martedì 24 aprile 2018

IL NOSTRO BORGO DI VALGUARNERA RAGALI E’ ANCORA LI’: CHE NE VOGLIAMO FARE?



Scrive Masetto Aiello ne “L’EDILIZIA RURALE NEL PARTINICESE IN RAPPORTO AL MODIFICARSI DELLE FORME DI PRODUZIONE” del Borgo di Valguarnera(antica città di Valguarnera-Ragali)) ,della sua nascita nel XVII secolo ,delle sue 81 abitazioni e 309 abitanti ,della sua fontana-abbeveratoio che nel 1987 come Gruppo studi e ricerche abbiamo fatto restaurare trovando la disponibilità dell’amministrazione di Giuseppe Di Trapani .E io aggiungo delle sue vie Randisi,Capraro,Grillo, Serra ,Zafferano e Ferro (cosi’ come dall’antica planimetria) e poi della chiesetta,della sua piazza ,della torre-abitazione, dei magazzini ora in disfacimento senza dimenticare la trazzera che costeggiava verso mare ancora in parte ,seppur minima, “abbalatata” .E poi piu’ avanti verso Alcamo il fiume Jato che vi scorre attraversando il ponte Tauro.

Valguarnera fu Borgo(o quello che di questo restava dopo l’abbandono e l'ultima devastazione dei Borboni ) finito nella mani della famiglia Vitale che vi costrui’ abusivamente le sue stalle ,poi demolite per uno scatto di orgoglio della buona politica e dello Stato che erano stati silenti come la maggior parte della nostra popolazione di fronte alla prevaricazione, prepotenza, crudeltà.Poi l’abbandono definitivo.Eppure per la valorizzazione di quella vasta area di proprietà del nostro Comune furono presentati, nel tempo, due progetti ancora esistenti e da due diverse amministrazioni.Ovviamente mai realizzati mentre nel lontano 1976 sul nostro “Il Giornale della Valle Jato” consideravamo la RICOSTRUZIONE di Borgo Valguarnera non solo necessità ma filo di collegamento col suo passato urbanistico anche se con una diversa funzione sociale :un Borgo ricostruito e destinato al turismo culturale ,quel turismo già sperimentato al Borgo di Dio di Trappeto dal Centro studi di Danilo e che si fondava sul flusso di gruppi provenienti dalle diverse università e scuole italiane ed europee.Soggiornare e partire dal Borgo Valguarnera ,per arrivare in poco tempo ai luoghi della Storia e della civiltà: Erice,Segesta, la città Jatina,l’aeroporto, lo Zingaro, le nostre città costiere,il nostro splendido entroterra.Si trattava di un progetto in palese contrapposizione con quel che stava nascendo a ridosso di S. Cataldo e cioè la costruzione di una città ,Città del mare,luogo chiuso al territorio, esclusivo, costoso, che s’impossessava di un pezzo importante di costa sottraendola definitivamente alla fruizione delle nostre popolazioni.Un’idea dell'Unipol "comunista" e della cooperazione rossa che contrastava con la nostra idea comunista dell'utilizzo del territorio come bene comune e che Filippo Grillo rappresento’ graficamente (foto)ma che resto’ tale come d’altronde tante altre messe al servizio dello sviluppo della nostra comunità.

Domanda: la città e che quel resta compresa l’area di Valguarnera Ragali ‘ è ancora li’ abbandonata,coperta dalle erbe infestanti,ancora di proprietà del nostro Comune. CHE SE NE VUOLE FARE? 
Nelle foto :la planimetria storica della "città" di Valguarnera Ragali,la fontana nella foto di Masetto Aiello,la "ricostruzione" del Giornale della Valle Jato del 1976 e Valguarnera oggi.
Toti Costanzo

venerdì 20 aprile 2018

COMUNICATO STAMPA SUL MASSACRO DEGLI EUCALIPTUS-


Il COMITATO INVASO POMA manifesta il proprio profondo dissenso nei confronti dei soggetti istituzionale anche se non piu’ facilmente identificabili (chi? Ex Provincia, Citta’ Metropolitana,citta’ di Monreale) che avrebbero autorizzato la potatura degli eucaliptus distribuiti lungo la strada provinciale Partinico-S. Cipirello. Gli alberi piu’ che potati sono stati stroncati con lo scopo abbastanza palese di recuperare il massimo del legno per ragion facilmente comprensibili .Cio’ che appare abbastanza grave ,in aggiunto a quanto da noi denunciato, è che parte degli eucaliptus sono stati recisi addirittura alla base in maniera da annullarne la ricrescita e dunque impedire a questi di svolgere quel ruolo di protezione dagli smottamenti che hanno sempre avuto nel tempo . 

