venerdì 2 marzo 2018

E A DISTANZA DI OLTRE TRENT’ANNI SALVATORE CINTOLA SI PRESE LA RIVINCITA.






QUANDO SI DICE I CORSI ED I RICORSI DELLA STORIA. ALMENO DI QUELLA LOCALE. Lo sappiamo ormai da tanti decenni che ciclicamente veniamo investiti da una grave crisi idrica che provoca danni inimmaginabili soprattutto all’agricoltura del nostro Comprensorio . Nel 1985 ,ad esempio,ci trovammo in una situazione analoga a quella odierna per cui fummo costretti a celebrare un Consiglio comunale congiunto con quello di Palermo perché il solito Orlando ,sindaco allora come ora,riteneva che l’acqua dell’invaso dovesse servire soltanto la città .I contadini, sosteneva,in definitiva per il danno ricevuto e per il mancato reddito possono essere risarciti con un po’ di lire .Ovviamente a questa provocazione si rispose mettendo in subbuglio la Sala del Palazzo delle Aquile sede del Consiglio comunale e ci manco’ poco che arrivassimo alle mani. Prevalse il buon senso trovando, alla fine di quella seduta, un onorevole compromesso anche perché ,all’epoca, esisteva soprattutto nel nostro territorio una fortissima organizzazione di agricoltori,la Confcoltivatori,costruita dalla passione e dall’impegno quotidiano di Toto’ Inghilleri ( Toto’ era anche consigliere comunale del PCI insieme al sottoscritto,Vincenzo Fedele e Paolo Taormina) e che aveva dato vita ad una forte mobilitazione di coltivatori ritrovando ,come era anche accaduto in altre analoghe situazione,l’unità di tutto il Consiglio comunale rappresentato sostanzialmente da democristiani,comunisti e socialisti .Importante ,anche in quella occasione,il ruolo della Cooperativa”Consorzio irriguo Jato” nata all’interno del Centro studi di Danilo e di cui specificatamente si occuparono l’agronomo romano Franco Paparatti,Fifiddu Robino comunista e collaboratore del Centro oltre che dirigenti politici come Pino Bongiorno,Agostino La Franca e coltivatori carichi di buon senso come l’indimenticabile ‘zzu Sariddu (Rosario) Turdo.Certo,anche noi comprendevamo come prioritario fosse l’uso dell’acqua per i bisogni umani ma non potevamo certo dimenticare le ragioni per cui avevamo lottato per costruire l’invaso .D’altronde il PCI con Pio La Torre, che conosceva bene i nostri territorio,sosteneva le ragioni della nostra agricoltura ritenendo che Palermo ,per i suoi bisogni ,si poteva approvvigionare dal lato est della Provincia. Sappiamo come è andata a finire: alla città di Palermo non c’è acqua che possa bastare e dunque tutti gli invasi esistenti vengono utilizzati principalmente per rifornire di acqua la città oltre che in estate anche quelle costiere . 
Ma cosi’ come accadeva durante quelle crisi idriche,ovviamente il primo organismo ad opportunamente mobilitarsi e discutere delle soluzioni non poteva che essere il Consiglio comunale della nostra città. E accadde che una sera l’allora consigliere Salvatore Cintola si presento’ ,durante una di queste sedute,con una proposta: la realizzazione di un impianto di dissalazione da collocarsi ad Isola delle Femmine.Ne nacque una bagarre non solo perché si disse della esistenza già e del progetto e di coloro che avrebbero dovuto realizzarlo (ovviamente si trattava ancora di dicerie ) ma soprattutto perché l’opera presupponeva altissimi costi sia di realizzazione che di distribuzione. E la nostra citta’ vi si doveva obbligatoriamente approvvigionare pagando un prezzo altissimo per un’acqua di cui non avevamo alcuna necessità tenuto conto della quantità notevole di sorgenti di cui disponeva il nostro territorio.Al contrario, sostenevamo noi comunisti,si trattava di costruire, finalmente, una politica delle risorse idriche che si fondava non solo sul non trasferimento della nostra acqua ad altri Comuni come era accaduto e successivamente accadde,ma intervenendo sulla rete vecchia e dispersiva,sulla captazione e irreggimentazione di nuove fonti ,sulla costruzione di un sistema di distribuzione per avere l’acqua ogni giorno. Cosi’ non fu se non in maniera assai parziale.E fu in quell’occasione che si parlo’ ,per la prima volta, di riuso delle acque reflue per l’agricoltura e di cui a breve ne riparleremo. Dunque, passo’ la linea del NO al dissalatore e Salvatore Cintola venne sconfitto anche se a distanza di oltre un trentennio si è preso la sua bella rivincita: E’ DI QUESTI GIORNI LA NOTIZIA CHE SI RITORNA A DISCUTERE DI DISSALATORE DA COSTRUIRE TRA ISOLA DELLE FEMMINE E CARINI . Costo? 30 milioni di euro cioè l’equivalente di 60 miliardi delle vecchie lire.
Nelle foto: l'invaso e una manifestazione per la diga con Danilo
Toti Costanzo


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