venerdì 4 dicembre 2015

CARI GIANFRANCO MICCICHE' E VITO D'AMICO,MEGGHIU SULI CA' MALI ACCUMPAGNATI






Bisogna avere l’onestà di ammetterlo: Gianfranco Micciché ha avuto il coraggio di ritornare a Partinico nelle vesti di un perdente ( ovviamente sul piano politico) con lo scopo di ricostruire il “suo Partito”. Lo ha fatto nel piu’ classico dei modi convocando a Palazzo dei Carmelitani un’assemblea di cittadini alcuni dei quali- abbastanza pochi in verità- erano stati con lui quando rappresentava il massimo del potere politico soprattutto in Sicilia. Vi ricordate alle elezioni del 2001? Fu un inequivocabile quanto sonoro 61 a zero per il centro sinistra e ad un suo comizio in piazza Duomo fece il pieno. All'epoca tutti con Gianfranco il figlioccio di Berlusconi che nel 1994,sceso in campo,sconfisse la gioiosa macchina da guerra messa su da un personaggio,tale Achille Occhetto,che noi comunisti partinicesi sebbene fosse il segretario nazionale del Partito storpiando e dissacrando volutamente il suo cognome,chiamavano “ochetto” .Come a dire un tizio di modeste dimensioni e livello che aveva indebitamente preso il posto che fu di Togliatti,Longo,Berlinguer. Non avevamo torto tant’è che nel 1989 ,e dopo la caduta del muro di Berlino alla Bolognina,quartiere di Bologna,liquido’ quasi 80 anni di storia dei comunisti italiani affidando poi il nuovo Partito a personaggi del tipo D’Alema (da noi definito ‘u mastru varveri in ragione del suo baffetto da sparviero) e ,ancor peggio ,quel Veltroni come si suole dire “senza arte né parte” cresciuto dentro quel Partito che gli diede tutto e che lui ,come Giuda, rinnego’ avendo anche avuto il coraggio di dichiarare per un meschino processo di revisionismo storico e per compiacersi il centro destra ,“io non sono mai stato comunista”!
Dunque Gianfranco con un passato giovanile in Lotta Continua palermitana,divenuto poi per volere di Dell’Utri il responsabile della Publitalia ’80 dell’ex cavaliere,entra in politica con Forza Italia ed ottiene tutto. Compreso l’affetto passionale e dis-interessato di Giuseppe Giordano che nel 2000 sostenuto da quel Partito diventa anche sindaco della città.Gianfranco avrà chiesto a tanti dei presenti – e tra questi sicuramente al nostro amico Saverio - dove fosse finito GiuGio a cui FI aveva dato tutto.Pare che la risposta sia stata unanime:GiuGio non stà mai con i perdenti tant’è che si è vociferato di una sua nomina quale assessore nella giunta di Lo Biundo.No,non perché il sindaco dovesse ricambiare i favori ricevuti quando Giordano governava la città,ma perché Lo Biundo politicamente furbastro com’è è convinto che quando si candiderà alle regionale i voti di Giordano gli serviranno di certo.
La sala dei Carmelitani era assai mesta.Degli ex, quasi nessuno e tra questi Toto’ Rizzo Puleo che di quel Partito a Partinico,insieme al geometra Barbici assente ingiustificato,era stato il fondatore. Presente,Rizzo Puleo,ma volutamente piazzatosi nelle retrovie.E i tanti che da FI erano stati gratificati perché tempi di vacche grasse?Scomparsi,squagliati come neve al sole. Semplicemente ingrati ?Gianfranco,tuttavia,sebbene questo Partito di FI difficilmente potrà minimamente ritrovare anche nella nostra città i fasti del passato,ha messo a segno un vero colpo.Il reclutamento,quale coordinatore locale,del consigliere Vito D’Amico.Una scelta,quella dell’ex assessore di Lo Biundo politicamente poco comprensibile in ragione dell’essere stato da oltre un ventennio uno dei leader del Movimento degli artigiani che,tra luci ed ombre,appariva un soggetto orientato al sostegno delle forze cosiddette del centro sinistra.Ovviamente avrà avuto le sue buone ragioni seppure non spiegate.Chiaramente si tratta di una scelta personale che scaturisce da riflessioni e motivazioni che vanno rispettate.Ciascuno ha il diritto di andare là dove lo porta il cuore.
Toti Costanzo

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