Siamo al sedicesimo giorno e la linea telefonica di proprietà della Telecom, interrotta nella zona nella quale dimoro, non viene ancora ripristinata. Il danno non è di poco e non solo per le famiglie impedite nel rapporto e nella comunicazione con gli altri per cui devi ricorrere al telefonino con ulteriori e pesanti costi ma soprattutto per quegli imprenditori che in questa zona svolgono la loro attività specificatamente nel settore della ristorazione. E non è, certamente la prima volta che questo accade, almeno in questa zona. Dico questo non solo perché mi ha impedito di potere proseguire il dialogo attraverso Sala Rossa ma perché sia a tutti chiaro quel che si deve intendere, almeno dalle nostre parti, per PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI. Pensa tu a quel che succederà con la privatizzazione dell’acqua e, per certi versi, come è accaduto, per i rifiuti che, sebbene l’ATO sia uno strumento pubblico, viene gestito con criteri assolutamente privatistici e padronali. Una privatizzazione voluta dal centro destra con l’ossequio del PD dei vari Lanzillotta, Colannino, Ichino e a scendere fino ad arrivare ai Cracolici palermitani. E tu hai necessità di telefonare ogni giorno per conoscere lo stato dei lavori aggrappandoti, financo, ad una vocina registrata alla quale si accede dopo avere premuto i numeri che di volta in volta ti vengono indicati la quale, dopo un lungo giro parole, ti dice confortandoti che “stiamo provvedendo”. Tu ci credi e aspetti speranzoso, fino a ricevere(l’altro ieri sera alle 19,16) un SMS che ti comunica “che la linea è stata ripristinata e ci scusiamo per il disservizio”. Alzi la cornetta con il desiderio forte di ascoltare il bip, bip, accendere di corsa il computer, collegare l’ADSL e riprendere il filo di collegamento con i tuoi interlocutori di Sala Rossa o del Partito, degli amici o dei compagni ma il telefono, come nei giorni precedenti, resta miseramente muto. Protesta interiore, rabbia e male parole al vento. Ovviamente delusione fortissima. Poi dal giornale apprendi che Sabato 13 giugno a Roma vi è stata la protesta di oltre 5000 dipendenti della Telecom (che ha la proprietà della linea telefonica ma gestita da privati gestori per un mare di euro di affitto realizzando così un monte di profitti senza colpo ferire) e capisci che il danno non è solo per un servizio anche a te negato, seppur momentaneamente, ma per migliaia di padri di famiglia che rischiano il posto di lavoro e allora il tuo pensiero va a loro, alla loro lotta, alla difesa dei loro diritti e dimentichi che la Telecom, prima d’essere privatizzata, fu costruita con i nostri soldi, ceduta ai privati speculatori i quali l’affittano ai vari Tele2, Infostrada e via dicendo. Aspetterò ancora con pazienza anche se mi sono convinto che bisogna, nelle forme in cui é possibile, riprendere il dialogo con i nostri lettori per evitare una lunga pausa non voluta, una vacanza non ricercata e consentire ai nostri cari, affettuosi malevoli anticomunisti irriducibili (e non sono pochi) di pensare che dopo l’ennesima sconfitta elettorale i comunisti hanno, finalmente, chiuso come si suole dire, baracca e burattini. Per cui ho chiesto al compagno Giacomino Minore di ospitare le note occuparsi lui di trasferirle sul sito. Un lavoro fastidioso, almeno per me, che data l'età sono legato ad alcune ben precise abitudini e dunque restio alle innovazioni, ai tempi d’attesa, alle strumentazioni. Ma se penso che si tratta soltanto di una pausa mi consolo pensando a quel che accade nei Paesi totalitari, tipo Iran dei nostri giorni (o come durante il fascismo in Italia), quando il potere impedisce la libera espressione del pensiero non per ragioni tecniche ma per scelta e convenienza oscurando, ad esempio, i siti ed impedendo, così, il dialogo tra gli uomini perché le nefandezze del Potere possano venire nascoste al mondo. Per cui, seppur scritta il giorno successivo alla pubblicazione dei dati elettorali delle europee cioè Lunedì 8 c.m., la pubblichiamo, oggi, questa nota al fine di riprendere il dialogo con i lettori fino ad oggi per forza maggiore interrotto e scusandoci con loro.
