Non c’è una stagione più bella di
quando si è ragazzi.Liberi di scorazzare,di pensare,di creare,di inventare.Chi
ha avuto un fanciullezza cosi’ si può ritenere fortunato nel senso che la sua
vita non sarà mai grigia.E cosi' fino alla sua naturale conclusione.Tuttavia i
ragazzi,liberi dal rigoroso rispetto delle cosiddette convenzioni sociali che
condizionano soprattutto gli adulti,si possono concedere qualche digressione o
libertà.Per cui se nel gruppo c’è il ragazzino che racconta balle avendo di già
una sfrenata fantasia nessuno se la piglia più di tanto.Al più gli appioppano ‘na ‘ciuria del tipo ,Vicenzu
‘u ‘mbrugghiuni,Cicciu cunta
balli oppure se ti chiami Salvatore o Salvo o Totò( che poi è la stessa
cosa),diventi per tutti Totò ‘u pallista.
Dunque nel mio gruppo
o,meglio,nel gruppo che assiduamente frequentavo c’era un ragazzino che le sparava ogni
giorno sempre più grosse.Una volta ci raccontò d’avere visto una specie di
cerchio incandescente che volteggiava in alto nel cielo,in un’altra occasione
disse d’avere visto un cavallo correre più veloce della “littorina” ( una motrice che tira pochissimi vagoni e che
supera i 150 km-ora ) ed infine ci raccontò di quando suo nonno,durante la prima
guerra mondiale,aveva conquistato da solo una postazione difesa da un
battaglione di nemici armati fino ai denti.E le raccontava con tanta
naturalezza ed enfasi che tanti di noi ci cascavano. Quantomeno per i primi
giorni.Poi convenivamo,non avendo alcun dubbio,che si trattava di vere e
proprie balle.E siccome si chiamava Salvatore (un nome assai comune dalle
nostre parti che declina diversi diminuitivi ) ci riunimmo, ovviamente in sua
assenza,decretando solennemente :“Da
domani lo chiameremo Totò ‘u pallista” E cosi’ fu.
Quando,passati alcuni decenni, abbiamo avuto l’occasione di rivederci,di quel soprannome ridemmo avendo egli
ammesso che,in definitiva,se lo era davvero meritato anche se tentava ancora di
convincermi che quelle cose con qualche aggiustamento potevano davvero essere
credute vere.
Mi capita spesso di ricordare con
tanta nostalgia quei giorni della spensieratezza,del credere,come si suol dire,cà puru ‘u
sceccu vola,della esistenza dei fantasmi,della storia del Re Cucco che dalle
nostre parti nascose un grande tesoro mai ritrovato.E lo ricordavo di recente avendo
avuto la fortuna di ascoltare un Totò dei nostri giorni che al microfono di uno
sconsolato Federico Orlando cercava di convincere gli ascoltatori di un fatto
assolutamente straordinario e accaduto proprio da noi,a casa nostra ,e di cui
dirò .
