C’è una frase in siciliano assai significativa che dice cosi’:”Picciò c’è ri spararisi”. L’intepretazione autentica ,avendo consultato alcuni nostri anziani contadini che ancora resistono al tempo e alle cicliche gravi crisi della nostra agricoltura ,è questa:”Di fronte a quel che abbiamo sentito dire che non trova giustificazione ma è frutto di ignoranza, farneticazione ,incoscienza, irresponsabilità, stravacantaggine e cosi’ via ,come atto estremo non manifestandosi alcun rimedio NON RESTA CHE SUICIDARSI”. Questo pensavo oggi di fronte ad una intervista che Pino Maniaci ,dopo lunga e penosa astinenza, ha finalmente riconcesso al Sindaco Lo Biundo con ampia soddisfazione di Vituzzu, Vartulicchiu, Giusippuzzu,Gioacchino ,Mimmuzzu e all polistars solidali con Pino e Tele Jato e altri sit-inanti in via Crispi prima e in Piazza Duomo poi ,che un provvedimento infame del Cavaliere intenderebbe cancellare con piena gioia dei Fardazza, di Salto, dei figli di don Totò ,dei Lo Piccolo senza contare gli strascinaquacina locali dell’amministrazione comunale che orbitano anche attorno ai vari Assessori comunali resistenti a tutte le intemperie, le tempeste e le continue sollecitazioni a rassegnare le dimissioni tentando di convincerli,ma inutilmente, che ‘u fuiri è vriogna ma è sarvamentu da vita .E l’intervista cui ci riferiamo non è quella da Sal Le Blond graziosamente concessa in Piazza Duomo al giovane giornalista Bono di Tele Jato davanti a manifestanti solidali con Pinuzzu e Tele Jato ,ma quella rilasciata davanti la sacra immagine di Padre Pio da Pietralcina che lui,Sal, aveva onorato “con la presenza del Sindaco che ringraziamo” ( dichiarazione spontanea e carica di comprensibile commozione di ‘Ntrea in estasi e quasi in levitazione per la gioia n.d.r.).
Sal, bardato come un giannetto durante una di quelle bellissime corse di cavalli ‘nto Cassaru - corse suggestive che affondavano le radici nella notte dei tempi e che il furore antimafioso di alcuni sfasciallitti dell’antimafia da caffè insieme all’ipocrito ruolo degli anticostituzionali ed ingombranti Prefetti ,hanno cancellato - che onoravano la Madonna del Ponte in un tripudio di calia ,simenza, granita e sciallotte di don Michilino Alessi,.passiu con l’immancabile “liccata” e con iocu di focu finale ,fece dichiarazioni tali da costringerci ad abbandonare precipitosamente il piccolo schermo, ricercare disperatamente anche uno scacciacani e farla, cosi’ finita.Per sempre e con ampia soddisfazione di una notevole schiera di nostri detrattori .Domanda di don Pinuzzu: ” Ma la villetta dentro la quale si celebra la festa a padre Pio non è stata realizzata dai cittadini del quartiere Raccuglia che ne hanno fatto un luogo di ritrovo , di preghiera, custodendola e operando anche la manutenzione ?L’amministrazione comunale l’aveva lasciata in stato di totale abbandono cosi’ come il resto del verde della città” . Risposta sardonica e quasi impertinente di Sal :”Vero è che se ne sono occupati gli abitanti di Raccuglia perché noi non abbiamo personale ( come,non avete personale? E i circa 450 dipendenti? V E R G O G N A !!!) , ma se noi non avessimo voluto …”. Come a dire : Si ,ma se tutto questo c’è è perché l’Amministrazione comunale non si è opposta ai lavori dei privati cittadini perché la villetta è di proprietà del Comune.Capite? Se la villetta è nelle condizioni in cui si trova é dovuto non ai residenti che vi hanno lasciato soldi e sudore ma perché l’Amministrazione comunale non si è opposta alla sua sistemazione . Dunque se c’è ,c’è perché cosi ha voluto Sal e l’armata brancaleone che lo sostiene . E alla successiva domanda ,cosi' lo sciagurato rispondeva:" Anzi le comunico ( é passato ,per comprensibili ragioni ,dal tu di ieri al "lei" di oggi n.d.r. ) noi abbiamo un progetto che é quello di affidare tutto il verde ai privati.E lei ci deve aiutare (leggasi: la devi finire di metterci quotidianamente alla berlina "izzandoci" contro la pubblica opinione ) e convincere i cittadini ad avere rispetto delle cose comunali". Avete capito di chi é la colpa del degrado e dell'abbandona dei beni comuni ? Dei cittadini che non rispettano le vergogne di cui si può fare un infinito elenco.Tipo:area 3a zona PEEP acquisita abusivamente alla proprietà del privato artigiano dirimpettaio;area abbandonata dell'ex piscina di via Parrini ;il verde del Castellaccio ,quello del "Pino",la villa comunale ,il palmeto di villa Falcone e le altre centianaia di palme di nostra proprietà diffuse in aree pubbliche di cui almeno la metà é morta e sepolta; la fontana di Valguarnera ; palazzo Ram; l'inquinamento dell'aria,dell'acqua e del mare. E si potrebbe continuare .Cari lettori ,aiutiamolo cosi' come bisogna fare col Cavaliere ,perché abbiamo l'obbligo per ragioni umanitarie di organizzare un ricovero urgentissimo per stato confusionale che ,sostengono i medici, potrebbe sbracare in mentale .E prima che sia troppo tardi ! Per noi.
Annotazione finale ad uso e consumo dei giovani lettori . Per chi non lo sapesse e volesse approfondire la materia lo invitiamo a consultare quella pubblicazione che Gigia Cannizzo fece distribuire alla città quando fu approvato il Piano regolatore generale nel 1997 .Scoprirebbe che tutta la zona di “Raccuglia” su cui è nato un intero quartiere costruito con i miliardi dell’IACP e con il controllo totale della mafia locale - vecchia dicci' benedicente- con l'aggiunta dei suoi zerbini politici d'allora ,era una zona di notevole interesse archeologico. Ed erano quelli stessi che si impossessarono del Palazzo Scalia in Piazza Duomo radendolo al suolo e ricostruendolo cosi’ per come oggi lo vediamo e che fecero scempio e massacrarono tutta quell’area di Raccuglia per finalità speculative e che inutilmente i soliti noti (Masetto Aiello,Toti Costanzo, Giuseppe Casarrubea,Giulio Bosco,Jack Speciale ed altri del gruppo studi e ricerche di Partinico) tentarono disperatamente quanto inutilmente di salvare. Voi pensate che nella prima repubblica i soggetti che gestivano con prepotenza la città fossero diversi dagli odierni che in più hanno fame e sete di potere oltre che di soldi? Nulla è cambiato sotto il nostro sole. Putroppo.
Toti Costanzo
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