Il Consigliere comunale Salvatore Rizzo Puleo é stato sempre un nostro avversario politico nel senso della sua appartenenza ad una corrente politico-culturale di centro destra cioé ad un Partito come Forza Italia del quale se non vado errato, nel lontano 1994, é stato uno dei fondatori nel nostro Comune.
A Rizzo Puleo, che é stato anche Assessore comunale ed ha riscosso sempre un notevole successo elettorale e che oggi ha lasciato il Partito delle Libertà dichiarandosi in Consiglio quale "indipendente", gli si possono rivolgere tante critiche ma sicuramente non quella di non essere un uomo politicamente coerente. Un rappresentante politico, appunto, che non é stato mai un voltagabbana nel senso che non ha mai fatto parte di quell'ampia marea di saltimbanchi locali, giovani o non giovani che siano e che anche negli ultimi tempi hanno invaso la platea della "politica" partinicese, cioé parte della schiera di coloro che cambiano Partito come si usa fare con le cravatte. Personaggi, questi ultimi, sempre rosi dall'ambizione sfrenata che li conduce al cinismo, rendendoli capaci, come si suole dire, di "passare sul cadavere della madre" pur di emergere, di esserci, determinare.
In una parola avere visibilità, palcoscenico, potere.
Rizzo Puleo é stato coerente, determinato a volte anche ostico nei confronti degli avversari, soprattutto nei nostri confronti, quindi un avversario "duro". Un anticomunista, certo, ma certamente leale.
Perché mi sono permesso, con questa nota di occuparmi del Consigliere Rizzo Puleo? Non certo per piaggeria di cui non penso abbia di bisogno, quanto perché la sua vicenda personale mi consente di operare qualche riflessione, a mio parere utile, al fine di comprendere le logiche che sottendono, ancora ad oggi, alla vita interna dei Partiti soprattutto governativi, ma non solo, e dunque "gestori di potere".
Questi Partiti ripropongono, come se il tempo non fosse mai trascorso, un modello che nel passato cioé nella cosidetta prima Repubblica, ha fatto le fortune di alcuni Partiti e Partitini e soprattutto di alcuni dei loro uomini. Cito per tutti, seppur con tante differenze, Pino Avellone nella DC o Salvatore Cintola nel PRI. Come pensate che siano cresciuti nella nostra città questi Partiti? E come, alcuni dei loro uomini?
La logica era semplice ma ben collaudata e proficua: bisognava individuare, all'interno degli schieramenti avversari, dei soggetti vivaci, determinati, ambiziosi capaci, però, di "portare" voti". Cioé costoro dovevano disporre di un elettorato che poteva essere rappresentato dal peso della sua "larga famiglia", le amicizie, il ruolo nell'economia locale o nelle professioni.
Ma importanti erano anche i soggetti con tali caratteristiche ma privi di occupazione o, nell'attesa d'averne una.
E allora scattava la circuitazione, l'avvicinamento, la proposta allettante ed il gioco era fatto. Dall'oggi al domani avveniva "il trasferimento" e, con la nuova adesione, una candidatura certa per il Consiglio comunale (allora come oggi massima asprazione per tanti) o, se disoccupato, dentro una delle tante disponibilità che offriva il grande mare del pubblico impiego.
Ovviamente il posto in Consiglio o "il posto" TOGLIEVA DIRITTO A QUANTI IN QUEL PARTITO AVEVANO SEMPRE MILITATO, NON USI ALLA PERVICACIA, ALL'INSISTENZA, ALLA DETERMINAZIONE E MENO CHE MAI A FAR RICORSO ALL'ARMA DEL RICATTO.
Il vero militante si subordinava alle cosidette decisioni di tutti, giuste o sbagliate che fossero. In una parola il "militante di sempre ", "il fedelissimo", doveva far posto al nuovo arrivato, ai nuovi voti, per far crescere il potere del Partito e soprattutto del leader della corrente di appartenenza.
E' stato così anche per il Consigliere Rizzo Puleo? Si é preferito ricorrere agli "altri" sacrificando chi aveva costruito per anni, lavorato, sudato per l'affermazione e la crescita del "Partito" a Partinico senza potere avere, dopo tanti anni, il giusto riconoscimento?
Penso probabile che abbiano influito sulle sue decisioni non solo il ritorno alla candidatura a Sindaco di Giuseppe Giordano, ma la candidatura sicura alla Provincia di Palermo del giovane Vincenzo di Trapani rappresentante di AN cioé, di fatto, di un Partito diverso da quello cui ha appratenuto (e forse a cui anche ora appartiene) Rizzo Puleo e con un peso elettorale nel collegio, ma soprattutto a Partinico, di gran lunga inferiore.
In una parola: é prevalsa la vecchia logica del passato? Allargare le maglie del Partito non per acquisire nuovi militanti che scelgono spontaneamente, con fede e convincimento, ma per opportunismo e così allargare il gruppo, la corrente, il peso del leader nello sacchiere degli equilibri di potere interni al Partito ma, di converso, sacrificando i "vecchi militanti e costruttori" del Partito stesso?
Io ho cercato di dare una chiave di lettura.
Non sarebbe male se Rizzo Puleo volesse, su questi argomenti, aprire una discussione utile nell'asfittico panorama della politica locale immersa in un preoccupante qualunquismo, nell'antipolitica, nel tran-tran del particolare, nell'individualismo foriero di gravi guasti per la nostra modestissima "democrazia locale".
Toti Costanzo
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