lunedì 29 settembre 2008

QUANDO "NACCARO" DISSE: "RICCHI SEMU, SEMU RICCHI!"

E' più forte di noi. Avevamo deciso, dopo il post sulla missione di Salvo in Russia che tanti involontari patemi creò, di non occuparci più di tale scabrosa materia. E non certo perché le cose che abbiamo raccontato non fossero vere ma perché, involontariamente, abbiamo apportato turbamenti familiari e non solo, la qual cosa, credeteci, era lontana dalla nostra volontà al punto da farci maledettamente soffrire in questi ultimi giorni.
Ma come si fa, cari amici, a far finta di niente, a resistere di fronte alle parole di entusiasmo giovanile che colarono come miele durante le interviste rilasciate dai "nostri", piazzatisi a turno davanti il microfono di Pinuzzu dato in affidamento momentaneo ad una giovane e brava collaboratrice all'interno dello splendido contesto della Cantina Borbonica e con la presenza imbarazzata di alcuni rappresentanti di paesi europei ed anche extra?
Per cui, ad esempio, la nostra Cantina da quelle appassionate parole, assume contorni e si trasforma, di volta in volta, in un "biglietto da visita", un "lasciapassare" fino a diventare in un crescendo, addirittura una "perla" o "un ponte ideale".
E nessuno più di noi, che la Cantina l'abbiamo addisiata da almeno un quarantennio cioé da quando alcuni de nostri non erano ancora nati, non può che essere d'accordo.
Per cui tu, di fronte a tali esaltanti definizioni che si conclusero con l'apoteosi e cioé che "questo era il sintomo di un Sindaco...." come fai a non pensare subito al ruolo internazionale che Salvo ha, con piglio decisionale, assunto? Salvo, ad esempio, che da Mosca potrebbe passare a New York e poi a Bruxelles per precipitarsi a Roma al Ministero dei Beni Culturali e davanti al Ministro Bondi (uno, insieme a Walter l'americano e Cracolici il palermitano, degli ultimi comunisti pentiti), non dice più "mi manda Antonello" ma esibisce l'immagine della Cantina, appunto il lascipassare, così come Silvio esibiva la tessera della P2 della buonanima di Licio Gelli.
Per cui, i nostri moschettieri, che prima erano sempre in tre (lui, lui e lei) e l'altro ieri erano in quattro (lui, lui, lui, lui ma mancava lei) ti contagiano con il loro virgineo entusiasmo al punto che tu ti ritrovi, senza volerlo, a fischiettare, a canticchiare e poi a ballare con loro quel motivetto di Vianello che diceva suppergiù così: "Se prima eravamo in tre a ballare l'alligalli adesso siamo tre quattro a ballare..."
Ed allora i nostri ci perdonino, ma siamo costretti, per rispetto dell'etica professionale, a fare fino in fondo il nostro dovere di cronisti. E, quindi, a raccontare.
Dunque, bisogna sapere che alla fine degli anni '80 una frenesia irrefrenabile colpì gli Amministratori dell'epoca. E a Partinico non si parlava di altro: "Finalmente faremo 'u volu..", dicevano alcuni ed altri, assumendo le sembianze di un certo "naccaro" ripetevano ritmicamente: "Ricchi semu! Semu ricchi!" E tutti a chiederci:"Picciò, che fù, chi successi?"
Successe che, non si sa come, si incrocchettò con un gruppo di svedesi di una città con la quale, poi, era iniziato un gemellaggio. Venne, in delegazione con altri, il Sindaco di quella nordica comunità e come Cristoforo (no, no per carità, non quello di Giugio ma tipo quello del 1492) incontrò gli indigeni. E prima ci fù scambio di doni, di cortesie ed inviti per poi, come vedremo, alla fine finì a schifiu.
Anche nel 1989 l'entusiamo, dunque, per "l'operazione scambio" arrivò alle stelle: turismo, si disse, economia che decolla e conseguente, necessaria, cultura della stessa, soldi ed affari "pi ccu' nni voli aviri, nnavi".
Si costruirono castelli, si ipotizzò il rilancio alla grande della nostra asfittica economia, si allustrarono teatrino e ottu cannola pensando alla caterva di stranieri che sarebbero arrivati anche con mezzi di fortuna, si incominciò a pensare al vino da trasportare, insieme ad olio e soprattutto formaggi di esclusiva provenienza da Valguarnera.
Qualcuno solennemente disse: "Faremo decollare le imprese locali". Altri ancora con un piede per terra risposero:"Le imprese? Ma quali?". Ma gli ottimisti ad oltranza: "Non c'é pobblema perché agli svedesi basta che gli diamo mare e sole e anche... ( e qui scatta la classica, siciliana scacciata d'occhiu per dire quel che per pudore non si può apertamente dire ) e siamo a posto".
Qualche vecchio latin lover, assiduo frequentatore di sgarru di Città del mare esultò, tirò fuori la tenuta d'ordinanza, si azzizzò precipitandosi ad acquistare un corso accelerato di lingua inglese.
E ci fu chi, in quattro e quattr'otto riempì, come si faceva nottetempo nell'età dell'oro, le cisterne di acqua e zucchero per ripendere quella pratica che diede a Partinico il primato nazionale della produzione di vino che se fosse stato congegnato con l'uva avremmo avuto la necessità d'avere la Valle dello Jato estesa quanto tutta la foresta amazzonica.
Ci si organizzò: alle bottiglie di vino arriminatu fu appiccicata un'etichetta (quando si dice della fantasia e creatività dei partinicoti!) che inneggiava al fiume più inquinato d'Italia.
Partirono tutti, a sbafo nel senso che pagava "cappiddazzu" cioé il Comune. Noi declinammo l'invito ringranziando gli increduli che dissero: "Mizzica siti sempri i stessi comunista sconsaiocu!"
E partirono. Amministratori, consiglieri comunali, capi servizio, capi settori, capi ufficio, capi squadra con prole, mogli, mariti, camerieri e perfino vicini di casa. Addirittura si aggregò pure un alto prelato della zona che arrivato a Malmo (la città che ebbe quella triste sventura) buttò alle ortiche l'abito talare e si vestì, dicono, da civile: pantaloni di velluto a coste "Principe di Modrone", maglione nero dolce vita, cappello acquistato in precedenti, analoghe trasferte da "Borsalino" in via Vittorio Emanuele. Tutti ospiti, a loro dire, degli svedesi i quali, ovviamente, non si aspettavano 'a sbarcata di quella enorme, variopinta, folkloristica carovana.
Il resto, per pudore, non lo vorremmo raccontare: albergatori costretti a far intervenire la Polizia per schiamazzi inusitati, proteste varie, canti a squaciagola di "vitti na crozza e ciuri, ciuri", scomparsa repentina di tutto quel che risultava visibile sui tavoli del ristorante e cioé forchette, cucchiaia, coltelli, portaceneri. Perfino, si disse, tovaglioli e stuzzicadenti. Una cosa mai vista nel Nord Europa a memoria d'uomo.
Cacciati, ovviamente furono cacciati in malo modo con l'obbligo di non mettere più piede nella tranquilla terra di Borg e della felliniana Anita Ekberg.
Oggi i tempi sono cambiati? Non é più come allora? E' vero al teatrino e agli ottu cannola si sono aggiunti, come si suole dire dopo lunga e penosa malattia, anche la Cantina, Palazzo Ram, Palazzo dei Carmelitani. Una bella eredità, non c'é che dire costruita nei decenni da parte di chi si oppose con tutte le forze alla sistematica distruzione storico-urbanistica della nostra città da parte dei "nuovi Unni".
E' vero. Oggi ci sono questi importanti monumenti, non c'é più l'acqua-zucchero, né i formaggi di Valguarnera. Ma é cambiata la nostra "cultura"? Il nostro modo di vedere e di sentire la città ed i suoi problemi? L'idea dell'impresa non più speculativa ma creativa?
Sarebbero, questi, problemi seri da affrontare. Oggi ci limitiamo a sorride e perché no, anche a riflettere su di noi sulle nostre vicende raccontate con ironia.
Ma potete crederlo, sono assolutamente vere.

Sala Rossa

venerdì 26 settembre 2008

E PER LA NOMINA DEI REVISORI DEI CONTI AL COMUNE VI DIAMO LE INIZIALI DEI COGNOMI DEI PROFESSIONISTI .

