Devo francamente ammettere che di Pino Maniaci si può dire di tutto ma non certo che nella sua attività di giornalista di strada, come ama definirsi, non abbia la capacità di rendere l’informazione anche spettacolo manifestando, cosi’, uno straordinario modo di attrarre ed affabulare. Una capacità che mette insieme il serio con il faceto, la battuta scherzosa con la domanda impegnativa e graffiante che lui amalgama in maniera eccellente mettendo ,spesso,in grande difficoltà il suo interlocutore e tirando fuori ciò che Pino vuole che venga fuori .Non la finzione, non l’apparire del soggetto , dunque, ma l’essere dello stesso E cosi’ l’intervistato, come il re della favola di Andersen, resta completamente nudo e in sua balia e sopratutto in balia della pubblica opinione . In una parola ,di fronte alla domande di Pino non si può apparire ma soltanto essere quel che veramente si è .Pena 'u trunzu da malafiura. In questo modo Pino fa informazione, fa spettacolo e dunque ascolti anche se questa sua tecnica spacca l’opinione pubblica tra chi lo ama e tra chi,ovviamente, con lui non é tenero.
Spettacolare , a mio avviso,é non tanto quando si denuda davanti al cancello della distilleria o come Indiana Jones scavalca le recinzioni alla scoperta dello scarico abusivo ma quando si mette davanti al cancello della distilleria Bertolino iniziando i suoi monologhi che colpiscono duro sul ruolo della fabbrica, sugli effetti dei suoi fumi,sui suoi altissimi quanto inefficaci camini che i fumi non abbatterebbero .Ma lo fa (ed é questo ,a mio avviso, straordinario) aspettando che quel cancello che è alle sue spalle si incominci a muovere fino alla totale chiusura. E Pino ,che sà con assoluta certezza che quel cancello sicuramente si chiuderà affonda l’industriale più grande d’Europa con la battuta: “Ma cara donnantonina non è certo educato chiuderci il cancello in faccia! .Cosa gli abbiamo fatto per trattarci cosi’?”E' a questo punto che l’attenzione dell’opinione pubblica si sposta non su quanto Pino ha detto ma sulle ragioni di quella chiusura che significano simbolicamente ciò che Pino vuole che sia: dimostrare come la titolare dell’industria ,potente, piena di miliardi davanti a cui si sono inchinate e si inchinano schiere di politici locali ,siciliani e non solo , intenda nascondere agli occhi della pubblica opinione “la verità” .E nascondere la verità significa ammettere d'essere indiscutibilmente colpevole .E la verità , dunque, altro non é se non il ruolo negativo che avrebbe la fabbrica sulla salute dei cittadini che trova complice anche l'attuale amministrazione comunale . Ma nel contempo vuole dire a chi lo ascolta come basti poco per non avere alcun timore reverenziale nei confronti dei potenti che si possono anche demolire ,dileggiare senza manifestare risentimenti o usare parole truculenti .Basta porsi davanti al suo cancello, alla sua dimora, violare cosi' il "suo regno", profanare il suo territorio delineato cosi' come fanno gli animali che non vogliono ingerenze .E il regno, il territorio,( lo faanche collocndosi davanti l'ingresso del palazzo municipale di Partinico) invece, vengono violati ,profanati, demoliti .E proprio perché quel potente ha la debolezza di fare quel che non dovrebbe: chiudere quel cancello per nascondere ciò che nascondere non si dovrebbe .
Spettacolare , a mio avviso,é non tanto quando si denuda davanti al cancello della distilleria o come Indiana Jones scavalca le recinzioni alla scoperta dello scarico abusivo ma quando si mette davanti al cancello della distilleria Bertolino iniziando i suoi monologhi che colpiscono duro sul ruolo della fabbrica, sugli effetti dei suoi fumi,sui suoi altissimi quanto inefficaci camini che i fumi non abbatterebbero .Ma lo fa (ed é questo ,a mio avviso, straordinario) aspettando che quel cancello che è alle sue spalle si incominci a muovere fino alla totale chiusura. E Pino ,che sà con assoluta certezza che quel cancello sicuramente si chiuderà affonda l’industriale più grande d’Europa con la battuta: “Ma cara donnantonina non è certo educato chiuderci il cancello in faccia! .Cosa gli abbiamo fatto per trattarci cosi’?”E' a questo punto che l’attenzione dell’opinione pubblica si sposta non su quanto Pino ha detto ma sulle ragioni di quella chiusura che significano simbolicamente ciò che Pino vuole che sia: dimostrare come la titolare dell’industria ,potente, piena di miliardi davanti a cui si sono inchinate e si inchinano schiere di politici locali ,siciliani e non solo , intenda nascondere agli occhi della pubblica opinione “la verità” .E nascondere la verità significa ammettere d'essere indiscutibilmente colpevole .E la verità , dunque, altro non é se non il ruolo negativo che avrebbe la fabbrica sulla salute dei cittadini che trova complice anche l'attuale amministrazione comunale . Ma nel contempo vuole dire a chi lo ascolta come basti poco per non avere alcun timore reverenziale nei confronti dei potenti che si possono anche demolire ,dileggiare senza manifestare risentimenti o usare parole truculenti .Basta porsi davanti al suo cancello, alla sua dimora, violare cosi' il "suo regno", profanare il suo territorio delineato cosi' come fanno gli animali che non vogliono ingerenze .E il regno, il territorio,( lo faanche collocndosi davanti l'ingresso del palazzo municipale di Partinico) invece, vengono violati ,profanati, demoliti .E proprio perché quel potente ha la debolezza di fare quel che non dovrebbe: chiudere quel cancello per nascondere ciò che nascondere non si dovrebbe .
