PREMESSA :QUESTO POST E' STATO SCRITTO DA CIRCA UN MESE.PROBLEMI TECNICI NE HANNO RITARDATO LA PUBBLICAZIONE .
Devo ammettere che quando
Gianlivio Provenzano scrisse,tempo fa su
face book ,che “qualcuno deve chiedere scusa” non compresi ,immediatamente, cosa intendesse dire. Soprattutto non compresi le ragioni per cui “qualcuno” (chi?)dovesse
chiedere scusa all’amministrazione comunale.Il fatto mi sembrò abbastanza
paradossale considerato che se c’è qualcuno che deve chiedere non solo scusa ma
perdono e pietà ai cittadini di Partinico,e non solo per le condizioni in cui
lasciano le scuole,questa è l’amministrazione di cui Gianlivio è
parte.Compresi,pero’,che le scuse venivano richieste in relazione alla recente vicenda
della riorganizzazione delle scuole cittadine,cioè alla costituzione dei cinque
Istituti comprensivi.Compresi, anche,che c’erano dei docenti e dei sindacalisti della scuola che avevano
aspramente criticato quel che era accaduto con la riorganizzazione di quelle locali perché cio', per ragioni diverse,avrebbe danneggiato insegnanti e
personale ATA col rischio,dunque,che nel tempo si sarebbero persi posti di lavoro.Una
materia scivolosa,assai complessa,che lascerà ancora parecchi strascichi.Confesso che della questione ben
poco conoscevo per cui assunsi qualche informazione.Mi fu detto che
l’assessore regionale alla PI,Marziano del PD,si era prodigato perché Partinico
avesse un assetto organizzativo delle scuole cosi’ come volevano gli
amministratori locali (ed anche quelli di Borgetto),il quale aveva proceduto con
accorpamenti di scuole dislocate territorialmente in maniera tale da
consentire,appunto,la formazione dei cinque istituti che per avere esistenza giuridica hanno
necessità di mettere insieme,in ciascuno di queste ,almeno 600 alunni.Mi
dissero che il “Capitano Polizzi”,la scuola che fu del prof. Vito Scaglione,non
sarebbe stata piu’ aggregata a quella di
Borgetto ma che questa avrebbe accorpato non solo la materna di "via Vicenza" ma anche la “Rodari”
nei pressi della stazione dei Carabinieri.Ovviamente scuole della nostra
città con quel che ne consegue .In caso contrario Borgetto non avrebbe potuto mantenere la sua autonomia.Mi
spiegarono,tra l’altro,che Marziano era un ex PCI( ma questo lo sapevo già),che faceva cordata con Cracolici (questo non lo sapevo) e che
siccome a Partinico( e anche a Borgetto?) Cracolici è diventato una specie di
ras alla vecchia maniera democristiana ….Tutto si teneva.
Anche per ragioni affettive,mi interessò
conoscere,piu’ specificatamente,la
situazione attuale del plesso scolastico Casa del Fanciullo fino a ieri
aggregato alla scuola "Cassarà" .La Casa del Fanciullo,edificata per scopi
umanitari dal mai dimenticato dalle persone perbene di Partinico ,Frà Giuseppe (l'Avvocato Giuseppe Di Maggio a cui l'Istituto andrebbe intitolato)),fu una delle succursali dell’Archimede,scuola di cui fui per anni vice preside.Con l’ausilio di
Pino Lombardo, sindaco a mettà degli anni '70,nell’edificio centrale di viale della Regione(nato quale Avviamento Professionale) realizzammo non solo la sopraelevazione ma soprattutto
la palestra nell’ex atrio dando vita ad una struttura scolastica di altissimo livello anche culturale.Dunque,negli anni ’70 e per il ruolo che ricoprivo nella
scuola,per la mia formazione politica e culturale(ero anche consigliere
comunale comunista),sperimentammo insieme ad altri eccellenti colleghi (Nonuccio Lombardo,Italo
Di Cicca,Felice Salvia,Vicia Balducci,Rosetta Lo Baido,Nino
Marino,don Antonio Ofria ed altri )come la Casa del Fanciullo,una scuola della periferia della città immersa dentro un territorio di grande emarginazione
sociale,culturale ed economica come il quartiere cosidetto “Passannanti",potesse diventare
una straordinaria occasione di riscatto per centinaia di ragazzi.In quel
quartiere,come comunisti avevamo condotto,col sostegno di tutte le donne,una originale lotta con lo scopo ,raggiunto,d'avere l’acqua nelle abitazioni.Nella nostra idea “politica”
di scuola aperta al territorio la ritenevamo il solo luogo capace di
accogliere,includere,aggregare,formare le nuove generazioni.La scuola,dunque,come
