venerdì 31 luglio 2009

PD,PARTITO DEL SUD, E FATTI DI CASA NOSTRA

Devo qualche risposta , seppur con ritardo , ad alcuni nostri interlocutori che ci hanno scritto su questioni relative a precedenti interventi su Sala Rossa. Una, ad esempio, si riferisce alla proposta di iscriverci tutti al PD per condizionarlo dall’interno e che poi sarebbe quella che aveva fatto ,ma con tanto di sapore provocatorio, il compagno Sanzonetti già Direttore di Liberazione ,che aveva anche ipotizzato una candidatura di Niki Vendola alla Segreteria di quel Partito; un’altra risposta fa riferimento al Partito del Sud .Sulla prima : la consideriamo solo una battuta. Pensa tu se un comunista che sia veramente tale e non certo una specie di surrogato come tanti ce ne sono anche nella nostra città ,possa minimamente pensare di iscriversi al Partito dei democristiani Franceschini, Fioroni, Binetti e Mattarella o ,ancor peggio, di Cracolici e Vladimiro Crisafulli amico intimo di Totò vasa vasa e non solo. Cosa diversa è, laddove possibile, una convergenza di azione comune ,per battaglie comuni sia per il governo di una città o una Provincia o anche in un'azione ,condivisa ,di opposizione .

Sul Partito del Sud .Ma lo pensate voi un Micciché fare le barricate contro il governo nazionale di cui mantiene la carica di sottosegretario?Ovviamente su Lombardo,il suo Partito, il suo ruolo ,la sua capacità di effettiva e non fittizia rottura col governo di centro destra deve essere tutto ancora vagliato in relazione ad atti concreti ,politicamente qualificanti .Noi non dobbiamo crearci e creare illusioni perché il rischio reale è che , molto probabilmente, costoro vogliono più soldi per fare più clientela e cercare , specie in Sicilia, di recuperare quel che hanno perduto in termini di consensi agitando ,ora ancora sommessamente ,lo spauracchio di forme storicamente minoritarie e fallimentari come un rinnovato ribellismo delle masse popolari siciliane alla cui testa si metterebbero costoro. Sarebbe una storia già vista ,seppur riveduta e corretta, e cioè quella di sempre : dopo il 1944 a cavalcare il disagio e sopratutto la fame delle classi subalterne, che assaltavano i Municipi ,prima furono popolani ma poi finiti nel Movimento Separatista con alla testa i borghesi Concetto Gallo,i Canepa ,Finocchiaro Aprile e il nostro concittadino Nené Varvaro. Ma anche questo Movimento , seppur con forti iniziali tensioni morali e obiettivi giustificati in quel contesto storico fini’ nelle mani di sempre e cioè agrari, mafia, feudatari, nobili decaduti .In una parola. i padroni di sempre.Oggi a cavalcare l’eventuale protesta siciliana sarebbero i “nuovi feudatari” della politica, i nuovi “baronetti” di Sala d’Ercole o di Palazzo Madama , appunto i Micciché e la sua compagnia .Il fatto è che si ripropone oggi con forza la “Questione meridionale” e noi dobbiamo rileggere Gramsci.C’è ,tuttavia, una indiscutibile verità :che la debolezza dei Partiti della Sinistra di alternativa, la trasformazione degli ex comunisti che si sono assuefatti all’idea che si possa governare e costruire un Partito con gli ex democristiani, perpetua metodi e sistemi in Sicilia già visti e,dunque, fallimentari e che trovano,purtroppo, sintesi dentro il PD siciliano guidato da personaggi molti dei quali hanno fatto del trasformismo la loro nuova religione politica-. Tutto questo non solo indebolisce il fronte riformista ma consente la crescita delle forze di centro destra con la possibilità di venire coinvolti in un processo che porta alla subordinazione se non addirittura alla disperazione facendo aumentare forme di disinteresse e qualunquismo che sono funzionali soltanto ai gruppi di potere politico ed economico . Non serve un Partito del Sud. Serve una presa collettiva di coscienza che la Politica da noi è clientela , è anche mafia che taglieggia ed impone e che le classi dominanti ad ogni livello (dalla Regione,passando per le Provincie ed arrivare ai Comuni ) agiscono da ascari al servizio dei Micciché,Schifani, Alfano e cosi’ via la cui la vita,l'esistenza politica dipende da un Governo e da Berlusconi del quale loro intendono restare “ a servizio” . E sopratutto fuori da questi schemi sono pupazzi che si afflosciano nel momento in cui trancia i loro fili .Se non si rompe questo schema, che é quello di sempre, il Sud, la Sicilia sarà sempre governata dal trasformismo e dagli ascari.

Sulle questioni del “risparmio del Comune ” e che ci interessano sicuramente come Partito raccogliamo , ad esempio, alcune argomentazioni di NIKO PARTY il quale fa una interessante analisi e dice sostanzialmente : “E’ possibile che il Comune di Partinico possa risparmiare anche 130 mila euro l’anno con una semplice procedura . Basta modificare lo Statuto comunale riducendo gli Assessori da 7 a 6 e nel contempo portare anche a 6 i capisettori. Il Sindaco, ad esempio, potrebbe avocare a se il ruolo di Responsabile della Polizia Municipale e Protezione civile (sarebbe il 7° Assessore) con un ulteriore risparmio economico. E’ un esempio . Ma di questi se ne possono fare tanti altri ancora.E noi li faremo certamente

Toti Costanzo

giovedì 30 luglio 2009

QUAQUARAQUA'


QUAQUARAQUA’.

