giovedì 20 agosto 2009

LA NOSTRA "MEGLIO" GIOVENTU'


“Devi farlo chiudere a tutti i costi ne va della mia dignità di Sindaco”. Bart lo trovò sconvolto mentre telefonava a voce alta e tremante per l’ira e immediatamente tirò dalla tasca la boccetta con i sali che solevano utilizzare lui ed anche Kate ,in casi di emergenza .Dall’altro capo del telefono Tonino cercava di rassicurarlo e cioè che avrebbe fatto con immediatezza le dovute verifiche. “Credo, -disse Tonino- che si tratti di un equivoco. Tu lo sai che noi Balestratesi siamo pacifici ed anche accomodanti. E poi, noi vi siamo ancora grati ed obbligati .Dove si trovano, ad esempio, gli imbecilli più imbecilli di voi partinicoti che ci avete regato circa 300 ettari di territorio senza nulla chiedere?Nemmeno avete più voluto quell’acceso a mare contiguo alla foce dello Jato che eravamo disposti a concedervi quando a trattare con noi venivano da Partinico “quelli con quelle cose cosi’ . Altro che i susseguenti quaquaraquà .Si,sono sicuro che si tratta di un equivoco che io accerterò con lo scopo di rimediare ” .

Sal ,prostrato, si abbandonò su uno dei divani rococò mentre Bart aveva preso l’abitudine che quando Sal si lamentava, per una ragione o per un’altra ,soleva guaire quale manifestazione di affetto e solidarietà accucciandosi come il cane Argo ai piedi del padrone Ulisse . Quando entrò Kate li trovò affranti e disperati. Con la rapidità e l’agilità che solo i cavallerizzi posseggono , chiamò al telefono lo zio che di materia sanitaria un po’ s’intende ,preoccupata dello stato pietoso in cui si trovavano i due. “Zio Pino- disse al telefono- vieni subito e porta “il rianimante” che tu sai.” Benina ,all’oscuro di tutto aveva,intanto, lasciato passare Vincenzino Liolà che memore dei suoi luminosi trascorsi da amministratore nel nostro Comune ,apri’ la porta non spingendola con le mani ma ,come soleva fare ai tempi di Giugio ,con i piedi e lanciandosi in scivolata al centro del Salone degli specchi.Roteò con una piroetta tre volte su se stesso concludendo con una “spaccata” al grido di "Olé" come in quella famosa vignetta che Giovanni Guerra alcuni anni or sono immortalò su Sala Rossa . Vincenzino ,che anche questa volta teneva tra i denti lo stelo di una rosa rossa ,è a tutti noto come sia anche un buontempone(ah, Mimi’,Mimi’ del tabarin ,dove sei? cosa fai?cosa hai lasciato quale eredità della tua più che dignitosa e lunga carriera politica ?) ed esercita la sua attività di “ politico per modo di dire e comunque sempre secondo e mai primo ” accompagnandola a quella di professionista della salute con allegria e tanta disinvoltura ,davanti la scena che sempre più rassomigliava alla famosa icona della madonna addolorata (Bart,intanto, si era abbandonato sul petto di Sal) si commosse e senti’ la necessità di chiamare, appunto, Mimi’. E Mimi’ chiamò Tanino ,che chiamò Nardo, che chiamò Jhonny, che chiamò quelli della manutenzione,che chiamarono Antonella ,che chiamò il papà e il Comandante, che chiamò il Direttore Generale, che chiamò il Segretario generale ,che chiamò il Ragioniere generale (cioè se stesso) , che chiamò Ntrea ,che chiamò quelli dei 108 alloggi, che chiamarono quelli della villetta di Padre Pio, che chiamarono il professore Scasso, che richiamò i ragazzi dello Zen e quelli coreani. Vincenzino , dunque,resosi conto della gravità della situazione si lancia su Sal con in mano lo stetoscopio , spinge con forza Bart che rotola a terra e ancora una volta, rotolando,rotolando toccò prima la parete nord e poi la sud del Salone con una tale velocità che non fu possibile a Nardo che era appena,appena arrivato di cronometrare il tempo , e registra la sequenza dei battiti cardiaci .”Tachicardia ,tachicardia – sentenziò Vincenzino –e il rischio c’è” .Dunque le pulsazioni erano al massimo e si temeva il peggio quando arrivò ,come nel film “Improvvisamente l’estate scorsa “con Burt Lancaster in maniera provvidenziale dal balcone spalancato per il caldo, una sufunata d’acqua fredda lanciata dal SUV di Totò Zito ,avuto recentemente in dotazione dalla protezione civile, e che lo stava provando in piazza Municipio per una esercitazione di routine .L’acqua ristoratrice arrivò ,benefica, sul boccheggiante Sal che si riprese quasi immediatamente .Ma la ripresa totale si ebbe solo quando lo zio Pino accostò alla sua bocca un beccuccio che fuoriusciva da una bottiglietta di quelle schiacciate che si vedono nei film western proiettati da don Gaspanu Cavaleri e utilizzati dai cowboy dopo le lunghe ed estenuanti cavalcate nelle praterie del West. .Era piena di un liquido ristoratore e rianimatore di cui Sal ha spesso necessità soprattutto nei casi come questi. “Mascalzoni- disse appena ripresosi- avete capito cosa hanno voluto combinarmi i sicciaroti? Hanno affisso a Partinico, nella mia città, i manifesti propagandistici di una spiaggia attrezzata e hanno avuto l’ardire di chiamarla “Lido Le Blond”.Tonino mi deve dare la testa di costoro, la testa e solo cosi’ mi potrò acquietare “ Fu a questo punto che Vincenzino Liolà bloccato l’incessante rullio di Bart e sempre con i piedi che lui usa al posto della mani ,disse:”Picciotti ,amici,compagni e camerati ,futtemuninni picchi’ semu ricchi! Ero venuto proprio per darvi la buona novella. Raffaeluzzu ,per nome e per conto mio, chiamò l’Assessore che ha preso il posto di Antonellino l’accattaturi il quale ci ha assegnato ‘a pila per l’estate. 40 mila euri pi festi, festini e schiticchi e 5 mila per i calici di stelle. A facci di’ contribuenti. Dunque prepariamoci .Tu Vituzzu ( Vituzzu era appena arrivato reduce da un incontro con gli emissari locali dell’Ingegnere) vistosi che sei l’Assessore al ramo ordina per il 4 settembre carni di crastu e sucu di magghiolu!Alla faccia di cu’ nni voli mali !”

