mercoledì 24 settembre 2008

LEVATEVELO DALLA TESTA CHE CON LA SCONFITTA ELETTORALE I COMUNISTI SONO SCOMPARSI DALLA SCENA POLITICA DELLA CITTA'

Molto probabilmente deluderò quel lettore del blog Libera Mente il quale ha scritto di recente che, ormai, ai pochi comunisti di Partinico (qualcuno addirittura scrive che siamo ridotti a zero) resta, quale arma politica, soltanto "l'ironia" e dunque, a suo dire, non avremmo nient'altro da dire e sopratutto da fare. Con l'occcasione mi permetto di aggiungere in dissenso da quanto scritto oggi da un bloggista sempre su Libera Mente, come sia da noi lontana l'idea che i partinicesi che hanno votato Lo Biundo non siano intelligenti e ad esserlo, saremmo solo noi.
Mi dispiace, insisto nello scrivere che li deluderemo nel senso che riteniamo, ancora, non solo di dire ma anche di fare tanto per la nostra città e non solo ricorrendo anche all'uso dell'ironia e della satira (che non é e non vuole essere denigrazione di alcuno), che noi continuiamo a considerare strumenti formidabili di "lotta politica".
E rivolgendomi a questo nostro critico lettore, e ad altri che la pensano come lui, vorrei chiedergli se si sia accorto, ad esempio, (io personalmente lo reputo grave) che tra le deleghe assegnate agli Assessori, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA POLITICO-AMMINISTRATIVA DELLA CITTA' E COMUNQUE A MIA MEMORIA, manca quella specifica, importante ed indispensabile ovviamente per la nostra economia, delega alla Agricoltura. E dire che tra coloro che hanno sostenuto il Sindaco "da sinistra" (guardandomi bene dal volere, con queste dichiarazioni, creargli eventuali "preoccupazioni" politiche in ragione della VERA natura della sua coalizione notoriamente di centro destra) ve ne erano alcuni che nella loro lunghissima vita politica, all'agricoltura avevano ed hanno dedicato tempo, passione ed anche competenza. Eppur vero, però, che solo le montagne non cambiano!