In gergo mafioso significa “spia” oppure” nfami”. Può anche significare “minchione senza palle” ma anche “feccia degli uomini”. Oppure un papero,un anatroccolo,uno di quelli che parlano parlano e non concludono mai cosi’ come “un cretino che parla ma non quaglia mai”. Devo dire che tutto questo mi frullava seguendo ieri il tiggi’ di Tele Jato sulla vicenda del bene confiscato alla mafia e sito in via Fermi . Un bene che il Consiglio comunale aveva destinato per le attività delle Associazioni giovanili della città . La vicenda è quella che è abbastanza conosciuta e che sintetizzo. Un Sindaco ,Lo Biundo, deve pagare alcune “cambiali elettorali” ad alcuni clientes e lo fa alla maniera classica che noi abbiamo spiegato in tanti post. Ma lo fa anche con una furbizia che nessuno gli riconosce e quindi sicuramente su guida,indicazioni, suggerimenti di terzi che possono essere , di volta in volta, consulenti gratuiti(per modo di dire) ,legali gratuiti(per modo di dire), amici disinteressati(per modo di dire) o può anche essere il suo segretario personale che poi paghiamo noi e sarebbe il Segretario Generale del Comune che in alcune iniziative ci ricorda tanto uno del passato ,tristemente famoso per gli spregiudicati suggerimenti che dava ad altro Sindaco . Una montagna di continue illegalità venivano commesse e continuano ancora ad oggi in un percorso di impressionante continuità . In una parola i Segretari comunali altro non sono diventati se non dei professionisti profumatamente pagati con i soldi pubblici ma al servizio non della collettività della quale dovrebbero tutelare i diritti ma del “padroncino politico” di turno .Ovviamente non senza vantaggi. Dunque, uno tra questi “disinteressati” che ho citato ,gli dà un suggerimento e dice:”Caro Sindaco ,visto che devi affidare un bene confiscato alla mafia a persone che ti stanno a cuore nel senso che si sono sbracciati per te e quindi ti devi disobbligare ,devi fare in modo nel non incorrere nei rigori della legge. Allora fai come ti dico: pubblica un Bando e invita chi è interessato ed ha i requisiti a presentare le proposte .Però ,perché tu possa darlo a chi vuoi tu devi introdurre nel bando, fra i titoli che aumentano il punteggio ,quello di favorire chi ha già avuto un bene confiscato alla mafia .In questo modo arriverai liscio-liscio al dunque.” E lo Biundo cosi’ fà .Mette insieme due associazioni di ex Carabinieri ed ex militari insieme un’associazione che ha avuto assegnato di già un bene dal Comune ma che , a quanto pare, ha lasciato nel più totale abbandono. Costoro costituiscono un’ATI(Associazione Temporanea di Imprese) acquisiscono, cosi’, in partenza un punteggio che altri non possono raggiungere ed il gioco è fatto .E cosi’ fu. Il Presidente dell’Associazione che costituisce l’ATI( un classico della mafia per accaparrarsi con assoluta certezza un appalto!) essendo dipendente precario del Comune al Sindaco, giustamente, non può certo dire di no, e quindi aggrega gli ex ai quali piuttosto che affidare loro direttamente uno spazio in altro bene comunale li imbarca nell’operazione “Via Fermi”. Mi chiedo : perché ad esempio,il Sindaco non assegnava agli ex uno spazio nei nuovi, ma sempre quelli , ampi, arieggiati, funzionali , decentrati locali di via Catanzaro riaffittati ,aumma-aumma ,con cospicuo contratto ad amici degli amici anch’essi prodigatisi per la sua candidatura?

Fino a questo punto alcuni fatti di premessa.

Ma con l’affidamento del bene scoppiano ,giustamente, le polemiche: i giovani comunisti e non comunisti protestano,l’Osservatorio “La Franca” che ne aveva fatto richiesta protesta, protestano anche l’Associazione “Non solo Portella” del prof. Giuseppe Casarrubea e la Lega Ambiente di Gino Scasso. E a questo punto arriva Lui .Lui è un deputato regionale noto alle cronache per avere mentito durante un processo che coinvolgeva l’ex Presidente della Regione, Cuffaro. Fa parte del PdL che governa la Sicilia e, addirittura, presiede una Commissione importante quale quelle delle Attività produttive ma fa continue, anche se inutili, demagogiche e pretestuose interrogazioni agli Assessori del SUO governo. Una specie di deputato “di lotta e di governo”,una specie di Borghezio siculo che ha come seguace molto fidato il Consigliere provinciale Vincenzo Di Trapani .Lui, è anche membro della Commissione regionale antimafia (pensa tu!) e per tale ragione a lui si rivolge l’Osservatorio “La Franca” .E Lui che fa? Tuona nelle tivvù private con fare deciso e risolutorio di chi sa il fatto suo. Chiede al Presidente della Commissione antimafia che non conta meno che niente , tale Speziale del PD, di convocare con urgenza il Sindaco di Partinico “perché relazioni sull’uso dei beni confiscati alla mafia”.Come a dire: “ Appena arrivi in Commissione, caro Sindaco, ti faccio nero e dovrai recitare il mea culpa, ritirare il bando ed assegnarlo a chi ne ha diritto soprattutto morale oltre che legale !” Lo scopo evidente è quello di mettere Lo Biundo in una condizione di difficoltà davanti a cotanto, autorevole( sic!) consesso. Giorno 28 viene convocato il Sindaco che si fa accompagnare dall’Assessore alla Legalità e dal Segretario comunale. Lo Biundo – riferisco nient’altro che quel che ha dichiarato e al Consiglio comunale ed anche alle tivvù private- relaziona, spiega, sminuzza dati ovviamente fasulli ed altro ancora. E l’onorevole di lotta e di governo ? Sempre da quanto riferito pubblicamente da Lo Biundo era talmente interessato che ai lavori della Commissione si è presentato in grande ritardo,poi prende atto, si complimenta insieme a Speziale col Sindaco per il lavoro svolto e alla fine finisce ,come si suole dire, a “tarallucci e vini” nel senso che l’onorevole “non mette in dubbio”,” sa con quale impegno lavora il Sindaco” ed altre amenità .Onestamente , mi dovete comprendere, non riesco ad aggiungere altro.Mi chiedo: cos’è ,il preludio di un idillio perché Vincenzo Di Trapani si possa intrufolare pure lui nel carrozzone sgangherato di Lo Biundo e compagnia e invece di assegnare coppe e targhe della Provincia ,assegnerà quelle del nostro Comune?

Toti Costanzo

mercoledì 29 luglio 2009

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA E VERGOGNE

C’è un privato il quale deve realizzare un rifornimento di gas o qualcosa del genere .Un bel giorno si mette a scavare , a realizzare muri di recinzione,a transennare la via che collega la SS113 e quella che a valle è divenuta comunale (incrocio tra circonvallazione e proseguimento del viale dei Platani). Trancia un cavo portante della Telecom.Decine di famiglie e imprenditori della zona a valle del km. 305 della SS113 restano senza comunicazione telefonica. Siamo all’inizio del mese di Giugno. Si chiede di sapere quel che è accaduto. La privatizzazione dei servizi ti impedisce d’avere un interlocutore certo. Telefonate a destra e a manca. Vocine che ti dicono “stiamo provvedendo” ,lettere inviate a caselle postali visto che queste SPA non ti danno più una sede di riferimento ,invio di email di protesta .Partono minacce per i danni ricevuti, proteste e bestemmie soprattutto dagli imprenditori( venditori di auto, di mobili da giardino, ristoratori, commercianti del vino e cosi’ via ). Il mio Partito presenta una interrogazione al Sindaco perché si attivi e ci dica quel che è accaduto . Ovviamente ,COME SEMPRE, nessuna risposta. Cosa vuoi che gliene importi se un pezzo del "suo" territorio diventa pascolo abusivo per potetnti e prepotenti?Chiediamo di sapere se il tizio che ha sconquassato il terreno dispone di una autorizzazione. NON NE DISPONE MA CONTINUA A SCAVARE come se nulla fosse .D’altronde perché quel privato dovrebbe fermarsi quando il Consiglio comunale ,proprio ieri sera ,sponsor l’Amministrazione Lo Biundo ma con il solo voto contrario di un consigliere di maggioranza che ,però, di materia urbanistica se ne intende in ragione della sua professione , approva varianti ai Piani di recupero ? Una vicenda che si trascina da quasi un paio di decenni .23 miliardi di lavori delle vecchie lire e oltre due miliardi per parcelle ad un ingegnere locale e uno "di fuori" ( vi ricorda niente tal ingegnere SUCATO?) amici ,anch’essi, degli amici al punto che anche l’unico oppositore (si fa per dire!) dell’attuale amministrazione alza la manina e vota col centro destra ?E varianti approvate significano sanatoria per immobili di amici , parenti ed anche qualche prepotente che in questa maniera e dopo ben 17 anni si mettono a posto . Vallo a spiegare all’energumeno che scava e reca danno, che gli altri avrebbero più diritto di lui visto che godono di una cosi’ ampia protezione, che altro non è se non una miserabile accondiscendenza di amministratori da baraccone, in violazione di leggi, leggine,regolamenti, consuetudini perché da noi ciascuno può fare quel che vuole? Basta soltanto che alle prossime tornate elettorali costoro si ricordino di noi e dei nostri candidati. D’altronde non è più facile chiedere al corpo dei Vigili Urbani di fare cassa e la faccia feroce nei confronti di chi viola il codice della strada piuttosto di occuparsi di impedire le violazioni, l’abusivismo, la distruzione quotidiana e sistematica del patrimonio urbanistico senza aspettare che la Soprintendenza elimini i vincoli urbanistici sulle “zone B” e restringa “le A “? Presi da cosi’ gravi e pesanti problemi pensate voi che un Sindaco o un Assessore possa preoccuparsi del fatto che decine di famiglie restino incolpevolmente senza risposta e senza telefono?. E poi, perché non usate il telefonino ? In caso contrario ,secondo voi, perché avremmo autorizzato queste benemerite società della telefonia mobile ad innalzare tralicci collocandoli perfino ed ABUSIVAMENTE nel Cimitero comunale? . E cosi’ in attesa che il privato costruisca il suo rifornimento ,i due tecnici ricevano l'ultima trance delle loro spettanze ,la Telecom comunichi la sua decisione che nessuno riesce a comprendere ,sono stato costretto a comprare il cosidetto “pennino” per potere scrivere ,leggere ed utilizzare internet . Domani potrò riordinare meglio le idee e mi propongo seppur con ritardo ,su alcuni importanti temi sollevati da amici lettori ( il Partito del Sud, come si possono risparmiare le risorse del Comune , la nostra eventuale iscrizione al PD e tanto ancora) di dare delle risposte e continuare un dialogo interrotto non certo da nostro “afflosciamento” ma per responsabilità altrui. Che dire: è questo che oggi in Sicilia e anche nella nostra città , passa il convento!