Trovo abbastanza ipocrita la levata di scudi di un certo ceto politico, di certa stampa, di certo sindacato, i quali gridano allo scandalo per la cosidetta "parentopoli" siciliana .
Non vorrei essere equivocato perché intendo affermare, anche in questa occasione e con forza, che quel che accade oggi é sempre cosa rivoltante, squallida ed immorale, seppur già vista. E non solo alla Regione siciliana o nelle Province ma soprattutto nei Comuni, piccoli o grandi che siano, compreso ovviamente il nostro. Le assunzioni, nelle forme diverse (per ricoprire un posto in organico, per un incarico professionale, una nomina di dirigente esterno) hanno seguito il rigidissimo, sostanziale, criterio dell' "appartenenza".
Amici, amici degli amici, familiari, contigui, hanno sempre trovato la via spianata per aggirare gli ostacoli posti da una legislazione appositamente costruita che lascia ampi varchi di discrezionalità senza per questo che alcun disonesto possa pagare MAI di persona.
Dunque la "parentopoli" non é un "fenomeno" nuovo, una manifestazione spontanea, cioé l'assunzione "per caso" o per "qualità" (che, comunque, potrebbe anche esserci) quanto, in linea generale, si tratta di "un sistema" scientificamente costruito per avere e far avere privilegi, creare clientele e dunque "potere".
Oggi si grida allo scandalo per i familiari di Scoma, Ilarda, Micchiché, Cammarata, Schifani e via di seguito inseriti nei gangli della Regione siciliana. Giusto. E per quelli inseriti nella Provincia di Palermo? E le promozioni, gli avanzamenti, gli straordinari di favore e l'aumento delle ore lavorative per "quelli del giro"?
E nei carrozzoni tipo il famigerato Consorzio di Bonifica "Palermo 2" ?
Il nostro Partito, ad esempio, ha denunciato con nome e cognome quanti amici, parenti di uomini politici, di sindacalisti, di funzionari dei vari Assessorati hanno trovato collocazione dentro questo baraccone. Un baraccone "politico", terra di pascolo soprattutto di Cuffaro e del suo Partito, nei confronti del quale carrozzone qualche nostro giovane consigliere, ad ogni occasione e per comprensibili ragioni, si premura di esaltarne gli interventi (sulla rete-colabrodo, per progetti da realizzare cosa assolutamente giusta) ma non spende una sola parola, e con lui l'Amministrazione Lo Biundo di cui é parte, per il delitto che stà consumando l'AMAP e cioé i selvaggi prelievi che stanno riducendo il bacino del Poma ad una "conca"? E tutto questo con il consenso, se non la chiara complicità, dei vertici del Consorzio di bonifica Palermo 2 e il silenzio di TUTTI .
E' successo qualcosa per le nostre denunce? Non é successo proprio niente!
E che dire di quel che é avvenuto nelle ASL? Risulta che le assunzioni "anomale", discriminatorie nei confronti di chi il lavoro non ce l'ha, dei giovani che studiano con profitto ma non hanno "parentele di peso", abbiano prodotto scandalo o il ministro Brunetta (o Brunello?) di turno ha provveduto a far diventare reato le assunzioni clientilari, cioé quelle sfacciatamente di parte?
Di fronte a quel che oggi viene fuori per le assunzioni alla Regione siciliana, i vari Giuseppe Giordano che assegnò incarichi a questo ed a quello (tanto per citare: la moglie di Micciché, l'Avvocato Cammarata ora Sindaco di Palermo, il figliuolo del Sindaco di Monreale, il cognato dell'onorevole Giuseppe Catania e così via) sembra soltanto un apprendista stregone.
Ma mi chiedo, e lo chiedo a tanti giovani, nuovi consiglieri comunali: ma lo sapete che quando Giordano assumeva, la maggior parte di quelli che oggi sostengono Lo Biundo (e buona parte di quelli che non lo sostengono) erano d'accordo con lui?
E quel che avviene oggi con l'Amministrazione attuale per quel che si é visto fino ad oggi, in che cosa si differenzia dalla gestione Giordano? Si potrebbe aprire una bella discussione con quanti su Libera Mente un giorno sì ed uno no sostengono l'importanza "della fine dei Comunisti di Partinico". Cosa rappresenta la gioia per la nostra "fine" politica se non l'accondiscenza, la condivisione per quel che di sconcio accade oggi nella "politica" locale?
A proposito, noi l'avevamo scritto che quando si sarebbero dovuto nominare i Revisori dei Conti per il nostro Comune, il criterio sarebbe stato sempre lo stesso e cioé il "Cencelli" con l'aggiunta delle "parentele" soprattutto politiche.
Ed anche per queste nomine la stessa sceneggiata precedente: Avviso pubblico, richiesta di presentazione dei curricula e..... scelta discrezionale e rigorsamente "di parte".
Volete, ad esempio, conoscere i nomi di quelli che saranno eletti Lunedì prossimo dal Consiglio comunale di Partinico?
Presto detto. Questa volta più che il "profilo dell'appartenenza" come abbiamo fatto per la Commissione edilizia vi diamo però, e sempre per rispetto dei professionisti, soltanto le iniziale dei cognomi:
M (come Milano),
G (come Genova),
T (come Torino).
E' un gioco? E' probabile. Ma si tratta, purtroppo, di un cinico, tragico gioco che non finisce mai!

Toti Costanzo

mercoledì 24 settembre 2008

LEVATEVELO DALLA TESTA CHE CON LA SCONFITTA ELETTORALE I COMUNISTI SONO SCOMPARSI DALLA SCENA POLITICA DELLA CITTA'

Molto probabilmente deluderò quel lettore del blog Libera Mente il quale ha scritto di recente che, ormai, ai pochi comunisti di Partinico (qualcuno addirittura scrive che siamo ridotti a zero) resta, quale arma politica, soltanto "l'ironia" e dunque, a suo dire, non avremmo nient'altro da dire e sopratutto da fare. Con l'occcasione mi permetto di aggiungere in dissenso da quanto scritto oggi da un bloggista sempre su Libera Mente, come sia da noi lontana l'idea che i partinicesi che hanno votato Lo Biundo non siano intelligenti e ad esserlo, saremmo solo noi.
Mi dispiace, insisto nello scrivere che li deluderemo nel senso che riteniamo, ancora, non solo di dire ma anche di fare tanto per la nostra città e non solo ricorrendo anche all'uso dell'ironia e della satira (che non é e non vuole essere denigrazione di alcuno), che noi continuiamo a considerare strumenti formidabili di "lotta politica".
E rivolgendomi a questo nostro critico lettore, e ad altri che la pensano come lui, vorrei chiedergli se si sia accorto, ad esempio, (io personalmente lo reputo grave) che tra le deleghe assegnate agli Assessori, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA POLITICO-AMMINISTRATIVA DELLA CITTA' E COMUNQUE A MIA MEMORIA, manca quella specifica, importante ed indispensabile ovviamente per la nostra economia, delega alla Agricoltura. E dire che tra coloro che hanno sostenuto il Sindaco "da sinistra" (guardandomi bene dal volere, con queste dichiarazioni, creargli eventuali "preoccupazioni" politiche in ragione della VERA natura della sua coalizione notoriamente di centro destra) ve ne erano alcuni che nella loro lunghissima vita politica, all'agricoltura avevano ed hanno dedicato tempo, passione ed anche competenza. Eppur vero, però, che solo le montagne non cambiano!

In questa nuova compagine amministrativa, infatti, NESSUNO ha una delega visibile, chiara, si potrebbe dire una "delega pesante", e cioé dell'essere "ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA". E non si tratta, certo, di fatto soltanto formale.
In verità, nell'analizzare il programma del Sindaco Lo Biundo, risalta già come per l'agricoltura i redattori si siano limitati a pallidi, incomprensibili, accenni . Né "l'agricoltura" può essere inserita in un generico contesto collegato alle cosidette "Attività produttive" risultando, ancora ad oggi, quale elemento trainante della nostra economia e dunque soggetto di PRIMISSIMO PIANO .
E non lo sosteniamo soltanto noi ma soprattutto IL PIANO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI PALERMO quando scrive, tra l'altro, "che il sub sistema interno é catterizzato dalla attività agricola specializzata e di qualità". Ed aggiunge che "dall'analisi socio economica emerge ..che punti di forza sono la elevata specializzazione nel settore agricolo nell'area DOC del Partinicese (DOC Alcamo)" che, aggiungiamo noi, si estende su 3000 ettari circa di vitato.
Ma per questa questione trovo interessante leggere nel programma elettorale di Ezio Lo Iacono, successivamente eletto Consigliere comunale in una delle tante Liste civiche di sostegno a Lo Biundo, la condivisione di giudizio sulla "questione agricoltura".
Infatti Lo Iacono scrive ad esempio, ".. che l'agricoltura poteva decollare con la costruzione della diga sul fiume Jato, l'irrigazione diffusa, i piani colturali, le trasformazioni, la commercializzazione e l'internazionalizzazione é diventata marginale ...". E poi ancora: "Un Piano disatteso di piena occupazione redatto dalla scuola IPSIA (78/79) dimostrava che l'agricoltura intensiva ed industrializzata poteva assicurare la piena occupazione in un bacino abitato da 70.000 circa ..."
Dunque Lo Iacono, da un lato si rammarica di quel che l'agricoltura poteva essere e che non fu e dall'altro, implicitamente, penso che intenda richiamare questa Amministrazione ad un impegno per restituire all'agricoltura quell'attenzione e quel ruolo che nella politica e nella economia partinicese ebbe ad avere ed ancora ha.
La mia generazione politica ha conosciuto quel Piano cui fa riferimento Lo Iacono e che ebbe protagonista e la scuola e redatto sopratutto dall'agronomo Giovanni Di Trapani già preside di quella scuola, che da consigliere comunale lo portò al dibattito del Consiglio e delle forze interessate. Un dibattito ampio, articolato, qualificato, propositivo e che poneva con forza come le questioni dello sviluppo economico non potessero prescindere dal trattare di agricoltura.
D'altronde non poteva che essere così se pensiamo alla costruzione della diga e l'uso dell'acqua, alla nascita della cooperativa irrigua Jato, alle trasformazioni agrarie con l'uso delle risorse idriche dell'invaso, allo stesso ruolo della scuola che si chiamava Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura con annessa azienda agricola per le colture sperimentali e trovava naturale sede nella proprietà comunale di Bosco Falconeria.
Tutto ciò poneva l'agricoltura, in tutte le sue articolazioni, all'attenzione delle forze politche locali oggi, a quanto pare, interessate ad altro.
Né va dimenticato quale corollario allo sviluppo agricolo la nascita dell'attuale mercato ortofrutticolo rimasto incompiuto e l'esperienza "rivoluzionaria", seppur breve, della presenza dell'industria di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli della nostra zona che ebbe a dare reddito ai produttori ma sopratutto lavoro alle donne. Appunto, un fatto rivoluzionario, che introduceva nel mercato del lavoro locale, per la prima volta, una massa consistente di manodopera femminile, seppur stagionale.
E all'amico critico del ruolo dei Comunisti e ad altri come lui che gioiscono dell'assenza in Consiglio del nostro Partito mi permetto (cosa che in genere non faccio mai per evidente, ovvio, pudore) di ricordare che insieme ad una specifica pubblicazione curata soprattutto dal compianto dott. Aldo Grillo, durante l'ultima Amministrazione Cannizzo, Assessore all'agricoltura il sottoscritto, fu insediata una COMMISSIONE ALL'AGRICOLTURA con sindacalisti del settore, consiglieri comunali, tecnici, responsabili dell'ESA e dell'Assessorato regionale, già deliberata nel 1998 dal Consiglio e mai insediata, che si incontrava regolarmente, deliberava, e DETTAVA NON SUGGERIVA all'Amministrazione comunale linee di sviluppo e tendenze. Un'Amministrazione che aveva recuperato al suo GIUSTO ruolo di agronomo un funzionario oggi addetto ad altro, che promosse i prodotti della "Nostra Terra" non solo nelle fiere e mercati internazionali ma in un Comune come Terrasini vissuto in estate da diecine di migliaia di frequentatori, che non solo potenziò L'UFFICIO AGRICOLTURA, ma che ne istituì un altro, cioé L'UFFICIO TECNICO DELL'AGRICOLTURA, recuperando al loro ruolo alcuni giovani tecnici ex articolo 23 forniti di diploma e di geometra, di agrotecnico o di perito agrario (giovani, alcuni dei quali, utilizzati in umilissime mansioni a disprezzo della loro professionalità) per mappare il territorio, definirne la vocazione, individuare la viabilità in tutte le sue articolazioni e consistenza, mappare le imprese agricole e la loro effettiva produzione, che utilizzò l'acqua dell'invaso non solo per il laghetto artificiale di Villa Falcone o per riempire le cisterne dello stadio comunale o quelle della villa Margherita ma soprattutto per dare acqua, nell'estate, agli agricoltori del terzo lotto sollevato, che acqua non ne avevano per impossibilità da parte della Cooperativa irrigua di saldare i debiti con ENEL. Ed infine l'adesione incondizionata e convinta al progetto promosso dal Comune di Alcamo, che istituiva l'Associazione "Vie del vino" il cui Presidente era, allora come oggi, il dott. Enzo Cusumano funzionario della Regione siciliana, con lo scopo chiaro di valorizzare il nostro vino. Dunque si riiniziò a costruire una POLITICA per l'Agricoltura in quei pochi mesi durante i quali quell'Amministrazione ebbe vita. Poi finì come sappiamo: gli stessi, sempre quelli, sempre quelli di sempre, vollero mettere fine a quella "rivoluzionaria" esperienza che aveva sconvolto equilibri, eliminato le sacche di privilegio, programmato e finanziato, scelto i professionisti secondo merito e non appartenenza, restituito dignità ai lavoratori del Comune considerandoli risorse della collettività e non di PROPRIETA' PERSONALE, curato e custodito il verde, gestito CON ECCELLENZA il servizio dell'Igiene Ambientale, che aveva già assegnato il primo bene sottratto alla mafia dei Madonia per farne un CAMPO SPERIMENTALE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA e non altro.

