lunedì 2 novembre 2009

LA PARABOLA DI ANDREA DA PICCONATORE AD "EX"


Ho sempre manifestato simpatia ( e continuo ad averne) per Andrea Prussiano e non solo perché è stato mio alunno alla scuola media e di quel tempo ne mantengo un affettuoso ricordo ma perché ho avuto la possibilità, durante il periodo in cui è stato consigliere comunale con la sindacatura Motisi, di constatare una manifesta onestà intellettuale non sempre riscontrabile tra quanti, come si suole dire “fanno politica”. Andrea fu tra quanti vollero la sfiducia a Motisi e ne aveva ragione cosi’ come ne avevamo noi di Rifondazione Comunista . Lui era stato eletto per la prima volta consigliere comunale ,e si tratta sempre di un incarico di prestigio nei piccoli come nei grandi Comuni perché ,indipendentemente dalla nostra volontà ed aspirazione ,assegna uno status che riguarda sempre una ristretta cerchia di cittadini. Un incarico non ereditato ,non favorito da forze sostenitrice più o meno occulte quanto conquistato “sul campo” nel senso di ricevere il consenso dai cittadini soprattutto residenti negli 108 alloggi della terza zona PEEP dei quali lui si occupò non solo per la realizzazione di opere di civiltà ma più specificatamente ,insieme a noi, nell’impedire all’Amministrazione Giordano la nascita di un Centro di raccolta rifiuti in un’area contigua a quel quartiere di proprietà comunale. Dunque Andrea Prussiano eletto consigliere comunale -cosa che potrebbe scatenare un orgoglio represso nelle pieghe della nostra storia personale, familiare , di censo E DUNQUE MANTENERLO A QUALUNQUE COSTO - rimette senza tentennamenti il suo mandato pur sapendo che correva il rischio di non essere più rieletto . Fu, al contrario, rieletto con un consenso più esteso rispetto a quello precedente a dimostrazione di come gli elettori del quartiere che lui abita lo hanno riconosciuto ancora una volta un punto di riferimento per la difesa dei loro più immediati interessi.

Ma dalla sua seconda elezione ad oggi ,Andrea Prussiano che Pino Maniaci intanto aveva soprannominato “il picconatore” nel senso di uno che, indipendentemente dall’appartenenza , batteva duro contro il governo locale quando questo si manifestatava inefficiente e rinunciatario, subisce ben presto una vera quanto inaspettata metamorfosi. Una innaturale trasformazione che lo vede non più il picconatore cioè il critico attento, quello che sottolinea sempre le inefficienze, le deficienze e ciò “a prescindere dal governo in carica ”, ma “un ex “ spesso silente a volte addirittura compiacente e giustificazionista quanto inaspettatamente cantore delle “meraviglie” dell’azione amministrativa non della Giunta quanto di pezzi di essa (Sindaco in primis ed ora anche Pantaleo), della capacità operativa di questa compagine amministrativa. Andrea , in poco tempo, diventa uomo di parte ,di una parte anche piccola della coalizione per cui perde quella freschezza intellettuale, quella genuinità che lo metteva al di sopra , appunto, delle parti facendolo diventare cosi' “uno dei tanti”.Devo dire che provo nostalgia del picconatore Prussiano che non guardava in faccia nessuno, che contestava l’azione amministrativa della precedente amministrazione di cui anche noi per un perido fummo parte e che anche lui aveva contribuito a far eleggere , sulla base di una vera e seria ricerca personale di carte e documenti e non certo, come gli capita oggi, a lui fornite da soggetti assai interessati a trasformarlo in strumento di polemica a qualunque costo .Una specie di testa d'ariete da usare per scardinare non sempre a ragione . Cioè Prussiano rischia di diventare , (voglio ancora sperare in perfetta buona fede) una specie di killer politico nelle mani di chi cancella ogni giorno di più un pezzo della sua genuinità perché la sua “diversità” ( che è poi la stessa diversità di chi ostacola processi di illegalità, di chi lotta la crescita di clientele e perdita di dignità oltre che corruzione di coscienze) si annulli per farlo diventare come tutti gli altri .

Al Consigliere Prussiano, come cittadino, mi permetto dunque e se vuole essere ancora credibile ,di chiedergli di occuparsi di alcune questioni ,TANTO PER CITARNE SOLO ALCUNE ,con la stessa forza e determinazione con la quale si erge a difesa dell’Amministrazione Lo Biundo :

-della messa in sicurezza della via Beata Pina Suriano divenuta una arteria di forte traffico, in stato di degrado e pericolosità ;

- della eliminazione ,in tempi brevi ,dell’amianto che copre la scuola Capitano Polizzi;

-della vergogna del traliccio collocato all’interno del parcheggio del Cimitero dove vige il principio DELLA INEDIFICABILITA’ ASSOLUTA e di cosa sia diventata l’area sia interna che esterna allo stesso, lato Alcamo;

-del recupero alla proprietà del Comune in quell’area a due passi da casa sua che non divenne Centro di raccolta rifiuti ma che è divenuta,anche COL SUO SILENZIO, un deposito di materiale di cui si sono indebitamente appropriati i privati ;

- della vergogna di tutta l’area comunale annessa al Villaggio Luna lasciata all’abbandono e al degrado .

