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Credo che sia necessario mettere di fronte alle loro responsabilità tutti quei soggetti che a diverso titolo rappresentano “la classe ” cui è stato affidato il compito di governare la città. E “classe di governo ” non è soltanto quella composta da coloro che hanno ricevuto un mandato elettorale- Sindaco o Consiglieri comunali- quanto quella più estesa e rappresentata da Partiti, Gruppi politici ,Organizzazioni sindacali, la Chiesa locale, Associazioni , le categorie professionali .Nello specifico ,più di tutte,la categoria degli agricoltori e i Sindaci del comprensorio i cui Comuni usufruiscono dell’acqua dell’invaso Poma. Quando si tenta con caparbietà di fare scomparire per ragioni pseudo-politiche o per indifferenza e mancanza di senso della responsabilità ,uno strumento costruito all’inizio degli anni ‘60 con sacrifici, lotte, impegno e che ha rappresentato ,con l’uso delle risorse idriche, la speranza per dare inizio a processi di vero SVILUPPO dell’economia del nostro territorio ( sviluppo dell’agricoltura solido, concreto vero e non certo quello aleatorio ed ambiguo dei centri commerciali che NON PRODUCONO ma spingono soltanto al consumo di produzioni altrui prosciugando risorse economiche dal nostro territorio ), allora è tempo che SI SAPPIA perché ciascuno assuma le sue responsabilità. Dunque, chiarezza,senza più tergiversare , senza più temporeggiare . E chiarezza significa dire alla città e al suo territorio, FINALMENTE e dopo 5 anni , le ragioni per cui Venerdi’ 23 settembre alle ore 9 il Presidente Pino Lombardo e i componenti Costanzo e Lo Baido del Consiglio di amministrazione della cooperativa “Consorzio irriguo Jato” - strumento nato con l’invaso Poma ,voluto dalla intelligenza e caparbietà di Danilo Dolci che seppe coinvolgere le popolazioni locali in un processo collettivo di lotta e di costruzione , difeso nel tempo contro tutto e contro tutti e cioè speculatori pubblici e privati dell’acqua ,mafia e prepotenza , Prefetti, Sindaci di Palermo - si è dovuto recare nel capoluogo presso la sezione fallimentare del Tribunale civile ,presentandosi al magistrato cui si è rivolta l’ENEL che vanta un credito notevole nei confronti del nostro Consorzio irriguo .E la ragione della richiesta del fallimento trova giustificazione per avere l’Enel fornito alle ultime amministrazioni del Consorzio Jato ( quelli che vanno dal 2000 all’aprile del 2006 l’energia elettrica per fare funzionare le pompe di sollevamento che immettono l’acqua nella rete di distribuzione .Energia ,ovviamente, non pagata .E le pompe di sollevamento sono quelle custodite all’interno di uno stabile sui cui tetti ancora ad oggi stanziano gli operai dell’ex Consorzio irriguo che chiedono d’essere assunti dal Consorzio di Bonifica Palermo 2. Quel debito con l’Enel non fu estinto da quegli amministratori che lasciarono in più al Consorzio Jato altri debiti e per altre ragioni. Poi sopravvenne quel miserabile quanto vergognoso decreto dell’ex Assessore all’Agricoltura e Foreste di Forza Italia, Leontini, che con atto d’imperio ed unilateralmente calpestò la Convenzione tra il Consorzio dello Jato e l’ESA stipulata fin dal 1974 attraverso la quale il nostro Consorzio gestiva l’acqua, la distribuiva, interveniva sulle condotte, riscuoteva i canoni. E distribuiva l’acqua non solo in ragione della Convenzione citata ma perché IL CONSORZIO IRRIGUO JATO NEL 1971 NASCEVA PER VOLONTA’ NON SOLO DI DANILO E DELLE POPOLAZIONI MA PERCHE’ L’ENTE DI SVILUPPO AGRICOLO (ESA) l’aveva voluto PROMUOVERE. Tant’è che all’interno del Consiglio di Amministrazione tra quelli eletti dai soci contadini aventi diritto (ed erano oltre 1500) una unità di rappresentanza entrava per Statuto dentro il Consiglio NON ELETTA ma NOMINATA dall’ESA .Cosi’ come , sempre per Statuto, il Presidente dei revisori dei conti era anch’esso di nomina dell’ESA. Dunque il nostro Consorzio non era e non è uno strumento privato,una impresa che punta al profitto o un organismo economico ma aveva ,con la presenza dell’ESA,forti caratterizzazioni pubbliche perché la sua funzione era quella, e soltanto quella ,di servire la nostra agricoltura.
