sabato 2 gennaio 2010

LA CORONA DI LO BIUNDO E LA STORIA CHE SI RIPETE

Giorno 30 dell’anno che si è appena concluso è stato un giorno straordinario per la politica del nostro Partito e della nostra città. Una cerimonia - che si ripete ormai annualmente ma che non ha niente di rituale, semmai ci dice come al passato bisogna attingere per andare avanti nel difficile percorso della rafforzamento della democrazia e dello sviluppo, ha chiuso un anno di duro lavoro di una piccola parte della comunità politica partinicese che affonda le sue radici nella storia del Movimento operaio locale scritto da Danilo Dolci, Turiddu Termini e tanti compagni comunisti che già nel 1944 avevano costruito la Camera del Lavoro ed anche il Partito. Lì, in via Iannello, i comunisti di Partinico insieme a tanti democratici, da anni ormai ricordano Danilo nella ricorrenza della sua immatura scomparsa. E ricordano davanti l’abitazione del quartiere Spine Sante non solo un uomo e la sua storia, ma quell’azione di non violenza come il digiuno, che ebbe capacità straordinarie di convincimento al punto da costringere, insieme ovviamente a tante altre precedenti iniziative di mobilitazione popolare, il Governo a dire si alla costruzione della diga sul fiume Jato. Cioè ad una ipotesi di sviluppo attraverso l’uso razionale di una risorsa come l’acqua che da sempre si perdeva a mare, in quanto simbolo di uno spreco che rendeva sempre più aride e improduttive le nostre terre e sempre più poveri non solo i nostri contadini ma l’economia generale della nostra città. Ma il 30 bisognava che Danilo venisse ancor di più onorato dai partinicesi, seppur l’ultima Giunta del Sindaco Cannizzo gli avesse intitolato, giustamente, la scuola di Mirto da lui voluta e costruita così come il dottore Enzo Provenzano aveva fatto con la divisione di diabetologia. A Danilo, come si conviene agli uomini che hanno lasciato una forte impronta della loro presenza, bisognava in seguito a quanto già deliberato dal Commissario straordinario del nostro Comune, Saverio Bonura, e per volontà dei comunisti di Partinico, intitolare una via già individuata in una zona di espansione a valle della città. Quella zona ne comprende altre tre da intitolare ai comunisti Turiddu Termini e Cola Geraci e al socialista Matteo Provenzano. Un tardivo riconoscimento da parte del potere locale a uomini che furono simboli della lotta contro i soprusi, a difesa dei lavoratori e contro soprattutto i governi del luogo spesso corrotti e corruttori. E la via è stata intitolata, malgrado il silenzio ai limiti del diniego (come era stato per Peppino Impastato) di questa amministrazione comunale alla guida della quale vi è un giovane che, a mio parere, farebbe bene a dedicare più tempo alla lettura e a farsi raccontare, da qualche suo familiare, la storia sopratutto dei comunisti della sua città. Almeno quella di questi ultimi sessant’anni .

La solidarietà portata dal nostro Partito e dal nostro Segretario provinciale, l’avvocato Mario Guarino, ai lavoratori della cooperativa “Consorzio irriguo Jato” che presidiano da prima del Natale i pozzi di sollevamento lasciati dal Consorzio di bonifica in stato di sconsiderato abbandono, è stata la giusta conclusione di quella straordinaria giornata del 30 i cui protagonisti sono stati, indiscutibilmente, i giovani e le giovani comuniste di Rifondazione che, diversamente dal sindaco, non solo leggono ma hanno voglia di apprendere e conoscere un pezzo della storia della loro città. E questo é quel che abbiamo deciso dedicando a Danilo, ai Turiddu Termini , a Cola Geraci e a tanti altri compagni un approfondimento sulla loro vita e sul loro essere comunisti.
Ma la giornata del 30, ad uno come me che ha vissuto intensamente la storia della sua città di questi ultimi cinquant'anni, doveva riservare una piacevole sorpresa a dimostrazione di come, per certi versi, la storia si possa sempre ripetere seppur in forme diverse. Sopratutto quando questa é storia della classe dei lavoratori e dei suoi dirigenti.

Danilo digiunava a Spine Sante, la Chiesa locale, un pezzo allora di ottusa conservazione, lo combatteva ai limiti della denigrazione, una parte della DC quella fondamentalista ed anche oltransista perpetuatasi nel tempo lo definiva come la longa manus dei comunisti. Danilo, dunque, era un nemico da combattere a qualunque costo e con tutti gli strumenti di cui disponeva quel "potere". Ma avviene un fatto straordinario, un fatto non previsto: il sindaco democristiano Mimì Cataldo e la sua Giunta, contro il parere della maggioranza di quel Partito, rendeva omaggio a Danilo visitando in via Iannello un uomo che lottava per una città ed una popolazione che non era la sua con metodi sconosciuti fino ad allora: la non violenza che disarma ma che dà forza alla giustezza delle richieste che erano quelle di costruire la diga e difendere lavoro e sviluppo. Certo, poi quel Sindaco questo atto di grande dignità, coraggio e di incancellabile solidarietà, lo dovette pagar caro in senso politico.