E mi voglio fermare qui’in attesa che alle parole di Prussiano ,tese ad esaltare e a difendere ad ogni costo, corrispondano i FATTI, quelli veri e seri.Quelli concreti .

P.S.: non avrei , forse, scritto questo post se non avessi biasimato il modo di come il Consigliere Prussiano , sbagliando, abbia a Tele Jato voluto screditare le iniziative di forte contenuto culturale (ed osteggiate, fino alla fine, dall’ex Sindaco Motisi e che lui dovrebbe ricordare bene!) collegate alle serate del Tango Argentino che videro le notti della città illuminarsi di dignità e di preziosi momenti che ebbero protagonisti musicisti di fama internazionale oltre che la musica del Maestro Maurizio Greco che la nostra città (quella non certo plebea e terra-terra quella ,per intenderci ,non del Grande Fratello e degli Amici di Maria De Filippi) annovera tra le personalità giovanili più prestigiose della sua storia . La famiglia – va sempre ricordato- del nostro giovane Maestro per fare fronte ad un impegno assunto con la città ma messo miserabilmente in discussione dagli amministratori dell’epoca , si dovette indebitare e pagare sostenuta soltanto da pezzi della città sensibile che quelle iniziative ebbero ad apprezzare .

Toti Costanzo

1 commento:

Silvia V. ha detto...

Esattore del pizzo e factotum del senatore
Filippo Di Maria arrestato perché ritenuto uno dei fidati del boss di Alcamo Nicola Melodia. Curava la casa di Scopello del senatore Antonino Papania. Le intercettazioni della squadra mobile l'hanno sorpreso mentre fa campagna elettorale per il senatore Pd e organizza incontri con la sua segreteria politica per l'assunzione di persone di alcune cooperative sociali di Alcamo
di Salvo Palazzolo
Filippo Di Maria, uno degli arrestati del blitz antimafia di questa notte, si divideva fra gli affari del clan e il giardino del senatore del Pd Antonino Papania, eletto nel 2006 con la lista della Margherita. Le indagini della squadra mobile di Trapani hanno appurato che Di Maria era uno dei factotum dell'uomo politico: fra un'estorsione e una riunione di mafia, il boss correva a Scopello, per sistemare la villa o l'auto di Papania.

Il senatore non risulta indagato, anche perché fino a ieri Di Maria era un pefetto incensurato. E pure lui si dedicava alla politica: le intercettazioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo l'hanno sorpreso mentre fa campagna elettorale per Papania e procura a un collaboratore del senatore (l'assessore comunale di Alcamo Giuseppe Scibilia) elenchi di nomi da inserire come votanti alle primarie in cui il Pd sceglieva nel 2005 il candidato alla presidenza della Regione. Tutti voti che finirono sul candidato Ferdinando Latteri.

Ma poi, a spuntarla fu Rita Borsellino. Restò il successo personale di Papania, che in provincia di Trapani fece ottenere a Latteri il record regionale del 45,3 per cento delle preferenze.

Di Maria era un gran procacciatore di voti, ma anche di posti di lavoro. Ancora le intercettazioni della squadra mobile di Trapani l'hanno sorpreso mentre organizza con la segreteria politica di Papania incontri finalizzati ad alcune assunzioni nelle cooperative sociali di Alcamo.

L'ultima indagine dei pm Paolo Guido e Carlo Marzella offre uno spaccato inquietante delle infiltrazioni di Cosa nostra all'interno della politica. I boss di Alcamo, quelli più vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro, sarebbero stati mobilitati anche per il referendum elettorale che nel 2005 vide impegnati diversi esponenti del centrosinistra e del centrodestra contro il quorum del 5 per cento. Di Maria e il suo serbatoio di voti si muoveva dove c'era bisogno, dove veniva chiesto: "Lui mi ha detto, muovetevi, perché siamo in mezzo a una strada", così il boss redarguiva per telefono i suoi. "Lui", secondo la Procura, era Antonino Papania.

Adesso, dopo gli arresti, i magistrati vogliono approfondire le relazioni pericolose della politica trapanese, presto potrebbe partire una sfilata di audizioni.