sabato 9 gennaio 2010

ODDIO, CHI NON MUORE SI RIVEDE: RINASCE LA DC

Io penso che sono tanti quelli che avendo vissuto l’esperienza politica durante la cosiddetta prima repubblica, si chiederanno, come me lo chiedo io, se la DC sia mai morta cioè estinta definitivamente sotto i colpi inferti dalla magistratura nel lontano 1992/93 a causa dell’esasperata corruzione di una classe politica dirigente che aveva superato tutti i limiti della decenza e fondava, negli anni ’80, la sua forza ed esistenza, nell’asse DC-PSI di Craxi. Appare evidente che la Dc come Partito - cioè come organizzazione di soggetti che operavano e decidevano attraverso una struttura verticale oltre che quelle orizzontali diffuse sul territorio nazionale, con soggetti rappresentativi negli Enti locali, nell’associazionismo, nel sindacato, nei consigli di amministrazione - NON ESISTE PIU’DA TEMPO. Ma non per questo si è estinto il “SISTEMA DEMOCRISTIANO”. Un sistema costruito sulle “correnti”, un insieme di soggetti con una ispirazione, un definizione, una struttura organizzativa comune i quali solidarizzavano, anche temporaneamente tra di loro, essendo però questa struttura permeabile alle adesioni e alle transfugazioni. Cioè la corrente altro non era se non un insieme di individui diffusi nazionalmente che si appropriavano di una parte del Partito e costruivano tra di loro un sodalizio con lo scopo di gestire un pezzo del potere che si identificava con le istituzioni, luoghi delle decisioni e soprattutto della gestione di fiumi di denaro pubblico e della crescita delle clientele. Ciascuna corrente aveva un leader che rappresentava interessi e costruiva carriere. I leaders erano spesso in conflitto per ragioni di leadership ma, alla fine, trovavano sempre un accordo per evitare che la rottura indebolisse l’insieme che, in caso contrario, avrebbe perso prestigio ma soprattutto potere a favore di altri soggetti della politica. Dunque il “sistema” si fondava principalmente sui leaders (nazionali, regionali, provinciali, comunali, rionali) che si contrapponevano per il controllo della macchina-Partito ma non si dividevano mai (NIENTE ROTTURE, NIENTE SCISSIONI, TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE). E il sistema, ai diversi livelli, ruotava attorno al personaggio di spicco che per avere e distribuire potere doveva NECESSARIAMENTE ricoprire un incarico di prestigio dentro il Comune, la Provincia, la Regione, il Parlamento nazionale cioè proprio all’interno delle Istituzioni. Ovviamente da quel potere politico discendeva, poi, il potere economico ed elettorale sia per il leader che per la corrente. A Partinico, ad esempio, non poteva esistere il potere democristiano che non fosse ruotante attorno alla figura che, di volta in volta, assumeva la leadership all’interno del Partito al quale questa leadership si riconosceva e per mezzo della quale si riusciva a ricoprire importanti incarichi nelle Istituzioni e competere con altri leader di altre correnti. Così si può spiegare il potere decisionale di Pino Avellone nella DC o di Fifì Fiorino nel PSI, e così si spiega come il potere che riceveva Avellone nel suo ruolo di Deputato o Senatore faceva anche crescere il gruppo di riferimento mentre quello stesso potere dava indiretto sostegno ad altri leader locali che, però, facevano riferimento ad altre correnti. La corrente di Avellone era elettoralmente fortissima ma la corrente di Mattarella, ad esempio, aveva a Partinico anche il suo spazio così come quella di Lima o di Gioia o di altri che contavano soprattutto nei Comuni del circondario e cioè su di un ampio bacino elettorale. Ma se così funzionava nei Partiti di Governo così non era nel PCI dove il CENTRALISMO DEMOCRATICO impediva la formazione delle correnti, almeno ufficialmente ed organizzativamente, perché vietato era “il frazionismo” che rappresentava una violazione delle rigorose regole di un sistema fondato sul ruolo e il potere degli organismi e non certo dei singoli soggetti come avveniva negli altri Partiti. Quel “sistema democristiano" durò più di mezzo secolo ed ha lasciato profondissime radici al punto che in questi ultimi anni ridanno vitalità ad una pianta che sembrava estinta.
Morta ufficialmente la DC, trasformato il PCI in altra cosa con la sostanziale cancellazione della sua storia ma soprattutto smantellato il suo sistema organizzativo che lo faceva “un Partito diverso” meno inquinato e permeabile alla corruttela, con una forte selezione dei gruppi dirigenti che si formavano sopratutto dentro le fabbriche e nei luoghi di lavoro e, dunque, con la lotta fonte di rigore morale, QUEL SISTEMA VIENE, OGGI, EREDITATO DAL PD che porta dentro di sé non solo la cultura delle “correnti” e la fine del centralismo ma una parte non indifferente di quadri democristiani che hanno fatto il paio con gli eredi della Bolognina cioè di coloro i quali vollero la definitiva trasformazione organizzativa del PCI che diventa, così, un Partito “borghese” alla stregua dei vecchi Partiti della Prima Repubblica. Dunque, c’è il Gruppo che si rifà a Mattarella, quello che sostiene Cracolici, l’altro che vuole Lumia o Crisafulli, o Cardinale o tanti e tanti altri piccoli leader che hanno ridato vita alle correnti, alla frammentazione, alle piramidi organizzative, alle leadership, alla conquista del potere, dei soldi, dell’avanzamento, del cambiamento della propria condizione sociale.
RINASCE DUNQUE LA DC (e lo vediamo in questi giorni) e dalle sue ceneri come l’araba fenice, e rinasce soprattutto LA SUA CULTURA, I SUOI SISTEMI ORGANIZZATIVI E SPARTITORI, ANCHE BUONA PARTE DEGLI STESSI PERSONAGGI. CIOE’ IL PEGGIO CHE UNA DEMOCRAZIA POSSA PRODURRE. Ed oggi, proprio per questo e come non mai, vi è un forte bisogno di SINISTRA.