In questa nuova compagine amministrativa, infatti, NESSUNO ha una delega visibile, chiara, si potrebbe dire una "delega pesante", e cioé dell'essere "ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA". E non si tratta, certo, di fatto soltanto formale.
In verità, nell'analizzare il programma del Sindaco Lo Biundo, risalta già come per l'agricoltura i redattori si siano limitati a pallidi, incomprensibili, accenni . Né "l'agricoltura" può essere inserita in un generico contesto collegato alle cosidette "Attività produttive" risultando, ancora ad oggi, quale elemento trainante della nostra economia e dunque soggetto di PRIMISSIMO PIANO .
E non lo sosteniamo soltanto noi ma soprattutto IL PIANO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI PALERMO quando scrive, tra l'altro, "che il sub sistema interno é catterizzato dalla attività agricola specializzata e di qualità". Ed aggiunge che "dall'analisi socio economica emerge ..che punti di forza sono la elevata specializzazione nel settore agricolo nell'area DOC del Partinicese (DOC Alcamo)" che, aggiungiamo noi, si estende su 3000 ettari circa di vitato.
Ma per questa questione trovo interessante leggere nel programma elettorale di Ezio Lo Iacono, successivamente eletto Consigliere comunale in una delle tante Liste civiche di sostegno a Lo Biundo, la condivisione di giudizio sulla "questione agricoltura".
Infatti Lo Iacono scrive ad esempio, ".. che l'agricoltura poteva decollare con la costruzione della diga sul fiume Jato, l'irrigazione diffusa, i piani colturali, le trasformazioni, la commercializzazione e l'internazionalizzazione é diventata marginale ...". E poi ancora: "Un Piano disatteso di piena occupazione redatto dalla scuola IPSIA (78/79) dimostrava che l'agricoltura intensiva ed industrializzata poteva assicurare la piena occupazione in un bacino abitato da 70.000 circa ..."
Dunque Lo Iacono, da un lato si rammarica di quel che l'agricoltura poteva essere e che non fu e dall'altro, implicitamente, penso che intenda richiamare questa Amministrazione ad un impegno per restituire all'agricoltura quell'attenzione e quel ruolo che nella politica e nella economia partinicese ebbe ad avere ed ancora ha.
La mia generazione politica ha conosciuto quel Piano cui fa riferimento Lo Iacono e che ebbe protagonista e la scuola e redatto sopratutto dall'agronomo Giovanni Di Trapani già preside di quella scuola, che da consigliere comunale lo portò al dibattito del Consiglio e delle forze interessate. Un dibattito ampio, articolato, qualificato, propositivo e che poneva con forza come le questioni dello sviluppo economico non potessero prescindere dal trattare di agricoltura.
D'altronde non poteva che essere così se pensiamo alla costruzione della diga e l'uso dell'acqua, alla nascita della cooperativa irrigua Jato, alle trasformazioni agrarie con l'uso delle risorse idriche dell'invaso, allo stesso ruolo della scuola che si chiamava Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura con annessa azienda agricola per le colture sperimentali e trovava naturale sede nella proprietà comunale di Bosco Falconeria.
Tutto ciò poneva l'agricoltura, in tutte le sue articolazioni, all'attenzione delle forze politche locali oggi, a quanto pare, interessate ad altro.
Né va dimenticato quale corollario allo sviluppo agricolo la nascita dell'attuale mercato ortofrutticolo rimasto incompiuto e l'esperienza "rivoluzionaria", seppur breve, della presenza dell'industria di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli della nostra zona che ebbe a dare reddito ai produttori ma sopratutto lavoro alle donne. Appunto, un fatto rivoluzionario, che introduceva nel mercato del lavoro locale, per la prima volta, una massa consistente di manodopera femminile, seppur stagionale.
E all'amico critico del ruolo dei Comunisti e ad altri come lui che gioiscono dell'assenza in Consiglio del nostro Partito mi permetto (cosa che in genere non faccio mai per evidente, ovvio, pudore) di ricordare che insieme ad una specifica pubblicazione curata soprattutto dal compianto dott. Aldo Grillo, durante l'ultima Amministrazione Cannizzo, Assessore all'agricoltura il sottoscritto, fu insediata una COMMISSIONE ALL'AGRICOLTURA con sindacalisti del settore, consiglieri comunali, tecnici, responsabili dell'ESA e dell'Assessorato regionale, già deliberata nel 1998 dal Consiglio e mai insediata, che si incontrava regolarmente, deliberava, e DETTAVA NON SUGGERIVA all'Amministrazione comunale linee di sviluppo e tendenze. Un'Amministrazione che aveva recuperato al suo GIUSTO ruolo di agronomo un funzionario oggi addetto ad altro, che promosse i prodotti della "Nostra Terra" non solo nelle fiere e mercati internazionali ma in un Comune come Terrasini vissuto in estate da diecine di migliaia di frequentatori, che non solo potenziò L'UFFICIO AGRICOLTURA, ma che ne istituì un altro, cioé L'UFFICIO TECNICO DELL'AGRICOLTURA, recuperando al loro ruolo alcuni giovani tecnici ex articolo 23 forniti di diploma e di geometra, di agrotecnico o di perito agrario (giovani, alcuni dei quali, utilizzati in umilissime mansioni a disprezzo della loro professionalità) per mappare il territorio, definirne la vocazione, individuare la viabilità in tutte le sue articolazioni e consistenza, mappare le imprese agricole e la loro effettiva produzione, che utilizzò l'acqua dell'invaso non solo per il laghetto artificiale di Villa Falcone o per riempire le cisterne dello stadio comunale o quelle della villa Margherita ma soprattutto per dare acqua, nell'estate, agli agricoltori del terzo lotto sollevato, che acqua non ne avevano per impossibilità da parte della Cooperativa irrigua di saldare i debiti con ENEL. Ed infine l'adesione incondizionata e convinta al progetto promosso dal Comune di Alcamo, che istituiva l'Associazione "Vie del vino" il cui Presidente era, allora come oggi, il dott. Enzo Cusumano funzionario della Regione siciliana, con lo scopo chiaro di valorizzare il nostro vino. Dunque si riiniziò a costruire una POLITICA per l'Agricoltura in quei pochi mesi durante i quali quell'Amministrazione ebbe vita. Poi finì come sappiamo: gli stessi, sempre quelli, sempre quelli di sempre, vollero mettere fine a quella "rivoluzionaria" esperienza che aveva sconvolto equilibri, eliminato le sacche di privilegio, programmato e finanziato, scelto i professionisti secondo merito e non appartenenza, restituito dignità ai lavoratori del Comune considerandoli risorse della collettività e non di PROPRIETA' PERSONALE, curato e custodito il verde, gestito CON ECCELLENZA il servizio dell'Igiene Ambientale, che aveva già assegnato il primo bene sottratto alla mafia dei Madonia per farne un CAMPO SPERIMENTALE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA e non altro.

A quanti sostenitori di Lo Biundo hanno inserito nei loro programmi elettorali la "QUESTIONE AGRICOLTURA", (e chiarisco subito che non mi riferisco ad Ezio Lo Iacono ma ad altri) come problema centrale dello sviluppo, mi permetto di suggerire che averlo scritto in un programma elettorale é cosa sicuramente importante, ma non basta.
Né basta dirlo in campagna elettorale, tanto in quel periodo si può dire e scrivere quel che si vuole perché, finita la festa gabbato lo santo. Quel che importante oggi é quella d'essere conseguenti, ora e subito, con le cose dette e scritte.
In caso contario siamo di fronte ad una ennesima, macroscopica sceneggiata, una grande, ulteriore, storica mistificazione che vedrebbe, nella eventualità, soltanto una mandria di opportunisti capaci soltanto di dare un ulteriore, mortale colpo alle aspettatiteve di tanti cittadini onesti .
In più, ad alcuni diciamo:
NEL CASO LEVATEVELO DALLA TESTA DI AVERNE, CON LA SCONFITTA ELETTORALE DEI COMUNISTI A PARTINICO COME ALTROVE, DECRETATO ANCHE LA SCOMPARSA.
Perché, spiacenti, ma siamo costretti, come si suole dire, "a non potervi servire".


Toti Costanzo

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