Un patto di desistenza che leghi il Pd alla Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. E’ il progetto a cui lavora il Partito democratico per evitare le situazioni di ingovernabilità che verrebbero da un sostanziale pareggio o addirittura sconfitta del partito democratico nelle circoscrizioni Senato di Lombardia, Campania e Sicilia. Pescando nello stesso bacino elettorale del Pd e di Sel, dal momento della sua presentazione il movimento dell’ex pm ha inevitabilmente eroso consensi alla coalizione di centrosinistra.
Per questo nelle ultime ore al Nazareno si sta lavorando a un’intesa.Magari sul modello della desistenza, come accadde nel 1996 con Rifondazione comunista: esperienza decisamente poco fortunata sul piano di governo ma che aveva premiato nelle urne. Lo scopo del Partito democratico è insomma convincere l’ex pm a non correre nelle regioni più a rischio per la coalizione: Lombardia, Campania e Sicilia. Una partita tuttavia difficilissima, dal momento che proprio nelle due regioni del Mezzogiorno è verosimile che Rivoluzione civile possa contare su un risultato elettorale migliore: in Campania per il supporto del sindaco De Magistris, in Sicilia per la presenza di Leoluca Orlando e dello stesso Ingroia.
“Dobbiamo dire agli italiani di non sciupare il voto – dice Dario Franceschini della direzione nazionale del Pd che si sta occupando proprio del “caso Ingroia” – In Regioni come la Lombardia, il Veneto, la Campania e la Sicilia, dare un voto di protesta equivale a dare più forza alla destra”. Per questo il presidente dei deputati Pd afferma di “sperare che Ingroia e Orlando rinuncino a presentare la loro lista almeno in Campania, Sicilia e Lombardia”.
Non manca la risposta pronta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “E’ una proposta che fa seguito a mille rifiuti del
Partito democratico
– dice Orlando – che, nei mesi scorsi e nelle ultime settimane, ha opposto un netto no a qualunque
dialogo per costruire una vera alternativa intransigente al berlusconismo e al montismo. 
Se questa dovesse essere una
proposta elettorale francamente ritengo che sia una cosa molto modesta.
 Non comprendiamo se sia o meno un segnale di
un ravvedimento del Pd che intende troncare ogni rapporto con Monti e con il montismo per costruire finalmente
un’alternativa credibile di governo. La riposta puo’ darla solo il Pd. Io non posso che portare questa richiesta nella cabina di regia di Rivoluzione civile”, conclude Orlando.