sabato 29 novembre 2008

LO BIUNDO E LA SUA GIUNTA AVRANNO, SICURAMENTE, DELUSO PINO MANIACI

Avevo sentito bene: che giovedì al palazzo dei Carmelitani in occasione del collegamento con il Movimenti per la difesa dell'acqua pubblica, come aveva comunicato Pino Maniaci, insieme a Orlando, Giannopolo e ad altri rappresentanti della politica provinciale schierati a difesa dell'acqua pubblica, "sarebbe stato presente il Sindaco di Partinico e la Giunta".
Siamo stati tentati, come Partito, di inviare un Comunicato stampa per rilevare, esaltare, l'importanza di quella presenza cioé di un Sindaco ed una Giunta di centro destra che decidevano di scegliere di schierarsi a viso aperto nel campo di quanti portano avanti la difesa di un bene di tutti e dunque contro gli speculatori, l'ntreccio tra affari e politica, l'ingerenza della mafia .
Ma abbiamo riflettuto e ci siamo fermati in quanto, a ben pensare registravamo, contestualmente, come NESSUN ATTO di questa amministrazione comunale era andato nella direzione di contrastare "l'affare acqua" affidata da alcune Giunte comunali di centro destra , da quella della Provincia regionale e del Comune di Palermo (Musotto, Cammarata, Avanti) ad un meccanismo che per loro rappresenta, come sarà anche l'ATO rifiuti, una fonte insesauribile di potere, di clientele, di affari. Ci siamo chiesti: possono Lo Biundo e gli uomini della Amministrazione mettersi di traverso rispetto "ai piani" dei Partiti di loro appartenenza?
E ABBIAMO FATTO BENE a non comunicare perché, come temevamo, né il Sindaco né alcuno della sua Giunta erano presenti alla manifestazione promossa da Pino Maniaci e da Tele Jato e dunque avremmo fatto, come si suole dire, un "trunzu di malifiura".
D'altronde, a ben pensarci, quando Maniaci in una recente intervista chiese a Lo Biundo il perché non avesse partecipato all'assemblea dei Sindaci che andavano, insieme alla Provincia, a determinare le tariffe dell'ATO idrico aggiungendo "SE E' D'ACCORDO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA", il Sindaco, come spesso gli accade, sorvolò sulla risposta e tirò avanti esaltando la sua azione che andava, a suo dire, nella direzione di ridurre le tariffe per il Comune di Partinico. Dunque sulla privatizzazione non si volle pronunciare.
Questa Giunta di centro destra, ovviamente, NON PUO' CHE ESSERE D'ACCORDO COL PRESIDENTE DEL PARTITO DEL SINDACO, Avanti, il quale guida la Provincia di Palermo e che ha le mani sull'affare e, in più non va dimenticato, come il Sindaco deve pagare il debito all'APS, cioé la società che gestirà, con una logica privatistica, tutta l'acqua dei Comuni della Provincia di Palermo, compreso il nostro. L'APS , noi l'abbiamo denunciato, ha già investito a Partinico quando ha realizzato gli impianti di adduzione che dal pozzo della Collina Cesarò ha portato l'acqua nei serbatoi comunali. E le società private non fanno, di sicuro, i ruffiani ad alcuno né sono società di mutuo soccorso.
Né possiamo dimenticare il ruolo che rivestì, in quella vicenda, l'Assessore Antinoro dell'UDC.
Ma vorrei con l'occasione, fare un'ultima considerazione anche se amara e di rammarico: la costruzione dell'invaso Poma, frutto delle battaglie della SINISTRA guidata da Danilo aveva, tra gli altri suoi obiettivi, quella di togliere dalle mani della mafia locale il controllo delle acqua per irrigazione, aumentare le risorse per fini civili , mantenere il controllo pubblico su quel bene.
Oggi non é più così per un processo che ha avuto inizio nel momento in cui si consentì, non certo la realizzazione dell'impianto di potabilizzazione di Cicala quanto di affidarlo all'AMAP di Palermo, mentre noi Comunisti sostenevamo di costruire ,sull'esperienza dei Comuni delle Regioni del centro nord (Toscana, Marche, Emilia Romagna), un CONSORZIO TRA I COMUNI PER LA GESTIONE E DISTRIBUZIONE PUBBLICA DELL'ACQUA per fini civili così come si era fatto, con la Cooperativa irrigua ,per quelli agricoli.
Dunque, non fu possibile e non lo fù per le stesse identiche ragioni di oggi e cioé perché i Comuni del nostro territorio erano, allora, tutti rigorosamente nelle mani della vecchia Democrazia Cristiana. Un "Partito" che ha trasferito la sua cultura politica e la logica che intreccia affari e politica, in nuovi soggetti facendola rivivere ed operare soprattutto nell'UDC palermitano e in Forza Italia.
Per concludere: Lo Biundo, ovviamente, sarà costretto a seguire le indicazioni del suo Partito e quanti abbiamo mantenuto ed ancora mantengono illusioni sulla "novità" di questo nuovo esecutivo, resteranno fortemente delusi.
Salvo Lo Biundo e chi lo sostiene, purtroppo, sono dentro la logica di sempre e cioé condizionati dall'appartenenza e subordinati ad interessi che mal si conciliano con quelli collettivi. E sono gli interessi che si muovono sempre dentro gli stessi reticoli, che costruiscono sempre le stesse trame e che hanno sempre gli stessi obiettivi.
Con buona pace nostra ed anche di Pino Maniaci che, conoscendolo, sarà rimasto particolarmente deluso da quell'assenza.


Toti Costanzo

giovedì 27 novembre 2008

LIBERTA' VO' CERCANDO CHE SI' CARA.....

