Trovo che Pino Maniaci abbia fatto bene a intervistare Gigia Cannizzo. Perché in una città che dimentica tutto con facilità e rapidità, dare voce a chi ha avuto un ruolo non solo nella "politica" ma anche in altre pieghe della società, non é cosa usuale.
Si dimentica facilmente nella nostra città. Si dimenticano le lotte, i suoi protagonisti, gli uomini e donne che, nel bene o nel male, hanno fatto la microstoria di Partinico. Per esempio: chi ha ricordato l'amico Stafano Costa, che ci ha lasciato? E Stefano Costa é stato per tanti anni anche un Consigliere comunale che ha dato, dal suo punto di vista e per tanti anni, un contributo alla città e alla soluzione dei suoi problemi.
E chi ricorda il prof. Gino Speciale, docente, uomo di forte cultura umanistica, artista delicato, gentiluomo, riservato e schivo legato al suo mondo fatto di eroi irripetibili che animavano i suoi lavori. Personalmente mi resta, oltre il ricordo di un "maestro" e di un collega per tanti anni presso la scuola media "Archimede", l'avere organizzato nel 1999 da Assessore alle Attività culturali una bellissima Mostra nel Palazzo dei Carmelitani dei suoi lavori e nella occasione della inaugurazione di quell'importante bene strappato al silenzio, al degrado, all'oblio di una classe dirigente che aveva sistematicamente demolito pezzi importanti della storia urbanistica di Partinico. E Gino Speciale aprì, in quell'occasione, alla conoscenza collettiva il prodotto del suo talento ad una città spesso distratta, a volte apparentemente sonnecchiosa, consenvatrice quanto basta per tutelare privilegi, se é il caso anche opportunistica nei suoi ceti apparentemente produttivi sempre, però, sul filo del rasoio del rispetto della legalità. Due personalità certamente diverse per storia e cultura ma sicuramente " nostre".
Dunque dicevo di Gigia Cannizzo che é stata per l'opinione pubblica partinicese, ma anche per il mio Partito, sicuramente un buon Sindaco per la nostra città. Un Sindaco con alto il senso della legalità ma profondamente "ingenua" dal punto di vista politico, cioé per una mancanza "di fondo" nella conoscenza della macchina amministrativa e delle sue dinamiche, e i suoi intimi interessi. E, dunque, condizionabile nel positivo quanto, a volte, anche in negativo.
Gigia Cannizzo, nelle sue esperienze amministrative, dalla fine 1993 alla fine del 1998 sicuramente commise alcuni errori che il mio Partito gli contestò con forza attribuendo questa responsabiltà a lei in quanto "primo cittadino" ben sapendo, però, che gli imput venivano da alcuni ambienti che la sostenevano e che la indirizzavano, in maniera assolutamente opportunistica, verso scelte a volte non sempre chiare e limpide.
Tuttavia quel Sindaco tenne altissimo il senso della dignità del "ruolo" e ,soprattutto ,del sostegno a tutte le forme ed azioni di "legalità". Una legalità non formale, non d'occasione, non opportunista e parolaia ma di "sostanza" .
L'ultima esperienza amministrativa della Cannizzo, quella che la portò alla premeditata e cinica sfiducia, trovò concreto e disinteressato sostegno in Rifondazione Comunista (che aveva già rifiutato il suo ingresso in una precedente Giunta) e in alcuni uomini che di quella Giunta furono componenti e di cui mi piace citare soprattutto, ma insieme agli altri, Marco La Fata che costituirono con Gigia un "unicum politico-amministrativo" che cercò di dare un "senso" all'azione di governo : rigoroso utilizzo del personale (l'attuale Sindaco ne sà qualcosa) insieme ad una azione di ricostruzione della identità della città attraverso l'uso rigorosisissimo delle risorse pubbliche. In un lavoro pubblicato sul nostro sito http://www.rifondazionepartinico.it/ se ne può trovare ampia documentazione.
Ma Gigia resta, almeno per me, una inguaribile ottimista e con una modesta capacità di "analisi politica" comprensibile in quanto lei non fece mai parte organica di un Partito nel senso della comprensione dei meccanisimi, degli interessi, delle dinamiche che penetrano in un organismo fatto di uomini e donne, a prescindere dall'età, soprattutto quando questo diventa "strumento del Governo". E lo dimostra, ancora ad oggi, nel momento in cui indirizza il suo giudizio "speranzoso" e dunque positivo, nei confronti di quanti amministrano, oggi, la nostra città.
E' lo stesso errore che ha anche commesso il mio amico Vincenzo Fedele (ancora più grave, a mio avviso, in quanto, eleborato da un uomo che in un Partito lungamente ha vissuto) quando, durante la fase del ballottaggio, ritenne che la coalizione che sosteneva Lo Biundo fosse adeguata alle necessità della città in quanto "formata da giovani". Uno stereotipo che fa commettere, appunto, gravi errori di valutazione.
Di per sé l'essere giovane non rappresenta, nel modo più assoluto ,una garanzia per la cosidetta "buona amministrazione".
E se dobbiamo analizzare, come noi abbiamo fatto, i primi mesi dell'Amminisrazione Lo Biundo risulta, oggi, esattamente il contrario: spreco di denaro pubblico, incapacità della gestione della complessa macchina organizzativa, favoritismi, clientele spicciole, piccole e meschine cattiverie nei confronti di qualche funzionario CHE FA' FINO IN FONDO IL SUO DOVERE COME ALTRI NON FANNO, difesa di interessi di gruppi economici a scapito degli interessi generali, gestione del quotidiano. Questo, almeno, fino ad oggi.
Ma noi non nutriamo "speranze" perché, da comunisti, valutiamo i fatti, le storie personali, i percorsi politici, gli obiettivi, l'idea che si ha nella costruzione di una Società complessa dentro la quale si muovono fiume di interessi, anche quelli non legittimi, a cui vanno date rapide e chiare risposte. Quelle legittime. Così, almeno fino ad oggi, a noi non appare.
E anche perché, come direbbe il poeta, siamo costretti a valutare l'oggi in quanto "del doman non c'é certezza".
Toti Costanzo
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