Fu a questo punto che Bart smise di rotolare, Nardo si inginocchiò ed abbraccio le ginocchia di Sal chiedendo “perdono,perdono, perdono” come nella canzone di Caterina Caselli mentre copiose lacrime scivolavano sui tappeti,il Comandante alla faccia di Bossi fece suonare l’Inno di Mameli ad un gruppo musicale locale che,intanto, era furtivamente entrato alla ricerca “dell’Assessore ai fistacchiuna “ per potere concertare una data dentro la Cantina.Vituzzu ,iniziò a cantare “ O mia bela Madunina” che da alcuni anni aveva provato e riprovato in coppia con Mimmo ed altri artisti del luogo e ,da cantare, quando sarebbe arrivato il “ momento opportuno” mentre Jhonny fece fare alla manutenzione il “presentat’arm” a Vincenzino Liolà.

Come al solito Benina ebbe il compito di chiudere la porta d’accesso alla Sala per evitare che qualche popolano ,incuriosito dal trambusto, potesse chiedere d’essere ricevuto per esplicitare i suoi bisogni. Giù ,in piazza Municipio, Totò Protezione civile mise in moto il SUV che iniziò una specie di carosello come quelli che spesso realizzava Ginu Bua e suonando il clacson in maniera prolungata allo stesso modo di quando ,nel corteo,si accompagnano gli sposi. Infatti di sposalizio si trattava. Sposalizio tra la nostra “ meglio gioventù”.

Sala Rossa

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