Ieri il mare di S. Cataldo ( ma era già capitato qualche altra volta in questa estate) aveva un colore verdastro simbolo dell’immissione enorme di sostanze che trasformano l’acqua del mare da limpida,pulita, in opaca e dunque sporca .E di fronte ad un pezzo di mare cosi’ fortemente violentato non potevo non riflettere sul fatto che sono trascorsi 25 anni da quell’estate del 1984 quando si apri’, PER
In quell’estate dell’84 alcuni ristretti ceti politici ed intellettuali posero a Partinico e con forza una questione di fondo e sempre attuale per le comunità, e cioè il diritto ALLA VITA in tutte le sue forme ed articolazioni. La vita , ad esempio, di quei cinque bambini mai nati in quest’ultimo anno nell’Ospedale di Partinico , degli anziani soli e senza sostegno neppure materiale,di tanti giovani senza lavoro e senza speranza . E se non si vive se non c’è il lavoro, se non funzionano le strutture sanitarie , non si vive se l’aria non è pulita,l’acqua non inquinata,il mare capace di continuare a far sussistere tutte quelle specie che danno lavoro e risorse ai pescatori della nostra costa. Diciamolo con chiarezza: quella battaglia di dignità, di civiltà,che metteva al centro non gli interessi di pochi ,i loro affari, i profitti ,le violenze non sempre palesi ,ma quelli di una intera comunità AD OGGI E’ SOSTANZIALMENTE PERSA. Riapre la distilleria, i marmifici che producono polveri dannose continuano,quasi tutti ad operare all’interno della città alla faccia dei Piani Regolatori, delle norme urbanistiche ed igienico-sanitarie e a scaricare dentro i collettori fognari, le cantine fuori da ogni controllo, le periferie invase da montagne di rifiuti anche pericolosi e pericoloso per le falde il percolato , in tutta la nostra zona nessuna discarica,sopratutto per inerti, mentre il torrente Puddastri continua a vomitare nel mare di S.Cataldo milioni di metri cubi di materiale che certamente all’habitat marino bene non fa ,cosi’ come più modestamente alla balneazione . E si tratta di materiali che provengono soprattutto dalla città di Partinico, dalle sue periferie , dalle abitazioni nate i questi anni a valle e che non sempre ,e sicuramente non tutte ,dispongono di impianti autonomi di depurazione, che sversano abusivamente entro il Puddastri, che scarica nel Nocella, che finisce a mare. Per non dire di tutta la costa che da Trappeto porta a S.Cataldo priva di collettori, impianti fognari e di depurazione. Sono passati 25 anni dalle ragioni di quella e spinta che parti’ dal Partito Comunista di Partinico e che coinvolse tanti altri soggetti della società allora più dinamica, più disponibile al dialogo, allo scontro, anche alle risse politiche segno,però, di vitalità e non certo, come accade oggi, di rinunciataria assuefazione, MA DOBBIAMO AMMETTERE CHE SIAMO ESATTAMENTE AL PUNTO DI PARTENZA .Certo ,nessuno di noi dimentica le iniziative del Patto per la salute e l’ambiente, la grande manifestazione contro la distilleria del 14 maggio del 2004 che coinvolse migliaia di cittadini della zona ,né le oltre duecento querele a Pino Manici ( ma anche a quelle più modeste per numero spiccate contro alcuni di noi) ma nessuno può affermare oggi che qualcosa sia cambiato QUANTOMENO DAL PUNTO DI VISTA SOSTANZIALE e cioè il miglioramento delle condizioni complessive di vita nella nostra città e nel territorio circostante . Anzi. Abbiamo visto il tradimento, le ritorsioni, i cambi di casacca, lo sciacallaggio di alcuni, il dissennato pseudo ambientalismo di altri, gli evanescenti tentativi di “mettere pezze” , di non volere risoluzioni definitive. E ti viene una rabbia cosi’ forte che vorresti spaccare tutto, gridare che non è giusto, che non si ha il diritto, che non possono esserci ragioni maggiori e più sostanziali della vita degli esseri umani. Ma tu sai che è tutto inutile, che bisogna ricominciare daccapo , che non bisogna perdere la speranza ,che è certo che un nuovo mondo sia anche possibile nella nostra realtà ma duro da realizzare per cui non ti basta una sola vita. Ma intanto un pezzo di territorio , quello più suggestivo, più fortemente carico di storia a confine con due Comuni ( Trappeto e Terrasini ) continua ad essere terra di nessuno perché periferico, perché abbandonato al suo destino, perché lo si ritiene come nelle guerre conquistato dal nemico.E il nemico ha conquistato sopratutto le coscienze di tanti ,ha fatto breccia nella vacuità e nello stupido orgoglio di pseudo governanti,piccoli saltimbanchi da palcoscenico di periferia , riducendo un territorio, appunto, TERRA DI NESSUNO .Perché il nemico della costa, del mare, dell’aria , dei fiumi, delle periferie della nostra città , del suo centro storico, dei beni monumentali è sempre quello, quello di sempre e cioè IL MISERABILE PROFITTO DI UNO ,DI POCHI, DI TANTI mentre il donnabondismo si diffonde sempre più come le ramificazioni di un cancro che non perdona.
Toti Costanzo
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