Mi sono chiesto in questi ultimi giorni, avendo seguito qualche intervista televisiva del Sindaco e di alcuni suoi Assessori, che ruolo DEVE avere in una socità democratica l'informazione che si esplicita attraverso mezzi e strumenti diversi.
Un interrogativo forse banale, sicuramente già posto e quindi ripetitivo, ma utile se l'oggetto dell'attenzione dell'informazione rifiuta di trincerarsi dietro una coltre di sospettoso silenzio scegliendo, al contrario, di misurarsi con gli interlocutori.
Dicevo di una informazione in un sistema democratico perché nelle società autoritarie non esistono LIBERTA' e meno che mai quella dell'informare.
Ora é a tutti noto che l'informazione ha lo scopo di portare alla conoscenza fatti, avvenimenti e consentire a sempre più estesi pezzi della società di comprendere per costruire un sistema di difesa nei confronti del potere quando questo non svolge il ruolo a cui é stato chiamato. E quando l'informazione é veramente libera e dunque non di parte é, soprattutto, uno strumento di straordinaria importanza perché limita l'arbitrio delle classi dominanti.
Banalmente detto, l'informazione non vincolata, non condizionata potrebbe limitare lo strapotere, l'abuso, il predominio di quanti esercitano un "potere". In una parola potrebbe svolgere un ruolo di "calmiere" nei confronti di chi detiene il potere rispetto a chi il potere non ha.
Pensavo a questo e, in contemporanea, ricordavo come durante l'Amministrazione Giordano si sia sviluppato un ampio fuoco di sbarramento costruito e dall'informazione di parte, cioé quella politica, e dall'informazione libera. E fu questo che, a mio modesto avviso, impedì che la connotazione autoritaria di quel potere politico prevalesse rispetto a quella democratica e vitando che si creassero squilibri, danni al sistema. In una parola si arrivasse alla deriva democratica.
E debbo affermare che non solo l'informazione di parte, ma soprattutto quella di Tele Jato (senza nulla togliere all'importante ruolo delle altre due emittenti locali e del Giornale di Sicilia) ha permesso di equilibrare quei poteri anche a favore degli interessi più generali della città producendo effetti positivi, direi quasi educativi, anche se quel potere, sostanzialmente, restava restio ai condizionamenti, alle limitazioni.
Se si denunciava che pezzi della macchina burocratica risultavano inefficenti, servizi comunali non funzionanti, ingiustizie perpetrate, bisogni collettivi non soddisfatti, quel potere cercava, per quanto gli era possibile, di rimediare. E lo faceva, certamente, perché preoccupato dell'indice di non gradimento della popolazione nei confronti della sua azione amministrativa.
Eppure non posso non ricordare come Giordano tentò, perdendo, di mettere il bavaglio a Tele Jato. Un'azione che risultò mortale, forse, per la stessa vita politica dell'ex Sindaco.
E oggi? Se, ad esempio, Tele Jato denuncia con forza come, seppur in presenza di dichiarazioni pubbliche ("Se la distilleria non paga il suolo pubblico revocheremo l'atorizzazione allo scarico o, addirittura, tamponeremo con le maestranze il condotto che porta a sversare nel Puddastri") nulla accade e nulla accade rispetto alle stesse dichiarazioni relative ai mercatari o su altre questioni significa, allora, che é avvenuto un corto circuito tra la libera stampa ed il potere? Oppure ,da quale "potere" si sentono protetti ?
E perché il potere locale non é più sensibile alle sollecitazione e alle critiche? Perché non ascolta più gli umori della città? Perché non li fà propri, li metabolizza e dà le risposte richieste mantenendo gli impegni pubblicamente assunti?
E questo non lo rileviamo noi, che nella città potremmo rappresentare poco sul piano elettorale , ma un folto gruppo di consiglieri comunali dell'opposizione che ha recentemente convocato una conferenza stampa per denunciare, appunto, il rifiuto del dialogo, dell'incontro, del confronto, all'ascolto.
Perché accade questo? Qualcuno sostiene che si tratta di cinismo, di irresponsabilità, di classica arroganza del potere, di sconsideratezza. Io non sono d'accordo all'uso di questi parametri ritenendo di conoscere la storia personale e politica di alcuni Assessori e, per certi versi, anche quella del Sindaco ma, tuttavia, mi chiedo quale possa essere la ragione che non turba i sonni di Lo Biundo e della sua Giunta nemmeno per quel 45% di giudizi assolutamente negativi registrato, ad oggi, dal blog Libera Mente con un suo sondaggio, mentre era il 39% meno di due mesi fà? Ritiene, il Sindaco, che quel dato non sia attendibile? Che, coloro i quali scrivono sul blog o semplicemente lo leggono, non abbiano una chiara idea di quel che avviene nella città, le forze in campo, la conoscenza dei problemi, la capacità di responsabile giudizio?
E allora, mi chiedo: cosa é avvenuto nel corpo della nostra società in questi pochi mesi rispetto al recente passato? Cosa si é modificato, se si é modificato, nel delicato rapporto tra stampa di parte, stampa libera che ,appena ieri, costituivano un blocco propositivo capace di dissuasione nei confronti del potere locale inadempiente ? Quale può essere, dunque ,la ragione vera di tanta sicumera ?
A questo interrogativo ,che ha un forte significato politico, credo, non abbiamo solo noi il dovere di rispondere.

Toti Costanzo

lunedì 24 novembre 2008

TU DENUNCI GLI ABUSIVI, TUTELI L'AMBIENTE, COLPISCI IL COMMERCIO ILLEGALE? ED IO TI LICENZIO

Cosa farebbe un imprenditore di fronte ad un suo dipendente che, nell'esplicare la sua attività al servizio dell'azienda e nel più rigoroso rispetto delle leggi, incrementa i profitti e dunque costruisce produttività? Le persone di buon senso direbbero che quel dipendente non solo dovrebbe mantenere il suo posto ma la sua azione andrebbe esaltata ed additata quale esempio per altri dipendenti. Dunque un amministatore virtuoso farebbe così. E lo farebbe non solo l'impreditore di una azienda privata ma, soprattutto, quanti hanno la responsabilità della gestione dei cosidetti "beni comuni" cioé le risorse pubbliche che sono frutto di sacrifici dei cittadini che pagano tasse e balzelli vari per tenere in piedi un'azienda, quella comunale, che si dice debba essere gestita con efficacia, efficenza, economicità.
Se questo vale in linea generale, e vale sicuramente per tanti Comuni italiani che hanno al centro l'interesse generale, non possiamo dire la stessa cosa del Comune di Partinico. E non certo o comunque non solo perché ad amministrare la città il Sindaco si chiami Lo Biundo, ma perché anche così é stato, ancor prima, con Giordano e con Motisi.
E poi, in che cosa dovrebbero differenziarsi Lo Biundo e i suoi collaboratori da chi li hanno preceduti? E perché, poi? Ed infatti si muovono, agiscono, operano, pensano, alla stessa, identica maniera. Come se fossero stati costruiti in serie, tutti uguali, tutti identici e ciò indipendentemente dall'età. Perché l'età non rappresenta LA DIFFERENZA. Le differenze le fanno la storia personale, i percorsi familiari e scolastici, le amicizie, la cultura, I VALORI. Ma se per "valori" si scelgono l'egoismo, l'opportunismo, il carrierismo, il cinismo cioé un insieme negativo di prerogative, allora il prodotto finale é, appunto, un soggetto che non ha interesse alcuno ad anteporre le ragioni, gli interessi, le motivazioni degli altri rispetto alle proprie e a quelli di gruppo o clan.
Andiamo al dunque. Io pensavo di non dovere più scrivere del dott. Giacomo Grillo, l'attuale Comandante della Polizia Municipale, nel senso che ritenevo chiuso un capitolo, quello della sua costante, continua, ingiustificata, mascalzonesca azione persecutoria da parte dei Sindaci di turno. Davo per acquisito che un funzionario ligio al suo dovere, rigoroso, rispettoso delle leggi, produttivo, non avesse alcuna necessità di diventare "un caso".
Al contarario, pensavo, potesse diventare un esempio, un punto di riferimento un solido sostegno per amministratori giovani nel senso non dell'età ma dell'inesperienza amministrativa. Chiunque, in qualunque altra parte seria del nostro mondo, avrebbero fatto così. In qualunque altra parte del mondo ma non certo nella nostra città. Per cui, c'é un funzionario ligio e cultore della legalità? Non possiamo "tenerlo", non si può né si deve tenere perché ostacola i "piani", e i piani rappresentano la mia palese, costante, appariscente violazione delle leggi e la palese, costante violazione delle leggi che io consento agli altri perché siano subordinati, preda, condizionati, disponibili, riguardosi, rispettosi e pronti a sostenermi perché "accù mi runa 'u pani ci rugna 'a vita!". Un pò come succede con coloro che il lavoro non l'hanno e lo cercano. E trovi sempre qualcuno che il lavoro te lo promette ma di te vuole tutto. Gli esempi, anche recenti, si potrebbero sprecare.
Dunque il Comandante non lo possiamo tenere perché nel 2008, durante la sua permanenza in quell'ufficio, HA AVUTO L'ARDIRE di operare 55 denunce per abusi edilizi mentre nel precedente anno quando lui non c'era, le denunce furono soltanto 11. E poi, come é possibile che MAI il Corpo aveva operato con determinazione nel controllare il settore del commercio locale per cui era possibile aprire negozi senza avere uno straccio di licenza, ovviare alla pesa del pane, non esporre i prezzi sulla merce, innalzare tutte le insegne pubblicitarie, mentre ora quest'azione é diventa pressante? Perché prima c'era il cosidetto "futti futti" ed ora non é più possibile?
E perché questo continuo prelevare, a tutte le ore del giorno, i campioni (18 campioni da agosto ad oggi) specificatamente per la molitura delle olive che danneggiano il depuratore che costa alla collettivaità 8 mila euro al mese? E perché il Comandante del risultato di queste campionature nulla sà e dunque non ha ha avuto la possibilità alcuna d'intervenire per sopprimere illeciti che sono noti, che sono palesi, che apportano danni alla collettività?
Ma questo Comandante, cosa vuole? Tutelare lo Stato, diffondere il principio del rispetto delle leggi, perfino multare il Sindaco che, forse, pensa d'avere il diritto di potere violare a piacimento le leggi sol perché ha avuto il consenso di tanti cittadini? Ma si rende conto che così operando salirà la protesta, il dissenso nei confronti di questa amministrazione aumenterà e l'indice di gradimento continuerà inerosabilmente ad abbassarsi ad appena sei mesi dall'insediamento? E quel che sarebbe più grave é che, FINALMENTE, a Partinico LA LEGALITA' parolaia non sarà più la foglia di fico con la quale coprire ogni possibile, nefasta, violenta vergogna ma un valore capace di guidare VERAMENTE i processi di trasformazione civile e democratica della nostra comunità.
Questo Comandante, non pare anche a voi, così come per certi versi i Comunisti (lui che comunista non é) ,che agisce, pensa, alla loro identica maniera ?
Una cosa assolutamente intollerabile per cui, siccome i Comunisti anche se pochi non li possiamo eliminare, eliminiamo lui e non se ne parla più. Mi chiedo: é possibile che insieme a noi possano provare sdegno le tante persone civili e per bene che pur esistono nella nostra città?