C’e’ nella nostra città ( ma non
solo) una emergenza che dura ormai da tanti anni e con la quale hanno impattato
tutti gli amministratori che si sono succeduti a Partinico da almeno un
trentennio , compreso il sottoscritto:il randagismo. Ricordo come da assessore
di Gino Geraci per cercare seppur una parziale risposta risolutiva alla
questione,stipulai una convenzione con un veterinario del luogo non solo per la
collocazione dei microcip sui randagi e la loro sterilizzazione ma soprattutto
per tutelare la loro salute ed anche quella di ovini e bovini fornendo ai nostri
allevatori perfino i farmaci.In questa iniziativa ebbi la disinteressata collaborazione
del dottore Piero Rao.Nei locali dell’ex Oratorio,infatti,organizzammo un
incontro con diversi allevatori perché si potessero convincere come la salute
dei cittadini consumatori passava attraverso quella dei loro animali.Per tale
ragione era necessario consentire la presenza del veterinario presso le loro
stalle al fine di sottoporre gli animali a periodiche visite e utilizzando i
presidi farmaceutici che l’Amministrazione comunale avrebbe fornito loro
gratuitamente.L’esaltante esperimento durò poco.Quella Giunta per scontri di
potere tutti interni soprattutto alla D.C. fini’ preventivamente e disastrosamente
la sua esistenza.Ma col randagismo ci riprovai quale assessore del Sindaco
Cannizzo.Questa volta in un rapporto di collaborazione con il dottore
Fiore,attuale veterinario dell’ASP,col quale iniziammo un collegamento
istituzionale che avrebbe dovuto consentire,come atto conclusivo di un
processo,che nel nostro Comune potesse sorgere un canile intercomunale avendo
la disponibilità dei fondi della Provincia di Palermo e della Regione siciliana
.Si trattava di disporre di un’area che avevamo anche individuato Anche quel
progetto ,però, non ebbe se non una vita iniziale naufragando sotto i colpi
mortali della sfiducia al Sindaco ad opera dei DS e del PPI cui poi,si
associarono ovviamente quelli del centro destra.
Adesso,e ormai da tempo,il
problema ritorna in maniera ancor più grave.Girano dentro la città e nelle
periferie alla ricerca disperata della loro sopravvivenza branchi di cani
vergognosamente abbandonati da persone sconsiderate,disoneste e senza un
briciolo di dignità.Se ne vedono di ogni razza,anche razze pregiate e ti chiedi
come sia possibile che uno degli animali più dolci,più umani e più fedeli
possano finire abbandonati in questa maniera cosi’ sconvolgente.Questi
animali,però,quando vanno in branco,purtroppo,diventano anche pericolosi.Dunque è
necessario costruire “una politica”
partendo dalla costruzione di un rifugio,un canile.E Mimmo Briganò,assessore
per poco nella passata consiliatura,ci aveva anche provato realizzando una struttura che con alcuni accorgimenti poteva iniziare la sua nobile attività .Ma sulla vicenda del
canile comunale i consiglieri Gianluca e Valentina hanno fatto un egregio lavoro di ricerca
pubblicando perfino un Dossier.Ovviamente leggendo le carte hanno scoperto
tante magagne per cui non solo i costi sono lievitati in maniera esponenziale
ma questo resta ancora incompleto e dunque inattivo.E allora esplodono i casi
di aggressione,casi anche gravi per cui si denunciano le responsabilità di
questo Sindaco che,tanto per ritornare all’inizio del post si chiama,(quando tu
dici i casi della vita !) Salvatore e dunque Totò.E Totò davanti ai microfoni
di Federico Orlando,e per tentare di giustificarsi come era accaduto in tante
altre occasioni tanté che lo chiamano anche Pinocchio (l’ultima in ordine di tempo quella delle ZFU) ,quale
giustificazione che se non l’avessi ascoltato con le mie orecchie non avrei mai
potuto credere che si potesse arrivare a tanto, disse:“Io sono convinto,e per questo stiamo facendo indagini,CHE I RANDAGI A
PARTINICO LI PORTANO DA ALTRI COMUNI! “
Svenni e ci vollero tempo e i sali
per la ripresa.Quando riaprii gli occhi mi rivolsi a Lui :“Perché ,Signore,è possibile che accada questo?”Non pensavo d'ottenere una risposta.Ma Lui dall’alto della sua bontà e misericordia,forse impietosito delle mie precarie psichiche condizioni,rispose:"Figliolo consolati.Trattasi di caso patologico,caso
assolutamente incurabile.Non c’è niente da fare ,vi dovete rassegnare perché è incorreggibile
e mancu eu 'cci pozzu “.Ed io di rimando, approfittando della sua bontà :“Ed
allora Signore? “
“ Allora consolati e chiamalo
Totò, Totò‘u pallista !
Toti Costanzo
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