della Ciammarita e arriva a San Cataldo dove finalmente trova posto per il proprio autoveicolo.<br /> La famigliola prende il telo-spugna, l’ombrellone, la stuoia, il giornale e si avvia verso la spiaggia che non c’è perché ansichè di trovare la sabbia trova “cuticchi” pietre che una volta erano bianche come la schiuma del mare ma che ora sono nere come la morte. Il mare antistante è sporco, il fondo è nero, l’acqua è rossastra. Dopo essersi bagnati, il capo famiglia si mette a sfogliare il quotidiano, la madre con occhio vigile non perde di vista i suoi figli che giocano nel bagnasciuga, mentre il maschietto si diverte a tirare sassolini in acqua la femminuccia, Sandra, questo è il suo nome, si allontana qualche centinaio di metri dal suo ombrellone. <br />continuaAntonino Partiniconoreply@blogger.com