Toti Costanzo

domenica 23 novembre 2008

Liberarsi dal pensiero unico. (Ciao Sandro!)

Il 22 novembre 1998 Alessandro Curzi firmava il suo primo editoriale da direttore di Liberazione. Una coincidenza straordinaria con la sua scomparsa di ieri. Ve lo riproponiamo vista la sua attualità
Alessandro Curzi
Cari lettori, qui comincia l'avventura come si usa dire. Da oggi, assumo la direzione politica di "Liberazione" mi piacciono le sfide, specie se difficili e controcorrente. E mi piace l'idea di concludere qui la mia esperienza professionale. Vi confesso un filo d'emozione, pure dopo tanti anni passati nei giornali, alla Tv, con editori pubblici o privati, tra battaglie di tutti i tipi. Battaglie tutte vissute da giornalista e da comunista, quale sono oggi e quale sono sempre stato da quel lontano (eppure vicinissimo) 1944 quando mi iscrissi al partito comunista e mi gettai nella Resistenza romana con l'ardore di un ginnasiale. Da allora, è cambiato quasi tutto: non per me, la voglia di cambiare il mondo e di fare giornali.Molti continuano a chiedermi perché non faccio più il Tg3, ora che addirittura la sinistra è al governo, anzi ha la presidenza del Consiglio in prima persona. Se non lo faccio non è per mia scelta. La verità (scusate se parlo un po' di me ma oggi, appunto, è una giornata un po' speciale) è che mi è capitato più d'una volta di vivere una nuova esperienza giornalistica, fatta di vita e di fatti della realtà più che del chiacchiericcio del palazzo. E più d'una volta, quando magari eravamo, e mi sentivo, nel momento migliore, qualcuno mi ha detto: scendi dall'autobus, la corsa è finita. Ogni volta sono sceso e ho ricominciato.Forse queste esperienze mi hanno temprato e mi consentono oggi di affrontare il tentativo più arduo: salvare questo giornale, rilanciarlo, farlo diventare uno strumento di liberazione dal pensiero unico. Il mondo dell'informazione è dominato da un conformismo, da una piattezza, da un'autocensura quali non s'erano mai viste. Basta guardare a come stanno oscurando il partito della Rifondazione comunista, da quando ha rotto con la maggioranza di governo ed è passato all'opposizione. Il nostro giornale sarà, io spero, un piccolo ariete per sfondare questo muro del silenzio che il potere tenta di erigere intorno a noi.C'è in questa nuova impresa un pizzico di follia, lo so. Me lo hanno detto in tanti e, dunque, deve esserci qualcosa di vero. Ma non sono solo, anzi. Mi avvarrò di molti aiuti: del vostro, prima di tutti. Del partito, del quale questo giornale è espressione attiva. Della redazione. Del condirettore, Rina Gagliardi, cresciuta nell'esperienza di un giornale "corsaro" come "il manifesto", e che lavorerà al mio fianco in piena sintonia di intenti: dal punto di vista della gerarchia di partito, è una mia superiore, visto che lei fa parte della direzione del partito e io sono solo una "recluta" del medesimo.Cari lettori, amici e compagni, oggi per noi vuole essere anche un giorno di festa. Non so se ce la faremo a realizzare ciò che vorremmo, ma so che ce la metteremo tutta. Sì, proprio tutta. Dateci una mano: leggeteci, anche per criticarci, ma leggeteci. Un giornale, prima di tutto, è dei suoi lettori. Questo, almeno è ciò che io credo.
.: Ciao Sandro (Speciale di Liberazione) :.
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sabato 22 novembre 2008

E' morto Sandro Curzi, voce storica della sinistra e del giornalismo italiano

E' morto questa mattina a Roma dopo una lunga malattia Sandro Curzi. Aveva 78 anni, essendo nato a Roma il 4 marzo 1930. Militante del Partito comunista, poi di Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 alla fine degli anni '80, poi direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista "Liberazione". Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai.
Alla famiglia il cordoglio delle compagne e dei compagni del Partito della Rifondazione Comunista circolo "Peppino Impastato" di Partinico.
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Alessandro Curzi , detto Sandro (Roma, 4 marzo 1930 – Roma, 22 novembre 2008) è stato un giornalista e politico italiano.
Frequentando il ginnasio "Tasso" a Roma, a tredici anni entra in contatto con gruppi della Resistenza antifascista capeggiati da Alfredo Reichlin; insieme a lui Citto Maselli, i fratelli Aggeo e Arminio Ravioli. Il suo primo articolo è sull'"Unità clandestina" per raccontare l’assassinio di uno studente da parte di fascisti repubblichini.
Le manifestazioni studentesche antifasciste sono attive in tutta Roma e Curzi collabora attivamente con il gruppo partigiano romano che opera nella zona Ponte Milvio-Flaminio.
Nel marzo del 1944 gli viene concessa, nonostante la minore età, la tessera del Pci.
Nel 1947-48 lavora al settimanale social-comunista Pattuglia, diretto dal socialista Dario Valori e dal comunista Gillo Pontecorvo. Nel 1949 diventa redattore del quotidiano della sera romano "La Repubblica d’Italia", diretto da Michele Rago. Nello stesso anno è tra i fondatori della Federazione Giovanile Comunista Italiana, di cui viene eletto segretario generale Enrico Berlinguer.
Divenuto capo-redattore del mensile della Fgci "Gioventù Nuova", diretto dallo stesso Enrico Berlinguer, cura anche l’antologia per giovani “L’avvenire non viene da solo” illustrata dalla pittrice Anna Salvatore, di cui si vendono 150 mila copie.
Nel 1951 è inviato nel Polesine per raccontare le conseguenze di quella tragica alluvione e vi rimane per un lungo periodo come segretario della Fgci.
Nel 1954 si sposa con la giornalista e “compagna” Bruna Bellonzi (avranno poi una figlia, Candida, destinata anch’essa a fare il mestiere di giornalista).
Tornato a Roma, nel 1956 partecipa, insieme a Saverio Tutino, Carlo Ripa di Meana, Guido Vicario, Luciana Castellina ed altri, alla fondazione del settimanale Nuova Generazione, di cui diventa direttore nel 1957.
Nel 1959 passa a l'Unità, organo del Pci, come capo-cronista a Roma. Nell’anno successivo, è inviato in Algeria per seguire la liberazione dal colonialismo francese e intervista il capo del fronte di liberazione nazionale Ben Bella.
Divenuto caporedattore centrale e direttore responsabile de L'Unità, nel 1964, per un breve periodo, ricopre la carica di responsabile Stampa e Propaganda della direzione del Pci, sotto il coordinamento politico di Gian Carlo Pajetta.
Dopo la morte di Palmiro Togliatti, accompagna il nuovo segretario del Pci Luigi Longo alla sua prima “Tribuna politica” televisiva diretta da Jader Jacobelli.
Fonde e dirige l’agenzia quotidiana Parcomit, voce ufficiale del Pci; collabora attivamente alla crescita della radio Oggi in Italia, che trasmetteva da Praga e che, seguita in quasi tutta l’Europa dagli emigrati italiani, può contare su uffici di corrispondenza particolarmente attivi in Germania (nella Volkswagen) e in Belgio fra i minatori italiani.
Dal 1967 al 1975 è vicedirettore di Paese Sera, quotidiano della sera di rilevante importanza nella seconda parte del secolo scorso, con un grande ruolo nella rappresentazione della rivolta giovanile del 1968 e della riscossa operaia del 1969.
Nella RAI
Nel 1975, con un bando di concorso indetto dalla Rai per l’assunzione di giornalisti di “chiara fama” disposti a lavorare come redattori ordinari, entra nella redazione del Gr1 diretto da Sergio Zavoli. Nel 1976, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla Terza Rete televisiva della Rai. Nel 1978 è condirettore del Tg3, diretto da Agnes, e collabora alla realizzazione della popolare trasmissione Samarcanda.
Dal 1987 al 1993 dirige il Tg3.
Nel 1991 pubblica, con Corradino Mineo, il saggio “Giù le mani dalla Tv” (Sperling & Kupfer). Nel 1993, in contrasto con il nuovo consiglio di amministrazione della Rai (direttore generale Gianni Locatelli e presidenteClaudio Dematté), si dimette.
Nel due anni successivi, dirige il telegiornale dell'emittente televisiva Telemontecarlo. Nel 1994 pubblica “Il compagno scomodo” (Mondadori). Dopo un’esperienza di editorialista quotidiano all’interno del "Maurizio Costanzo Show", nel 1996 conduce le quattordici puntate del programma “I grandi processi” su Rai Uno.
Nel Festival di Sanremo 1995 ha cantato nel gruppo La Riserva Indiana col nome Sioux di "Grande Capo Vento nei Capelli" la canzone Troppo Sole
Nel 1997, in polemica con la candidatura dell’ex-Pm di Milano Antonio Di Pietro imposta ai propri iscritti dall’allora gruppo dirigente centrale del Pds, si presenta candidato al Senato in una lista di sinistra denominata “Unità Socialista”, ottenendo il 14% dei voti.
Dal 1998 al 2005 dirige Liberazione, organo del Partito della Rifondazione Comunista guidato da Fausto Bertinotti; eletto consigliere di amministrazione della Rai dalla Commissione parlamentare di vigilanza, con i voti di Rifondazione, dei Verdi e della sinistra del Pds, diventa poi per tre mesi presidente della Rai, in qualità di consigliere anziano, prima di lasciare il posto a Claudio Petruccioli.

