
Il più delle volte si tratta di azioni di tipo “terroristico” nel senso di volere incutere terrore ma che ,tuttavia, mette il soggetto preso di mira in uno stato di profonda preoccupazione che ovviamente coinvolge anche la famiglia di appartenenza ,quando questa c’é . In una zona come la nostra, storicamente impregnata della peggore cultura contadina ( l’attacco morboso ed irrazionale alla "roba") con l’appendice dell’utilizzo degli animali da allevamento che porta ad una forma di vita assai primitiva e spesso fuori da ogni regola civile( la ricerca dei pascoli con l’invasione forzata delle proprietà altrui , la protezione delle mandrie, l’abigeato cosi’ come la macellazione clandestina ) sono tutti elementi ancora visibili e presenti nella nostra società locale. Non è un caso, ad esempio, che la famiglia dei Vitale di Partinico sia espressione di questo mondo.A quanti non l’abbiano letto,per cercare di comprendere meglio, consiglio “Ero cosa loro” di Giusy Vitale e Camilla Costanzo . L’uso di questo macabro rituale ,anche nella “politica” ,è ancora una consuetudine delle nostre zone . Quante teste di capretto, cavallo, cane o bue sono state fatte trovare dietro le porte di uomini politici locali e non solo? L’ultima ,in ordine di tempo, al consigliere Giuseppe Barbaro di Borgetto aderente al PD . Perché succede questo,e perché a uomini politici specie quando sono “isolati” e dunque più deboli e da potere con facilità terrorizzare ?Rispondo con un mio convincimento. Ho sempre sostenuto, ad esempio, che se Peppino Impastato piuttosto che militante di un Partito, Democrazia Democratica assai fragile politicamente e non fortemente radicato nella realtà di Cinisi ,fosse stato,un militante del PCI cioè un Partito con forti propaggini nella locale società ,rappresentato nelle istituzioni ad ogni livello , con una struttura anche di potere , seppur di potere di opposizione e dunque assai protettiva , difficilmente la mafia avrebbe potuto colpirlo a morte nel modo in cui sappiamo. Cosi’ ad esempio non è capitato a Partinico( quanti non ricordano le “filippiche” di Cola Geraci contro mafia e potere’?) anche se è storicamente accertato che le denunce di tanti altri comunisti nei confronti non solo del potere politico locale ma anche mafioso ,non sono state certamente poche e di poco conto . Nessun militante del PCI del nostro territorio ,almeno a mia memoria e dalla fine degli anni ’50 ,è stato oggetto di pesanti ritorioni o ha corso un pericolo per la sua vita .Il fatto é che un Partito rappresentativo e radicato ha anche le sue profonde propaggini nella società locale ,oltre che la sua riconosciuta autorevolezza, e dunque fa da schermo a quanti ,per questo, si battono con lealtà , linearità, coraggio e soprattutto con coerenza. Il consigliere Giuseppe Barbaro, a mio modesto parere, paga il prezzo del suo isolamento, la frammentazione e contraddizione del suo Partito.Cioé é' la stessa NATURA POLITICO-ORGANIZZATIVA del PD che non è nella condizione di difendere i suoi militanti più esposti in quanto questo Partito ,IN LINEA GENERALE ,altro no è se non un aggregato di individui di cultura diversa, provenienza diversa ma con interessi comuni che sono la semplice gestione del potere ad ogni costo, ciascuno dei quali si è ritagliato uno spazio di potere e lo diffonde nella periferia con lo scopo di creare cordate utili nelle occasioni di elezioni a diverso livello. Una logica che era la regola della prima repubblica e per i Partiti cosidetti governativi che, paradossalmente, esaltava “la diversità” del PCI che non era soltanto morale, culturale e storica ma anche ORGANIZZATIVA . Dunque il PCI era nella condizione come “corpo politico non frammentato ma unitario” un INSIEME che costituiva una forte difesa non solo delle idee ma anche dei suoi più periferici militanti . E QUESTO,PERCHE' Il PCI ERA UN PARTITO DI SINISTRA .E Partito di sinistra significa ,appunto, unitario, solidale ,dentro cui devono circuitare i problemi di tutto il territorio e non certo soltanto di una sua parte come avviene oggi .Possiamo dire la stessa cosa del PD? Io dico che la risposta non può che essere no, tant’è che se chiedete nei vari Comuni del nostro territorio dove operano consiglieri del PD ( e non sono certamente pochi) e chiedete loro se sono collegati, se si incontrano, se si sentono, se si confrontano , se costruiscono insieme una politica unitaria del territorio frutto di discussione e di approfondimento,
Toti Costanzo
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