Dicevo come la storia si ripeta. Giorno 30 dicembre del 2009 davanti la casa di via Iannello, a nostra insaputa e di buon mattino, viene posta una corona di fiori dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale di Partinico con lo scopo di rendere, finalmente, onore ad un uomo anche se é ancora poco per non farlo restare di una sola “parte” ma patrimonio della storia di tutta la collettività a prescindere dall'appartenenza. Un riconoscimento sostanziato anche dalla presenza e dall'intervento del Sindaco Lo Biundo. E Lo Biundo in tal maniera, e forse suo malgrado, per questo gesto sarà ricordato così come si ricorda ancora ad oggi il dott. Cataldo Sindaco di quella, purtoppo, breve ed irripetibile stagione politica che contribuì a fare crescere nella coscienza di tanti giovani, tra cui il sottoscritto, il desiderio di un mondo dove eguaglianza, diritti, democrazia siano valori e non certo e soltanto vuote parole. Subissato dal fondamentalismo democristiano, Mimì Cataldo concluse la sua stagione di Sindaco anche se la sua esperienza lasciò lacerato quel Partito che poi nel 1964, alle elezioni politiche, pagò il prezzo della sua divisione. Il fratello di Mimì Cataldo, il dott. Francesco, divenne senatore del Partito liberale mentre si comprese, seppur dopo tanti anni, che la DC si poteva definitivamente "spaccare" e battere il suo sistema di potere fondato non solo sull'adesione convinta ma, in buona parte, sul terrorismo ideologico, sulla clientela ed anche sulle connessioni con la mafia. Ma quella, come direbbe Pino Maniaci, é altra storia.

Toti Costanzo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

anche i comunisti lo avversarono

Toti Costanzo ha detto...

Per una maggiore comprensione della frase scritta dall'Anonimo mi permetto di chiedergli d'essere più espositivo ed esplicito rispetto a quanto affermato .Ciò può essere utile alla comprensione di un perido della vita politica della nostra città anche col suo contributo .Ad esempio: chi avversarono i comunisti?Danilo ,il dott. Cataldo o chi altri?
Toti Costanzo

Anonimo ha detto...

i comunisti,come tutta la politica,avversarono Danilo .Non facendo parte dei giochi politici d'altra parte era logico che cio' avvenisse,i politici ora come allora mirano in primis al loro spazio e mantenimento della " casta"Danilo era evidente che non facesse parte del "coro",e quindi veniva osteggiato da tutti i partiti.Con cortesia vorrei chiedere al Prof. Costanzo:nelle commemorazioni di Danilo fa finta di non conoscere( politicamente) chi gli sta accanto? chiunque sa che tanti di questi osteggiavano Danilo.Anzi a voler eseere piu' precisi Danilo li considerava "nemici".Ora tutti pronti a dichiarazioni televisive...per i senza memoria.

Toti Costanzo ha detto...

Non mi trovo d'accordo con l'amico anonimo su alcune sue affermazioni . Su altre si può anche discutere. Tuttavia Danilo ,pur non essendo un "comunista" nel senso della sua adesione ideologica al marxismo ,da vero cristiano non poteva non incontrare i comunisti che sostenevano le lotte dei lavoratori e si battevano per gli ultimi della società . Per la storia va detto che il rapporo tra Danilo e il PCI fu sempre saldo, volutamente forte tant'é che a preparare lo sciopero alla rovescia che ebbe luogo il 2 febbraio del 1956 venne a Partinico Lucio Lombardo Radice il grande matematico che era membro del Comitato centrale del Partito. Cosi' come nel 1970 l'iniziativa straordinaria di Danilo con "la radio dei poveri cristi" e cioé rompere il monopolio dell'etere da parte dello Stato , fu concordata con l'allora Segretario generale del PCI ,Luigi Longo e la Segreteria . Dunque un rapporto saldo nato negli anni '50 e che non venne mai meno fino alla sua morte. E' certo,però, e in questo ha ragione l'anonimo interlocutore , che alcuni " pseudo comunisti" locali lo avversarono cosi' come la stragrande maggioranza dei democristiani.Ma, appunto, soltanto alcuni pseudo comunisti e non altri .
Toti Costanzo