Ti ritrovi ,ieri nel tardo pomeriggio ,al caffè letterario del
professore Maurizio De Luca per la
presentazione della pubblicazione di Pasqualino Marchese ”Morino,racioppi e cappeddi” davanti la Gigia Cannizzo di sempre,anche se il tempo inesorabile ci
coinvolge tutti Ancora determinata, lucida,affascinante espositrice di
avvenimenti ,di pezzi di storia della città.Una donna che abbiamo visto
all’opera da sindaco di Partinico dal
1994 quasi alla fine del 1999 (e con la
quale ho avuto l’onore di collaborare per circa un anno quale assessore
dell’ultima sua Giunta),vulcano di idee ed iniziative,forza prorompente
protagonista di una salutare divisione dell’opinione pubblica della città tra
coloro che l’odiavano per la sua intransigenza, determinazione,rigore
morale e quelli che l’adoravano perché
aveva saputo creare le condizioni del cambiamento di cui migliaia di cittadini
avevano bisogno e di cui avevano diritto.La Gigia rigorosa e ai limiti
dell’intolleranza con pezzi della macchina burocratica ,ma anche quella umana nel trovare il lavoro ad alcune centinaia disperati della città il cui
destino,senza la sua disponibilità, li avrebbe visti disoccupati a vita, senza
speranza, senza futuro .E tra i quali 25 dipendenti licenziati in tronco dalla
Bertolino e 35 della ditta in fallimento di un ex imprenditore locale che
entrarono negli organici comunali come LSU .Un’operazione non clientilare ma di
forte solidarietà che ha dato lavoro e speranza e centinaia di famiglie creando
all’interno del Comune tutte le condizioni perché ogni servizio potesse
disporre del suo organico : ausiliari ecologici, manutentori del verde e
dell’illuminaziome ,muratori, falegnami ,fontanieri,laureati per la gestione dei servizi della Biblioteca
comunale e tecnici diplomati per guidare
le maestranze.Ma anche la Gigia degli eccessi
come quando in piazza Duomo si sostituiva ai Vigili urbani nel dirigere
il traffico divenuto caotico e costretta
a vivere con la scorta fino alla fine del suo mandato perché la mafia dei
Vitale era li’ alla ricerca di una vittima eccellente per manifestare la sua
potenza.La vittima ,poi, la trovarono nel galantuomo,l’inerme avvocato Giuseppe
La Franca che di Gigia Cannizzo fu amico.
Gigia Cannizzo fu un sindaco
indiscutibilmente straordinario nel suo saper governare tant’è che proprio di
recente su fb fu chiesto ,da un giornale on line ai locali frequentatori ,chi
fosse stato il sindaco piu’ amato dai cittadini e la stragrande maggioranza(oltre
200) degli intervenuti,dopo quasi venta’anni,manifestarono il loro
gradimento.Dopo di lei un attuale assessore
con appena 15 preferenze.Gigia fu l’ultimo sindaco della città capace di condizionare la volontà prefettizia fatta
di palese quanto ingiustificata ottusità dando
vita .per la Festa della Patrona del 1999 ,all’ultima “cosa dei cavalli”
amata dai cittadini perché affondava le sue radici nella storia ,nella cultura
e tradizione dei partinicesi che la veneravano come si fa con la nostra
Patrona.Alla fine dell’ultima corsa ”ra bannera”,scendemmo con un pizzico di
umano orgoglio ”scortati” dai cavalieri piu’ valenti lungo il corso dei Mille partendo da Torre
Bonura per arrivare alla piazzetta della
chiesa di S. Giuseppe dove avvenne la solenne premiazione.
Ma il sindaco Cannizzo deve
essere ricordata per quel che insieme
alle sue Giunte seppe realizzare in quei pochi anni. Se ne citano i piu’
rappresentativi:gli interventi di recupero sul Palazzo Ram,l’acquisto della
cantina Borbonica e con l’aiuto disinteressato di Toto’ Chimenti che trovo’ i
finanzimenti ,il suo totale recupero; la conclusione del restauro del Palazzo
dei Carmelitani, villa Falcone e la definizione dei lavori del Parco del
Castellaccio, l’amore per villa Margherita con la protezione concreta del suo
immenso patrimonio , la progettazione del Parco sulla Collina Cesaro’ un’oasi
di flora mediterranea ormai quasi scomparsa dalle nostre parti e con i resti
della fortezza, il pallone tensostatico, il totale rifacimento anche col manto
erboso dello stadio comunale,la definizione dell’illuminazione del viale della
Stazione,le opere di civiltà al Borgo Parrini e alla Casa Santa, il Piano
Regolatore Generale, la costruzione di altre vasche di raccolta della discarica
Baronia, le vasche di equalizzazione nell’impianto di depurazione, la
ricostruzione con l’ausilio disinteressato di Pasqualino Marchese dell’Archivio
storico ,di quello dei Lavori pubblici ed Urbanistica e degli atti delle Giunte
e dei Consigli comunali dall’Unità d’Italia fino a ieri. E poi Convegni,manifestazioni,solenni estati partinicesi,definizione del Centro sociale per anziani (ora ospita la
caserma dei Carabinieri), il restauro del Palazzo Porcaro che ospita la P.S. E
tante altre opere Un lavoro straordinario
di una donna straordinaria figlia “ri cappaddi” come scrive Pasqualino
Marchese nella pubblicazione ieri presentata che,pero’,ha amato la sua città
con quell’amore intellettuale che distingue gli uomini terra terra e quaquaraquà
dai grandi.Oggi tutto questo è stato sostanzialmente cancellato da chi non ha
storia, memoria, cultura. I
lanzichenecchi del XXI
secolo.
Nelle foto: Gigia Cnnizzo e la Cantina Borbonica
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