Toti Costanzo

mercoledì 22 luglio 2009

E ANTONELLINO PESCO' ANCIDDI

L’appuntamento era per le 3 del mattino. “L’operazione” doveva avere luogo con ancora il buio fitto. Ci si doveva trovare sul molo ovest del porto di Trappeto. Lì, una barca di consistenti dimensioni, tipo un mezzo peschereccio, avrebbe prelevato i convenuti e a grande velocità trasportato la carovana all’altezza del “Mulinazzo” cioè quella maestosa torre in disuso e da sempre abbandonata che si sporge sul mare all’altezza dell’aeroporto di Punta Rais. Il fondale, in quella zona, supera i duecento metri e dunque ottimo per le necessità del caso. Ed è in quell’area che i totani possono essere pescati in abbondanza e senza grande difficoltà. Bart arrivò per primo presentandosi vestito alla James Bond avendo affittato per l’occasione e visto ben sette volte il film “Operazione Tuono”: tuta nera aderentissima da sub con fucile, pinne ed occhiali come nella canzone di Edoardo Vianello che ballammo nelle calde e lunghe estati della nostra giovinezza . Kate vestiva come la protagonista di un libro di ricordi della compianta senatrice Susanna Agnelli dal titolo “Vestivamo alla marinara”:gonnello sottoginocchio di colore bianco candido , corpettino aderente con un filo di azzurro che girava lungo le sottomaniche e con rotondo cappellino dello stesso colore poggiato sulla massa dei riccioli corvini insieme al penzolante “giummiddu” .Le scarpette erano rigorosamente di lucida pelle nera accompagnate da lunghi calzini bianchi di fresco e puro cotone . Jonny aveva preso in prestito ,da un camerata del gruppo dei manutentori che la conservava come un cimelio, tutta la divisa di balilla del nonno con la variante che al posto del fez aveva trovato un cappelluccio da marines e al posto degli stivali due grossi anfibi di proprietà di un giovane che aveva prestato servizio militare nei parà e che li custodiva gelosamente. Li dava in consegna soltanto a lui,l’Assessore, perché Jonny non mancava occasione di sperticarsi nell’esplicitare le meraviglie di cui erano capaci quei dipendenti comunali nel recuperare qualche buca ,ovviare alle continue inadempienze di Nardo e soprattutto risistemare i balati di l’ottu cannola a gratis . Dovettero attendere qualche minuto ed anche Sal arrivò trafelato ma anticipato dal suono melodioso della voce di Mina che cantava :” Sei l’uomo per me, fatto apposta per me..” canzone scelta quale sua sigla di presentazione ritenendo,ormai, convinto d’essere un divo . Un divo della politica locale . Lui era davvero uno splendore: bianchi pantaloni attillati e allacciati sotto ginocchio a mò dei gondolieri veneziani. Giubotto aderente a stelle e strisce come quello che portava il Presidente Clinton quando soleva giustificare una plausibile distrazione al suo duro e faticoso lavoro politico-amministrativo( sic!). Sotto, una maglietta color carne che conteneva a malapena un torace con pettorali che esplodevano da ogni lato .Per copricapo una simil cuffia con paraorecchi onde evitare l’umidità della notte ma che lasciava libero un pezzo di ciuffo ribelle che non ne voleva sapere di nascondersi .Roba che messa di fronte l’immagine dimessa di Giugio in Eritrea in quella famosa estate ,quando insieme a Vincenzino Liolà presentandosi con torace smiciaciatu e pantaloncino alla coloniale dopo essersi bagnato in quelle acque tropicale e poi danzato con i beduini alla luce di una pallida luna e al ritmo dei tamburi africani , lo faceva apparire un dio e Giugio un misero mollusco .Ditelo voi se dopo un Sindaco-Mollusco e poi un Sindaco-Naccalone non c’era la impellente ed improrogabile necessità di un Sindaco-Adone? Il motore della barca cominciò a girare prima lentamente e poi sempre più veloce e rumoroso. ‘U zzu Caliddu che era alla guida del semicabinato casalingo per non dare nell’occhio lanciò l’avvertimento “ ‘A stamu varannuuuu !”. Sal ,sulla tolda,guardò con nervosismo l’orologio. Dov’era finito Nardo? Non si era rimasti che aveva lui il compito di sganciare la cima quando il suo cronometro avrebbe segnato le tre e cinque in punto ? Ora, si unu ‘u ecca fora chi fà, è tintu ? Ma si senti’ una voce che da lontano fendeva il buio: “Cca sugnu!”. Un sospiro di sollievo sollevò le ansiose gabbie toraciche della ciurma .”Arrivo”- disse- ma non era Nardo. Era Ntrea . Ntrea ? Ma chi l’aveva invitato? Da chi l’aveva saputo? Sempri nt’o menzu comu cicireddu .Sicuramente , pensò Sal, l’avrà saputo da qualche panza lenta .E ora come facciamo a giustificarci davanti a quanti non erano stati invitati perché l’iniziativa doveva assolutamente restare Top Secret?. Sal diede il via allo zio Caliddu che accelerò . Ntrea tentando di saltare dal molo sulla barca , fini’ miseramente in acqua al disperato grido: “Aiuto, muoio. Un sacciu natari”. Una fiocina provvidenziale agganciò il suo giubotto e per quella notte fu condotto ‘a strascinu dal molo o Mulinazzu e poi ritorno. Quando scesero sottocoperta furono apostrofati con forte ‘ncazzu da Antonellino Bruxelles che aspettava con ansia la partenza ingiustificatamente ritardata . A parte tutto il bordello che si stava facendo quando al contrario doveva avvenire nel silenzio e nel mistero più assoluto. Quella notte ,infatti, inaugurava le notturne lezioni di cui Antonellino aveva necessità per evitare di fare ‘un trunzu di malafiura nel Parlamento europeo dove era stato inserito nella Commissione Pesca .”La prima e l’ultima lezione con voi ” - disse costernato . “Con un’armata come la vostra questa notte, al massimo, altro che totani,potremo pescare soltanto anciddi . Ed io, domani, di che vado a discutere in Commissione a Strasburgo?”
Sala Rossa