A quanti sostenitori di Lo Biundo hanno inserito nei loro programmi elettorali la "QUESTIONE AGRICOLTURA", (e chiarisco subito che non mi riferisco ad Ezio Lo Iacono ma ad altri) come problema centrale dello sviluppo, mi permetto di suggerire che averlo scritto in un programma elettorale é cosa sicuramente importante, ma non basta.
Né basta dirlo in campagna elettorale, tanto in quel periodo si può dire e scrivere quel che si vuole perché, finita la festa gabbato lo santo. Quel che importante oggi é quella d'essere conseguenti, ora e subito, con le cose dette e scritte.
In caso contario siamo di fronte ad una ennesima, macroscopica sceneggiata, una grande, ulteriore, storica mistificazione che vedrebbe, nella eventualità, soltanto una mandria di opportunisti capaci soltanto di dare un ulteriore, mortale colpo alle aspettatiteve di tanti cittadini onesti .
In più, ad alcuni diciamo:
NEL CASO LEVATEVELO DALLA TESTA DI AVERNE, CON LA SCONFITTA ELETTORALE DEI COMUNISTI A PARTINICO COME ALTROVE, DECRETATO ANCHE LA SCOMPARSA.
Perché, spiacenti, ma siamo costretti, come si suole dire, "a non potervi servire".


Toti Costanzo

lunedì 22 settembre 2008

QUANDO SALVO ANDO' "IN MISSIONE" IN RUSSIA

L'OPERAZIONE, cioé la ragione VERA del viaggio, doveva restare rigorosamente segreta mentre, ufficialmente, bisognava dire che Salvo andava in Russia con altri per favorire iniziative di scambi culturali ed anche economici. In più, per Partinico, quello di potere realizzare, in partnariato, l'organizzazoine di una seconda notte (e questa volta - e diremo il perché - nel senso vero e pieno della parola) in ragione del notevole, entusiasmante successo che ebbe quella settembrina.
Dunque, per giustificare l'operazione denominata "Dalla Russia con amore n.2" per distinguerla dalla prima che ebbe quale protagonista l'indimenticabile Sean Connery, ovverossia "l'agente segreto 007", bisogna dire che gli accordi con i russi avevano anche lo scopo di far arrivare vacunate di neve siberiana (appunto perché questa volta si potessse VERAMENTE parlare di notte bianca) talmente tanta da coprire i monti, dal Palamita a Billiemi passando per Romitello. Uno spettacolo da allocare nella notte del Capodanno 2009, talmente suggestivo da fare accantonare, definitivamente, l'dea della collocazione di un Cristo Redentore piazzato sulla Collina Cesarò, con piena soddisfazione nostra e in particolare di Angelino e di Walter.
Così, non solo lo spettacolo per noi indigeni sarebbe stato assicurato, ma avremmo avuto con certezza frotte innumerevoli di turisti che avrebbero invaso tutta la Valle accolti da mortaretti, giochi d'artificio, le note della Banda musicale e soprattutto i deliziosi acuti della fanfara, creatura storica della famiglia Riina, senza dimenticare "u zu' Nittu Buffa" che dedicò una vita intera a questa che fu anche una sua creatura. U' zu' Nittu, che conoscemmo da alunni ed anche da giovani insegnanti, e che fu per tanti di noi sostegno, comprensione, paterno ausilio nei momenti delle nostre difficoltà e che, con questa occasione, intendiamo ricordare con grande affetto. E questo lo diciamo seriamente e con il cuore.
E voi li pensate gli "osanna", le grida "miracolo, miracolo fu" alla vista della neve in una zona dove le piogge sono quasi scomparse e l'acqua della baia di S.Cataldo é diventata talmente calda da far proliferare "i munaceddi" cioé un piccolo, vorace pesce che non ha niente da invidiare ai piranha dei mari tropicali?
E mentre in un crescendo salgono al cielo le note della nona di Beethoven ed i razzi fosforescenti squarciano il buio della notte facendo risaltare il bianco-argento della neve, Salvo e l'Assessore al ramo appesi a mo' di angeli a lunghi e robusti tiranti oscillanti e manovrati da una lunga gru del tipo di quelli in uso sulle girevoli piattaforme petrolifere, appaiono e scompaiono agli occhi degli astanti che gridano in coro:"Oh, dio del ciel, se fossi anch'io una colomba..."
Dunque L'OPERAZIONE congegnata dallo stesso ministro Frattini con l'assenso di Silvio e denominata in codice segreto: "zittu e musca" (musca nel senso di Mosca) doveva avere UNA spiegazione ufficiale ed una SECONDA assolutamente segreta. Cioé si trattava non di una qualsiasi operazione ma di una vera e propria MISSION.
Ed, infatti, l'Assessore al ramo autoproclamatosi "portavoce di Salvo" senzachenessunoglieloavessechiestomai, in una delle sue frequentissime interviste a Pinuzzu, preso da entusiamo e grande frenesia causa la sua giovane età e comprensibile inesperienza, si lascio sfuggire che "Salvo in Russia é andato in Missione".
Apriti cielo! Silvio chiamò Frattini, Frattini la Farnesina, la Farnesina il Corpo diplomatico, il corpo diplomatico l'Ambascaiatore, l'Ambasciatore Salvo (che, intanto, aveva avuto assegnato quale codice identificativo "Salvo 0,0,0,8"), Salvo chiamò l'Assessore al ramo che tra un singhiozzo e l'altro fu costretto a recitare un bel pezzo della Divina Commedia senza errore alcuno, impegnarsi ad indossare quando andava presso le scuole, il grembiule con scocca, e dichiarare d'essere d'accordo a Palermo con Antonello e a Roma con Maria Stella, per quel che attiene il maestro unico nelle scuole elementari di Partinico.
E, a questo punto, voi ci chiederete: "Ma si può sapere cosa effettivamente andò a fare Salvo in Russia"?
Noi l'abbiamo appurato per caso e, come si suole dire, "di riversu quagghiu". E siccome l'operazione o la missione, non é più coperta dal segreto militare ve lo diciamo.
Salvo avrebbe dovuto impegnarsi, direttamente con Putin, che l'impianto finanziato dalla Provincia a Mirto, "finci elisoccorso" ma che altro non é se non una piattaforma per fare atterrare gli Apache americani dotati di missili terra-aria, non debba essere consegnato agli Stati Uniti per evitare che costoro puntino verso il colonnello Gheddafi il quale non ha mai smesso di tifare per la Russia. Un impegno, dunque, di altissimo valore militare, un impegno, come dicesi in volgare "finito a cachì".
Ovviamente saltò anche la collaborazione per la seconda bianca notte di Capodanno 2009.
A meno che....A meno che Sant'Antonello...