Il COMITATO INVASO POMA lega il suo ruolo non solo alla difesa ed utilizzo dell’acqua dell’invaso per lo sviluppo della nostra agricoltura o per il soddisfacimento delle necessità umane delle citta’ costiere ,ma lo reputa sempre piu’ collegato agli aspetti generali del suo territorio sia sotto il profilo naturalistico che ambientale in ragione delle sue possibili,molteplici funzioni ed utilizzo.D’altronde il suo territorio è ormai oggetto di interesse ed utilizzazione non solo dal punto di vista sportivo( pista go-kart,piste motocross,equitazione e trekking,sci nautico,pesca sportiva )ma quale area attrezzata gestita dall’Azienda Foreste Demaniali cui possono fruire quanti amano la natura e la vita all’aria aperta, senza dimenticare la sua funzione primaria di Oasi di protezione e rifugio della fauna . Nella foto gli eucaliptus recisi
COMITATO INVASO POMA
PARTINICO 19 APRILE 2018

martedì 17 aprile 2018

LE CONDIZIONI DELL’INVASO NELLE IMMAGINI DI OGGI, 17 APRILE 2018



Com’è possibile osservare  attraverso le immagini di oggi, l’acqua  dello Jato è sul punto di lambire il ponte nuovo sulla strada che porta a Grisi’. Il letto del fiume Jato è amplissimo e l’acqua ha rallentato la sua precedente vertiginosa discesa in ragione del suo riempimento .Cio’ significa che ai circa 45 milioni di mc. di acqua ufficialmente dichiarati  dall’Osservatorio delle acque agli inizi di Aprile vanno aggiungersene altri da quantificare.Possiamo dire che siamo intorno ai 50 milioni? Noi pensiamo di si e se consideriamo l’aumento delle risorse in tanti altri invasi che danno acqua alla città di Palermo ,allora si puo’ affermare che anche quest’anno la crisi delle risorse è stata fortunosamente superata.Per tale ragione il nostro Comitato chiedera’ nell’imminente incontro con l’Assessore regionale all’agricoltura di far parte del tavolo tecnico all’interno del quale si discutera’ di QUOTE da riservare alle città e alle campagne. Intanto denunciamo la grave operazione , presupponiamo a opera dll’ex Provincia oggi Citta’ Metropolitana che ha massacrato buona parte degli eucaliptus che si nodno lungo la Partinico-S.Cipirello. Una devastazione irresponsabile di cui intendiamo conoscore le ragioni e gli attori.
Toti Costanzo

lunedì 16 aprile 2018

IL NOCELLA NON INQUINA NE' HA MAI INQUINATO IL MARE DI S. CATALDO. AD INQUINARE E' IL NOSTRO TORRENTE PUDDASTRI.QUALE LA SOLUZIONE?LE PROPOSTE (Lettera inviata al quotidiano Terrasini Oggi)


L'immagine può contenere: una o più persone, oceano, cielo, spazio all'aperto, natura e acqua
Approfitto del sempre ospitale “ Terrasini Oggi” , e me ne scuso col suo tollerante Direttore,per ribadire il mio modesto punto di vista perché la baia di S. Cataldo possa venire restituita alla sua dignità di bene comune di immenso valore ambientale e naturalistico.Ritorno ,dunque, su mie precedenti proposte(mi scuso ma insisto e anche se inascoltato ,insisto) . LA PRIMA : la costruzione di uno strumento giuridico, un CONSORZIO TRA COMUNI ed Associazioni -compresa la Parrocchia proprietaria e della chiesetta e parte dell’area antistante- filo di collegamento oggi tra le due comunita’ di Terrasini e Trappeto piu’ direttamente interessate sul piano territoriale ,con lo scopo di vigilare, proporre,programmare, progettare, valorizzare, tutelare tutte le risorse del mare e del fiume compresi gli immobili ivi esistenti (ex proprieta’ Amoroso) un buona parte espropriati e che vanno in malora.Ovvio restituire rifunzionalità attiva alla vecchia trazzera regia ,gia' fatta sistemare insieme ai resti dell'ex chiesetta dall'ex sindaco Carmelo Carrara.Io continuo a frequentare quel mare che in estate ,seppur in presenza di un visibilissimo divieto di balneazione,è frequentato e vissuto in maniera inverosimile.Sarebbe delittuoso continuare a mantenerlo in quella condizione.Per includere Partinico in questo eventuale Consorzio aspetterei il risultato della prossima competizione elettorale con la auspicabile nascita di un “governo di civiltà” perché quella città è la sola responsabile dell’inquinamento della baia attraverso gli sversamenti smodati e distruttivi dei circa 4 km. del Puddastri. Una parola chiara e definitiva :il fiume Nocella che scende da Montelepre e Giardinello NON INQUINA NE’ HA MAI INQUINATO QUELL’AREA.AD INQUINARE SOLO IL PUDDASTRI.
LA SECONDA :insisto.Nessun controllo, ammesso che questo possa effettuarsi QUOTIDIANAMENTE è nella condizione di impedire che una continua valanga di acqua inquinata dal Puddastri si riversi nel mare. Illudersi significa perpetuare fino all’infinito una situazione assolutamente incontrollabile che umilia ed amareggia quanti quella baia abbiamo da sempre nel cuore.L’unico strumento che puo’ porre fine a questo scempio è un impianto di depurazione a monte della SS.113.A gennaio del 2017 nel Comune di Filottrano (12 mila abitanti)nelle Marche è stato inaugurato un impianto del costo di 5 milioni di euro e che ha presenta precise caratteristiche: necessita’ DI UN QUINTO DELLO SPAZIO che occuperebbe un impianto tradizionale e che contestualmente depura le acque pronte per un uso agricolo.Quelle del Nocella ,che sono pulite ,possono riversarsi nel mare di S. Cataldo senza alcuna conseguenza per la fauna e per la flora .
PER ULTIMO. Sostengo anch’io e per quel che questo possa contare, che i due Comuni ,Terrasini e Cinisi, debbano trovare l’accordo per un comune depuratore .Ma se fossi amministratore di Terrasini (12.414 mila abitanti )nel caso del fallimento di tale soluzione prenderei in seria considerazione, e subito, la proposta del 2007 della III Commissione Consiliare di Terrasini presieduta, all’epoca, dal consigliere Norino Ventimiglia che ipotizzo’ un depuratore proprio a S. Cataldo per depurare tutti i reflui che partono dal Comune ,attraversano la costa passando per Citta’ del mare. Politica fantasiosa? Ma una volta un vecchio slogan della mia sinistra non parlava di" fantasia al potere?"
Toti Costanzo