lunedì 20 luglio 2009

IL CONSIGLIERE DE GAETANO ,SE LA SENTE DI....

Devo confessare che sono rimasto molto sorpreso dalla mozione presentata al Sindaco di Partinico dal consigliere comunale De Gaetano ,giovane avvocato della città che grazie alla notevole quantità di voti apportati alla Lista di Bartolo Parrino da parte del dott. Giuseppe Lo Baido, ha consentito l’elezione addirittura di due consiglieri . Con la nomina di Bartolo ad Assessore, De Gaetano gli subentrava in Consiglio. L’avvocato De Gaetano è giovanissimo , è stato o lo è ancora, un eccellente atleta in una specialità difficile quale quella dei lanci (specie il martello) e dunque abituato al sacrificio, alla concentrazione, e soprattutto al rispetto degli avversari verso i quali- nell’atletica almeno una volta era cosi’- si manifesta sempre grande considerazione .Dunque, in linea generale , lo sport forma all’autocontrollo, costruisce nel tempo una personalità abituata al sacrificio e soprattutto al rispetto che bisogna sempre portare agli altri , a tollerare e soprattutto ad avere considerazione e comprensione . Confesso che non potendo partecipare, per ragioni diverse, alle sedute del Consiglio mi sfugge il ruolo che questo giovane professionista ha nell’Istituzione nel senso dei suoi interventi, considerazioni, argomentazioni ,proposte ed analisi. Per cui lungi da me di dare giudizi sulla persona che reputo sempre stimabile tuttavia mi limito ad esprimere quello sommariamente politico. E dico subito che se dovessi giudicare, appunto, politicamente il consigliere comunale De Gaetano solo attraverso quel che ha scritto in quella mozione ,non esiterei a dire che siamo di fronte ad una personalità con una forte vocazione autoritaria,ai limiti della xenofobia nei confronti dei “diversi” ( diversi da noi, dal nostro modo di vivere, di vestire, di alimentarsi, di relazionarsi e di ancora tante altre cose) e che seppur pone alcune importanti questioni su cui si può, si deve discutere, tuttavia le soluzioni che auspica, che cerca , che spinge il Sindaco a dovere concretizzare sono assolutamente sconcertanti: non, più assistenza, più scuola, più vicinanza, accoglienza e sostegni ad una umanità abituata da secoli a vivere di nomadismo cioè nella maniera antitetica alla nostra , a sforzarsi di comprendere il “perché” di questa loro cultura , ma va all’accurzu e chiama in causa, quali risolutori delle serie questioni di carattere sociale e culturale che lui pone,non gli Assistenti sociali ma le forze di Polizia, i Carabinieri, i Vigili Urbani e quanti devono mantenere l’ordine e fare rispettare le leggi . Cioé De Gaetano richiede “l’azione forte” dello Stato il quale si deve manifestare –come in questo caso- sempre più forte soprattutto con i deboli e,perché no, avere più accondiscendeza o più servilismo nei confronti dei potenti di turno. Abbiamo avuto , come Partito nel recente passato, una polemica molto civile con Giovanni Pantaleo su una tale questione. Però , devo dire che seppur Giovanni sia di formazione politico-culturale di “destra” tuttavia si rese allora conto che la soluzione alla questione era ed è ben altra. E’ , cioè, quella che adottano tutti i Comuni civili :l’organizzazione di un ”Campo nomadi” che significa un luogo stabile di sosta , servizi igienici,acqua ,luce, illuminazione . In una parola la considerazione che bisogna avere nei confronti di altri esseri umani che vivono in maniera, riteniamo, diversa dalla nostra . Al Consigliere De Gaetano mi permetto di ricordare che alcuni decenni or sono la scuola media “Archimede” nella quale prestavo la mia attività professionale si curava, insieme al Comune ,di quotidianamente assicurare l’attività scolastica ai bambini nomadi e fino a quando costoro restavano ospiti tollerati nel nostro Comune. Non era molto ma rappresentava la considerazione che bisogna avere SEMPRE nei confronti degli altri. E poi gli farei due ben precise proposte. La prima: nel nostro Piano Regolatore Generale esiste un’area destinata a CAMPO NOMADI. Si sente di riprendere il lavoro che aveva iniziato la compagna Franca Tranchina ,Assessore ai Lavori pubblici nella prima Giunta Motisi, e cioè di ragionare sulla realizzazione di una tale struttura ? La seconda : si sente di presentare al Sindaco una mozione con la quale chiede di sapere se l’area contigua alla scuola materna “ Gianni Rodari” sia di proprietà del Comune oppure dei privati? Ed ancora : si sente di chiedere le ragioni per cui, realizzati soprattutto la costruzione degli immobili nelle aree interessate dai Piani di Lottizzazione ( ad esempio il PL.6 ),tutte le altre opere a carico dei proprietari ( ad esempio il parcheggio pubblico antistante uno degli immobili prospicienti sulla via Mattarella) non vengono ancora ad oggi realizzate? Sono soltanto due suggerimenti ma ,se lo reputa utile, al Consigliere De Gaetano data la sua giovane età ed inesperienza e al Sindaco Lo Biundo altrettanto giovane ed altrettanto inesperiente ,se lo vogliono , potremmo suggerirne anche di altri. Sapendo con certezza che dei suggerimenti altrui costoro potrebbero non farne buon uso. Almeno fino ad oggi.
Toti Costanzo

domenica 19 luglio 2009

I GIOVANI DELL’UDC ED IL CINEMA ITINERANTE DELL’ASSESSORE DAVI’

E’ RISAPUTO CHE che i Movimenti giovanili collegati ai Partiti (almeno quelli che, come si suole dire, bene o male operano sul territorio) hanno sempre mantenuto, o dovrebbero mantenere, rispetto al Partito di appartenenza una certa autonomia di iniziativa ed anche di giudizio. Così, ad esempio, é per i Giovani Comunisti/e di Rifondazione. Questa autonomia rappresenta, in linea generale, il riconoscimento al mondo giovanile di manifestare, molto spesso, un’idea diversa che bisognerebbe avere della “Politica” nel senso di evitare l’impaludamento, i meccanismi della compromissione, il dire e non dire dei “grandi” e, dunque, avere capacità di giudizio forte e determinato.