Sala Rossa

venerdì 19 settembre 2008

MIO CARO, "SI HAI PRUVULI, SPARA "

SCUOLA DI PARTINICO ATTO I°
Ci ha pensato il Dirigente scolastico dell'IPSIA di Partinico a mettere oggi, con una lettera a Tele Jato, "le cose" a posto nel senso di informare l'opinione pubblica che soltanto attraverso l'intervento dell'Istituzione scolastica locale, e dunque da chi la scuola dirige a livello periferico, é stato possibile il ripristino, intanto, di due corsi soppressi e la eventuale possibilità di recuperare il terzo.
D'altronde chi ha dimestichezza con le cose della Scuola e ne conosce i meccanismi, sà perfettamente che di fronte ad un intervento di soppressione di classi (e dunque questioni che attengono al cosidetto "organico") che, ovviamente, provoca proteste e preoccupazioni, la scuola quale "istituzione periferica" si sintonizza con ALTRI livelli istituzionali della Scuola stessa e mette immediatamente in moto tutte le sue risorse perché si possa ripristinare la condizione "di prima". E le "risorse" altro non sono se non una serie di indiscutibili elementi informativi, i soli che possano modificare quanto prima era avvenuto.
Dunque all'IPSIA di Partinico si é verificato quanto accade con frequenza nella scuola e cioé la nascita di un problema e l'ovvia ricerca della sua soluzione cosidetta "interna".
In una parola si può affermare che, almeno PER ALCUNI PROBLEMI, E' LA STESSA SCUOLA NELLA CONDIZIONE DI RISOLVERLI, E NON CERTO ALTRI SOGGETTI, CHE NON HANNO ALCUNA GIURISDIZIONE, ALMENO PER QUEL CHE RIGUARDA PROBLEMATICHE DI QUESTO LIVELLO.
Perché ho voluto fare questa premessa ed esprimere la mia opinione su questa questione che interessa l'IPSIA che, comunque, é ancora da definire e che potrebbe apparire una delle tante questioni che nascono dentro la nostra articolata società?
Perché penso sia importante ed anche necessario che si stronchino, sul nascere, tentativi (spero in perfetta buona fede) di quanti pensano che basta ricoprire un ruolo istituzionale, qualunque esso sia (di Sindaco, di Consigliere, di Assessore o di altro), perché TUTTI i problemi che interessano una comunità (quelli collettivi come quelli individuali) possano trovare "IN ME" una qualunque soluzione. Basta che "lo voglia".
E quando tale potere decisionale, per oggettive ragioni, si pensa di non possederlo allora basta rivolgersi ad un identificato, cercato, blandito, osannato deus ex machina che, si pensa con certezza, possa esercitare un potere superiore, un potere taumaturgico, e dunque assolutamente risolutivo. Perché, se io non posso, é certo che qualcuno PUO'.
Quante volte ciascuno di noi non ha pensato in questi termini?
Pino Maniaci direbbe che "così non funziona" ed io sono d'accordo con lui seppur bisogna andare oltre quella espressione e convincere quanti immessi in un meccanismo "di potere" (un potere che spesso si dimentica proveniente "dal popolo" e dunque democratico e democraticamente deve essere esercitato e non PER qualcuno o CONTRO qualcuno, ma PER TUTTI) si convincono d'essere divenuti "onnipotenti", cioé al di sopra e al di fuori delle Leggi, dei Regolamenti, delle competenze. E, si convincono, che "prima di me il diluvio" cioé che prima di me esisteva il "niente", tutt'al più "il poco" o "il mal fatto" oppure " il non fatto".
Si tratta, come appare evidente, di una concezione manichea, pericolosa del Potere perché, in tal modo, si trova la giustificazione per qualsiasi atto di prepotenza e di arroganza convinti che si tratti, al contrario, di "atto necessario" e, appunto, da giustificare. Nessuno di noi ha dimenticato il " Dio lo vuole".
Chi si immerge in inebria di questo "surrogato " del Potere - il quale, al contario, se diversamente usato può essere un formidabile, democratico strumento della trasformazione, del cambiamento - sceglie di percorrere una strada che porta verso una china disastrosa.
La storia e la cronaca sono pieni di esempi di dittatori e dittatorelli di provincia e di città che finirono così come dovevano.
In definitiva, per risolvere le questioni oggi sul tappeto e che nella fattispecie interessano l'IPSIA di Partinico, basta il ruolo, l'impegno, la determinazione del Dirigente scolastico, degli alunni e dei docenti interessati perché quei processi educativi, oltre che sociali, possano tovare giusta soluzione.
A quelli che scalpitano, che "ammuttano", che cercano disperatamente la ribalta sottraendola smaniosamente anche agli altri, mi permetto di suggerire di rientrare nel "ruolo", limitarlo alle competenze e poi pensare molto, parlare molto poco, e fare SENZA L'ORPELLO, L'AUSILIO DEL POTENTUCOLO DI TRANSITO.
Cioé, come suoliamo dire nel nostro dialetto: "mio caro, si hai pruvuli, spara".

Toti Costanzo

mercoledì 17 settembre 2008

ANDREA SUONO' LA " BROGNA" E SANT'ANTONELLO DOVRA' FARE IL MIRACOLO

SPIGOLANDO
Andrea é nome proprio di persona, italiano maschile. Tavolta ad imitazione di altre lingue, viene usato come femminile (ad esempio si chiama Andrea, l'artista Andrea Mirò compagna di quel cantante di cui in questo momento non ne ricordiamo il nome) anche se in realtà il suo significato etimologico esprime proprio "virilità".
Dunque Andrea é maschile, é femminile ma sicuramente é virile cioé esprime forza, determinazione, coraggio. Si può concludere dicendo che tra il nome ed il carattere ci potrebbe anche essere una correlazione e dunque Andrea é soprattutto una persona "virile".
E gli "Andrea", nella storia della Chiesa, hanno avuto un ruolo importante: Sant'Andrea, per esempio, fu fratello di Pietro, Sant'Andrea Corsini della nobile famiglia (ma perché, in alcune epoche, i Santi dovevano per forza appartenere a famiglia nobile e come sempre agli "sfardati" per risolvere qualche problema, un pò come succede oggi con i "potenti", non rimaneva che rivolgersi a loro?), Sant'Andrea Bauer martirizzato. E potremmo continuare.
Ma "Andrea" sono stati anche pittori, musicisti, scrittori, sportivi ed anche "personaggi originali" come un certo Andrea da Partinico, di cui omettiamo il cognome per ovvie ragioni ma vi assicuriamo che il fatto é realmente accaduto, che alla mettà degli anni '50 frequentò il locale Liceo "Garibaldi" e passò alla storia locale per avere portato in classe una "brogna", cioé un grande guscio marino di mitile utilizzato, allora, dai pescatori.
Andrea, ad un segno convenuto e nel solenne silenzio della classe, la tirò fuori ed emise lunghi e lucubri suoni. Lo scopo concordato con gli altri studenti era quello di terrorizzare una giovanissima supplente di lettere ma, si scoprì dopo che Andrea, al contrario, si era invaghito della docente e, dunque, con quel suono intendeva manifestare grande virilità (come i barbari che, pare con la "brogna", davano la carica ai combattenti) per "fare colpo" sulla donzella.
Fu, ovviamente, messo al bando dai suoi colleghi e, sempre ovviamente, cacciato fuori dalla scuola, seppur per alcuni giorni, ma si beccò un bel 5 in condotta al primo trimestre. Una scuola, all'epoca, luogo di rigore "formale", la stessa che oggi vorrebbe riproporre il ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Berlusconi.
Noi, oggi, a Partinico abbiamo un Andrea che sebbene privo di "brogna" manifesta virilità, decsionismo, e che il circondario ci invidia.
Lui é forza della natura, determinismo, risolutivismo. Lui asfalta, ripulisce i laghetti e aiuole, spazza l'erba e, perfino, colloca statue. Ed oggi, come l'Onnipotente, é pure diventato uno e trino.
Non pensate che esageriamo perché si tratta di verità. Andrea, non più "108 alloggi", ma "ovunque il guardo giro, immenso Dio ti vedo" é onnipresente.
Infatti il Lunedi e Mercoledì é in Prima Commissione consiliare, il martedì e Giovedì nella terza, il Mercoledì e Sabato in quella elettorale. La Domenica, appunto, come "Colui che é", si riposa? Ma quando mai. Andrea la Domenica la dedica al Sindaco per tesserne le lodi, per santificarlo, per osannarlo. E insieme a lui ,alcuni degli "altri" ,di cui volutamente omettiamo il nome ed il cognome per spirito di carità. Tanto, i lettori li conoscono.
*********************************************
Quando le immagini televisive fecero vedere il Consigliere Vito Giuliana che aveva composto un "quadretto" con la foto di "Antonello vent'ottomila e rotti" e con sotto la didascalia "SANT'ANTONELLO", dobbiamo ammettere che ci siamo "mangiati le mani". Quella fantastica "trovata" avremmo voluto averla congegnata noi.
Ma il Consigliere Giuliana, siamo certi, non pensava come quell'immagine diffusa, attraverso il potente strumento televisivo, potesse penetrare con forza nel convincimento dei nostri concittadini ed anche del circondario.
E perché non doveva penetrare, visto che Antonello "ttà, ttà", cioé senza "batter ciglio", aveva scucito i soldi per i rallegramenti estivi? E Antonello non appariva a tutti come quella bellissima, tenera icona di S. Giuseppe che conduce per mano il bambino il cui nome (vedi le coincidenze!) era Salvo o Salvatore? E Salvo e la corte (non il Vice Sindaco che conosciamo persona abbastanza navigata e di non certo facili entusiasmi) non lo seguono con la stessa cieca fiducia di quando gli ebrei seguirono Mosé o come gli allocchi seguirono il "pifferaio"?
Dunque Antonello nell'immaginario collettivo avrebbe, con assoluta certezza, fatto anche "il miracolo" e cioé di far ripristinare, a tamburo battente, le classi del "serale" soppresse all'IPSIA che tante preoccupazioni hanno suscitato e suscitano nei docenti, negli alunni e nelle loro famiglie.
E il convincimento degli alunni fu talmente tanto che quando si presentò a scuola un rappresentante sindacale locale non solo per portare la solidarietà ma anche il sostegno attivo dell'organizzazione (anche questo, vi preghiamo di credere, risulta vero!) gli fu detto con decisione e convincimento: "No ,grazie, perché ci pensa Antonello".
Ma noi ci chiediamo con trepidazione non solo per gli alunni ma anche per "i nostri": e se Antonello il miracolo non lo farà?