venerdì 13 aprile 2018

IL COMITATO INVASO POMA A SOSTEGNO DEI COMUNI DEL NOSTRO ENTROTERRA CHE LOTTANO PER UNA VIABILITA' DA PAESI CIVILI COMUNICATO STAMPA

L'immagine può contenere: spazio all'aperto e natura
IL COMITATO INVASO POMA solidarizza con i Sindaci dei Comuni di S.Giuseppe Jato, S.Cipirello, Camporeale ,Roccamena e Corleone per le gravi condizioni in cui versa la viabilita’ che dall’entroterra porta al nostro mare. Gravissime sono le responsabilità della Citta’ Metropolitana per il disinteresse nei confronti di questo annoso problema rilevando come ,di fatto, questo organismo istituzionale abbia sostituito nella gestione di alcuni servizi la ex Provincia di Palermo.A mettà degli anni ’90 la scorrimento veloce Partinico-Corleone era stata progettata,finanziata ed appaltata ma non venne mai realizzata.Fu successivamente con l’Amministrazione provinciale di Giovanni Avanti che nel 2011 il progetto fu reinserito nel Piano triennale delle OO.PP. con un impegno di finanziamento della Regione siciliana attraverso i fondi FAS ( fondi per le aree sottoutilizzate) ma ancora una volta i lavori non ebbero inizio .
Il COMITATO INVASO POMA reputa quest’opera strategica per lo sviluppo del nostro territorio e fondamentale non solo per ragioni sociali oltre che economiche non ultimo la valorizzazione di tutta l’area archeologica-ambientale-naturalistica che va da Corleone con la Real casina di caccia di Ficuzza, al mare passando per la citta’ Jatina e l’invaso del Poma.

Nel sostenere la iniziativa dei Comuni chiediamo ai Sindaci e ai Presidenti dei relativi consigli comunali di riprendere con forza e determinazione il percorso interrotto perché con l’insediamento della nuova Giunta regionale si possa finalmente realizzare un’opera giustamente voluta da decenni da due importanti territori come il Partinicese ed il Corleonese. 

   Nella foto. un tratto della Partinico-S.Cipirello

                                                                                                               COMITATO INVASO POMA                                                                                                            
PARTINICO 12 APRILE 2018


mercoledì 11 aprile 2018

L'ACQUEDOTTO DI VIA MULINI



IN TEMPI DIVERSI E IN DIVERSE OCCASIONI ASSOCIAZIONI MA ANCHE GRUPPI POLITICI E CONSILIARI SI SONO occupati di quel che resta del “canale” ,o “acquedotto” come veniva chiamato nel passato, che alimentava i tre mulini (oggi ancora uno funzionante) lungo la via che ne porta il nome .L’acqua del canale accoglieva soprattutto quelle provenienti dal surplus degli otto cannoli e poi ,a valle, utilizzata dagli ortolani per le loro coltivazioni . La furia devastatrice del “nuovo che avanzava” non lo risparmio’ anche se ad oggi resiste ancora una importante testimonianza che andrebbe tutelata,valorizzata,salvaguardata. L’ultima iniziativa in ordine di tempo è stata quella di Legambiente che ripuli’ i luoghi ,affisse divieti e invito’ al rispetto mentre,ancor prima,una interpellanza del Gruppo consiliare “Cambiamo Partinico” chiedeva all’amministrazione precedente di liberare l’ultimo tratto che abusivamente era stato recintato ed utilizzato da privati ed ancora ad oggi, seppur abbandonato, non restituito alla collettivita’ che ne dispone della proprietà. Lo affidiamo all’interesse delle nuove generazioni perché il nostro passato non venga definitivamente cancellato
Toti Costanzo