Ora se questo è vero in linea di principio ne discende che se i militanti nei Movimenti giovanili, ad esempio dell’UDC, nulla hanno avuto da dire quando i loro dirigenti “grandi” rappresentati ampiamente nei governi regionali (e loro lo sono stati e nel centro sinistra e nel centro destra) spartivano posti e prebende, davano e promettevano, creavano o distruggevano carriere politiche, assegnavano posti di governo, sottogoverno, sotto-sotto governo e perfino spartivano anche gli strapuntini, allora non si capisce con quale faccia, ad esempio, hanno potuto fare affiggere anche nella nostra città un manifesto. Un manifesto 100 x 70 con rappresentate le effigi di Berlusconi e di Raffaele Lombardo e scrivere: “LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA“. E fino a questo condividiamo in quanto si tratta di una inoppugnabile constatazione. Ma poi, nel manifesto, i giovani uddiccini aggiungevano: “AFFONDANO IL SUD E INGANNANO I SICILIANI”. Onestamente di fronte a questa aggiunzione-forzatura abbiamo storto il naso considerato che fino ad ieri erano felicemente insieme a dilapidare quelle poche risorse che sono rimaste nella nostra terra. E i giovani dello scudo crociato si guardavano bene dal criticare. Forse perché erano, e forse lo sono ancora, convinti che per rendere la Sicilia isola ancora più (in)felice bastava che restassero (ovviamente insieme a Berlusconi e Lombardo) in sella Totò vasa-vasa, Totò Lapis, Antonellino Bruxelles, Saverio vado quà o vado là, Lillo Pantelleria, senza dimenticare i Pellegrino, i Lo Giudice, i Pagano e tutti gli inquisiti, arrestati, processati e condannati che riempiono le file di quel Partito in Sicilia. Ad ogni buon conto a Partinico si possono sempre consolare con Salvo Lo Biundo e la sua allegra, ampia, qualificata compagnia.

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DOBBIAMO AMMETTERE che siamo rimasti molto favorevolmente sorpresi dell’iniziativa dell’Assessore alle Attività culturali del Comune di Borgetto, il dott. Davì, e cioè di portare il cinema impegnato che fa riflettere e discutere, nei quartieri della sua città. Noi non conosciamo di persona l’Assessore, non ne conosciamo la formazione politica, né il suo percorso culturale. Ma abbiamo conosciuto il fratello, pur esso medico, quando militava in Democrazia Proletaria ai tempi di Peppino Impastato e, dunque, presumiamo che il più giovane abbia potuto ricevere da quella cultura politica qualche imput, qualche positivo “condizionamento”. Non troveremmo altra plausibile spiegazione. Noi, entrati da poco nel PCI, con Nino Cinquemani e il Centro di Cultura Popolare UNLA già all’inizio degli anni ’70, avevamo dato vita nei locali del Centro in Corso dei Mille un cineforum sempre molto partecipato con film di Visconti, Brunuel, Maselli, De Sanctis, Rosi e con iniziative musicali con i canti della Resistenza, le canzoni di De André, di Rosa Balistreri o di Paolo Pietrangeli e ritenemmo necessario che il cinema uscisse dai nostri locali per andare nei quartieri. Il ragionamento era semplice: se i cittadini dei quartieri popolari non vanno nelle sale cinematografiche perché non sempre hanno possibilità economiche o perché non sufficientemente motivati, allora è giusto che il cinema impegnato arrivi a loro attraverso il suo itinerare. L’esperimento iniziò proprio da via SS.SS Cosmo e Damiano alle spalle del Centro UNLA, per arrivare alla Casa Santa e poi nella piazzetta alle spalle della Chiesa del Sacro Cuore. Fu una iniziativa importante seppur faticosa (un grande telo che faceva da schermo, una 35 mm, le sedie da trasportare). Ovviamente tutto a carico nostro che non avevamo alle spalle nessun sostenitore. Meno che mai il Comune invaso, allora dai democristiani ed ancora ad oggi da quella “cultura” che impediva e impedisce qualunque forma di evoluzione del pensiero e delle azioni. Perché reputiamo importante l’iniziativa dell’Assessore Davì? Non solo perché ci ricorda il nostro essere stati giovani e l’impegno comunista ma perché l’Assessore di Borgetto la cultura non solo la PROMUOVE ma la COSTRUISCE . Cosa diversa della cultura OSPITATA, cioè promossa e costruita DAGLI ALTRI così come avviene oggi nella nostra città. Ad ogni buon conto anche a Partinico è sempre meglio che niente.

Sala Rossa

domenica 12 luglio 2009

MICCICHE’, LOMBARDO E CRACOLICI: FACCIA DELLA STESSA MEDAGLIA?