Ultima intervista rilasciata da Sandro Curzi

giovedì 20 novembre 2008

ED IO SONO IL "RE SOLE" ED ANCHE "L'OMBELICO DEL MONDO"

Ci sono avvenimenti che in uno specifico momento della vita di una comunità, assumono importanza senza per questo caricarli, necessariamente, di chissà quali particolari significati. Mi riferisco all'incontro che una nostra delegazione ha avuto, lo scorso lunedì, con i rappresenti della terza Commissione consiliare del nostro Comune. Avvenimenti, dicevo, che dovrebbero rappresentare "la norma" in un democratico processo dialettico tra le forze della politica locale, ma che diventano "eccezione" a seconda dei tempi e soprattutto dei soggetti che l'azione politica esercitano.
Nel passato, e cioé durante la cosiddetta Prima Repubblica, lo scontro tra maggioranza che governava ed opposizione (nella fattispecie partinicese, sempre quella comunista) seppur forte, a volte anche durissima, non faceva mai venir meno in quanti detenevano il "potere locale", il rispetto riguardoso nei confronti delle forze della minoranza o opposizione, che venivano tenute in adeguata considerazione in ragione del ruolo, della funzione che queste forze esercitavano quali rappresentanti di un pezzo di società partinicese. In questo senso l'opposizione trovava udienza, veniva consultata e a volte la si cercava per stabilire percorsi comuni anche su questioni di stretta competenza dell'Amministrazione. Un esempio per tutti: la difesa UNITARIA e ad oltranza dell'acqua dell'invaso Poma. In una parola le forze politiche, sia quelle rappresentate che quelle non rappresentate all'interno del Consiglio, costituivano una risorsa COMPLESSIVA per la soluzione dei problemi della città. Una risorsa sicuramente DEMOCRATICA.
Oggi non é più così, o almeno non é più così per Sindaci od Assessori. E non lo é non da ora ma da quando si é perso il senso dell'osservanza delle "regole" anche quelle non scritte, del riconoscimento del ruolo, del rispetto per quanti operano ed agiscono, anche in difformità, ai percorsi politico-amministrativi tracciati dagli amministratori di turno.
Oggi coloro che detengono il cosidetto "potere" reputano che si possa fare a meno della subordinazione alle regole, caricandosi di presuntuoso egocentismo, reputandosi novelli "re sole" se non, addirittura, d'essere "l'ombelico del mondo".
Assemblavo quest'insieme di considerazioni, appunto lunedì scorso quando con un atto di notevole spessore e sensibilità democratica, il Presidente della terza Commissione consiliare del nostro Comune, Nino Gioiosa (prima di lui l'aveva voluto anche il Presidente del Consiglio comunale) ha fatto incontrare ed interloquire una delegazione del mio Partito con i componenti della terza commissione consiliare.
Questo organismo, composto da consiglieri comunali di maggioranza e d'opposizione, aveva lavorato e lavorava per la redazione del Piano triennale delle Opere Pubbliche del Comune elaborando proposte e raccogliendo anche le nostre (ma non solo) frutto dell' esperienza di un Partito che ha storia politica, che ha avuto rappresentanza in Consiglio e presenza anche in precedenti Giunte. Un modesto patrimonio da mettere a disposizione della nostra città.
E, in quell'incontro, abbiamo anche ascoltato le rimostranze di consiglieri d'opposizione che sottolineavano la "sufficenza" con la quale l' attuale Amministrazione governa la città, il rifiuto del confronto, una forma di "arroganza del potere", che sembra caratterizzare ogni giorno di più chi, oggi, governa. Una insensibilità all'ascolto, un rifiuto del confronto, in una parola una incapacità o non volontà al DIALOGO.
E non potevamo che convenire non per semplice cortesia o per il rispetto dovuto alla loro sensibiltà di commissari che hanno inteso ascoltare il nostro Partito, ma perché evidenziavano un reale, serio, importante e grave problema su cui anche noi abbiamo riflettuto: la concezione di autosufficenza che coltivano pezzi delle nuove e nuovissime generazioni di "politici" e di "amministratori" locali i quali, danno l'impressione di non credere nel CONFRONTO quale elemento che arricchisce anche individualmente e, dunque, non credono nella DEMOCRAZIA.
Un fatto grave se non si ritrovano le ragioni dello stare assieme, del rispettare gli avversari, di riconoscere a questi la capacità d'incidere nei processi politici, economici, culturali e sociali. In una parola nel non credere nell'efficacia dell'incontro-scontro, cioé nella dialettica tra le forze, il gusto del confrontarsi, del misurarsi per arricchire se stessi e far crescere sensibilità e cultura nelle pieghe più profonde della nostra società locale.
Sarebbe molto grave se non registrassimo, in tempi brevi, una profonda conversione o più semplicimente una concreta inversione di tendenza.


Toti Costanzo

lunedì 17 novembre 2008

E COLA DISSE: NON E' LA MUSICA CHE VI DILETTA MA E' IL DOLCE QUADERNETTO CHE...

