Giovanni Di Trapani, Gianni per tanti di noi, aveva qualche anno in più e non solo per questa ragione non abbiamo vissuto insieme
l’esperienza culturale della FUCI di Partinico ma perché lasciò ben presto la
nostra città per frequentare l’Università di Piacenza una della più
qualificate nelle scienze agrarie sul
piano nazionale dove consegui’ la laurea in Agronomia. Capitammo insieme, ma non ricordo in quale particolare occasione ,dopo che avevo appena conseguito la maturità nel Liceo “G.Garibaldi “ della nostra città
e non avevo chiaro in quale facoltà iscrivermi . Non manifestavo grande propensione
per le materie cosiddette scientifiche anche se mi affascinava la vita in tutte
le sue articolazioni ,specie quella che animava il mare, i grandi laghi ,le
distese immense delle foreste ,la nostra terra .Durante
gli studi avevo acquisito una buona capacità nello scrivere, una propensione
alla creatività ,una certa capacità a rappresentare tant’è che ,ancora al Ginnasio, fui coinvolto nella redazione di un giornalino scolastico ,“La Zanzara ”,che ebbe
breve vita .Ad animarlo colleghi più avanti negli anni quali Vito Cossentino,
Benito Console ed altri.Fu facile a Gianni convincermi di scegliere Scienze
Agrarie ed iscrivermi alla facoltà di Palermo . Laddove oggi si distende la
città Universitaria , all’epoca esisteva soltanto il nostro Istituto con
annessa azienda agricola dove si sperimentava e si studiava duro. Un Istituto immerso nel Parco d'Orleans che ci impegnava dalla mattina alla sera , seriamente ,e con obbligo alla
frequenza pomeridiana dedicata ai laboratori e dunque alla ricerca . Fu all’inizio
del 1963 ,e dopo le grandi
manifestazioni popolari ed il digiuno di Danilo del settembre del ’92 ,che iniziava
a prendere seria consistenza il
progetto per realizzare la Diga
sullo Jato e di conseguenza la
Cassa per il Mezzogiorno con i suoi funzionari incominciava con
gli espropri dei terreni che ,costruito la sbarramento,sarebbero rimasti sott’acqua
e per sempre. Si trattava,a detta degli esperti ma soprattutto a detta di
Gianni che era stato nominato tecnico del Consorzio degli espropriandi ,dei
migliori terreni le cosidette “zotte” ,molto fertili i cui vigneti producevano
un’uva e un vino d’eccellenza .Il
Consorzio promosso dalla Coldiretti ,la potente organizzazione contadina nelle
mani della D.C. ,aveva il compito certamente d‘impedire che quelle terre
fossero sottratte ai piccoli proprietari per quattro soldi ma soprattutto
costituiva una massa di manovra contro Danilo e i Partiti della sinistra locale
che lo sostenevano insieme alla Camera del Lavoro di Turiddu Termine, che
quella diga avevano da sempre osteggiato . Perché la diga non significava
soltanto lavoro ma sindacalizzazione operaia ,diritti e salari certi e non per
pochi anni e, quindi, la nascita, assai probabile , di una “classe operaia ”
,quella degli edili, che avrebbe sicuramente irrobustito elettoralmente il
Partito Comunista di Partinico .E con la diga anche l’acqua e con l’acqua la
“rivoluzione” verde cioè la profonda
trasformazione delle campagne con la articolazioni colturali ,l’incremento del
commercio e la nascita di una nuova stagione dello sviluppo e di un nuovo ceto
sociale che avrebbe potuto chiudere definitivamente con quella del lavoro
condizionato,limitato, precario . Il lavoro dei cosidetti cantieri regionali
,unica valvola di sicurezza sociale cui faceva ricorso il governo regionale,
nella mani democristiane, per tacitare la gran massa dei disoccupati costretti
ad un lavoro precario ed umiliante ma linfa per ricattatori politici (un po’
quello che avviene oggi con la sindacatura LoBiundo) che vi affondavano
letteralmente a piene mani .Tuttavia il Consorzio degli espropriandi ,alla cui
Presidenza era stato chiamato Gaspare Centineo , veniva bollato da Danilo e dai
Partiti della sinistra come strumento di cui si serviva la mafia per impedire
la costruzione della Diga. Gianni mi propose una collaborazione avendo
approntato una struttura tecnica in via Cavour che assisteva i piccoli
proprietari espropriandi. Fu durante quella esperienza , seppur breve (avevo
