Costretto all’inattività forzata per
un fastidioso stato influenzale,mi trovai a contemplare un’opera pittorica
esposta nel modo più conveniente e da circa un trentennio nel salotto di
famiglia.Quel dipinto,datato 1984,l’avrò osservato,analizzato,vivisezionato
chissà quante volte e tuttavia una forza interiore mi spingeva a rivederlo,senza
un apparente,ragionevole motivazione.Una bianca colomba dalle grandi ali
spiegate sospesa nell’immenso universo tiene nel suo becco un ampio,bianco
lenzuolo allargato dal vento.Sotto,la scritta“dedicato a Enrico.”,ti dice di un omaggio riverenziale di un
artista,Pino Fazzuni di Campobello di Mazara,ad una delle più straordinarie personalità che ci lasciò nel modo più tragico e che il simbolo più classico della pace,appunto
una colomba,lo trasporta sempre più in alto e sempre più vicino ad una fonte eterna di luce.Quel
dipinto,cosi’ come allora era in uso nel PCI ,attraverso un circuito solidaristico
costruito dal Partito con lo scopo di sostenere i giovani artisti legati al
Movimento,veniva presentato ai compagni che,acquistandolo,aiutavano concretamente
le nuove intelligenze e sensibilità intellettuali che dentro quel Partito
crescevano e delle sue idee si alimentavano.
Anno 1984,e sembra un secolo
fa,Enrico Berlinguer se ne andava.Era l’11 giugno e se ne andava mentre a
Padova teneva il comizio di chiusura della campagna elettorale per il rinnovo
del Parlamento europeo.Se ne andava uno dei più autorevoli,grandi e prestigiosi
dirigenti che il mondo Comunista ebbe ad avere,un uomo che quelli della mia
generazione abbiamo amato come si può amare il fratello più grande al quale
puoi affidare le tue speranze,i tuoi sogni,la tua stessa vita.Quel fratello che
hai cercato di imitare nel suo stile sobrio di vita,dei dubbi del quale ti sei
appropriato cosi' come delle sue certezze,che ti ha fatto intravedere un
mondo a te sconosciuto fino a quando non lo hai incontrato sul tuo
cammino,condiviso la sua stessa,immensa passione politica,i cui insegnamenti hai
cercato di seguire,ovviamente non sempre riuscendovi e che osservando
il dipinto di Fazzuni ,da una diversa angolazione,da colomba magicamente si trasforma in un volto amato e che ,dunque, non ti ha mai lasciato.
Poi dopo la morte di Enrico e la caduta successiva del muro di Berlino,una
generazione di meschini opportunisti-gli occhetto e i d’alema-si erano impossessati
del Partito di Antonio Gramsci,iniziando a liquidare la storia di milioni di
uomini e donne che per quel Partito avevano dato anche la vita,costruito dalle
macerie della guerra una società che si voleva più giusta,dando speranza a
milioni e milioni di lavoratori,eretto un muro contro le ingiustizie e a difesa dei diritti .E poi vennero altri,ancora più meschini,i mezzi uomini- i fassino,i veltroni, i
d’alema sempre - che tranciavano le radici profonde su cui quel Partito era stato
costruito ma che ancora tentava di resistere,duro a morire,per cercare di mantenere una
sua identità e dignità.E poi ancora più giù,sempre più giù con ominicchi che come quei piazzisti che
una volta si presentavano nelle piccole città e ti dovevano convincere che se
avessi acquistato una bottiglietta di liquido miracoloso ti sarebbero cresciuti
i capelli, e che ti dicevano mutuando da un buon Gino Bartali che “l’è tutto sbagliato,tutto da rifare”che il
Comunismo era stato il Male,che i nostri compagni non ci avevano lasciato
alcuna eredità morale e culturale ma soltanto macerie.Capite?Il Comunismo,che
li aveva fatto diventare UOMINI ,era diventato IL PADRE di tutti i mali dell’umanità.E poi ancora
più giù vennero i piglia ‘nculo- i
macaluso, i napoletano, i bassanini,i bassolini,i chiamparino - che compresero come
utilizzando la vita e la storia di altri potevano mantenere carriere
personali,stati di avanzamento anche per famigli ed affini.E infine approdarono
i voraci,spregiudicati,cinici quaquaraquà -i camusso,i cracolici,i crocetta,i di girolamo,i filoramo,i
faraone che hanno avuto l'ardire ,senza provare vergogna alcuna,a farsi sostenere perfino dai tanti lobiundo che prolificano ogni giorno di più in ogni dove -che si sono
impossessati di tutti gli spazi che consentono loro di vivere alle spalle e
alla faccia degli altri,succhiando dalla storia,dal sangue e dal prestigio di
quegli uomini,di quei Comunisti,che lottarono il fascismo e morirono nelle carceri, nello lotte popolari, in quella di Liberazione .
Rivolsi il mio pensiero alla
colomba:” Dimmi,ma come è possibile che questo sia potuto accadere?Dove abbiamo
potuto sbagliare?” E la colomba-Enrico:” Ricordati
sempre,tu che sei un siciliano,un vecchio detto del tuo popolo che dice “ca’ sempri di rintra veni ca’ ‘u voscu
tagghia”
Toti Costanzo
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