Sala Rossa

lunedì 15 settembre 2008

E AL CONSIGLIERE RIZZO PULEO "L'ONORE DELLE ARMI"

Il Consigliere comunale Salvatore Rizzo Puleo é stato sempre un nostro avversario politico nel senso della sua appartenenza ad una corrente politico-culturale di centro destra cioé ad un Partito come Forza Italia del quale se non vado errato, nel lontano 1994, é stato uno dei fondatori nel nostro Comune.
A Rizzo Puleo, che é stato anche Assessore comunale ed ha riscosso sempre un notevole successo elettorale e che oggi ha lasciato il Partito delle Libertà dichiarandosi in Consiglio quale "indipendente", gli si possono rivolgere tante critiche ma sicuramente non quella di non essere un uomo politicamente coerente. Un rappresentante politico, appunto, che non é stato mai un voltagabbana nel senso che non ha mai fatto parte di quell'ampia marea di saltimbanchi locali, giovani o non giovani che siano e che anche negli ultimi tempi hanno invaso la platea della "politica" partinicese, cioé parte della schiera di coloro che cambiano Partito come si usa fare con le cravatte. Personaggi, questi ultimi, sempre rosi dall'ambizione sfrenata che li conduce al cinismo, rendendoli capaci, come si suole dire, di "passare sul cadavere della madre" pur di emergere, di esserci, determinare.
In una parola avere visibilità, palcoscenico, potere.
Rizzo Puleo é stato coerente, determinato a volte anche ostico nei confronti degli avversari, soprattutto nei nostri confronti, quindi un avversario "duro". Un anticomunista, certo, ma certamente leale.
Perché mi sono permesso, con questa nota di occuparmi del Consigliere Rizzo Puleo? Non certo per piaggeria di cui non penso abbia di bisogno, quanto perché la sua vicenda personale mi consente di operare qualche riflessione, a mio parere utile, al fine di comprendere le logiche che sottendono, ancora ad oggi, alla vita interna dei Partiti soprattutto governativi, ma non solo, e dunque "gestori di potere".
Questi Partiti ripropongono, come se il tempo non fosse mai trascorso, un modello che nel passato cioé nella cosidetta prima Repubblica, ha fatto le fortune di alcuni Partiti e Partitini e soprattutto di alcuni dei loro uomini. Cito per tutti, seppur con tante differenze, Pino Avellone nella DC o Salvatore Cintola nel PRI. Come pensate che siano cresciuti nella nostra città questi Partiti? E come, alcuni dei loro uomini?
La logica era semplice ma ben collaudata e proficua: bisognava individuare, all'interno degli schieramenti avversari, dei soggetti vivaci, determinati, ambiziosi capaci, però, di "portare" voti". Cioé costoro dovevano disporre di un elettorato che poteva essere rappresentato dal peso della sua "larga famiglia", le amicizie, il ruolo nell'economia locale o nelle professioni.
Ma importanti erano anche i soggetti con tali caratteristiche ma privi di occupazione o, nell'attesa d'averne una.
E allora scattava la circuitazione, l'avvicinamento, la proposta allettante ed il gioco era fatto. Dall'oggi al domani avveniva "il trasferimento" e, con la nuova adesione, una candidatura certa per il Consiglio comunale (allora come oggi massima asprazione per tanti) o, se disoccupato, dentro una delle tante disponibilità che offriva il grande mare del pubblico impiego.
Ovviamente il posto in Consiglio o "il posto" TOGLIEVA DIRITTO A QUANTI IN QUEL PARTITO AVEVANO SEMPRE MILITATO, NON USI ALLA PERVICACIA, ALL'INSISTENZA, ALLA DETERMINAZIONE E MENO CHE MAI A FAR RICORSO ALL'ARMA DEL RICATTO.
Il vero militante si subordinava alle cosidette decisioni di tutti, giuste o sbagliate che fossero. In una parola il "militante di sempre ", "il fedelissimo", doveva far posto al nuovo arrivato, ai nuovi voti, per far crescere il potere del Partito e soprattutto del leader della corrente di appartenenza.
E' stato così anche per il Consigliere Rizzo Puleo? Si é preferito ricorrere agli "altri" sacrificando chi aveva costruito per anni, lavorato, sudato per l'affermazione e la crescita del "Partito" a Partinico senza potere avere, dopo tanti anni, il giusto riconoscimento?
Penso probabile che abbiano influito sulle sue decisioni non solo il ritorno alla candidatura a Sindaco di Giuseppe Giordano, ma la candidatura sicura alla Provincia di Palermo del giovane Vincenzo di Trapani rappresentante di AN cioé, di fatto, di un Partito diverso da quello cui ha appratenuto (e forse a cui anche ora appartiene) Rizzo Puleo e con un peso elettorale nel collegio, ma soprattutto a Partinico, di gran lunga inferiore.
In una parola: é prevalsa la vecchia logica del passato? Allargare le maglie del Partito non per acquisire nuovi militanti che scelgono spontaneamente, con fede e convincimento, ma per opportunismo e così allargare il gruppo, la corrente, il peso del leader nello sacchiere degli equilibri di potere interni al Partito ma, di converso, sacrificando i "vecchi militanti e costruttori" del Partito stesso?
Io ho cercato di dare una chiave di lettura.
Non sarebbe male se Rizzo Puleo volesse, su questi argomenti, aprire una discussione utile nell'asfittico panorama della politica locale immersa in un preoccupante qualunquismo, nell'antipolitica, nel tran-tran del particolare, nell'individualismo foriero di gravi guasti per la nostra modestissima "democrazia locale".


Toti Costanzo

sabato 13 settembre 2008

IL MANUALE CENCELLI: IL GEOMETRA A TE, L'ARCHITETTO A ME, L' AGRONOMO A LUI, L'AVVOCATO ALL'ALTRO...

Abbiamo, come Partito, assunto un impegno con noi stessi e cioé di non dare alcun giudizio politico su questa Giunta se non dopo la scadenza dei cosidetti "cento giorni". E a questo ci atterremo, anche se abbiamo il dovere di riferire quel che conosciamo lasciando ai nostri lettori, OGGI, il giudizio che reputeranno più opportuno.
Intanto abbiamo il dovere di porre, quanto meno, questo interrogativo: é più immorale che il Sindaco, avendone il potere che gli discende dalla legge, nomini un professionista a far parte di un organismo che supporta l'azione amministrativa, oppure ricorrere ad un Avviso pubblico, chiedere a professionisti di presentare un curriculum e poi sceglierli secondo quel famoso "Manuale Cencelli" in uso nella Prima Repubblica che serviva a nominare secondo appartenenza o interesse di gruppo, di clan o, nel nostro caso, di Lista?
A questo interrogativo ciascuno può rispondere, come vuole e, comunque, alla fine della vicenda che riferiamo.
Dunque usciamo dal vago ed entriamo nei fatti.
L'Amministrazione comunale di Partinico pur avendo, come dicevamo, il Sindaco la facoltà di procedere a nomine secondo un suo esclusivo giudizio (così come hanno fatto i precedenti Sindaci assumendosene la responsabilità di fronte all'opinione pubblica), pubblica un Avviso e chiede ai professionisti interessati (geometri, architetti, avvocati, agronomi, ingegneri e geologi) di presentare il loro curriculum con lo scopo di essere, eventualmente, nominati per comporre la nuova Commissione Edilizia Comunale.
Qualcuno ha detto: "Finalmente un'Amminisrazione che sceglie secondo competenze e secondo un sistema di trasparenza e limpida azione politica".
Così sembrava, anche a noi, almeno fino a questa mattina.
Succede che alcuni professionisti che GIA' SANNO presentano, ovviamente, la documentazione, altri che NON SANNO fanno lo stesso, altri ancora CHE SANNO la documentazione non la presentanto. E, CHI SA', altro non é se non quello che sarà, con certezza, nominato in ragione della sua appartenenza. Appunto al clan, al gruppo, alla Lista che ha RIGOROSAMENTE sostenuto la candidatura di Lo Biundo. E secondo l'applicazione di quel famoso manuale.
Ed ecco, allora, il risultato di quell'Avviso e cioé l'elenco dei nominati, che é stato già firmato dal Sindaco prima che questi partisse per la Russia, ma non ancora reso PUBBLICO.
Omettiamo, per rispetto dei professionisti, di pubblicare NOI i nominativi DI CUI DISPONIAMO:
1 - Lista UNA CITTA' PER TUTTI: nominato un AGRONOMO con un notevole passato politico di consigliere ed Assessore notoriamente sostenitore di questa Lista e"dirigente" della stessa;
2 - Lista DEMOCRATICI DI CENTRO: nominato un INGEGNERE che lavora nell'APS (Acque Potabili Siciliane) e notoriamente elettore di un candidato eletto in Consiglio;
3 - Lista CIVICA PER IL GOVERNO DELLA CITTA': nominato un AVVOCATO congiunto di un Consigliere comunale eletto nella Lista;
4 - Lista PARTINICO NUOVA: nominato un ARCHITETTO proposto da un ex Consigliere dei Verdi che, insieme alla rappresentante della CISL, si era candidat0 nella Lista pur non risultando eletti né l'uno né l'altro ma contribuendo alla elezione di ben due consiglieri comunali;
5 - Lista LIBERTA' E SOLIDARIETA' UNITI PER PARTINICO: nominato un GEOLOGO del quale poco conosciamo in termini di appartenza;
6 - Lista UDC: nominata un ARCHITETTO, congiunta di un autorevole Dirigente locale di quel Partito;
7 - Lista MOVIMENTO ARTIGIANI PARTINICESI: nominato un GEOMETRA congiunto di un funzionario del nostro Comune e notoriamente vicino a dirigenti di quel Movimento.
Cosa dire? Lasciamo ai nostri elettori di riflettere sulla vicenda.
Noi non sappiamo se saremo nelle condizioni di darvi in anticipo anche i nomi dei professionisti che saranno eletti quali Revisori dei Conti (di qualcuno potremmo di già) e quelli che faranno parte del NUCLEO DI VALUTAZIONE o di altri organismi.
Ma una cosa é certa: che la nomina di costoro sarà, ve lo possiamo garantire, rigorosamente il prodotto di una nuova quanto "vecchia" cencelliana spartizione!