Ma ,io penso, che il suo ultimo capolavoro sia L’NTERVISTA-NON INTERVISTA all’on. Cracolici cioè un personaggio che nella politica siciliana ,oggi, si reputa assai potente .Potremmo dire con l'ausilio del nostro efficace dialetto che l’on. Cracolici si "senti nà cacocciula." Pino, questa intervista, realizzata tempo fa, l’ha rimessa in onda l’altro ieri in occasione della presenza all'Ospedale di Partinico di Raffaele Lombardo e dell’Assessore alla sanità Massimo Russo accompagnati ,come era prevedibile, da un lungo codazzo di persone per bene ma di tanti lacché e lecchini ,come ebbe a dire Pino, che davanti ad ogni potente s’mpilliccanu per farisi viriri e sempre pronti ,però, a cambiare “cavallo”: ieri dietro a Cuffaro e Iocolino ed oggi appresso a don Raffaele al dott. Cirignotta . Domani, chissà!
Dunque ,Cracolici sdivacato su di una scrivania e un pò mal messo nell’abbigliamento( non è mai stato un arbiter elegantiarum non avendone "il fisico") si trova accanto un Pino sornione che gli infila quasi in bocca il microfono, che gli pone domande irriverenti riguardanti il PD, le sue contraddizioni, il suo sostenere il governo Lombardo, le sue spaccature interne. Cracolici,tenta di simulare , allontana il microfono ma si capisce che ha difficoltà a rispondere in ragione di un suo manifesto risentimento nei confronti di Pino. Ovviamente l’hanno da tempo avvertito che Maniaci non è tenero nei confronti del PD , quello locale e quello regionale. Vorrebbe mandarlo a quel paese ma sa che sarebbe peggio. Pino insiste,lui risponde che non vuole essere intervistato “Minchia, ti nni vai? Iu vinni a parrari cu’ Enzu (il dott. Enzo Provenzano ndr.) non certo cu' ttia “ .E data l'insistenza ,aggiunge:”Ma 'u sai ,caru Maniaci, ca ti mannu affanculo? ”E ancora: “Ma chi bboi di mia?'U voi capiri ca 'ntervista un ti nni rilassu?” . E cosi’ con la determinata insistenza , Pino continua in una conversazione surreale ,allunga come si suole dire " il sugo", mette in graticola l'Antonello e, alla fine, la intervista la realizza .Ma come voleva lui .Una intervista che mai e poi mai Cracolici avrebbe voluto rilasciare nel senso che viene fuori la sua vera natura cioé la natura di Cracolici Antonino detto Antonello, che si autodefinisce “siciliano e riformista” , già consigliere comunale ed assessore nella città di Palermo per conto del PCI e poi deputato all’ARS dal 2001 ( XIII,XIV,XV legislatura),ispettore dell’INPS con recente laurea triennale in Economia a e management, nato e vissuto sempre a Palermo che inizia “a fare politica” nella FGCI (giovanile comunista) a 15 anni e poi PCI,PCI-PDS,PDS,DS,PD .Domani chissà!Ma Antonello é soprattutto palermitano E “ in dialettu paliemmitanu” Cracolici duetta con Pino . Ed "il palermitano" , a detta degli studiosi di antropologia, è un siciliano particolare . Dicono gli esperti che non si è “paliemmitani” se non sai cos’è l’unità di misura dà sasizza e cioè “ ‘u cadduozzu”; non sei paliemmitanu se mentre un ragazzo bacia la sua ragazza i suoi amici non gli gridano:” calaccillu ‘u puippu!”; oppure :”Ma picchi’ un grapemu un negozio a Milano?Minchia picciuli!!!”.
Dunque Pino Maniaci ,a mettà tra il cronista, l’intrattenitore , l’artista e giornalista di strada , glob trotters della informazione descrive quotidianamente “la politica”, quella locale e quella regionale, per quella che è e non per quella che alcuni mistificatori intenderebbero ,inutilmente, farla apparire .
NB. Nel prossimo post non possiamo non parlare dell'ultimo "colpo gionalistico " di Pino e cioé la lunga intervista rilasciata dall'ing. Lino Iemi sulla costruzione della Policentro .Un capolavoro di fantasia mista a ipotetica realtà .Un "mondo" tutta ancora da vedere .
Toti Costanzo
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