Ripetutamente, fin dall'insediamento di Salvo Lo Biundo, é stato chiesto con forza dai soliti comunisti ai novelli amministratori, di dare un segno del loro "disinteresse" nell'amministrare la città. Dimostrare cioé, che trattasi di vocazione, abnegazione, spirito di sacrificio, scelta missionaria, francescanesimo. Fu chiesto quasi in ginocchio e con le lacrime agli occhi, voce che grida nel deserto, di autoridursi le indennità allo scopo di sintonizzarsi con il sentimento "di rica" che é sempre più si diffonde nella città."U pitittu, -dicevamo i nostri saggi antenati- mi sta facennu acitu". Come a dire con un ossimoro tutto siciliano che l'acidità é sì il prodotto di cu avi 'a panza china, ma é anche del poveraccio che n'ta panza un ci pò mettiri nenti. Ovviamente, il richiamo, l'appello accorato, l'invito a pietà e misericordia loro rivolto di na ricchia ci trasiu e di una ci nisciu.
Ora succede che gli amici palermitani dei "nostri"(Dore, Francesco, Salvino, Antonello e così via) che si sono installati alla Regione non avendo intenzione alcuna di staccarsi dalle poltrone che anche gli sciacquini locali hanno consentito loro di occupare, hanno deciso di ridurre drasticamente le indennità a Sindaci, Assessori ed anche consiglieri guardandosi, però, dal ridurre, per prima, le loro. 'U meu é meu e a un parmu du' ....etc. etc.
Alla notizia, apriti cielo! Picchiu, imprecazioni, sticchiati, tirrichi-tirrichi. Qualcuno ha dovuto ricorrera ai sali (pare che questo ingrato ma misericordioso compito sia stato, da sempre, appannaggio di Benina). Salvo telefonò ad Antonello; Bartolicchio, che l'aveva preceduto, fu rimandato a Salvo. Salvo scosse la testa pensando a quando la ferale notizia avrebbe dovuto comunicarla anche a Nardo e a Tanino che, appresala di lì a poco, sbiancarono in volto increduli. Degli altri poco si sà. Sappiamo, per vie traverse, che qualcuno aveva avuto il coraggio sfacciato di chiedere al Comandante (dopo avere acquisito una interpretazione azzeccacarbugliolesca della circolare Brunetta per mandarlo anticipatamente in pensione) di fargli intensificare l'azione repressiva nei confronti di ficurinniaria, mulunara, venditori abusivi di cachi e noccioline americane. E tutto ciò per cercare di "far cassa" e tentare di recuperare qualcosa. "E' bbonu ca nni paamu i trasferti" - disse una flebile voce che proveniva da un "coso" non identificato rannicchiato in una delle antiche, storiche poltrone di raso e ricamate in oro collocate nel "salone degli specchi" che avvrano visto, insieme a tanti amori sbocciati tra un ballo ed un'altro ai tempi delle "feste delle matricole", tante di quelle vergogne amministrative da farle diventare di colore indefinito al punto che Gigia fu costretta a rinnovarne i tessuti e restituire loro un minimo di dignità anche decorativa.
Una tragedia che non vi diciamo.
Mentre tutta questa tragedia aveva luogo, il nostro pensiero si rivolse a Cola, il nostro maestro politico e anche di vita. E Cola ci raccontava di quando, durante le prime sedute del primo Consiglio comunale insediatosi dopo la caduta del fascismo e le prime democratiche elezioni, si ebbe a scontrare con il capo delle Guardie campestri.
Era questo un corpo di polizia comunale che dipendeva direttamente dal Sindaco.
Ora bisogna sapere che queste Guardie avevano autonomia amministrativa nel senso che riscuotevano direttamente dai proprietari terrieri quanto spettava loro per il servizio di vigilanza nelle loro campagne. E pare che il capo di quelle Guardie tenesse la contabilità scrivendo gli introiti su di un "quadernetto" che custodiva gelosamente.
Durante un infuocato Consiglio comunale sull'argomento della sicurezza nelle campagne (visto che non vi é niente di nuovo sotto il sole?) fu chiesto da Cola, allora consigliere comunale del PCI, che il capo delle guardie presentasse al Consiglio il bilancio della sua attività.
Il Comandante, che a quanto si susurrava, sul quantum faceva la cresta, resisteva, si smarcava, scantonava e non tirava fuori i conti. E allora Cola a lui rivolgendosi pronunciò una solenne frase che rimase scolpita nella memoria e nella storia della città: "Caro Comandante delle guardie campestri, non é la musica che ti diletta MA E' IL DOLCE QUADERNETTO CHE TI FA' GOLA".
Afrodisiache parole! E' proprio vero: sono passati oltre 60 anni da quell 'avvenimento ed anche "i nostri", come il capo delle guardie campestri sono interessati più che alla musica della politica "al dolce quadernetto". Evviva!

sabato 15 novembre 2008

E CON APPENA VENTIMILA EURO L'AMMINISTRAZIONE LO BIUNDO COMPRA " SANTITA' E LEGALITA' "

Abbiamo preso atto che questa Amministrazione comunale trova nella politica "del nascondere" una delle tante ragioni della sua quotidiana e non certo esaltante esistenza. Vorremmo farlo intendere a tanti consiglieri che sostengono questa maggioranza, persone che godono della mia stima personale e, presumo, anche di buona parte dei miei compagni. E', questa, una collaudata idea della cultura della "destra" che, sostanzialmente dice così: "I cittadini meno sanno meglio é, tanto alla soluzione dei problemi ci pensiamo noi".
Si tratta, ovviamente, di una concezione del "sapere" per certi versi elitaria, che riduce volutamente la base partecipativa perché, appunto, quella cultura fonda la sua esistenza nell'impedire, per quanto sia possibile, la conoscenza e dunque la crescita sociale e culturale dei cittadini. D'altronde, se ancora avessimo da nutrire qualche dubbio ci ha pensato il Ministro Gelmini con la sua pseudo riforma: tolgo risorse alla SCUOLA, limito la diffusione della "sapere", ritorniamo ad una scuola d'élite cioé la scuola di pochi e per pochi. Infatti, chi l'ha detto che tutti debbano studiare, conseguire un titolo di studio e dunque avere una vita diversa possibilmente dai loro genitori, un diritto in più che é quello, appunto, dello studio? Questa, dicono costoro, é roba del sessantotto e va annullata, cancellata.
Alla stessa maniera, per certi versi e comunque in un infimo rapporto proporzionale dato il contesto e lo spessore dei soggetti, la pensano Lo Biundo e la sua Giunta, almeno per quel che riguarda la "conoscenza" e "l'informazione".
Io, ad esempio, mi sono chiesto e continuo a chiedermelo: se non esistessero le tv locali o altri mezzi come il Giornale di Sicilia o il blog Libera Mente i quali, per quanto possono, danno una quotidiana informazione, cosa saprebbero di quel che accade nel cosidetto "Palazzo", i nostri concittadini? Già, non avevo pensato che nei giorni festivi l'Amministrazione pubblica nella bacheca del Comune i suoi atti (ma non quelli dei Capi settori o le determinazioni sindacali) e dunque chi volesse ne può prendere visione! Ma lo pensate quanti cittadini hanno il tempo di potere esercitare un tale complicato diritto?
Dunque Lo Biundo e i suoi nascondono la conoscenza degli atti amministrativi, e quindi del "sapere", e lo fanno SISTEMATICAMENTE. Ha voglia di manifestare (ovviamente quando questo gli é consentito) la sua "diversità" nel senso del dire d'avere una storia politica e cultura diversa da quella di Salvo Lo Biundo, l'Assessore Bartolo Parrino o anche altri amministratori che una storia politica l'hanno e non é o non é stata "storia di destra". In particolare mi riferisco, per esempio, a Tanino La Corte. La verità é che anche loro vogliono che non si sappia e se si deve sapere, bisogna fare il massimo perché si sappia il minimo possibile .
Ecco perché il "pietoso quanto patetico" sito del Comune che qualche mano caritatevole continua a mantenre in vita, manifesta una "povertà" di contenuto che altro non é se non il riflesso di quel che é l'attuale classe che amministra la nostra città.
Ad esempio, poco si sà di un Convegno che ha avuto luogo il 6 settembre all'interno della Chiesa del Borgo Parrini con una preannunciata, roboante presenza di questori, professori universitari, esperti, magistrati e che si é ridotta, alla fine, a poche unità collocati senza alcun entusiasmo dietro un tavolo e con la presenza in sala di circa dieci persone tra impiegati e funzionari comunali accompagnati, all'occasione e per fare numero, da qualche accondiscendente familiare. Ovviamente nessuno é a conoscenza che quel matiné é costato a noi contribuenti la somma DI VENTIMILA EURO.
Si tratta di una enormità, non tanto per il tema che poteva anche essere interessante ("Santità e legalità"), ma per la disinvoltura con la quale si sprecano le poche risorse comunali . E se poi come qualcuno, a giustificazione, ti dice: "Ma sai, non è che il Convegno é costato tanto. Il fatto é che bisognava festeggiare la Madonna del Rosario, pagare le spese per il concerto, l'illuminazione e i giochi d'artificio e dunque bisognava ricorrere ad una "finzione" amministrativa", io dico che questa finzione altro non é se non un'aggravante per chi deve amministrare NELLA LEGALITA' E LIMPIDAMENTE LE NOSTRE RISORSE. Chi ha amministrato sà che é possibile procedere con le variazioni dei capitoli impinguando quelli che non hanno disponibilità. E allora, le finzioni, i trucchi amministrativi altro non sono se non chiare e palesi violazioni delle leggi .
Per concludere vorrei esprimere un ultimo desiderio: che l'Assessore Vito D'Amico, anche per questa vicenda del Convegno, non ci dia sempre la solita giustificazione (cito ad esempio il "palo" nell'area cimiteriale, e per ultimo le licenze commerciali) e cioé " Ma noi non c'entriamo, é opera i quelli di prima!" Caro Assessore, quelli di prima CHI?