Toti Costanzo

giovedì 11 settembre 2008

E VINCENZONE E VITUZZU ALLA PROVINCIA SPOPOLARONO

SPIGOLANDO
Ci sono cose che si raccontano anche se tu li ritieni inverosimili.
Tuttavia quel che racconteremo é stato a noi raccontato. Dunque, acquisitelo, come abbiamo fatto noi, con tutte le riserve del caso e con tanto di beneficio dell'inventario.
Ora, dovete sapere, che di recente l'Assemblea dei Consiglieri provinciali di Palermo si riunì per eleggere i "Questori" cioé una Commissione composta da tre Consiglieri, appunto Consiglieri-Questori, di cui uno, obbligatoriamente, in rappresentanza delle minoranze.
Questi Questori pare che abbiano anche dei discreti vantaggi nel senso che gestiscono anche loro un poco di "potere". Ad esempio, pare, che possano anche finanziare feste, festicciuole, mangiate a sbafo, musica e canzoni, ballitti ed altro ancora. Ora, noi questo lo dobbiamo dire a voce bassissima perché se arriva alle orecchie dei "nostri", apriti cielo! I viaggi alla Provincia 'di cca' natrannu pi l'autra notti si sprecheranno nel senso che, un giorno si e uno no si metteranno dietro l'uscio di Pazzo Comitini "comu 'i zicchi" che, per levarseli di dosso devono ricorrere alla cure del medico.
Dunque dicevamo dei Questori. Orbene, ad essere eletto quale rappresentante della maggioranza, e poi nominato anche Presidente, é stato il nostro Vincenzone.
Un riconoscimento dei Consiglieri al concittadino ed un sincero augurio da parte nostra.
Ora, ritorniamo a quel che abbiamo avuto raccontato e a cui noi, in verità, non abbiamo voluto credere.
Pare che Vincenzo, non appena eletto Presidente dei Questori (una carica che, per intenderci ma con tutte le differenze del caso, puo equipararsi ad un capo della Polizia) avendo intercettato coloro i quali non l'avevano, per ovvie ragioni, votato rivolgendosi ai Commessi d'aula, che come é risaputo vestono "una divisa", con piglio autorevole e determinato gridò al loro indirizzo: "Sono il Presidente dei Questori. Camerati Commessi, a noi, arrestateli tutti!".
Come potete ben pensare successe un vivamaria e accadde a Vincenzo quel che capitò all'onorevole Vittorio Emanuele Orlando quando doveva essere eletto Presidente del Consiglio. Si racconta che si portò appresso, a Roma, il capomafia della zona il quale incazzato per le aspre critiche che i Parlamentari dell'opposizione rivolgevano al neo Presidente-compare ebbe a dire, seppur a bassa voce, all'onorevole :"Eccellenza, chi ffà i fazzu ammazzari tutti?"
E l'on. Orlando, sempre a bassavoce gli rispose : "A Scì ( Francesco n.d.r.) ma chi ti pari 'ca semu a Partinicu?"
E così Totino (auguri per il matrimonio), che aveva accompagnato Vincenzo in Provincia con comprensibile trepidazione, gli tirò la giacca e gli sussurrò: "Vicé, viri ca si nun ti zitti, nnarestanu a tutti rui!"
*************************************************
C'é una bellissima espressione che viene utilizzata quando nostri amici, a lungo fidanzati , arrivano all'altare. Tutti gridiamo: "Finalmente sposi!".
A questo abbiamo pensato alla notizia che il nostro Vituzzu era stato nominato Assessore alla Provincia di Palermo.
Finalmente Assessore, abbiamo detto. E così il suo nome si aggiungeva a quello di don Pino, 'u zzu' Totò ( puntini, puntini) e, dulcis in fundo, Cintulicchia.
Finalmente! Era ora! Ma che cosa spettavano ancora! abbiamo detto anche noi. E la nostra gioia si aggiunge a quella di tutti quegli amici che il Sabato mattina l'aspettano nei pressi del Bar di Piazza Duomo suscitando l'invidia di tanti. "Vitu' ma chi cci fai..."
Anche le deleghe sono di grande prestigio e responsabilità. Ad esempio: dare disposizioni agli uffici di analizzare "un fumo" e stabilire se si tratta di "puzza" o di "zagara-zuma"; oppure se nelle riserve, di riversu quagghiu, s'intrufolano i loschi cacciatori alla don Petru, per fare strage di poveri conigli, lepri, volpi argentate, folaghe e qualunque tipo d'animale che sbatte un'ala e che ha la sventura di "capitari a tiru"; o, ancora, se a Capo Rama o in altre riserve orientate il biotipo sia "ripariale", "umido", o "del mare". Si potrebbe continuare.
Ma no, abbiamo scherzato, e Vito Di Marco non ce ne voglia. Il fatto é, al contrario, che lui ha avuto un giusto riconoscimento e gli sono state assegnate deleghe importanti, di prestigio, cariche di responsabilità.
Un Assessore può fare poco ma può fare tanto. Da Vito Di Marco la comunità territoriale si aspetta tanto.

Sala Rossa

martedì 9 settembre 2008

S'INTENDE CONTINUARE A COPRIRE IL PASSATO PER CONTINUARE CON LA STESSA POLITICA?

Ho sempre sostenuto che le dichiarazioni degli altri e, quindi, anche quelle degli amministratori comunali vadano ascoltate senza pregiudizio ma nel contempo verificata la corrispondenza con "il reale". Potrebbe, infatti, accadere ed in perfetta buona fede che non ci sia corrispondenza tra reale e quanto dichiarato. Per cui reputo frutto, ad esempio, di non perfetta conoscenza le dichirazioni rilasciate ieri a Tele Jato, e alla fine dell'incontro che l'Assessore ha avuto con i dirigenti scolastici, quando a proposito di interventi di manutenzione nelle scuole l'Assessore Pantaleo dichiarava che il Comune non dispone né di "pittori", né di falegnami. Pittori, ovviamente nel senso di imbianchini.
Devo molto sommessamente dissentire dall'Assessore e lo invito ad utilizzare il nostro sito nel quale troverà un Dossier in tre parti che si occupa di parte del personale del Comune e nel quale risulta che durante l'ultima Giunta del Sindaco Cannizzo l'organico della manutenzione constava di ben 45 unità tra cui idraulici, elettricisti, imbianchini, falegnami, autisti ed altro ancora. Cioé un insieme di operatori con i quali assicurare, con assoluta certezza e competenza, le manutenzioni di tutti gli edifici comunali e non solo, comprese le scuole che del patrimonio comunale sono parte. E sono, o erano, operatori risultanti dalla sommatoria del personle in organico, gli LSU, gli operai della Bertolino con i quali si metteva fine all'affidamento a imprese o ditte molto spesso "imposte" per lavori, appunto, di manutenzione, almeno quella ordinaria.
Certo, si potrebbe obiettare che da allora sono trascorsi più di otto anni e dunque le cose potrebbero essere cambiate. Non lo discuto, anzi lo confermo nel senso che ho trovato, ad esempio, che a custodire una "villa" e fare da puliziere sia uno dei migliori idraulici che abbia il Comune perché nella vita ha sempre fatto quel mestiere.
Tuttavia se si sono verifiati radicali cambiamenti, se i Sindaci succeduti alla Cannizzo hanno, eventualmente, abusato del loro ruolo trasferendo ad altri servizi personale assunto per espletare quello specifico compito, allora diventa obbligo per questa Amministrazione (per trasparenza, per rigore?, per legalità?) che la città ne venga a conoscenza .
Se così non sarà e si ricorrera, nelle estemporanee dichiarazioni, al solito: " Ah, se sapeste quel che abbiamo trovato" senza presentare "il quadro" alla città dopo averlo analizzato, sezionato, scarnificato allora, per ragioni che certamente non mi sfuggono, quanto meno mi debbo chiedere, e con me tanti altri: "S'intende coprire il passato per continuare con la stessa "politica"?
Ad oggi Lo Biundo e la sua Giunta questo quadro alla città non lo hanno presentato.
Ora la "festa" é finita. I cittadini hanno goduto e occupato buona parte di tempo in letizia e ci avviciniamo alla scadenza dei cento giorni. Non sarebbe male, ad esempio, che alla città si presentasse il resoconto dell'Estate, quanto si é speso, come si é speso, da dove sono state attinte le risorse, quali gruppi, quali cachet, quali affidamenti e perché. Senza dimenticare, ovviamente, il quadro della situazione del personale.
Io penso che non solo sarebbe un buon inizio ma si darebbe corpo a quanto scritto nel Programma del Sindaco, alla fine della pagina 14 e all'inizio della 15: "... forme nuove di informazione alla cittadinanza degli atti amministrativi....".
Abbiamo, come comunisti, avuto sempre fiducia in quanti non solo si autoproclamano ma soprattutto operano come "nuovo" che altro non é se non il rifiuto di quanto altri, abusando del loro ruolo, del potere, violando regole e leggi, umiliando norme e regolamenti, hanno ferito la nostra città.
Nessun pregiudizio, dunque, nei confronti di chi, anche con un certo eccesso di enfasi, intende declamare il cambiamento. E non importa se sono altra cosa da noi e per cultura, per appartenza politica, per storia anche personale, per atti.
Appunto, ATTI. Ed è quello che la città si aspetta.

Toti Costanzo

sabato 6 settembre 2008

IL VERDE DELLA CITTA': IO HO COSTRUITO, E TU COSA FAI?