Non so se avete mai fatto caso alle foto pubblicate dai giornali e che riprendono personaggi della politica quando costoro s’incontrano per una qualsiasi ragione. I personaggi sorridono sempre, manifestano contentezza , si abbracciano o si stringono le mani e sorridono mentre gioiscono anche coloro i quali fanno loro da contorno e ripresi, come si dice, in secondo piano. In genere si tratta di supporter dell’uno o dell’altro che vengono coinvolti nell’evento. Ebbene per la prima volta mi sono accorto, osservando una grande foto a colori pubblicata sul Giornale di Sicilia di Venerdì 3 luglio, che sì, i protagonisti in primo piano si guardavano sorridenti e dunque soddisfatti (probabilmente stavano amabilmente per abbracciarsi o provenivano da un abbraccio come si fà tra vecchi amici) ma il contorno, le facce che si vedevano in secondo piano né sorridevano né mostravano soddisfazione alcuna. Probabilmente non gradivano quel che stava per accadere e cioè un abbraccio tra due soggetti della politica siciliana che dovrebbero stare su fronti ASSOLUTAMENTE opposti. Ora io mi sono sforzato di capire chi potevano essere quelli che non manifestavano entusiasmo nei confronti dei due personaggi e neppure, si presume, anche nei confronti dell’evento cui stavano per partecipare. E sono arrivato alla conclusione che si doveva trattare di aderenti al PD, magari con un passato da militanti del vecchio PCI in ragione del loro abbigliamento alquanto dimesso. Facce di operai piuttosto che di quei professionisti di una Palermo opulenta che mal vedevano, a mio avviso, quell’incontro tra due personalità della politica siciliana, l’onorevole Gianfranco Micchiché del PdL e Sottosegretario nell’attuale Governo, e l’onorevole Cracolici capogruppo all’ARS del PD tra i quali non può esserci, non dovrebbe esserci, alcun punto d’incontro politico nel senso che, almeno ufficialmente, sono la testimonianza di una politica di contrapposizione perché diversa l’idea di Società che costoro sostenere e propagandare. Proprio quel pomeriggio Cracolici, con una tempestività assai sospetta di cui dirò, inaugurava un’Associazione politica chiamata DEMOS (Democratici Siciliani) chiamando Micciché a discutere di Sud, Partito del Sud, più Sud nei Partiti che altro non è, a mio modesto avviso, se non l’inizio di un percorso che potrebbe portare ad un accordo tra il PD – o quantomeno a quello che fa riferimento a Cracolici - e l’attuale compagine che governa la Sicilia dentro un governo “sicilianista” con pezzi del PDL fedele a Micciché insieme al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo e al suo MPA. Un’operazione che ha una sua logica la quale vede pezzi notevoli del Partito Democratico ormai da lungo tempo “digiuni di potere”, e dunque insofferenti a restare ancora a lungo dentro l’area del non governo. Tuttavia questa linea viene ufficialmente avversata da quell’area che fa riferimento a pezzi della vecchia DC (il segretario regionale Genovese ex Popolare e poi ex Margherita) CHE DA BUONI EX PREFERISCONO UN ACCORDO CON I NUOVI DICCI’ DI CUFFARO E COMPAGNIA. Costoro pensano che la legislatura non durerà, che le contrapposizioni esploderanno all’interno del Governo regionale, che si andrà alle elezioni anticipate e, quindi, potrebbe sperimentarsi anche in Sicilia come in tante parti d’Italia quell’accordo strategico tra UDC e PD e, meglio, tra pezzi della passata DC ricomposta in una nuova alleanza. A quanti nel PD pensavano di fare parte di un Partito Riformista, con forti radici a sinistra pur non disdegnando un’attenzione al centro si potrebbe dire che sono belli e serviti. Dunque Cracolici si prepara, con la sua Associazione (vedremo a breve chi stà dentro), ad eventi politici imminenti e si può affermare senza ombra di smentita che se respinge in Sicilia l’accordo con l’UDC non è perché lo esclude in linea di principio quanto piuttosto perché un accordo con Micciché e Lombardo gli riapre, FINALMENTE ED IMMEDIATAMENTE, le porte del governo regionale. Una strategia di cui ben poco ha capito la neoeletta eurodeputato Rita Borsellino che, infilandosi nel PD, pensava di essere protagonista di una “nuova stagione politica” cioè quella di un portare il PD che chiude le porte all’affarismo, all’ascarismo, alla compromissione cioè a Cuffaro e Lombardo per proseguire in un autonomo percorso di dignità e di riscatto del popolo siciliano. Buon per lei se più che a Palermo può restarsene a Bruxelles e mettere in soffitta lo slogan con il quale si presentò ai siciliani e ai sardi perché, purtroppo “Finché c’è Rita non è per niente vero che ci sia più speranza per i siciliani”.

Toti Costanzo

sabato 11 luglio 2009

TUTTO PER RIDERE

Il titolo potrebbe essere “ Tutto per ridere” con 3 protagonisti e cioè: Pinuzzu,Vituzzu e Sal. La scena si svolge nel bar all’angolo tra via Francesco Crispi e Piazza Municipio, di mattina e in un momento di apparente relax. Aria distesa, allegria che si tocca con mano, caldo. Pinuzzu tiggei con una incredibile quanto riconosciuta capacità socratica e cioè di tirare (il famoso metodo maieutico) le parole che lui vuole dai soggetti intervistati, “gelato” alla mano (regalo della Presidenza nazionale dell’Ordine) fa dire, appunto ad uno dei protagonisti della piéce, e cioé Vituzzu, la seguente, illuminante frase: ”Mio caro cu’ mancia fa muddichi” come a dire che chi amministra MANCIA anche se, ovviamente, qualcosa la lascia pure agli altri. Vituzzu - unanime è il riconoscimento - ha acquisito nei lunghi anni dell’apprendistato, della gavetta politica attorno ‘o bancareddu di Pino Avellone, grandi capacità d’ascolto, tolleranza a mai finire, pazienza quanto quella di Giobbe che ne fanno, ancora oggi e a distanza di decenni, un protagonista del palcoscenico della vita politica locale, rispettato e a volte anche ascoltato. Vituzzu è, infatti, consigliere provinciale con incarico assessoriale, sempre impeccabile con giacca e cravatta, ed è anche Presidente. Presidente sostanzialmente del “nulla” nel senso che essendo il suo, oggi, un Partito articolato nazionalmente ma disarticolato localmente oltre che “liquido” non nel senso dei voti che continua a riceverne in buona quantità anche dal generosissimo elettorato partinicotu, ma in quanto ad organizzazione, strutturazione, adempimenti, presiede sostanzialmente se stesso. Se poi gli si chiede, in buona sostanza: “Vitù, ma chi voli essiri Prisirenti. Prisirenti di che, di chi?” Vituzzu dribbla, gira con arte attorno alle parole, dice e non dice e ti lascia nel dubbio per cui tu dici “Presidente” e potrebbe significare tutto e tutto il suo contrario. Pinuzzu: “Ma è vero che si andrà al rimpasto? Che il suo Partito vuole due Assessori nella Giunta di Sal?”. La risposta è roba da manuale, capolavoro d’arte, sublime sintesi di pensiero ed azione. “No, noi non cerchiamo altri assessorati ma nel caso non è che non li possiamo chiedere. Sempre, però, per fare gli interessi della città. Eccellente. Poi il microfono con velocità ed imprevedibilità si sposta su Sal che sembra ascoltare attento anche se più che attento appare quanto meno intento a cercare di coordinare:”Si, noi fino a dicembre non tocchiamo niente” dice Sal,camicia a righine bianco-azzurre con polsini e colletto bianco schiuma di mare ed occhiali scuri roccobarocco. Bart, che si aggirava, fu visto portare immediatamente, per scaramanzia, la mani là…… Pinuzzu con velocità supersonica coglie l’affermazione di Sal, sposta con rapidità ed arte il suo profilo andando direttamente dentro la telecamera per dire in maniera brutale, irriverente ma molto prossima alla verità: ”Siamo a luglio, ci sono ancora altri sei mesi. Cari Assessori che aspettate il licenziamento, avrete ancora 6 mesi di stipendio”. Mentre Bart tira un sospiro di sollievo, Pinuzzu incalza: “E, allora dopo dicembre, visto quel che succede alla Regione, Renzuccio potrebbe entrare pure lui?”. Sal ha un momento di indecisione (sa bene che Renzuccio non va mai solo ma sempre con la scorta obbligatoria e cioè Peppone, di baffi e pizzo ti sei adornato, nonché la signora “era lei s’ sì, “oltre naturalmente “il professionista”) ma aggiunge:”Certo non è una cosa di oggi. Tuttavia è una cosa che si potrà vedere”. Lasciando intendere che nel caso a Palermo qualcuno (Antonello? Romano? Totò?) dovesse dare l’occhei anche a Partinico “si potrebbe fare”. Ed è proprio in questo momento che Vituzzu, preoccupato degli effetti devastanti che potrebbe avere questa frase su tutta la platea di sostenitori a diverso titolo, richiedenti, petulanti, questuanti, nullafacenti, attendenti (dal verbo attendere) butta sul tavolo immaginario tutta l’arte appresa nel tempo dentro e fuori i malaseni e ci mette, come si suole dire “una pezza”: No - dice - noi siamo persone serie e siccome abbiamo vinto con una coalizione questa dovrà….”. Come a dire che è più facile che il cammello entri dentro la cruna di un ago che “il pizzetto” e compagnia rientrare nella sala degli specchi. ‘Ntrea che all’ora del tiggì di Pinuzzu stà sdraiato su di una poltrona gongolando per le imprese quotidiane di Sal ed ora anche di Jhonny che fa registrare (foto, tivvù, giornali) anche i peti emessi se questi portano acqua al mulino, ebbe un sussulto, saltò fino a raggiungere il soffitto, trattenne un acuto alla Domingo e chiese alla sua signora se aveva capito bene anche lei. “S i- disse la signora - Sal ebbe a dire che Renzuccio potrebbe …”. Uscì dai 108 come una furia. Attraversò di corsa il viale che porta verso la zona dei canneti che coprono il Puddastri e come Fantozzi nel film “Il ritorno” lanciò in grido inumano che fece tramare perfino le imposte di un vicino villaggio. Poi si lanciò, come un disperato, nelle luride acqua del torrente e gridando “Tradimento, tradimento. Vendetta, vendetta, tremenda vendetta” e scomparendo a valle. Lo ritrovarono all’alba del giorno dopo che vagava ‘nto vadduni di Parrini” tutto sacrificato, pantaloni ridotti alla pietà e i due telefonini con i quali comunicava in contemporanea (uno sull’orecchio destro e uno sul sinistro) con Sal e Antonello, persi nelle acque. Bart, appresa la notizia gli fece visita affidandolo alle sapienti mani dell’amico medico che veglia perennemente su di lui. Pare che dato l’aumentato numero di pazienti che girano ogni giorno attorno al caravanserraglio di Sal Le Blond, qualcuno ebbe a proporre se non fosse il caso di provvedere con una convenzione all’esimio professionista. Quantomeno triennale.