Toti Costanzo

mercoledì 12 novembre 2008

PER I NOSTRI SOLDATI SAVARINO E FERRO SOLTANTO IPOCRISIA

Devo ammettere con assoluta franchezza che non comprendo le ragioni per cui riesco, ancora alla mia età, ad indignarmi o comunque a rifiutare con forza qualunque avvenimento intriso di ipocrisia. Potrei dire, come tanti dicono: "ma lascia dire, lascia fare. Non vedi che non cambia niente"? Eppure non intendo piegarmi all'evidenza perché sono convinto che il mondo non é fermo, che molta parte delle nuove generazioni non é ferma, che nemmeno la "Politica" é ferma anche se la nostra città sembra avvolta da una coltre di silenzio o, appunto, di ipocrisia che copre anche la protesta dei nostri giovani strudenti che vogliono una semplice cosa: "avere anche loro un futuro".
Facevo queste considerazione ascoltando l'intervista di Tele Jato al Sindaco, nell'occasione della celebrazione della giornata del 4 novembre.
Siamo stati abituati a considera quella data come "festa" quando invece festa non é. C'é stata sul giornale del mio Partito, Liberazione, una forte discussione su tale questione ed io convengo che le guerre, i morti a milioni non possono essere festeggiati perché, come scriveva un compagno: non c'é proprio niente da festeggiare. Semmai, più che festeggiare, dobbiamo considerare il 4 novembe quale giorno del lutto diffuso e condiviso e rinnovare il nostro dolore di italiani, siciliani, partinicesi. Milioni di morti, giovani e giovanissimi, mandati al macello durante la prima guerra mondiale. Non guerra di popolo, non guerra di liberazione ma guerra di classi dominanti, di dominio dell'uomo sull'uomo, di un popolo sull'altro, esaltazione dell'imperalismo guerrafondaio, soppressione delle libertà, delle vite, delle speranze. Così, per certi versi, non fu nella seconda che ,in una seconda fase, diventò guerra di popolo, guerra di liberazione dal nazi-fascismo.
Ma quell'intervista del Sindaco, che parlava dei nostri 330 morti partinicesi, mi provocò tanto turbamento ed anche una certa rabbia.
Come é possibile, dicevo a me stesso, che si celebra, si ricorda, si osanna e si festeggiano i nostri concittadini "morti per la patria" deponendo corone di fiori al suono di fanfare quando NON SI VOGLIONO concretamente, senza infingingimenti ed ipocrisia, onorare due giovani nostri concittadini strappati, nella seconda guerra mondiale, alle loro case, ai loro affetti tra cui quelli dei loro bambini appena nati e, infine, dopo atroci sofferenze per le ferite riportate nella "campagna di Russia", morti dentro un ospedale militare straniero?
Quei poveri resti, dopo quasi 50 anni, ritornarono fortunosamente nella loro città che gli tributò un grande onore. L'Amministrazione Geraci e il popolo tutto li accolse quali eroi, seppur involontari, i cui resti mortali diversamente da tanti altri milioni di morti, ritornarono in maniera fortunosa nella nostra e loro città perché i loro cari potessero portare un fiore sulle tombe.
I due giovani soldati, FERRO E SAVARINO, morirono in una guerra che non avevano cercato, voluto e che non gli apparteneva. I figli lasciati in tenera età oggi sono persone avanti negli anni i quali hanno espresso un semplice desiderio: che i loro genitori possano venire ricordati con una targa marmorea perché il sacrifico della loro vita si trasformi in memoria, monito per le nuove generazioni nei confronti delle guerre.
Si sono rivolti a più di un Sindaco, compreso Lo Biundo. Manifestazione di disponibilità.
Il nostro Partito, insieme al consigliere Vito Italiano, se ne é fatto carico.
L'ex Commissario Bonura aveva dato il suo assenso, l'ufficio dell'ing. Lo Grande aveva anche elaborato un bozzetto e chiesto un preventivo ad un artigiano locale.
Meno di mille euro il costo della targa.
Si indicò anche una data per la collocazione: il 4 novembre 2008 perche venissero ricordati insieme agli altri.
Ad oggi il Comune, quale giustificazione, adduce la mancanza di "fondi". Oggi, abbiamo inviato al Sindaco, tramite il Presidente del Consiglio comunale, una interrogazione sulla questione. Non risponderà, così come ha fatto fino ad oggi con le altre.
Cosa dire? Non si hanno parole per definire questa vicenda. E' proprio vero: all'ipocrisia non c'é limite. E ipocrisia significa "simulazione di buone qualità con il fine di ingannare".
E significa anche " fariseismo" e "cretineria".