Toti Costanzo

8 commenti:

patrocini ha detto...

Magari...fosse vero.Apprezzo la sua esposizione perche' precisa,ma principalmente onesta nella ricostruzione storica( ammette che all'organizzazione in correnti della DC,il PCI opponeva una organizzazione fondata sulla "dittatura" del comitato centrale,era vietato il frazionismo,insomma imperava ed era obbligo la "disciplica".)Nella DC il potere veniva esercitato dall'accordo delle correnti, nel PCI dagli organismi di partito.Ma mi permetta di osservare che gli "organismi" sono formati da persone,come le correnti.Ma nella sostanza Lei dice che mentre nella DC il potere era esercitato dalle persone tramite le correnti per fini clientelari e personali,nel PCI erano i vari comitati a decidere per il bene comune.E' c'e' una bella differenza.Allo stesso modo da una parte si ostentava democrazia e liberta'( i segretari venivano eletti nei congressi)addebitando agli avversari sistemi " dittatoriali e comunisti"Se non sbaglio i segretari del PCI venivano scelti dai vari comitati politici senza congresso( se erro chiedo scusa anticipatamente),infatti "comitato centrale" era un detto di comune uso all'epoca e non solo nei militanti del partito comunista.Ora l'erede di questi partiti,il PD, ne eredita i difetti e le negativita' senza averne i pregi.Ecco il perche' della frase iniziale:magari fosse ..vero.Quella DC delle correnti,oltre alle nefandezze storiche ha governato un paese e lo ha fatto crescere ,dalle macerie e miserie del dopo guerra.Certamente con il merito altrettanto importane del PCI,per il ruolo di opposizione incalzante e propositiva.E Lei ( e questo e' il mio unico dissenso dalla sua esposizione)paragona questi Cracolici,Cardinale,Lupo ,Mttarella,etc.a quelli? Gli rende troppo merito ,li sopravvaluta, ma quale rinascita della DC, non vede che spettacolo stanno dando? Riunioni di nascosto ,accordi per posti di sottogoverno...Finisco andando alla fine del suo discorso : ha perfettamente ragione, vi e' un forte bisogno di sinistra con i valori tipici della sinistra'culturale e morale( uguaglianza ,liberta', rispetto dell'uomo etc...In fondo "comunisti" e "cristiani" non sono mai stati cosi vicini..
saluti

Anonimo ha detto...

non è così: i congressi di sezione eleggevano i delegati per il congresso provinciale che a sua volta eleggeva il comitato politico federale (cpf) e che a sua volta eleggeva il segretario di federazione. il congresso provinciale eleggeva anche i delegati al congresso regionale, che eleggeva il comitato politico regionale, che eleggeva il segretario regionale. i delegati regionali e i parlamentari formavano la platea del congresso nazionale e al termine dei lavori veniva formato il comitato centrale, composto da centinaia di compagni/e. Questo "parlamentino", democraticamente eletto, alla fine eleggeva il segretario nazionale.

Più democratico di così

patrocini ha detto...

Mah..prendo atto,non sono pratico di queste cose e di come avvenivano nel PCI,pero'dire "comitato centrale"era un dogma ,qualsiasi cosa un semplice iscritto dovesse dire ,bastava rispondere che il "comitato centrale dice..." e il discorso era chiuso.
Da Berlinguer ad arrivare a Occhetto erano scelti dai semplici iscritti? Ne prendo atto,ma consentimi di avere dei dubbi.Il partito ha detto...il partito..decide..per te, il partito pensa .. a te ,e chi avesse osato non dico ribellarsi ma dissentire era cacciato via .D'altra parte la "disciplina" che veniva imposta era considerata un merito ,quasi come i cattolici considerano l'obbedienza.Adesso viviamo un'altra realta' ed e' inutile dividersi su cose del passato,sarebbe meglio che le forze politiche attuali di SINISTRA si dessero da fare per operare per il bene comune ,lasciandosi alle spalle meriti e torti che la storia sapra' valutare.Altrimenti ci tocca Berlusconi a vita...

Anonimo ha detto...

nel vecchio PCI è vero c'era molta disciplina, ma almeno c'era molto senso della moralità..... cosa che non si può dire per altri partiti... non si può negare che pezzi della Dc erano collosi con la mafia, ma nessuno, se nn sbaglio, è stato mai espulso

Antonino Partinico ha detto...