Sala Rossa

sabato 4 luglio 2009

L’ASSESSORE PANZAVECCHIA E LA SUA IDEA DI PARTECIPAZIONE

La stupefacente dichiarazione rilasciata a Tele Jato dall’Assessore Caterina Panzavecchia, nell’occasione dell’incontro che ha avuto luogo all’inizio di questa settimana nei locali del Palazzo dei Carmelitani con la Consulta giovanile, debbo francamente ammettere che non mi ha sorpreso più di tanto. Cosa ha dichiarato la Panzavecchia all'ntervistatrice che domandava delle ragioni per cui, dopo un anno dal suo insediamento NON AVEVA MAI CONVOCATO la Consulta pur essendo, lei, l’Assessore alle politiche giovanili? L’Assessore con nonchalance, ma sicuramente con assoluta sincerità ed anche buonafede, sostanzialmente ha detto così: “Visto che i giovani della Consulta fino ad oggi NON MI HANNO CONVOCATO, allora ho deciso di convocarli io”. Appare evidente come una tale dichiarazione manifesti, con chiarezza, l’idea che hanno alcuni attuali amministratori locali del loro ruolo che, si presuppone, dovrebbero avere al centro del loro impegno ed interesse IL SERVIZIO DA DARE ALLA COLLETTIVITA’. Cioè, alcuni di costoro pensano non di “servire” i cittadini nelle loro aspettative generali – nel caso della Panzavecchia anche al servizio di un organismo rappresentativo di interessi giovanili diffusi e voluto dalla volontà del Consiglio comunale - quanto di concepire il loro quale ruolo “padronale” ed il padrone, è risaputo, non ha mai cercato o interpellato i “servi”, non ha mai sentito la necessità di verificare cosa dicono, cosa pensano, cosa vogliono costoro. Dunque, e giustamente dal loro punto di vista, la Panzavecchia (ma anche altri suoi colleghi) pensano e dicono, che sono gli ALTRI che devono cercarci e non il contrario perché sono loro che hanno “bisogni” da soddisfare e non certo noi. L’idea,in siuntesi, che la Panzavecchia ha del suo ruolo non mi scandalizza di certo. La maggior parte di chi oggi amministra la nostra città la pensa così. Loro, che sono espressione di Liste cioè organismi senza regole, obiettivi ed anche etica - dunque non sono Partiti con regole ed anche disciplina ma soltanto un assemblaggio di soggetti - e che hanno ricevuto i voti cioè IL RICONOSCIMENTO POPOLARE dal quale discende “il Potere” che possono utilizzare a loro piacimento, non debbono dare conto e ragione ad alcuno. A volte, neppure al Consiglio comunale ed, ovviamente, neppure all’opposizione. Figuriamoci, poi, ad un Partito come il nostro ma come ad altri che, tra l’altro, non hanno alcuna rappresentanza in Consiglio. Il Bilancio del Comune, cioè lo strumento che costruisce “la vita” politica, culturale, sociale della città? Lo COSTRUIAMO NOI perché non abbiamo necessità, nel prepararlo, dell’ausilio degli altri né di coinvolgere o confrontarci con alcuno. I Beni comunali? Non li utilizziamo secondo interessi generali ma li affidiamo soltanto a gruppi ristretti, meglio a chi ci ha sostenuto elettoralmente. Il personale comunale? Lo usiamo non secondo criteri di razionalità, professionalità, efficienza ed economicità ma in ragione degli interessi clientilari che fanno crescere elettoralmente il GRUPPO o SODALIZIO. Le aree comunali? Consentiamo ai privati di impossessarsene e farne l’uso che costoro vogliono sempre che ci sostengano elettoralmente. Gli aumenti delle tariffe? Perché discuterle e concordarle con i cittadini o con le organizzazioni sindacali, seppur organismi malconci? Mettiamoli di fronte al fatto compiuto e se i cittadini non pagano se la fottano loro tanto c’è sempre l’Agenzia delle entrate che provvederà al posto nostro con pesanti sanzioni. Gli avanzamenti di carriera e i ruoli dirigenziali? Sono di nostra competenza per cui favorire od assumere chi vogliamo. L’acqua? Diamola ai privati che ricambieranno non con servizi migliori e a minor costo ma con assunzioni clientilari e laute consulenze com’è stato in altre occasioni e come lo è in altri Comuni. Le opere incompiute? Lasciamole come sono, tanto così è stato fino ad oggi. E si potrebbe continuare a lungo. Mi piacerebbe dire, ad esempio, all’Assessore Giovanni Pantaleo e al suo nuovo ed entusiasta portavoce-scudiero che, come quei pupazzetti di metallo in circolazione qualche decennio or sono a cui davi “la corda” e si muovevano girando su se stessi e battendo sempre le mani: ”Quando inaugurerete un’opera, anche modesta, che però sia stata pensata, progettata, finanziata e realizzata da VOI E NON DA ALTRI?”

