mercoledì 5 febbraio 2014

I CANI RANDAGI DI TOTO' 'U PALLISTA


Non c’è una stagione più bella di quando si è ragazzi.Liberi di scorazzare,di pensare,di creare,di inventare.Chi ha avuto un fanciullezza cosi’ si può ritenere fortunato nel senso che la sua vita non sarà mai grigia.E cosi' fino alla sua naturale conclusione.Tuttavia i ragazzi,liberi dal rigoroso rispetto delle cosiddette convenzioni sociali che condizionano soprattutto gli adulti,si possono concedere qualche digressione o libertà.Per cui se nel gruppo c’è il ragazzino che racconta balle avendo di già una sfrenata fantasia nessuno se la piglia più di tanto.Al più gli appioppano ‘na ‘ciuria del tipo ,Vicenzu  ‘u ‘mbrugghiuni,Cicciu cunta balli oppure se ti chiami Salvatore o Salvo o Totò( che poi è la stessa cosa),diventi per tutti Totò ‘u pallista.
Dunque nel mio gruppo o,meglio,nel gruppo che assiduamente frequentavo c’era un ragazzino che le sparava ogni giorno sempre più grosse.Una volta ci raccontò d’avere visto una specie di cerchio incandescente che volteggiava in alto nel cielo,in un’altra occasione disse d’avere visto un cavallo correre più veloce della “littorina” ( una motrice che tira pochissimi vagoni e che supera i 150 km-ora ) ed infine ci raccontò di quando suo nonno,durante la prima guerra mondiale,aveva conquistato da solo una postazione difesa da un battaglione di nemici armati fino ai denti.E le raccontava con tanta naturalezza ed enfasi che tanti di noi ci cascavano. Quantomeno per i primi giorni.Poi convenivamo,non avendo alcun dubbio,che si trattava di vere e proprie balle.E siccome si chiamava Salvatore (un nome assai comune dalle nostre parti che declina diversi diminuitivi ) ci riunimmo, ovviamente in sua assenza,decretando solennemente :“Da domani lo chiameremo Totò ‘u pallista” E cosi’ fu.
Quando,passati alcuni decenni, abbiamo avuto l’occasione di rivederci,di quel soprannome ridemmo avendo egli ammesso che,in definitiva,se lo era davvero meritato anche se tentava ancora di convincermi che quelle cose con qualche aggiustamento potevano davvero essere credute vere.
Mi capita spesso di ricordare con tanta nostalgia quei giorni della spensieratezza,del credere,come si suol dire,cà puru u sceccu vola,della esistenza dei fantasmi,della storia del Re Cucco che dalle nostre parti nascose un grande tesoro mai ritrovato.E lo ricordavo di recente avendo avuto la fortuna di ascoltare un Totò dei nostri giorni che al microfono di uno sconsolato Federico Orlando cercava di convincere gli ascoltatori di un fatto assolutamente straordinario e accaduto proprio da noi,a casa nostra ,e di cui dirò .
C’e’ nella nostra città ( ma non solo) una emergenza che dura ormai da tanti anni e con la quale hanno impattato tutti gli amministratori che si sono succeduti a Partinico da almeno un trentennio , compreso il sottoscritto:il randagismo. Ricordo come da assessore di Gino Geraci per cercare seppur una parziale risposta risolutiva alla questione,stipulai una convenzione con un veterinario del luogo non solo per la collocazione dei microcip sui randagi e la loro sterilizzazione ma soprattutto per tutelare la loro salute ed anche quella di ovini e bovini fornendo ai nostri allevatori perfino i farmaci.In questa iniziativa ebbi la disinteressata collaborazione del dottore Piero Rao.Nei locali dell’ex Oratorio,infatti,organizzammo un incontro con diversi allevatori perché si potessero convincere come la salute dei cittadini consumatori passava attraverso quella dei loro animali.Per tale ragione era necessario consentire la presenza del veterinario presso le loro stalle al fine di sottoporre gli animali a periodiche visite e utilizzando i presidi farmaceutici che l’Amministrazione comunale avrebbe fornito loro gratuitamente.L’esaltante esperimento durò poco.Quella Giunta per scontri di potere tutti interni soprattutto alla D.C. fini’ preventivamente e disastrosamente la sua esistenza.Ma col randagismo ci riprovai quale assessore del Sindaco Cannizzo.Questa volta in un rapporto di collaborazione con il dottore Fiore,attuale veterinario dell’ASP,col quale iniziammo un collegamento istituzionale che avrebbe dovuto consentire,come atto conclusivo di un processo,che nel nostro Comune potesse sorgere un canile intercomunale avendo la disponibilità dei fondi della Provincia di Palermo e della Regione siciliana .Si trattava di disporre di un’area che avevamo anche individuato Anche quel progetto ,però, non ebbe se non una vita iniziale naufragando sotto i colpi mortali della sfiducia al Sindaco ad opera dei DS e del PPI cui poi,si associarono ovviamente quelli del centro destra.
Adesso,e ormai da tempo,il problema ritorna in maniera ancor più grave.Girano dentro la città e nelle periferie alla ricerca disperata della loro sopravvivenza branchi di cani vergognosamente abbandonati da persone sconsiderate,disoneste e senza un briciolo di dignità.Se ne vedono di ogni razza,anche razze pregiate e ti chiedi come sia possibile che uno degli animali più dolci,più umani e più fedeli possano finire abbandonati in questa maniera cosi’ sconvolgente.Questi animali,però,quando vanno in branco,purtroppo,diventano anche pericolosi.Dunque è necessario costruire “una politica” partendo dalla costruzione di un rifugio,un canile.E Mimmo Briganò,assessore per poco nella passata consiliatura,ci aveva anche provato realizzando una struttura che con alcuni accorgimenti poteva iniziare la sua nobile attività .Ma sulla vicenda del canile comunale i consiglieri Gianluca e Valentina hanno fatto un egregio lavoro di ricerca pubblicando perfino un Dossier.Ovviamente leggendo le carte hanno scoperto tante magagne per cui non solo i costi sono lievitati in maniera esponenziale ma questo resta ancora incompleto e dunque inattivo.E allora esplodono i casi di aggressione,casi anche gravi per cui si denunciano le responsabilità di questo Sindaco che,tanto per ritornare all’inizio del post si chiama,(quando tu dici i casi della vita !) Salvatore e dunque Totò.E Totò davanti ai microfoni di Federico Orlando,e per tentare di giustificarsi come era accaduto in tante altre occasioni tanté che lo chiamano anche Pinocchio (l’ultima in ordine di tempo quella delle ZFU) ,quale giustificazione che se non l’avessi ascoltato con le mie orecchie non avrei mai potuto credere che si potesse arrivare a tanto, disse:“Io sono convinto,e per questo stiamo facendo indagini,CHE I RANDAGI A PARTINICO LI PORTANO DA ALTRI COMUNI! “
Svenni e ci vollero tempo e i sali per la ripresa.Quando riaprii gli occhi mi rivolsi a Lui :“Perché ,Signore,è possibile che accada questo?”Non pensavo d'ottenere una risposta.Ma Lui dall’alto della sua bontà e misericordia,forse impietosito delle mie precarie psichiche condizioni,rispose:"Figliolo consolati.Trattasi di caso patologico,caso assolutamente incurabile.Non c’è niente da fare ,vi dovete rassegnare perché è incorreggibile e mancu eu 'cci pozzu “.Ed io di rimando, approfittando della sua bontà :“Ed allora Signore? “
“ Allora consolati e chiamalo Totò, Totò‘u pallista !

Toti Costanzo

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