I quadri dirigenti nel PCI si formavano principalmente attraverso l'impegno di ogn'uno, poteva essere nelle istituzioni come nelle lotte politiche o sindacali, quindi si formavano partendo dalla base per poi arrivare a livelli diversi di responsabilità politica o istituzionale. Era inimmaginabile che si potesse fare carriera politica solo perchè figlioccio di questo o quel deputato. I riconoscimenti erano pari all'impegno profuso nelle battaglie politiche quotidiane, al modo di come ti ponevi con il proletariato, con i disoccupati e con tutto il tessuto sociale e non certamente per nomina di qualche comitato sia esso fderale o regionale o centrale. Per sincerità nassima qualche quadro dirigente si formava anche presso la scuola di partito e come l'aveva il PCI, allo stesso modo l'avevano tutti gli altri partiti, anche a Partinico abbiamo avuto dei casi di ragazzi che sono stati mandati a seguire dei corsi di formazione politica, solo che qualc'uno si è perduto per strada e specialmente in seguito alla sua assunzione presso l'azienda ospedaliera, ha lasciato il Partito Comunista e si è messo a fare il ballerino politico, un pò quà e un pò là e un pò con liste civiche. Ma posso assicurare a patrocini che in quelle scuole s'insegnava la moralità, il modo di approccio con i lavoratori, con i cattolici, con gli anziani con i derelitti, con la società contadina, con il mondo della scuola, come amministrare un ente pubblico e quamt'altro, mai e poi mai a colludere, o ad essere amici dei mafiosi. Comunque apprezzo tanto patrocini e debbo dire che le cose che ci uniscono sono senz'altro maggiori di quelle che ci potrebbero dividere, ciao

patrocini ha detto...

All'amico Antonino Partinico:Niente ci divide.
Io capisco le ragioni del militante(tu) e del dirigente di un partito(Prof. Costanzo), e il colore politico del blog,ma visto che mi e' permesso commentare i post( spero che non disturbi),penso che da osservatore ( e non avversario politico)abbia naturalmente il diritto di dissentire,criticare,proporre,apprezzare etc,etc,.L'unico limite a questo,a a cui mi attengo sempre,e' esercitare questo diritto CIVILMENTE e senza offendere.ciao

Antonino Partinico ha detto...

Carissimo amico Patrocini, in verità, non credo di avere offeso nessuno, ho solo voluto puntualizzare come si formavano(quasi sempre) i quadri dirigenti del PCI, ma quella è acqua passata, sembra che siano trascorsi secoli, quello che conta ora è vedere cosa bisogna fare per questo paese, a mio avviso emerge un fatto importante che vorrei evidenziare:
- abbiamo un paese dal punto di vista amministrativo allo sbando;
- abbiamo un tasso di disoccupazione impressionante;
- non esiste una politica giovanile (vedi il fallimento della consulta stessa);
- non esiste una politica per l'agricoltura;
- non c'è stato un impegno serio da parte del "palazzo" per quanto riguarda l'acqua della diga Jato, il consorzio, i lavoratori della ex cooperativa l'acqua nelle campagne;
. non si parla più di piano commerciale o di piano artigianale;
- non si parla del recupero di zone degradate;
- non si parla di decoro urbano;
- si interviene sporadicamente e per piccole manutenzioni nei nei plessi scolastici;
- c'è poca sensibilità per l'annoso problema dell'inquinamento ecc.
Mi pare che d'ora in poi di queste cose dovremmo parlare e parlarne più spesso coinvolgendo quanta più gente possibile a cui stanno a cuore queste cose.
Per quanto mi riguarda, dialogare è sempre un piacere, perciò caro Patrocini La saluto cordialmente
P.S. non sono iscritto a nessun partito (ora)

patrocini ha detto...

All'amico Antonino:OK.Come hai ben evidenziato,e' prioritario risolvere i problemi di questo paese.Tu hai cercato di elencarli,ma come vedi sono tanti e vari che forse,sarebbe piu' facile dire come il Bartali di antica memoria."l'e' tutto da rifare"Capisco che cosi facendo si rischia di essere presi per qualunquisti,pero' e' la verita'.Si ha a che fare con amministratori che se riparano una semplice buca di una strada ,vanno in tre in tv a autoincersarsi e a lodarsi vicendevolmente.Ti sei mai chiesto se questi avrebbero dovuto occuparsi di una costruzione di un ospedale,una scuola,una diga...?Quindi concordo con te nel cercare di coinvolgare la gente( purtoppo i partinicoti si sono assuefatti,non reagiscono piu' a niente,e questo e' purtroppo l'aspetto che piu' mi preoccupa),fare manifestazioni,incalzarli etc..Da iscritti e militanti di partito a semplici cittadini,non e' importante una tessera per partecipare e cercare di cambiare un paese.Per quanto riguarda le offese ,mi riferivo a mie caratteristiche di comportamento,non volevo assolutamente lanciare accuse di offesa a nessuno perche' nessuno le ha fatte.Ciao e con stima.