già iniziato a insegnare educazione fisica proprio nella scuola media
“Privitera”, ‘a scola du’ Carminu )
che presi coscienza dell’esistenza di un mondo, quello contadino, complesso,
problematico ,conservatore,carico i bisogni ma elemento fondamentale per
l’economia del nostro territorio . Una grande massa ideologicamente ostile al “comunismo”
e che di li’ a poco ,con la sofisticazione e con la conseguente distillazione ,sarebbe
stata negativa protagonista del più grave fenomeno economico-sociale della
storia della città che l’avrebbe sconvolta fin dalle fondamenta ingrassando la
mafia locale e a quella parte della politica cittadina di governo che si
trasformava in elemento di corruzione e d’inquinamento grave delle coscienze.A questo processo non contribui’ Gianni Di
Trapani cosi’ come da sempre fu
distante dalla mafia e per la sua formazione
e per la sua nota intransigenza morale e coerenza anche se profondamente organico
a quella DC sagniachinara nota per
una concezione fondamentalista della politica intesa quale crociata permanente
nei confronti del “comunismo” che contrastava, ad esempio, con la laicità
manifesta di Pino Avellone che di quella DC fu espressione e parte
preponderante per tanti decenni successivi .E di quella DC Gianni Di Trapani fu
consigliere comunale , assessore e poi Sindaco. E la difesa dei coltivatori ,
di questo mondo che era anche il suo e dal quale proveniva e al quale era
profondamente legato e con il quale manteneva forti rapporti anche politici Gianni
la manifestò , da Sindaco, nell’occasione di una delle tante proteste che la
categoria portava avanti in quegli anni nel rivendicare diritti e sostegno .
Indimenticabile quando si mise alla testa dei coltivatori e li convinse che
sarebbe stato anche necessario bloccare la linea ferroviaria perché la voce dei partinicesi, la protesta
dei contadini del sud ,potesse arrivare là, dove non arrivava il ragionamento,
il convincimento ,la politica. Ricordo ,come
da comunisti ed avversari ,ci sconvolse l’idea che lui da Sindaco
democristiano ,potesse assumere contemporaneamente il ruolo di governo e di
lotta ,quest’ultimo da sempre prerogativa del nostro Partito .Gianni fu un
grande organizzatore ,dinamico e creativo .E queste sue doti più che nella
politica che aveva le sue regole ed anche i suoi impedimenti , li manifestò
nella scuola dove ,non condizionato da lacci e laccioli ,fu straordinario e
dilagante organizzatore. Fondò l’Istituto per l’agricoltura con annessa
azienda agricola per la sperimentazione in località Bosco Falconeria ,un
esempio concreto e moderno di scuola a reale sostegno della vocazione del
territorio . In questa sua scelta lo sostenemmo anche come comunisti in
Consiglio comunale convinti ,come lui ,che a Partinico non c’era necessità di
altre “fabbriche” : bastava quella “verde”
quella che disponeva di tutto e cioè la terra, la sua vocazione
soprattutto alla vitivinicultura , l’esperienza secolare dei nostri contadini. E
dell’agricoltura fu anche studioso pignolo ma competente . Non posso
dimenticare uno studio approfondito che ebbe a realizzare sulla nostra economia
agricola e che presentò anche al Consiglio comunale di Partinico perché
diventasse patrimonio di tutti e non solo di una sola parte politica , la sua,
che non sempre lo sostenne e lo valorizzò soprattutto come tecnico e studioso. E
fu tantissime altre cose . Fu uomo politico, di scuola, di fede .Fu anche il mio Preside in un anno in cui insegnai
in quella scuola. Mi disse :”Toti ,voglio che i miei e tuoi alunni possano avere
un’opportunità che non tutti ,nella loro vita futura, potranno avere”. E alle
Terme di Alcamo diramazione i ragazzi dell’Istituto ,per sua volontà
,imparavano a nuotare mentre all’esterno il termometro segnava anche 15 gradi .Una
cosa impensabile in una scuola partinicese largamente e diffusamente
bacchettona oltre che culturalmente arretrata e conservatrice
Caro Gianni Di Trapani leale
avversario politico, tenace difensore delle tue idee e dei tuoi progetti spesso
avveniristici ,ti porgo il saluto dei comunisti partinicesi .
Toti Costanzo
Nessun commento:
Posta un commento