
Ma ritorniamo ad Ezio il quale corse (simbolicamente parlando) l’ultima frazione della staffetta in maniera eccellente conquistando il posto tra i primi “trenta” non dimenticando, ovviamente, di ringraziare Gianfranco che, come il protagonista del film del 1951 del regista Arne Mattsson, volle “ballare una sola estate” nel senso che conclusa la sua prima consiliatura cedette, appunto, il testimone al più sanguigno e determinato germano.
Ezio è sicuramente un giovane pieno di passione ed anche di entusiasmo per la politica. Ma non solo. E’ l’animatore di un’Associazione giovanile che non persegue scopi di lucro, svolge attività sociali e culturali ed è anche componente di un importante organismo universitario. Un pedigree di tutto rispetto che certamente, anche in ragione della sua giovane età, gli fa onore. E l’ingresso di Ezio in Consiglio sembrava, infatti, coronato da un successo aggiuntivo nel senso, si disse, di una sua elezione a vice di Gioacchino che rappresenta la seconda carica istituzionale del nostro Comune dopo il Sindaco. Per cui, con il suo ingresso, si pose un importante e mai prima d’allora, interrogativo: Ezio sarebbe stato terzo, rispetto a Gioacchino che è secondo al Sindaco che è primo? Oppure secondo ma ex equo con Tanino che è secondo del Sindaco ma terzo dopo Gioacchino? O, infine, Ezio sarebbe stato quarto punto e basta? Ma restava sempre l’amletico dubbio e cioè se Gioacchino era secondo dopo il Sindaco o terzo dopo Tanino. Come si vede un vero e proprio casino istituzionale al quale bisognava pur dare una immediata risposta per cui la soluzione fu affidata, come era prevedibile a Bart l’intellettuale organico della band che, a tamburo battente, organizzò un Convegno dal titolo: ”La seconda carica istituzionale del Consiglio pesa alla stessa maniera della seconda della Giunta? E se la seconda della Giunta pesa di più allora il Presidente del Consiglio non può essere la seconda carica istituzionale bensì la terza? Analisi, osservazioni, prospettive e relative considerazioni”. Un Convegno ad altissimo livello al quale partecipò non solo Antonello ma il suo autista, il suo segretario particolare, il responsabile dell’imminente campagna elettorale per la eventuale elezione al Parlamento europeo (oh Totò,Totò anche questo ulteriore affronto ti dovevano fare!), il fotografo personale, l’estetista, il curatore dell’immagine, il suo massaggiatore, un barbiere di Ballarò che lo conosceva da bambino ed infine, il fornitore di scarpe, quello dei vestiti estivi e quello degli invernali, quello della panelle e rascatura, dù purpu, l’accompagnatore nei locali notturni,l ’intrattenitore, il lettore di favole per scopo alloppio ed, ovviamente Barty che, a quanto pare, si riserva uno spazio, un ruolo personale che è ancora tutto da definire. Ma, come è noto, quell’elezione di Ezio non ci fu facendo registrare il primo dei tanti misteri che avvolgono di sempre meno misterioso alone, la sgangherata gestione di Sal and seven band. Perché Ezio non fu eletto? Perché gli si preferì uno dei tanti, soliti Totò locali? Non è dato sapere. Né, a Ezio, mai sfuggì una seppur minima recriminazione, almeno pubblica. Muto, muto come un pesce e come, giustamente, si addice ad una persona seria. La sua bocca è rimasta, però, cucita fino a qualche settimana fa cioè quando durante una seduta di Consiglio esplose e fu protagonista di un robusto intervento che, però, racconteremo in una prossima occasione.
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