TOTI COSTANZO
Un miserabile accordo con Berlusconi e fortemente voluto da Veltroni quando divenne segretario del PD, ha impedito che nel Parlamento europeo potessero, in questa occasione elettorale, occupare un seggio almeno 5/6 deputati sia della Lista Comunista che sia quella della Sinistra e Libertà. Circa due milioni di voti (1.038.247 quelli nostri con il 3,4% e 958.458 quelli di Sinistra e Libertà con il 3,1% ) che non hanno alcuna rappresentanza. Così come non hanno rappresentanza i Radicali, l’MPA e le Destra che senza lo sbarramento avrebbero eletto almeno 4/5 deputati. Meschini, sono solo dei meschini, cinici e calcolatori quelli del PD che hanno contrattato con Berlusconi lo sbarramento allo scopo di raccattare voti e qualche seggio in più. Così era già stato per la Regione siciliana per l’accordo Cracolici-Cuffaro che ha impedito a circa il 5% dei siciliani che avevano votato a sinistra di avere 7/8 deputati tutti assegnati, ovviamente, al PD. In Sicilia e a Partinico, in questa tornata elettorale, costoro si salvano soltanto per il consenso personale ricevuto da Crocetta e dalla Borsellino da pezzi notevoli della società civile che in buona parte, e senza la loro candidatura, sicuramente non avrebbe votato PD. Si, caro Cracolici, senza Crocetta e Borsellino ed i voti dei sindacalisti Tripi e Barbagallo saresti arrivato, si e no, al 15/16 per cento così come dai sondaggi.
Noi non possiamo certamente ritenerci soddisfatti del risultato ottenuto dal nostro Partito anche a Partinico, però rispettosi sempre del responso elettorale, lo accogliamo cercando di COMPRENDERNE LE RAGIONI. E, seppur è difficile esercitare il nostro ruolo in una città immersa storicamente nel “moderatismo” e sommersa dai bisogni individuali e quindi da pesanti condizionamenti tuttavia - e lo sanno bene tanti nostri concittadini - non ci siamo di certo risparmiati neppure in questa campagna elettorale costruendo quel che abbiamo potuto non sottraendoci al nostro dovere di militanti comunisti. Certo potremmo sempre dire che il dato della nostra Lista a Partinico, il 2,7%, si discosta anche dal risultato del nostro Partito nella Regione siciliana, il 2,2%, ma sarebbe veramente ben magra soddisfazione. Abbiamo perso a Partinico così come in Sicilia, come soprattutto al Nord. Il fatto è che paghiamo per le divisioni sul piano nazionale (insieme a Sinistra e Libertà in Italia siamo al 6,5% e a Partinico al 4%), per non avere una nostra rappresentanza nel Consiglio comunale di Partinico, di contrastare con la solita, vecchia logica clientelare che si alimenta sempre di più dell’uso spregiudicato del ruolo istituzionale di chi amministra la città e che senza alcun pudore ha condizionato pesantemente l’elettorato. Così come, d’altronde, è stato nel passato anche recente. Non sappiamo se risulta vero (ma statene sicuri che lo accerteremo) di incontri pre-elettorali con gli ex LSU, con i recenti assunti tramite la Legge 328. Se così fosse saremmo, ancora una volta, davanti, ad un reato che trova sostanza negli atti di coercizione nei confronti di persone subordinate e, dunque, deboli e condizionabili. Senza tralasciare il reato di abuso di potere che si potrebbe configurare nel momento in cui un soggetto utilizza la sua autorità per costringere altri ad assecondarlo.
No, non siamo soddisfatti del risultato ma, tuttavia, compensati dall’impegno e dalla abnegazione dei nostri giovani compagni di cui andiamo sempre più orgogliosi. Si sono spesi per la nostra Lista, hanno saputo rendere viva questa campagna elettorale ricercando voti per il Partito e non certo al servizio di qualche potentucolo di turno che prende voti e scappa (possibilmente a Strasburgo per sfuggire ai rigori della legge) così come avviene soprattutto nel centro e nel centro destra. Giovani al servizio del candidato per una promessa, un favore, un incarico, una speranza d’assunzione anche temporanea. Politica, si diceva una volta, fatta dai Partiti del centro destra dentro i “malasena” anche se divenuti virtuali mentre noi abbiamo lavorato a viso aperto in Piazza con i nostri comizi e le iniziative culturali a dimostrazione della vivacità di giovani che sposano la politica non certo per convenienza ma convinti che i valori, la cultura, la passione rappresentano una parte importante di se stessi, della loro formazione, della loro stessa vita. Riprendiamo senza soluzione di continuità la nostra quotidiana battaglia fatta di impegno e di sacrifici, di rinunce ma di grandi soddisfazioni morali. Riprendiamo per costruire unità a sinistra e non altre divisioni, riprendiamo perché questa Società ha bisogno ancora di tanti comunisti e comuniste. Perché noi crediamo, senza per questo che ci si consideri degli illusi, idealisti o utopici che un’altra Società, un altro mondo è possibile anche nella nostra città .
Toti Costanzo