martedì 29 giugno 2010

IL SEN.GIUSEPPE LUMIA: UN CASSAINTEGRATO DELLA POLITICA SICILIANA


L’Assemblea organizzata Sabato scorso dall’on. Cracolici e dal sen. Lumia del PD nella quale bisognava sancire la nascita del PDS, che non significa Partito Democratico della Sinistra quanto Partito Democratico Sicilia alla stregua dell’analogo PdL Sicilia di Micciché) di fatto è stata un quasi fallimento. Soltanto presenti 8 deputati regionali su 27 (almeno 7/8 dei quali “rubati” alla Sinistra Arcobaleno che a causa del miserabile accordo di Cracolici con il centro destra che volle lo sbarramento al 5%, per un niente non ha raggiunto il quorum) erano presenti a dimostrazione di quanto sospetto ci sia nei confronti della iniziativa del duo Cracolici-Lumia. Presenti, però, alcuni vecchi “arnesi” democristiani quali Papania, Cardinale e Genovese, i quali non demordono (così come presente uno che a Cracolici deve tutto e cioè quel ragioniere Costantino Garraffa da noi definito in maniera irriverente “senatore per caso”) nel ricercare spasmodicamente la gestione del potere a qualunque costo.
Un flop politico, per certi versi, che avrà reso felice l’avversario di sempre di Lumia cioè quel “barone rosso” che è il senatore Vladimiro Crisafulli il quale porta un nome di origine sovietica come ricordo di un tempo in cui i comunisti siciliani, e specie ai tempi dell’occupazione delle terre, non chiamavano i figli “Peppe”, ”Ciccio” o “Totò” ma, appunto, Vladimiro o anche Lenin. Dunque l’Assemblea di Sabato dimostra come l’autonomismo dell’ultima ora non trova riscontro soprattutto in quei deputati regionali i quali ben comprendono che rompere col Partito di Roma (dice Lumia con una riconosciuta enfasi : “Un PD autonomo e federato con quello nazionale, libero dal correntismo romano che progetta e DECIDE nei territori”) significa, quantomeno, isolarsi da un elettorato che, sebbene turandosi il naso e in mancanza di una SINISTRA visibile ed organizzata, vota in Sicilia ancora il PD consentendo ad un ceto politico di provenienza ex diccì ed ex piccì, RIGOROSAMENTE SUDDIVISO IN “CORRENTI”, di perpetuarsi nel tempo con tutti i vantaggi che provengono dalla condizione di rappresentante nelle istituzioni regionali. Ma Lumia ha una regione in più per cercare di rompere lo schema del Partito siciliano e costruire altri percorsi che altro non sono se non UNA NUOVA CORRENTE guidata da lui in tandem, ovviamente, con Cracolici. Il senatore –di cui noi comunisti di Partinico ne sostenemmo con convinzione la ricandidatura non voluta e dunque osteggiata dal partito nazionale in ragione della sua “storia antimafiosa”- si trova, infatti, nella condizione di quei lavoratori che hanno da poco superato i cinquant’anni e sono collocati in cassa integrazione col rischio di perdere l'occupazione e, quindi, di non potere più lavorare perché troppo vecchi per un nuovo lavoro ma nell’impossibilità di andare in pensione perché ancora troppo giovani. In poche parole Lumia sa che il PD (oggi “il suo datore di lavoro”) non lo “riassumerà più” (leggasi non lo candiderà più al Parlamento nazionale) e quindi rischia, ancor giovane, di perdere quel ruolo nelle istituzioni che mantiene ormai da qualche decennio. Dunque ha la necessità di costruire un nuovo percorso alla cui fine ci sia almeno un seggio nel Parlamento siciliano. Un seggio che come è noto dalle nostre parti si costruisce col consenso ma anche e sopratutto col "potere" e ,dunque, con un ruolo da leader. Ora la questione che noi poniamo non è il diritto di Lumia e Cracolici di chiedere al loro Partito romano più autonomia e più decisionismo quanto LA LINEA che hanno scelto e che è quella di NON ESSERE ALTERNATIVI ai Partiti del centro destra - compreso quello di Lombardo - quanto di sostenere, costi quel che costi, questo governo regionale ritenendolo, IPOCRITAMENTE, strumento necessario ed indispensabile per processi di sviluppo dell’economia siciliana. Per cui Lumia dichiara che in Sicilia “la nostra linea è no al voto anticipato…. E Lombardo deve rilanciare il cammino delle riforme”. D’altronde le dichiarazioni sia di Lumia che di Cracolici il 3 maggio scorso quando l’ARS approvava la finanziaria 2010 con i voti determinanti del gruppo del PD, vanno nella direzione dell’esaltare questo ruolo “riformista” di un governo con un pezzo del PdL (il più impresentabile in Sicilia), con l’atteggiamento ambiguo di una UDC in crisi di “astinenza di potere” e con un MPA alla ricerca di un suo rafforzamento e radicamento. Un governo in affanno per la manifesta incapacità a risolvere problemi strutturali quali acqua, rifiuti, trasporti, protezione dell'ambiente. Ma “il Governo delle Riforme” altro non è se non una invenzione di Lumia e Cracolici i quali sanno bene che questo governo non può risolvere alcuno di questi incancreniti problemi limitandosi, oggi, alla gestione del quotidiano così come è stato almeno nell’ultimo ventennio. E questo assunto lo si è dimostrato Venerdì 25 scorso nella sede del nostro Centro culturale di via Baida dove un piccolo Partito come il nostro e la nostra A.C.D. ’77 (ASSOCIAZIONE CULTURALE DEMOCRATICA), avvalendosi delle conoscenze di Peppe Nobile che dirige il settore Statistica della Regione, ha dimostrato in maniera inequivocabile, e alla presenza di un pubblico interessato, come anche questa Finanziaria 2010, con buona pace dei nuovi riformisti del PD, altro non è se non uno strumento che mantiene quel che c’è e, dunque, niente riforme, niente crescita economica e niente sviluppo. A proposito del PD: non sarebbe poi male se anche a livello locale si potesse conoscere il pensiero di questo Partito non solo sulle questioni locali - e non certo per "curiosità"- quanto su quelle siciliane e, perché no, anche nazionali per capire dove questo Partito, dopo l'accantonata "esperienza Motisi", va o vuole andare nella nostra città.
Toti Costanzo

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