martedì 19 novembre 2013

GIANNI DI TRAPANI ,UOMO POLITICO ,DI SCUOLA E DI FEDE CI HA LASCIATI E CON LUI SE NE VA UN PEZZO DI STORIA DELLA NOSTRA CITTA'

 

Giovanni  Di Trapani, Gianni per tanti di noi,  aveva qualche anno in più e non solo per questa  ragione non abbiamo vissuto insieme l’esperienza culturale della FUCI di Partinico ma perché lasciò ben presto la nostra città per frequentare l’Università di Piacenza una della più qualificate  nelle scienze agrarie sul piano nazionale dove consegui’ la laurea in Agronomia. Capitammo insieme, ma non  ricordo in quale particolare occasione ,dopo che avevo appena conseguito la maturità nel Liceo “G.Garibaldi “ della nostra città e non avevo chiaro in quale facoltà iscrivermi . Non manifestavo grande propensione per le materie cosiddette scientifiche anche se mi affascinava la vita in tutte le sue articolazioni ,specie quella che animava il mare, i grandi laghi ,le distese immense delle foreste ,la nostra terra .Durante gli studi avevo acquisito una buona capacità nello scrivere, una propensione alla creatività ,una certa capacità a rappresentare tant’è che ,ancora al Ginnasio, fui coinvolto nella redazione di un giornalino scolastico ,La Zanzara”,che ebbe breve vita .Ad animarlo colleghi più avanti negli anni quali Vito Cossentino, Benito Console ed altri.Fu facile a Gianni convincermi di scegliere Scienze Agrarie ed iscrivermi alla facoltà di Palermo . Laddove oggi si distende la città Universitaria , all’epoca esisteva soltanto il nostro Istituto con annessa azienda agricola dove si sperimentava e si studiava duro. Un Istituto immerso nel Parco d'Orleans  che ci impegnava dalla mattina alla sera , seriamente ,e con obbligo alla frequenza pomeridiana dedicata ai laboratori e dunque alla ricerca . Fu all’inizio del 1963 ,e  dopo le grandi manifestazioni popolari ed il digiuno di Danilo del settembre del ’92 ,che  iniziava  a prendere  seria consistenza il progetto per realizzare la Diga sullo Jato e di conseguenza la Cassa per il Mezzogiorno con i suoi funzionari incominciava con gli espropri dei terreni che ,costruito la sbarramento,sarebbero rimasti sott’acqua e per sempre. Si trattava,a detta degli esperti ma soprattutto a detta di Gianni che era stato nominato tecnico del Consorzio degli espropriandi ,dei migliori terreni le cosidette “zotte” ,molto fertili i cui vigneti producevano un’uva  e un vino d’eccellenza .Il Consorzio promosso dalla Coldiretti ,la potente organizzazione contadina nelle mani della D.C. ,aveva il compito certamente d‘impedire che quelle terre fossero sottratte ai piccoli proprietari per quattro soldi ma soprattutto costituiva una massa di manovra contro Danilo e i Partiti della sinistra locale che lo sostenevano insieme alla Camera del Lavoro di Turiddu Termine, che quella diga avevano da sempre osteggiato . Perché la diga non significava soltanto lavoro ma sindacalizzazione operaia ,diritti e salari certi e non per pochi anni e, quindi, la nascita, assai probabile , di una “classe operaia ” ,quella degli edili, che avrebbe sicuramente irrobustito elettoralmente il Partito Comunista di Partinico .E con la diga anche l’acqua e con l’acqua la “rivoluzione” verde  cioè la profonda trasformazione delle campagne con la articolazioni colturali ,l’incremento del commercio e la nascita di una nuova stagione dello sviluppo e di un nuovo ceto sociale che avrebbe potuto chiudere definitivamente con quella del lavoro condizionato,limitato, precario . Il lavoro dei cosidetti cantieri regionali ,unica valvola di sicurezza sociale cui faceva ricorso il governo regionale, nella mani democristiane, per tacitare la gran massa dei disoccupati costretti ad un lavoro precario ed umiliante ma linfa per ricattatori politici (un po’ quello che avviene oggi con la sindacatura LoBiundo) che vi affondavano letteralmente a piene mani .Tuttavia il Consorzio degli espropriandi ,alla cui Presidenza era stato chiamato Gaspare Centineo , veniva bollato da Danilo e dai Partiti della sinistra come strumento di cui si serviva la mafia per impedire la costruzione della Diga. Gianni mi propose una collaborazione avendo approntato una struttura tecnica in via Cavour che assisteva i piccoli proprietari