centro sociale aperto al quartiere,ospitale,strutturata,accogliente,elargitrice
di servizi sopratutto culturali, e se non in contrapposizione sicuramente in parallelo con il
ruolo della Parrocchia del quartiere.Dunque dovevamo ristrutturare innanzitutto
l’edificio,renderlo accogliente e funzionale con aule e spazi.E cosi’ fu : le
aule del piano terra furono ristrutturate e dotate di arredi adeguati,migliorati
e l’impianto di riscaldamento ed i servizi igienici,il giardino interno piantumato
con l’aggiunta di pini(eliminati di recente per ignote ragioni),l’ex refettorio trasformato in un
teatro con palcoscenico e "quinte" alla cui realizzazione lavorarono gli stessi alunni,gli insegnanti e il personale ausiliario e che,all’occasione,da sala teatro si
trasformava in aula musicale ospitando
corsi affidati anche a musicisti esterni
e soprattutto organizzando i concerti per il pubblico.Nel pomeriggio l’attività continuava
con il tempo pieno mentre veniva risistemato il campo di calcio il campo di pallavolo-pallacanestro e la villa comunale curata e con la costante presenza di personale ,nella bella stagione,diventava il cordone ombelicale con l'esterno immediato,la naturale struttura educativa dentro cui avevano svolgimento lezioni funzionali alla conoscenza dei
suoi monumenti e del prezioso patrimonio arboreo.Quella Villa, vanto della città. oggi vive in stato di colpevole degrado ed abbandono.La scuola,dunque,diventava un
vero centro culturale e sociale ,un motore che coinvolgeva con le sue
iniziative (teatro, musica,sport )non solo i genitori degli alunni ma
l’intero quartiere.La Casa del Fanciullo
fini’,cosi’,d'essere considerata una scuola di periferia e per alunni
emarginati ma un luogo di forte attrazione culturale che di li’ a poco vedeva
le famiglie del luogo,quelle piu’ benestanti,iscrivere li’ i loro figli e non
piu’ alla "Privitera" o alla stessa sede centrale "Archimede".Con la successiva costruzione
di altre aule al piano superiore,la Casa del Fanciullo diventava UNA IMPORTANTE PRESIDIO CULTURALE .E cosi’ fu per qualche decennio fino ad arrivare al declino
di oggi che un’operazione poco chiara, ma sicuramente interessata, la vuole quale sede di un
Istituto Comprensivo.Infatti con la marzianata recente alla Casa del Fanciullo é stata aggregata alla "Fogazzaro"(una scuola la cui costruzione si deve alla
battaglia che negli anni ’80 conducemmo in consiglio comunale come gruppo
comunista) per un totale di poco piu’ di 700 alunni.Ma la Casa del Fanciullo
nelle condizioni strutturali in cui attualmente versa,con arredi
fatiscenti,riscaldamenti mal funzionanti,insieme ad altri negativi elementi
complementari,è destinata a vedere ridotta la sua popolazione scolastica in
maniera irreversibile per la fuga di alunni in altre scuole.Tra qualche
anno QUELLA SCUOLA RIDURRA’ LA SUA POPOLAZIONE con l’abbassamento della soglia di sicurezza per la sopravvivenza (600 alunni
minimo)e col rischio della estinzione dell’Istituto
Comprensivo che concluderà il suo ciclo vitale tra il disinteresse di
un’amministrazione che della scuola non ha e non ha mai avuto alcuna cura salvo nel caso in cui si sia trattato di gestire progetti e progettini
finanziati dal MIUR o da altre Istituzioni.
Ultima annotazione:hanno distrutto TUTTI gli Archivi.Incomincio’Giordano con quello storico finito in maniera vergognosa nello
scantinato dell’edificio costruito all’interno del “Laghetto”,quello urbanistico
“sparpagliato” in uno dei locali dell’ex
biblioteca di via Ten. La Fata,per continuare con Lo Biundo che ha aggiunto di suo il trasferimento di quello che raccoglieva ordinatamente tutte le
delibere delle Giunte e dei Consigli comunali di Partinico per anni allocato nel piano superiore della
scuola “Cassarà” ed ora ”sdivacato” in una delle salette attigue alla Chiesa di Santa Maria
degli Angeli ( un gioiello di chiesa del XV secolo).“Forse” ,ancora ordinato esiste quello
dei LLPP curato da uno scrupoloso Matteo Monti.Dico forse perché i locali che lo ospitavano sono stati assegnati ad un’associazione che si
occupa di protezione civile.Un ulteriore “delitto”,quello della distruzione
degli archivi ,che abbiamo messo nel conto proprio per non dimenticare .
Toti Costanzo