Quando ho conosciuto Mimi’ Bacchi?
Sicuramente da ragazzo quando insieme ad altri
della mia stessa età condividevamo di già la passione dell'ascoltare i
comizi elettorali con gli oratori sul palchetto di Piazza Garibaldi e poi seguire i lavori del consiglio comunale che si
celebrava dentro il Salone degli Specchi, l’attuale ufficio di rappresentanza dei Sindaci della nostra città. Lo ascoltai per la prima volta in uno di questi comizi quando, con una
straordinaria capacità oratoria, notevolissima ed avvincente, denunciava le malefatte
amministrative degli uomini della DC. In quel comizio parlò con veemenza degli
sprechi che si consumavano all’interno del vecchio ospedale di Largo Casa Santa
da parte del Consiglio di amministrazione ,ovviamente nelle mani democristiane.
Sprechi ma anche assunzioni parentali, fu l’argomento di quella sera in quella
piazza gremita . Le nostre strade s’incrociarono dopo alcuni anni quando un
pomeriggio nei pressi di piazza Monumento ai Caduti (ero già vice presidente
del circolo della FUCI di Partinico ,la Federazione degli universitari cattolici ) e
passeggiando con altri amici universitari, ci incrocio’. Si accompagnava , quel tardi pomeriggio di fine primavera ad
Alberto Lo Iacono e Ignazio Speciale .Ci apostrofò con voce alterata definendoci ”untorelli
di sacrestia”. In verità non compresi subito il significato di quell’appellativo.Compresi,
però che si trattava di una espressione certamente offensiva. Anni dopo ebbe a
spiegarmelo giustificandosi perché mal aveva sopportato che il figlio di un suo
amico (mio padre era anche molto amico di Ignazio Speciale che aveva conosciuto
a Terrasini ) fosse
organico a quel circolo di giovani democristiani. D’altronde era a tutti noto
come i giovani “fucini” venissero tesserati, a volte anche senza un
esplicito consenso al Partito della dicci . Ma non era stato sicuramente il mio caso .Ma forse era
scritto che ci saremmo incontrati.
Avvenne nel 1970. Col maestro Nino Cinquemani ed altri amici avevamo già
dato vita prima al Circolo culturale “Impegno” e poi all’UNLA. Le nostre
battaglie coincidevano con quelle dei comunisti. Ci incontrammo perché avevo accettato
,insieme agli amici e compagni dell’Unla,la candidatura a me offerta da Vincenzo Fedele e Marco La Fata ed entrare nella lista del PCI ,seppur da indipendente.
Entrai in Consiglio comunale nel
gruppo comunista costituito oltre che da Mimi’ anche da Vincenzo Fedele, Cola
Geraci e Gioacchino Lo Medico anch’egli indipendente. Mimi’ ,ormai era nella fase conclusiva della
sua carriera da consigliere comunale . Infatti qualche mese dopo si dimetteva e in sua
sostituzione nominato Marco La Fata, mentre Mimi’ veniva
utilizzato dal Partito per altri più importanti incarichi sopratutto nel
sindacato dei bancari divenendo ,negli anni successivi, anche consigliere di
amministrazione del Cassa Centrale di Risparmio per le province siciliane .Eletto deputato al Parlamento
nazionale nel 1975 e poi nella VII legislatura ,vi ritornava nel 1982 subito dopo l’assassinio di Pio La Torre legato a Bacchi da
antica e solida amicizia. La presenza di La Torre dentro la sezione di Partinico intitolata
ad Antonio Gramsci (dopo il suo assassinio la sezione viene dedicata a Pio) era ricorrente e gli incontri pieni di
apprendimento. La Torre conosceva a perfezioni i problemi legati alla nostra agricoltura cosi' come tutta le vicende collegate all'utilizzo dell'acqua non solo per dissetare la città di Palermo ma per lo sviluppo delle campagne. Pio era stato un determinato sostenitore , insieme a tutto il PCI, delle battaglie di Danilo per la costruzione della diga sullo Jato.
Mimi’ Bacchi aveva una personalità prorompente . Le sue
narrazioni coinvolgevano,affascinavano soprattutto
quando raccontava del periodo storico che lo coinvolse da ragazzo quale attivo nel Movimento indipendentista ,un periodo però politicamente ambiguo
e che ebbe nell’avvocato partinicese Nené Varvaro ,di cui Bacchi fu discepolo ,un
punto forte di riferimento. L’avvocato Varvaro aderiva, poi, al PCI e ne
diventava deputato all’ARS.Con la confluenza di Varvaro aderivano anche i suoi
più fedeli collaboratori tra cui , appunto, Mimi’ Bacchi e Ignazio Speciale .
Bacchi fu un comunista “atipico” lontano da coinvolgimenti ideologici
anche se rigorosamente fedele a quel Partito e fortemente collegato con la
cosiddetta ala “migliorista” che ha
avuto i suoi più autorevoli rappresentanti in Napolitano, Emanuele Macaluso ,
Gerardo Chiaromente , Paolo Bufalini. Una
personalità effervescente , quella di Mimi’, capace di creare attrazione ma
spesso anche contrasto perché non si nascondeva dietro le parole manifestando
chiaramente dedizione o avversione per i
suoi interlocutori .Dunque personalità attraente,coinvolgente che sapeva
entusiasmare gli ascoltatori,amato soprattutto dal “popolino” ma anche dalla media borghesia locale che lo votava
senza turarsi il naso non perché sosteneva “il
comunista” ma un suo figlio che si faceva interprete dei suoi bisogni, dei
sogni, delle necessità .Il suo alfiere dissacratore del potere anche se Mimi’ il potere non lo disegnò mai ma lo uso' ,sopratutto, per l'avanzamento del suo Partito .Una
parte di Partinico votava il suo "ribelle" , colui che interpretava il forte e
storico desiderio di rivincita nei confronti di coloro che detenevano il potere e lo
usavano in maniera smodata e sfacciata . E la conclusione delle campagne
elettorali lo vedeva sempre nella nostra città ,protagonista indiscusso della
piazza che si esaltava e lo osannava. Oggi se ne è andato un protagonista della storia politica della nostra città .Ciao Mimi’
Toti Costanzo
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