E' la seconda volta, nel giro di pochi giorni, che faccio riferimento a Pino Bongiorno.
E' stato, prima, per la questione realtiva all politica dei rifiuti in Sicilia che vede protagonista negativo, almeno per noi, la longa manus dell'on. Cuffaro cioé quell'ingegnere Felice Crosta amico dell'ex Assessore Bongiorno il quale é stato uno dei più longevi, politicamente parlando, uomini della politica partinicese. Se non erro Bongiorno fu Assessore negli anni '60 e da lì fino ad arrivare alla distastrosa esperienza con Motisi che lo ha travolto insieme ad una fallimentare politica. Ma, Pino Bongiorno, fu sicuramente Assessore tra la fine degli anni '60 e l'inzio dei '70 quando, inspiegabilmente, eliminò 12 platani dal viale che porta alla stazione ferroviaria.
La reazione del gruppo di giovani d'allora tra cui il sottoscritto, il maestro Nino Cinquemani e tanti altri, che animavamo il Centro di cultura popolare UNLA, fu immediata: volantino di denuncia, tazebao davanti l'extrabar, un articolo sul ciclostilato "Impegno" , primo strumento di informazione alternativa a Partinico, nel quale per la prima volta veniva affrontata la "questione del verde" nella nostra città. Una città che si contraddistingueva per una feroce politica di speculazione sui suoli, perpetrata dai democristiani e dai loro subalterni politici, che aveva massacrato financo tutta l'area di rispetto di quello che allora chiamavamo "il Lago".
E il "Lago" altro non era se non un naturale contenitore che raccoglieva l'acqua del "sovrappiù" che fuoriusciva dalla sorgente, allora protetta, dalla "cupola" dalla quale l'acqua sgorgava fin dai tempi dei monaci Cistercensi.
Quel massacro condannò la sorgente a sprofondare, per cui l'acqua é precipitata nel sottosuolo, si é perso il sovrappiù, e per ripulire l'attuale laghetto ad esempio, bisogna ricorrere ad interventi di emergenza quali quelli di mutuare l'acqua dell'invaso Poma dal Consorzio di bonifica Palermo 2 o alimentarlo con la rete.
Dunque, dicevo dello scontro con l'allora Assessore Bongiorno per il taglio dei platani.
Nel ciclostile "Impegno" analizzammo la situazione del verde a Partinico e si arrivò alla conclusione, abbastanza semplice in verità e cioé che per ogni abitante della città si aveva una dotazione di verde dello 0,3% cioé appena un terzo di metro quadro per abitante che altro non era se non il dato prodotto da un semplice calcolo: abbiamo diviso l'ettaro di verde pubblico di Villa Margherita (all'epoca l'unica area di verde) per il numero degli abitanti. E il dato risultò quello.
Ovviamente sul ciclostilato citammo il rapporto tra verde e cittadino delle città amministrate dai Comunisti nel centro Italia (in alcune di queste all'epoca il dato era del 10mq/abitante) ed iniziammo una forte azione di lotta che nel tempo, ha trovato altri protagonisti come i nuovi ambientalisti soprattutto giovani e giovanissimi, altre sensibilità, la scuola ed anche leggi che tutelano, per quanto questo sia possibile, anche il territorio dalle continue speculazioni e devastazioni edilizie.
Ma qual'é, oggi, la situazione del verde nella città?
Da quell'episodio tanta acqua é passata sotto i ponti. Oggi la nostra città dispone di un patrimonio che si può definire "dignitoso" : disponiamo di circa 11 ettari di verde pubblico e altri tre circa di verde privato mentre ad esempio la città di Napoli ha un rapporto dell'1,8 % e meno ancora la città di Catania. Una dotazione, quella nostra, di oltre il 4% per abitante. Cioé il verde pro-capite, in questi quarant'anni, si é più che decuplicato.
E come viene gestito?
Non é certo per compiacimento o piaggeria che dico come il massimo della efficenza gestionale del verde a Partinico é stato durante l'ultima Giunta del Sindaco Cannizzo.
E cito i dati: 11 LSU, 9 ex operai Bertolino, 3 ex articolo 23, 2 di organico per un totale di 25 operatori forniti di attrezzature idonee e funzionali che assicuravano con la loro presenza, QUOTIDIANAMENTE, la custodia, la manutenzione e la gestione di TUTTO il verde cittadino, comprese le aiuole pubbliche e quelle delle scuole.
DI QUANTO SCRITTO SIAMO NELLA CONDIZIONE DI FORNIRE OLTRE CHE IL NOME E COGNOME DEI DIPENDENTI, AMPIA ED ORIGINALE DOCUMENTAZIONE. Così come non può non essere ricordato l'importante ruolo che allora ebbe l'ex geometra comunale Matteo Monti cui era stato affidato l'Ufficio.
E qual'é la situazione oggi?
Appare evidente a tutti che IL VERDE PUBBLICO E' IN TOTALE STATO DI ABBANDONO E DI DISFACIMENTO.
Le ragioni vanno ricercate nell'avere voluto smantellare quella "politica" cioé dell'utilizzo RIGOROSO di tutto il personale che, a diverso titolo, era ed é dentro la macchina del Comune e che é assolutamente indispensabile per mantenere in vita quel patrimonio.
Noi abbiamo detto che non giudicheremo questa Amministrazione se non dopo che siano trascorsi i cosidetti cento giorni utili perché una Amministrazione abbia chiaro davanti a sé questo come altri problemi.
Cento giorni non sono tanti ma bastano per comprendere dove si vuole andare anche se bisogna dire che, come nel passato politico più ignominioso della nostra città, sul personale si sono SEMPRE appuntati gli appetiti clientilari di quegli amministratori che pensano d'essere non al servizio dei cittadini ma dei boss politici cui, molto spesso, si fa servile riferimento.
Si vuole andare in questa direzione? Noi speriamo di no. Ma lo vedremo molto presto.


Toti Costanzo

giovedì 4 settembre 2008

SPIGOLANDO n. 11: "MANCIANNI DU' TO', MANCIANNI, E DU' TO' SAZIATINNI!"

E' proprio vero. Noi siciliani difficilmente troviamo punti convergernza su questioni, quando queste si prestano ad una forte articolazione di giudizio. Al contrario, troviamo sempre i cosidetti "punti di divergenza".  L'ultima querelle, ad esempio, su Garibaldi ne é un conferma.
La domanda é: Garibaldi, eroe o massacratore?
Tuttavia siamo certi che siamo TUTTI assolutamente d'accordo su di una cosa sola: nel difendere il nostro dialetto che, senza esagerare, possiamo definire una vera e propria "lingua".Tant'é che qualche paio di decenni or sono la nostra Regione, addirittura, aveva accolto la proposta dell'allora gruppo parlamentare del PCI all'ARS, e sostenuta dal prof. Giovanni Ruffino allora Consigliere alla Provincia di Palermo per il Partito che anche lui da tempo ha lasciato, al fine di introdurre nella nostra scuola elementare lo studio "della lingua siciliana".
Poi, come per tante altre importanti cose, la questione finì e non se ne parlò più.
Chissà che Antonello il "nostro", commosso al limite dell'imbarazzo dai repetuti inchini e salamalecchi che gli arrivano da Partinico senza soluzione di continuità, non si commuova e nella qualtà di Assessore alla PI non se ne faccia carico! Sarebbe, finalmente, il primo atto concreto ed utile di una persona simpatica (vi ricordate quel "eh ,sdisanuratuuuuuuu!" indirizzato con bonarietà ed affetto verso Pino Maniaci?) che, con rispetto parlando, s'intende delle competenze a lui delegate come noi di astrologia o fisica nucleare.
Dunque, dicevamo della nostra lingua. Bellissima, colorita, dai suoni accattivanti, incisiva, efficace, sintetica quando vuole, oppure no. Ovviamente con tutte le varianti territoriali: il palermitano dei totucci, il catanese di Angelo Musco, l'agrigentino di Totò, l'alcamese del neo deputato regionale Ferrara. E cosi' via.
Perché facciamo riferimento al nostro dialetto? Perché per rendere con efficacia un concetto, a lui dobbiamo fare ricorso.
Facciamo un esempio. Oggi nella quotidiana lettura del Giornale di Sicilia abbiamo intercettato ben due pagine a colori (é vero,  mai nessun amministratore del passato era arrivato a tanto!), che saranno costate al Comune, o a chi per lui, "un futtiu di sordi" (in italiano si direbbe: saranno costate tanto. La stessa cosa é?). Che alla fine della lettura dei pezzi inseriti in quelle due pagine non firmate - per cui pensiamo scritte e passate al Giornale dagli stessi interessati o da chi per loro - lacrime copiose sgorgarono dai nostri occhi. Commossi, certo, non solo per la immagine del nostro Patrono che porta al collo un pesante ceppo che ti fà ricordare quella famosa frase di Totò in uno dei suoi tanti esilaranti film "Fratello ricordati che devi morire", ma soprattutto per la rappresentazione di quel poveraccio in catene come a voler dire "Fratelli amministratori, attenti, che in galera si và !" e che ti fa venire la pelle d'oca. Meglio, con tutto rispetto, la nostra Madonna del Ponte!
Per non dire del groppo alla gola che ci assalì nel leggere, sempre su quelle due pagine a colori con tanto di foto (ma perché non la foto del gruppo?) che siamo di fronte ad una "nuova generazione così come amano definirla i Partinicesi da quando é Sindaco Lo Biundo... che ha saputo coniugare l'amore per l'arte e gli spettacoli con la capacità e caparbietà....all'attenzione dei più deboli ed agli svantaggiati.... per uno slancio in avanti e per una nuova dimensione della città..un'occasione di divertimento ed aggregazione ..non soltanto ai giovani, ma anche ad intere famiglie, adulti, bambini ed anziani ..." E, perché no, anche la gatta? E quì, singhiozzi irrefrenabili.
Ora noi ci siamo arrovellati il cervello nel trovare, nel modo più sintetico e con le giuste parole, di dire una semplice cosa e cioé: "Come si traduce in italiano che tu pensi una cosa, tu la scrivi, tu la passi al Giornale, tu la fai pubblicare A PAGAMENTO dicendo di te stesso, delle cose che hai fatto o farai ?" Avete visto come é difficile sintetizzare?
Ecco, allora, la nostra lingua che ci viene in soccorso:"Mancianni du' tò, mancianni, e du' tò saziatinni". Che ne dite? Non é veramente sublime?