Ora siamo arrivati al “dunque”. E dunque significa anche chiarezza. Dopo essere stata abbandonato dagli amministratori che del Consorzio si erano soltanto”serviti” e per ragioni soltanto clientelari , nell’agosto del 2006 alcuni rappresentati di Partiti ,gruppi politici e di coltivatori ( Pino Lombardo, Antonio Lo Baido, Toti Costanzo, Raffaele Reda, Gino Ferro, Enzo Paradiso, Gigi Fiorino ,Leo Russo ed Alfredo Rubino ) decisero che la vita del Consorzio,la sua storia, il suo ruolo democratico non si poteva esaurire solo perché cosi’ aveva deciso l’Assessorato regionale all’agricoltura ,e per esso personaggi interessati di F.I. che si assommavano alla pusillanimità degli ex amministratori , ma bisognava iniziare una forte battaglia di opposizione alle sciagurate ragioni pseudo politiche di chi ,all’epoca, governava la regione siciliana .
SENZA UNA SOLA LIRE E METTENDOCI DI TASCA i nuovi amministratori ci siamo “rimboccati le maniche” e abbiamo iniziato una forte azione politica (ostacolata e vanificata fno ad oggi) accompagnata,però, da un ricorso al TAR per avere giustizia. E il TAR nel 2009 emetteva una chiara sentenza: il Consorzio irriguo Jato per l’azione dell’Assessorato regionale all'Agricoltura ,aveva subito un grave danno . Per questo andava indennizzato .Il ricorso al CGA da parte dell’ESA che veniva individuato dal TAR quale ente risarcitore ,individuava non nell’ESA ma invece nell’Assessorato regionale alle risorse agricole ed alimentari( ex Agricoltura e Foreste) il soggetto che avrebbe dovuto e deve risarcire .Dunque il nostro Consorzio ha diritto al risarcimento , evitare il fallimento e potere continuare ,in un rapporto di collaborazione anche con il Consorzio di Bonifica Palermo 2, la sua importante azione a sostegno dello sviluppo della nostra agricoltura .Tuttavia va detto con chiarezza che quanti hanno provocato questo disastro e hanno radici ben solide nella malapolitica di Partinico ,dal 2006 ad oggi hanno raggiunto alcuni NEFASTI obbiettivi;
1)il disastro e l’abbandono di parte del territorio da parte degli agricoltori ;
2) i gravissimi danni provocati ai terreni dalle forti perdite dell’acqua per una rete fatiscente ;
3) la mancata riscossione dei canoni di pagamento dell’acqua;
4) l’ingiustificato ruolo di alcuni privati che distribuiscono l’acqua al posto degli operatori del consorzio di bonifica col sistema della clientela e del favoritismo ;
5)la mortificazione delle professioni esistenti all’interno del Consorzio di bonifica che non vengono valorizzati con l'aggravante che a dirigere la struttura non sono i più elevati in grado ma quanti sono “ ammanigliati” politicamente( i vari Colletti o Ferrandelli) ;
6) il saccheggio delle risorse idriche dell’invaso Poma da parte dell’AMAP di Palermo ( che paga 3200 euro al mese al consigliere di amministrazione ,certo Giuseppe Giordano già sindaco della città ,per i servigi resi a F.I ora PdL ) che vende l’acqua 1,30 al mc ai palermitani e alle città costiere .
Adesso mi sono tolto ,finalmente e dopo cinque anni, un peso dallo stomaco. Perché non é possibile che da noi ogni giorno scompare un pezzo di DEMOCRAZIA nel silenzio e nel donnabondismo di tanti. Di troppi .
Toti Costanzo