Toti Costanzo

lunedì 10 novembre 2008

L'ATO IDRICO ELABORA PER PARTINICO ESOSE TARIFFE

I numeri e le considerazioni sulla macchina burocratica del Comune di Partinico sono lì, rigorosi ed impetosi così come sanno essere soltanto i numeri. E la redazione giornalistica di LIBERA MENTE ne ha dato un'ampia, documentata, chiara interpretazione che voglio, ancor di più, esplicitare.
Si tratta di una macchina nei confronti della quale questa Amministrazione comunale ha manifestato, ad oggi, tutta la sua chiara incapacità e non volontà a volerne modificare e razionalizzare i percorsi professionali in ragione di una effettiva e costruttiva azione efficente, economica ed efficace . Le ragioni sono tante e le abbiamo in precedenza esplicitate.
Ma quel che appare inconcepibile é come il Sindaco e la sua amministrazione, a mio parere, ne abbiano coscienza anche se le loro azioni non sono conseguenziali. Mantengono una pletora di Settori, una miriade di Uffici (ve ne solo alcuni con un solo capo e un solo subalterno) che incidono in maniera rilevante sul bilancio del Comune mentre appare sempre più lontana quell'azione virtuosa che vedebbe parte del personale, riappropriatosi della sua professionalità, venire utilizzato per produrre introiti.
Cito un esempio perché si abbia chiaro quel che intendo dire.
Agli inizi degli anni '70 una amministrazione dell'epoca, per ragioni non certo nobili, affidò ad una impresa privata la costruzione e gestione trentennale del servizio di illuminazione votiva nel Cimitero. Gli intrioti per quella società furono, e per tantissimi anni, abbastanza consistenti. Ciascun "utente", infatti, pagava alla gestione una somma annuale stabilita dalla stessa e concordata con l'Amministrazione.
Una successiva Amministrazione quella nata alla fine del 1991 e che vedeva, per la prima volta nella storia di Partinico la presenza nel Governo dei Comunisti ( seppur, come sempre, per pochi mesi) troncò quel rapporto, fece valutare gli impianti, stabilì una cifra quale rimborso per la società iniziando a costruire UN RUOLO e una GESTIONE DIRETTA DEL SERVIZIO. Ovviamente il gestore privato, esautorato, rifiutò l'offerta e fece opposizione. L'Amminisrazione che seguì, purtroppo, gli diede ragione e rimborsò una somma, a mio avviso eccessiva rispetto al valore reale degli impianti. Né continuo nella gestione diretta.
Da allora, tutte le successive amministrazioni, compresa quella della quale fummo parte nel 1999 e quella con Motisi (per ragioni diverse non attribuibili a nostra responsabilità ma che, tuttavia, in questa occasione non intendiamo invocare a giustificazione) lasciarono il cimitero, fino ad oggi, senza il servizio di illuminazione votiva.
I tetativi da noi operati perché CON IL PERSONALE COMUNALE SI POTESSE E SI POSSA COSTRUIRE NUOVAMENTE LA RETE E GESTIRE DIRETTAMENTE IL SERVIZIO, si sono infranti nella logica che il privato é meglio del pubblico.
Riapriamo la "questione" legandola a quella che ci vede impegnati sul problema del personale e della macchina burocratica proponendola, in primis, alla terza Commissione consiliare che si occupa del Piano triennale delle Opere Pubbliche, e successivamente all'Amministrazione comunale che ha il dovere di dare risposte risolutive ai problemi della città. E' il minimo del rispetto che si deve ai nostri defunti oltraggiati, tra l'altro, da quel vergognoso traliccio imposto sull'area di rispetto del nostro Cimitero e a sostegno "di affari" consistenti.
Infine voglio denunciare un fatto grave che non dovrà restare senza conseguenza alcuna ,come sempre succede nella nostra città.
Il Sindaco rilasciava, credo lo scorso venerdì a Tele Jato, una intervista durante la quale cercava di spiegare le ragioni che lo avevano visto votare contro, nell'assemblea dei Sindaci convocata dall'ATO idrico per definire "Il Piano tariffario" cioé quel che pagheremo per il servizio idrico, non appena subentrerà al Comune il nuovo gestore privato. E il Sindaco affermò che il suo no al Piano discendeva dal fatto che "l'ufficio del Comune aveva fornito errate notizie all'ATO per cui questo aveva elaborato tariffe più esose rispetto al dovuto".
Una dichiarazione, come é possibile rilevare, abbastanza grave che non può restare senza alcuna conseguenza nel senso di avere conoscenza di ufficio e funzionari che avevano errato e quali provvedimenti aveva, se li aveva, assunto l'Amministrazione.
Manifesto da subito la mia preoccupazione che é anche quella del mio Partito: che siamo di fronte ad amministratori che intendono SEMPRE scaricare sugli altri le responsabilità e le disfunzioni come se loro non fossero, oramai, parte attiva e decisonale del processo di rinnovamento amministrativo della nostra città.
Se così é, e credo che sono molti che convengono con noi, allora trova ampia giustificazione quel 41% di giudizi negativi (su oltre mille pronunciamenti) registrato dal sondaggio di LIBERA MENTE, che definisce Lo Biundo e la sua Giunta come non capaci a guidare la città. Ma, ad ogni buon conto, la verifica la potremo fare quotidianamente e in ragione della "politica" di questa Amministrazione.


Toti Costanzo.

venerdì 7 novembre 2008

A GIGIA CANNIZZO VOGLIO DIRE......

Trovo che Pino Maniaci abbia fatto bene a intervistare Gigia Cannizzo. Perché in una città che dimentica tutto con facilità e rapidità, dare voce a chi ha avuto un ruolo non solo nella "politica" ma anche in altre pieghe della società, non é cosa usuale.
Si dimentica facilmente nella nostra città. Si dimenticano le lotte, i suoi protagonisti, gli uomini e donne che, nel bene o nel male, hanno fatto la microstoria di Partinico. Per esempio: chi ha ricordato l'amico Stafano Costa, che ci ha lasciato? E Stefano Costa é stato per tanti anni anche un Consigliere comunale che ha dato, dal suo punto di vista e per tanti anni, un contributo alla città e alla soluzione dei suoi problemi.
E chi ricorda il prof. Gino Speciale, docente, uomo di forte cultura umanistica, artista delicato, gentiluomo, riservato e schivo legato al suo mondo fatto di eroi irripetibili che animavano i suoi lavori. Personalmente mi resta, oltre il ricordo di un "maestro" e di un collega per tanti anni presso la scuola media "Archimede", l'avere organizzato nel 1999 da Assessore alle Attività culturali una bellissima Mostra nel Palazzo dei Carmelitani dei suoi lavori e nella occasione della inaugurazione di quell'importante bene strappato al silenzio, al degrado, all'oblio di una classe dirigente che aveva sistematicamente demolito pezzi importanti della storia urbanistica di Partinico. E Gino Speciale aprì, in quell'occasione, alla conoscenza collettiva il prodotto del suo talento ad una città spesso distratta, a volte apparentemente sonnecchiosa, consenvatrice quanto basta per tutelare privilegi, se é il caso anche opportunistica nei suoi ceti apparentemente produttivi sempre, però, sul filo del rasoio del rispetto della legalità. Due personalità certamente diverse per storia e cultura ma sicuramente " nostre".
Dunque dicevo di Gigia Cannizzo che é stata per l'opinione pubblica partinicese, ma anche per il mio Partito, sicuramente un buon Sindaco per la nostra città. Un Sindaco con alto il senso della legalità ma profondamente "ingenua" dal punto di vista politico, cioé per una mancanza "di fondo" nella conoscenza della macchina amministrativa e delle sue dinamiche, e i suoi intimi interessi. E, dunque, condizionabile nel positivo quanto, a volte, anche in negativo.
Gigia Cannizzo, nelle sue esperienze amministrative, dalla fine 1993 alla fine del 1998 sicuramente commise alcuni errori che il mio Partito gli contestò con forza attribuendo questa responsabiltà a lei in quanto "primo cittadino" ben sapendo, però, che gli imput venivano da alcuni ambienti che la sostenevano e che la indirizzavano, in maniera assolutamente opportunistica, verso scelte a volte non sempre chiare e limpide.
Tuttavia quel Sindaco tenne altissimo il senso della dignità del "ruolo" e ,soprattutto ,del sostegno a tutte le forme ed azioni di "legalità". Una legalità non formale, non d'occasione, non opportunista e parolaia ma di "sostanza" .
L'ultima esperienza amministrativa della Cannizzo, quella che la portò alla premeditata e cinica sfiducia, trovò concreto e disinteressato sostegno in Rifondazione Comunista (che aveva già rifiutato il suo ingresso in una precedente Giunta) e in alcuni uomini che di quella Giunta furono componenti e di cui mi piace citare soprattutto, ma insieme agli altri, Marco La Fata che costituirono con Gigia un "unicum politico-amministrativo" che cercò di dare un "senso" all'azione di governo : rigoroso utilizzo del personale (l'attuale Sindaco ne sà qualcosa) insieme ad una azione di ricostruzione della identità della città attraverso l'uso rigorosisissimo delle risorse pubbliche. In un lavoro pubblicato sul nostro sito http://www.rifondazionepartinico.it/ se ne può trovare ampia documentazione.
Ma Gigia resta, almeno per me, una inguaribile ottimista e con una modesta capacità di "analisi politica" comprensibile in quanto lei non fece mai parte organica di un Partito nel senso della comprensione dei meccanisimi, degli interessi, delle dinamiche che penetrano in un organismo fatto di uomini e donne, a prescindere dall'età, soprattutto quando questo diventa "strumento del Governo". E lo dimostra, ancora ad oggi, nel momento in cui indirizza il suo giudizio "speranzoso" e dunque positivo, nei confronti di quanti amministrano, oggi, la nostra città.
E' lo stesso errore che ha anche commesso il mio amico Vincenzo Fedele (ancora più grave, a mio avviso, in quanto, eleborato da un uomo che in un Partito lungamente ha vissuto) quando, durante la fase del ballottaggio, ritenne che la coalizione che sosteneva Lo Biundo fosse adeguata alle necessità della città in quanto "formata da giovani". Uno stereotipo che fa commettere, appunto, gravi errori di valutazione.
Di per sé l'essere giovane non rappresenta, nel modo più assoluto ,una garanzia per la cosidetta "buona amministrazione".
E se dobbiamo analizzare, come noi abbiamo fatto, i primi mesi dell'Amminisrazione Lo Biundo risulta, oggi, esattamente il contrario: spreco di denaro pubblico, incapacità della gestione della complessa macchina organizzativa, favoritismi, clientele spicciole, piccole e meschine cattiverie nei confronti di qualche funzionario CHE FA' FINO IN FONDO IL SUO DOVERE COME ALTRI NON FANNO, difesa di interessi di gruppi economici a scapito degli interessi generali, gestione del quotidiano. Questo, almeno, fino ad oggi.
Ma noi non nutriamo "speranze" perché, da comunisti, valutiamo i fatti, le storie personali, i percorsi politici, gli obiettivi, l'idea che si ha nella costruzione di una Società complessa dentro la quale si muovono fiume di interessi, anche quelli non legittimi, a cui vanno date rapide e chiare risposte. Quelle legittime. Così, almeno fino ad oggi, a noi non appare.
E anche perché, come direbbe il poeta, siamo costretti a valutare l'oggi in quanto "del doman non c'é certezza".
Toti Costanzo