Sala Rossa

martedì 2 settembre 2008

SARANNO CAPACI " i nostri", DOPO LA SBORNIA ESTIVA AD ALZARE LA TESTA E DIFENDERE LA NOSTRA SALUTE E L'AMBIENTE?

Il dott. Felice Crosta, buon amico del prof. Pino Bongiorno e che abbiamo conosciuto nell'occasione della problematiche relative alla Cooperativa "Consorzio irriguo Jato" di cui si occupava in quanto responsabile dell'emergenza idrica in Sicilia (incarico avuto direttamente dall'ex Presidente della Regione, Cuffaro), dà l'impressione d'avere un carattere bonario. Probabilmente sarà così, tuttavia nella qualità di Direttore dell'Agenzia per i rifiuti manifesta un piglio decisionista soprattutto quando sostiene che a Settembre partiranno i bandi per la costruzione in Sicilia dei termovalorizzatori.
Dunque non sono valsi i pronunciamenti di tanti Consigli comunali (non ancora quello di Partinico che invitiamo ad assumere una posizione), né le iniziative pubbliche di comitati cittadini (come quello che si é costituito per Bellolampo), né la certezza che la realizzazione di questi "ecomostri" mette a rischio la salute di centinai di migliaia di cittadini, distrugge risorse importanti che si possono recuperare dal riciclo dei rifiuti, immette nell'atmosfera una massa enorme di anidride carbonica e diossina che sono elementi che si aggiungono a quelli emessi nel resto del mondo che causano la scomparsa dei ghiacciai, innalzano le acque del mare, surriscaldano l'atmosfera.
La parola d'ordine, anche dell'attuale Governo regionale del democristiano Lombardo, è: costruire termovalorizzatori, distruggere risorse.
Per cui in Sicilia la raccolta é al 6% e, piuttosto che incrementare questo dato e portarlo ai livelli di altre regioni italiane alcune delle quali sono addirittura al 50%, bruciamo i nostri rifiuti. A Palermo, come in altre città siciliane, é così.
E nella nostra città qual'é la situazione? Ad una nostra richiesta datata 7 gennaio 2008 presentata al Commissario straordinario dott. Bonura, insieme ad altre informazioni, abbiamo ricevuto il 21 febbraio una nota di riscontro con i dati relativi a Partinico: al 7% la raccolta differenziata, nessuna isola ecologica per la differenziata, una capacità di capienza della discarica di Baronia di 65.000 mc. e, appena attivata, su questa conferiranno i 12 Comuni che fanno parte dell'ATO 1 PA. Come a dire che manco il tempo che la apri e la devi allargare pena il collasso.
Ovviamente se si procedesse ad una forte e decisa differenziazione la discarica avrebbe tempi molti più lunghi per esaurirsi. Ma la politica della regione, della provincia e dell'ATO non va in questa direzione.
Noi non sappiamo se l'Assessore all'Ambiente, D'Orio, ha avuto in questi pochi mesi l'opportunità di documentarsi relativamente alla "questione rifiuti", al ruolo dell'ATO, alle condizioni del servizio, alle prospettive, al finanziamento della Regione per la costruzione a Partinico di un'isola ecologica, ai tentativi mai andati in porto di procedere alla realizzazione di una discarica degli inerti nel nostro territorio così come prevede il PRG, alla bonifica e riuso di quella di Linate di Valguarnera, alla eliminazione dei centinaia di cumuli di rifiuti sparsi lungo il nostro ampio territorio dentro cui c'é di tutto e di più. Sappiamo, però, che il Presidente del Consiglio Albiolo, che abbiamo ascoltato in una intervista televisiva, manifestava un certo condivisibile dissenso nei confronti dell'ATO il quale, a quanto pare, non é largo di informazioni nemmeno nei confronti delle Amministrazioni comunali che si accorgono come questi organismi più che rispondere ai Sindaci dei Comuni che fanno parte dell'Assemblea, si muovono su direttive, indicazioni ed imput della Provincia di Palermo. Ovviamente non é lo spirito di collaborazione quel che muove l'ATO ed i suoi amministratori, ma l'arroganza di considerare i Comuni solo e soltanto erogatori di risorse nei confronti della "loro" politica.
Certo, noi abbiamo difficoltà a pensare che un'Amministrazione politicamente debole quale quella di Lo Biundo possa manifestare un'autonomia ed un'autorevolezza nei confronti di chi governa l'ambiente, o pezzi dello stesso, che altro non sono se non personaggi che rispondono, poi, ad altri pezzi della stessa politica provinciale e regionale. Per cui se Lo Biundo ha quale referente Antinoro, Randazzo e l'avvocato Palazzolo avranno i loro in quei Partiti che governano tutti insieme e la Provincia ed anche la Regione siciliana. E la mancanza di autonomia, quando questa si manifesta, significa che le forze non potranno mai essere in contrapposizione ma costrette a stare tutte insieme appassionatamente. In caso contrario la borsa dei quattrini si chiuderà.
Saranno capaci, i "nostri" di alzare la testa e porre davanti agli altri gli interessi della nostra città e soprattutto la difesa della salute e dell'ambiente?
Forse é ancora presto per avere una risposta. Ma una risposta, dopo questa sbornia estiva, dovremo pure averla. Intanto, con molta probabilità, col primo gennaio del 2009 la tassa sui rifiuti diventerà tariffa. Ed allora saranno ancora guai per i contribuenti .

Toti Costanzo

lunedì 1 settembre 2008

>>>COS'E' L'APS? SEMPLICE: IO TI ANTICIPO I SOLDI,TU MI CONSEGNERAI IL SERVIZIO IDRICO, IO FACCIO AFFARI E I CITTADINI PAGANO!

Sarà capitato anche ai nostri lettori meno informati, in questi ultimi giorni durante i quali si é completato il trasferimento dell'acqua del pozzo di Podere Reale (cosa indiscutibilmente utile per la nostra città), di chiedersi: ma cosa é questa APPIESSE cui ha fatto ripetutamente riferimento Lo Biundo nelle sue interviste? E perché tanti apprezzamenti quando ha sostenuto che "non avendo il nostro Comune nemmeno un soldo" si doveva ringraziare, appunto, l'APPIESSE che "ci avrebbe fatto questo grande favore" e cioé di dare le somme necessarie alla realizzazione dell'adduzione?
Io penso che il Sindaco non abbia spiegato il ruolo dell'APPIESSE non certo per particolari ragioni ma perché convinto che di questa Società per azioni, appunto le ACQUE POTABILI SICILIANE(APS) si avesse chiara conoscenza. E, invece, così non é. Per cui invitiamo i nostri lettori ad andare sul sito apposito per saperne di più.
Noi ci limitiamo a dire che basta leggere un articolo del Giornale di Sicilia di ieri per avere la conferma di qunto noi abbiamo affermato in questi ultimi due anni, così come lo ha affermato l'Associazione LIBERACQUA ed alcuni Sindaci della Provincia tra cui Mimmo Giannopolo che guida il Comune di Calatvuturo e che non ha voluto ad oggi, e insieme a lui almeno altri 50 Comuni, trasferire gli impianti di gestione dell'acqua alla Società. E, cioé, che l'acqua é un bene pubblico e deve restare nelle mani di chi democraticamente é stato eletto.
Dice, comunque, il GdS di ieri che nel Comune di Lercara é stata chiesta la convocazione urgente del Consiglio perché la società APS, cui é stato trasferito tutto il servizio idrico, avrebbe chiesto esose somme per la fornitura dell'acqua.
Dunque l'APS é questo: un soggetto privato cui é stato affidata in concessione dall'ATO idrico 1 Palermo e per trent'anni l'acqua, bene pubblico ed indispensabile, per farne una MERCE. Una merce dalla quale i privati investitori ne dovranno trarre necessariamente ampi profitti. Un pò come é stato per il gas e come sarà per altri bene essenziali.
Finisce, o potrebbe finire dunque, un'epoca in cui i Comuni, democraticamente, gestivano e distribuivano l'acqua (anche se non sempre quelle gestioni potevano essere additate a "modello") e si apre IL GRANDE AFFARE delle PRIVATIZZAZIONI, affare sponsorizzato non solo dal centro destra ma da buona parte del Partito Democratico. Contro il Ministro Lanzillotta dell'ultimo Governo Prodi il nostro Partito ha dovuto aprire un forte scontro perché in Italia si fermasse questo processo che avrà, tra le altre cose, costi improponibili soprattutto per le fasce deboli della popolazione.
Dunque l'APS non fa elargizioni, non dà soldi senza il riscontro. E dunque a Partinico i soldi anticipati altro non sono se non "un'anticipazione", "un prestito" che dovrà essere restituito con tutti gli interessi se il Comune di Partinico e questa Giunta decideranno di trasferire tutto il Servizio, e dunque anche le risorse idriche, a questa Società.
Abbiamo forte il timore, se non il convincimento, che Lo Biundo e la sua coalizione dovranno subordinarsi alle decisioni di quanti, politicamente, su di loro hanno giurisdizione. E costoro hanno già messo le mani su di un nuovo strumento di potere (come il già conosciuto ATO Rifiuti) dal quale trarne grandi vantaggi clientilari e dunque elettorali.
Intanto registriamo che ancora ad oggi i contatori nelle nostre abitazioni non sono stati collocati(ovviamente fino ad ora non daremo la responsabilità a questa Amministrazione) né se risulta vero che continuiamo a pagare all'AMAP le somme relative al costo di 10 litri secondo per un'acqua che dal potabilizzatore Cicala va a Balestate, il quale Comune non avrebbe attinto per la stessa quantità ai pozzi EAS che dovevano servire Partinico. Ora, tutti sanno, che i pozzi EAS si sono prosciugati e dunque quei litri-secondo mancano nel conteggio delle disponibilità nostre. Continuiamo a pagare?
Non sarebbe male che qualcuno potesse rispondere al nostro interrogativo.

Toti Costanzo