espropriandi. Fu durante quella esperienza , seppur breve (avevo già iniziato a insegnare educazione fisica proprio nella scuola media “Privitera”, ‘a scola du’ Carminu ) che presi coscienza dell’esistenza di un mondo, quello contadino, complesso, problematico ,conservatore,carico i bisogni ma elemento fondamentale per l’economia del nostro territorio . Una grande massa ideologicamente ostile al “comunismo” e che di li’ a poco ,con la sofisticazione e con la conseguente distillazione ,sarebbe stata negativa protagonista del più grave fenomeno economico-sociale della storia della città che l’avrebbe sconvolta fin dalle fondamenta ingrassando la mafia locale e a quella parte della politica cittadina di governo che si trasformava in elemento di corruzione e d’inquinamento grave delle coscienze.A questo processo non contribui’ Gianni Di Trapani cosi’ come da sempre fu distante dalla mafia  e per la sua formazione e per la sua nota intransigenza morale e coerenza anche se profondamente organico a quella DC sagniachinara nota per una concezione fondamentalista della politica intesa quale crociata permanente nei confronti del “comunismo” che contrastava, ad esempio, con la laicità manifesta di Pino Avellone che di quella DC fu espressione e parte preponderante per tanti decenni successivi .E di quella DC Gianni Di Trapani fu consigliere comunale , assessore e poi Sindaco. E la difesa dei coltivatori , di questo mondo che era anche il suo e dal quale proveniva e al quale era profondamente legato e con il quale manteneva forti rapporti anche politici Gianni la manifestò , da Sindaco, nell’occasione di una delle tante proteste che la categoria portava avanti in quegli anni nel rivendicare diritti e sostegno . Indimenticabile quando si mise alla testa dei coltivatori e li convinse che sarebbe stato anche necessario bloccare la linea ferroviaria  perché la voce dei partinicesi, la protesta dei contadini del sud ,potesse arrivare là, dove non arrivava il ragionamento, il convincimento ,la politica. Ricordo ,come  da comunisti ed avversari ,ci sconvolse l’idea che lui da Sindaco democristiano ,potesse assumere contemporaneamente il ruolo di governo e di lotta ,quest’ultimo da sempre prerogativa del nostro Partito .Gianni fu un grande organizzatore ,dinamico e creativo .E queste sue doti più che nella politica che aveva le sue regole ed anche i suoi impedimenti , li manifestò nella scuola dove ,non condizionato da lacci e laccioli ,fu straordinario e dilagante organizzatore. Fondò l’Istituto per l’agricoltura con annessa azienda agricola per la sperimentazione in località Bosco Falconeria ,un esempio concreto e moderno di scuola a reale sostegno della vocazione del territorio . In questa sua scelta lo sostenemmo anche come comunisti in Consiglio comunale convinti ,come lui ,che a Partinico non c’era necessità di altre “fabbriche” : bastava quella “verde”  quella che disponeva di tutto e cioè la terra, la sua vocazione soprattutto alla vitivinicultura , l’esperienza secolare dei nostri contadini. E dell’agricoltura fu anche studioso pignolo ma competente . Non posso dimenticare uno studio approfondito che ebbe a realizzare sulla nostra economia agricola e che presentò anche al Consiglio comunale di Partinico perché diventasse patrimonio di tutti e non solo di una sola parte politica , la sua, che non sempre lo sostenne e lo valorizzò soprattutto come tecnico e studioso. E fu tantissime altre cose . Fu uomo politico, di scuola, di fede .Fu anche il mio Preside in un anno in cui insegnai in quella scuola. Mi disse :”Toti ,voglio che i miei e tuoi alunni possano avere un’opportunità che non tutti ,nella loro vita futura, potranno avere”. E alle Terme di Alcamo diramazione i ragazzi dell’Istituto ,per sua volontà ,imparavano a nuotare mentre all’esterno il termometro segnava anche 15 gradi .Una cosa impensabile in una scuola partinicese largamente e diffusamente bacchettona oltre che culturalmente arretrata  e conservatrice 
Caro Gianni Di Trapani leale avversario politico, tenace difensore delle tue idee e dei tuoi progetti spesso avveniristici ,ti porgo il saluto dei comunisti partinicesi .

Toti Costanzo      

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