martedì 4 novembre 2008

A D'ORIO E PANTALEO DICO: AVETE VOLUTO LA BICICLETTA ED ORA PEDALATE

Nasce "Rifonda TV Partinico" per volontà dei Giovani Comunisti/e. Un evento politicamente importante che aggiunge un nuovo strumento di comunicazione a quelli di cui il nostro Partito dispone a Partinico, frutto di volontà, sacrificio, passione politica. Invito, ovviamente, i nostri lettori a seguire la nostra web-tv. Troverà uno spaccato della "cultura" di sinistra: pensieri, scritti, musica, cinema, voci.
Detto questo reputo opportuno intervenire ancora sulla questione del personale, con specifico riferimento ai Settori del VERDE E DELLE MANUTENZIONI. Appare necessario a questo punto, e per la delicatezza e complessità del problema, assumere l'impegno di dedicare UN DOSSIER SPECIFICO al resto della macchina burocratica tenuto conto che per ovvie e giustificate ragioni l'attenzione, anche dell'opinione pubblica, ad oggi si é concentrata su questi due soli importanti e più visibili Settori.
Dico subito che va dato atto a Michele Giuliano di occuparsi, in qualità di giornalista, delle questioni relative al "personale" del Comune. Lo ha fatto attraverso il Giornale di Sicilia e il blog Libera Mente. Encomiabile iniziativa di un giornalista che con i suoi servizi, per certi versi, cerca di "stanare" gli amministratori attuali e li costringe a dire qualcosa sull'importantissima (almeno per noi), "questione politica". Michele fa dire, ad esempio, ad un "disperato" Assessore D'Orio che, ad oggi, dice di disporre di 10 custodi di "ville" comunali e di soli 6 operatori. Un'affermazione sicuramente vera ma discutibile se non sostanziata da una seria ricerca e verifica sul personale del "verde" di cui il Comune disponeva già nel 1999 (n. 1 geometra assunto appositamente insieme a n. 1 agrotecnico, n. 3 giardinieri, n. 3 esperti coltivatori, n. 12 operai generici, n. 1 bracciante agricolo) e ricercare le ragioni "della fine" di quell'organico. E insieme a queste le proposte che l'Assessore intende attuare DANDONE CONOSCENZA ALL'OPINIONE PUBBLICA. La quale cosa, almeno fino ad oggi, l'Amministrazione Lo Biundo si guarda bene dal fare. E', questa una chiara strategia, del dire e lasciare intendere, perché alla fine si formi una opinione pubblica GIUSTIFICAZIONISTA nel senso che le responsabilità si intendono SEMPRE trasferire alle Amministrazioni precedenti che, certamente, non ne sono immuni.
Dunque nel 1999 esisteva una situazione sopradescritta ma con la Giunta Motisi il personale addetto alla MANUTENZIONE VERDE PUBBLICO, RANDAGISMO E CACCIA (così risulta da un quadro prospettico ufficiale) diponeva del seguente personale con qualifica A1, cioé degli addetti a servizi sia interni che esterni: n. 5 dipendenti di ruolo, n. 9 contrattisti e n. 4 L.SU.
Ora, io non sò che fine hanno fatto i dipendenti addetti al Verde in attività nel 1999 o quelli dell'epoca Motisi, ma é certo che i cittadini hanno il diritto, quantomeno, di chiedersi in quali "ville" operano questi custodi di cui parla l'Assessore, considerato che di questi non c'é traccia né all'interno del Parco del Castellaccio che come comunisti abbiamo fortemente voluto strappando quell'area ad una sicura cementificazione, né nell'abbandonata "villa del Pino" o quella della terza zona PEEP che i cittadini residenti hanno salvato dall'abbandono e dal sicuro degrado assicurando custodia e manutenzione oltre che averla arredata con costi "zero" per il Comune. A tal proposito si desidera sapere le ragioni per cui il gabinetto pubblico, in quell'area inserita ed una volta funzionante, perché resta chiuso al pubblico. Mentre, é certo, che i pochissimi "residui attivi" di adetti al verde non possono certamente assicurare la gestione di tutto il patrimonio che si é riusciti a costruire in anni di lotte e sacrifici e che oggi va in malora. Al prof. D'Orio voglio anche ricordare che, sempre nel 1999, il Comune aveva assunto tramite un apposito progetto, n. 6 L.S.U. ADDETTI ESCLUSIVAMENTE AGLI IMPIANTI SPORTIVI che facevano egregiamente funzionare e lo stadio comunale, il pallone tensostatico ed anche l'mpianto della terza zona. Verde, Manutenzione, Impianti sportivi: un esercito di operai con professionalità diverse che questi amministratori hanno l'obbligo di "riportare in vita".
Lo stesso ragionamento si può fare per il SETTORE DELLA MANUTENZIONE del quale si occupa l'Assessore Pantaleo che invitiamo a ricercare, con lo scopo di comprendere, cosa sia successo dal 1999 ad oggi con il personale e se lo ritiene opportuno ne dia informativa alla città visto che una caratteristica di questa Amministrazione su tali questioni é il SILENZIO che, a lungo andare, rasenta L'OMERTA'.
Nel 1999 il settore diponeva di ben 15 dipendenti di ruolo (manovali, elettricisti, autisti, fontanieri, muratori etc.) di n. 21 tratti dalle Liste dei disoccupati di lunga durata (operai, fontanieri, idraulici, muratori, falegnami, elettricisti, imbianchini, n. 1 esperto in computer e n. 1 geometra) e in più n. 6 dipendenti L.S.U. addetti specificatamente all'acquadotto comunale mentre Motisi aveva ereditato da Giordano la seguente situazione riferita al Settore delle Opere Pubbliche: n. 8 contrattisti con profilo professionale A1 (addetti ai servizi esterni ed interni) per "l'Ufficio espropriazioni e per Pubblica utilità", n. 2 contrattisti per "l'Ufficio impianti di illuminazione e segnaletica", integrati da altri 14 L.S.U. .
TUTTI GLI ALTRI, CHE FINE HANNO FATTO, Assessore Pantaleo? E' vostro compito ricostruire "le dinamiche della fuga" e darne contezza alla città. Lamentarsi della mancanza di personale non può rappresentare giustificazione per alcuno. Nemeno per voi.
Per oggi penso che basti. Io credo che questa Amministrazione debba concludere un ciclo che l'ha vista fino ad oggi, come fanno i bambini colti sul fatto, ricorrere sempre alla solita, giutificazione: "Che c'entriamo noi? La colpa é degli altri", che per certi versi sarà anche vero. Una formula, però, che fino ad oggi hanno utilizzato per TUTTO QUEL CHE ERA POSSIBILE: per le difficoltà delle scuole, per il verde, i servizi di manutenzione compreso il traliccio collocato da costoro al cimitero. Per non dire di feste e festini.
Tuttavia hanno ora l'obbligo di iniziare una fase del DEL FARE SENZA RICRIMINARE. D'altronde, come si suole dire, hanno voluto la bicicletta e gli elettori gliel'hanno fornita. Ed allora, cari amici, pedalate, pedalate senza voltarvi più indietro. Ne va della vostra credibilità anche personale.
Toti Costanzo

lunedì 3 novembre 2008