Ma appare necessario capire perché questa cosidetta “nuova“ classe dirigente ( mi riferisco specificatamente al Sindaco di Partinico e a parte dei suoi Assessori) la pensa esattamente come la pensava, per certi versi, la “vecchia”? Le ragioni sono abbastanza semplici e vanno ricercate, a mio avviso, nel meccanismo sempre uguale a se stesso e che si perpetua nel tempo. La trasmissione di valori, modelli comportamentali, convincimenti che sono sempre quelli e cioè la predominanza della furbizia, l’affinamento delle capacità speculative, l’arricchimento facile-facile, la giustificata violazione di Leggi e Regolamenti che pongono freni e limiti e noi ”freni e limiti non ne vogliamo”. In una parola, con la “Politica” sono tanti che pensano di raggiungere uno status che consenta loro di avere nelle mani lo strumento che decide, condiziona TUTTE LE COSE, compresa l’economia che a noi si deve assoggettare. E poi il “mio Potere” è necessario perché deve rafforzare il potere di altri che, poi lo riverbera in parte sopra di noi, come in una catena di Sant’Antonio che gira sempre e non si ferma mai. E, in questa macchina di trasmissione di valori negativi, metto al primo posto “la famiglia” che fa, purtroppo, da incubatrice e da protettrice annullando, perfino, il ruolo della Scuola che, in buona parte tenta, almeno di mettere in crisi questo modello patriarcale che sfida i tempi ed anche la modernità. E’ “il modello del Sud” che alcuni novelli lestofanti, tentando di inventarsi, oggi, addirittura un “Partito del Sud” o qualcosa del genere, vorrebbero perpetuare in eterno. Ma di questo ne parleremo in questi giorni.


Toti Costanzo

giovedì 2 luglio 2009

L’ACQUA DELL’INVASO VA VIA E LO BIUNDO CONTA MENO CHE ZERO

Un mare d’acqua si perde… a mare. E si perde, per quel che è notorio a tutti, per l’incuria del Consorzio di Bonifica Palermo 2 che ha voluto “con la forza” appropriarsi della gestione del nostro comprensorio sottraendola a quella più che trentennale della Cooperativa “Consorzio irriguo Jato”. Né, ad oggi, sono valse le iniziative della stessa Cooperativa che vuole si ritorni alla gestione democratica e “dal basso” per tutta una serie di ragioni, non ultima quella d’essere lo strumento creato nel 1974 da Danilo e sostenuto da contadini e dai Partiti socialista e comunista. Doveva servire allo sviluppo economico della nostra Valle legato all’agricoltura e soprattutto alla produzione e trasformazione dei prodotti - la fabbrica verde dicevamo allora - in antitesi ad un fallimentare sviluppo industriale della Sicilia che già alla fine degli anni ’80 entrava in crisi e che in questi giorni alla FIAT di Termini Imerese manifesta il suo grave e, forse, definitivo tramonto. Oggi la Cooperativa “Consorzio irriguo Jato” resiste, si rivolge alla Magistratura ma si muove, anch’essa, all’interno della logica “vediamo cosa possono fare i deputati regionali” (strategia fino ad oggi perente) non spingendo all’aggregazione deigli agricoltori, mentre il consigliere provinciale Vincenzo di Trapani del centro destra (degli altri neppure voglio dire) ogni tanto “scopre” l’impegno per questo complesso mondo e pensa che basti qualche qualche intervista o iniziativa al chiuso (ma poi, contro chi protesta visto che dovrebbe agire contro i suoi stessi referenti politici?) possa bastare. Di converso l’assemblato PD partinicese e il nostro stesso Partito arrancano perché mancanti di una capacità di aggregazione che negli anni passati, al contrario, caratterizzava soprattutto il ruolo del PCI di cui noi siamo eredi oltre che quello storico della DC alla quale loro si rifanno. Oggi mancano le “cinghie di trasmissione” tra i produttori agricoli e la “Politica” mentre le organizzazioni di categoria si sono ridotte soltanto a erogatori di soli, modestissimi seppur utili, servizi perdendo le ragioni fondamentali per cui erano nate e cioè strumenti di sostegno, aiuto e soprattutto di lotta contro le politiche governative e a favore di chi la terra la continua a lavorare. Che fine hanno fatto, ad esempio, anche a Partinico la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori già Alleanza contadina e poi Confcoltivatori) e la Coldiretti? Per non parlare della Camera del Lavoro o di altre organizzazioni. Di che cosa si occupano oggi? Che ruolo hanno? Qual’è la loro politica agricola nel cosidetto “territorio”? Quanti lontani sono ormai i tempi dell’Alleanza Contadina di Franco Paparatti e d‘u zu’ Sariddu Turdu, la Confcoltivatori di Totò Inghilleri, l’UCI di Mimiddu Briganò, la Coldiretti di Mimmo Cannizzo! Quanti lontani i tempi relativi al ruolo degli stessi consiglieri comunali, i socialisti La Franca, Filippo Fiorino e Nino Romano, i Comunisti Vincenzo Fedele e Totò Inghilleri e i democristiani Gino Geraci, Pino Lombardo e tanti altri ancora! E il ruolo autorevole dei Sindaci di Partinico e del Consiglio comunale: prestigiosi ed insormontabili baluardi a difesa dell’acqua. Quanto scadente il ruolo dell’attuale Consiglio e dello stesso Sindaco e della sua Giunta assolutamente privi di una benché minima autorevolezza e trattati a “pesci in in faccia” (dichiarazione a Tele Jato dello stesso Lo Biundo) dal Vice Prefetto di Palermo che in tal modo stigmatizzava il livello di considerazione in cui viene tenuto questo amministratore buono soltanto a inaugurare opere (anche quelle da quattro soldi) che altri hanno realizzato e partecipare con fascia, trombe e trombette di accompagnamento alle innumerevoli e sempre più frequenti processioni di quartiere le uniche iniziative che vivacizzano la sonnolente vita della nostra città. Addiruttura, in materia di acqua dell’invaso, Lo Biundo ha fatto meno di Motisi, (che è quanto dire) il quale di fronte allo scempio dello sversamento irresponsabile prima nel fiume e poi a mare (esattamente quel che avviene ancora ad oggi), sebbene spinto dagli amministratori della Cooperativa irrigua tuttavia chiamava la Polizia denunciando l’inettitudine di chi dell’acqua dell’invaso, degli interessi degli agricoltori e dello sviluppo agricolo della nostra valle gli interessa meno che zero. Esattamente di quanto e di come è interessato il Sindaco di Partinico. Non appartengo alla categoria di chi guarda con nostalgia al passato e proprio perché comunista, analizzo quel che accade OGGI, le forze in campo e gli interessi che queste forze avrebbero l’obbligo di sostenere. Oggi i coltivatori (come d’altronde tante altre categorie) sono soli. La politica “di sinistra” cioè fatta di impegno, creatività, cultura, passione, idee, capacità organizzativa e di aggregazione è in crisi profonda. Le organizzazioni sindacali e di categoria subiscono i processi di regressione e sono sempre più assimilabili al “qualunquismo” (niente valori né obiettivi alti) di questa nuova generazione della politica che, priva di una ben definita identità, si è anche impossessata dei Governi locali. Una stagione buia è davanti a noi. A chi oggi dirige le organizzazioni sindacali e delle categoria ci sentiamo di dire: se non recuperate, se non recuperiamo insieme, lo spirito di quanti negli anni passati hanno costruito quegli organismi a difesa dei diritti dei lavoratori e quindi della DEMOCRAZIA andremo ogni giorno di più verso il precipizio della Politica, dell’Economia, della nostra Società.

Toti Costanzo