Mi sono chiesto, dopo avere ascoltato alcune interviste televisive di consiglieri comunali andate in onda ieri su quanto è accaduto nella prima Commissione consiliare del Comune di Partinico relativamente alla costituzione del’Unione dei Comuni tra Partinico e Trappeto, come si possibile mantenere calma ed equilibrio senza ricorrere non solo al linguaggio ma anche alle espressioni più colorite per definire situazioni che hanno dell’incredibile e quali protagonista l'Amministrazione Lo Biundo. E di fronte, ad esempio, ad interviste quale quelle spesso rilasciate dall’Assessore alla cultura di Partinico per iniziative mai frutto del suo pensiero e meno che mai dell’azione ma con lo scopo maldestro di farle apparire originate dal suo ingegno e col ricorso ad aggettivazioni del tipo “di prestigio”,”di livello”,”qualificanti”, come pensate che si possa fare?
Non si dovrebbe, con tutto rispetto, ricorrere sempre con più frequenza a “ ’o pernacchio” di Edoardo come nel film “L’oro di Napoli” quando accoglieva lo spocchioso duca Alfonso Maria di Sant’Agata di Fornari transitante in carrozza per i vicoli della città? E di fronte all’ennesimo colpo di mano di ieri cioé l’approvazione tà-tà dello Statuto dell’Unione dei Comuni messo a segno dalla “cricchetta”-un’insieme di mezze cartucce (ovviamente ci riferiamo soltanto ad ALCUNI FEDELISSIMI di don Totò Maria duc(h)etto di Casa Santa) che da due anni imperversano nella nostra città saccheggiando, raschiando il barile – e che pensa come “la politica” sia soltanto un salutare, benefico, insperato esercizio per manifestare capacità traffichine, spirito di rivalsa, “chistu è meu e mu futtu eu!”. Dunque l’Unione dei Comuni . Una cosa assai seria che in tante altre realtà, anche siciliane, è diventata l’occasione per lo sviluppo, la crescita economica e civile, lo strumento di seria aggregazione tra amministratori seri, responsabili ed equilibrati i quali si sforzano di eliminare le difficoltà mettendo insieme le loro risorse. Anche le loro debolezze che tuttavia diventano, poi, forza. Per caso ho intercettato una Unione dei Comuni in Abruzzo, l’Unione dei Comuni della Val Librata, che mette insieme 12 comunità con circa 90 mila abitanti, gestendo ad esempio direttamenteLA RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI e raggiungendo nel 2009 il 54,8% di differenziata. Da noi, nel nostro territorio, al contrario, si costruisce mascalzonescamente l’ennesima truffa nei confronti dello Stato e delle comunità locali. Perché quando nella Piana di Partinico con la presenza di SEI Comuni limitrofi che insieme fanno circa 55 mila abitanti i quali oltre il territorio potrebbero avere in comune storia, risorse, identità culturale si costruiscono, invece, BEN TRE UNIONI la cui composizione ha dello sconvolgente ed ingiustificato (Partinico con Trappeto, Balestrate forse con Borgetto e Montelepre, Giardinello addirittura con Carini) allora si capisce che c’è qualcosa che non va. C’è un terreno di coltura per il malaffare e la mala politica. C’è un chiaro tentativo di frantumare, parcellizzare risorse e prospettive ma aumentare in maniera esponenziale sprechi e prebende. Tre unioni di Comuni significano uno spreco colossale di risorse, un’offesa ai processi democratici, un volere a tutti i costi creare situazioni per collocare amici, fedeli zuini, servi sciocchi e ruffiani, a volte senza arte né parte, che devono dire sempre di sì per percepire una qualsiasi indennità di sopravvivenza. Una massa di manovra elettorale alla quale la società civile, MA NON SOLO QUELLA DI PARTINICO, e quella seriamente politica devono opporsi. E’ diventato intollerabile che un insieme di personaggi venuti fuori NON dalla storia politica e culturale della città e del suo territorio MA più spesso dai bassifondi e della scuola e del mondo del lavoro parassitario, pensano di avere messo le mani sulla città, sulle sue aree per operazioni speculative, sulle poche risorse economiche che ancora circolano, condizionando professionisti, umiliandoli e riducendoli a sudditi privandoli della loro autonomia ed anche dignità, elargendo, blandendo, minacciando, consentendo che i centri storici diventino specie di suk, che le aree a verde siano abbandonate, così come gli impianti sportivi, i beni naturali, ambientali e monumentali senza una ben che minima idea del, PENSARE, PROGRAMMARE E SOPRATTUTTO FARE. Costoro, come i lanzichenecchi che si spartivano anche le spoglie dei cadaveri, non hanno nulla da perdere ed anche se è vero che la storia della nostra città di loro non parlerà perché coperti da una coltre di silenzio ed anche di vergogna (ma cosa vuoi che gliene importi!), tuttavia oggi, qui ed ora, rappresentano un insulto alla dignità di un popolo e del territorio. No, non si può più attendere che costoro continuino a demolire quel che con anni di sacrifici, lotte, contrasti si era riusciti a costruire. E non basta più neppure che a loro venga quotidianamente rivolto l'implacabile, efficace, dissacratore, qualificante edoardiano pernacchio.
Non si dovrebbe, con tutto rispetto, ricorrere sempre con più frequenza a “ ’o pernacchio” di Edoardo come nel film “L’oro di Napoli” quando accoglieva lo spocchioso duca Alfonso Maria di Sant’Agata di Fornari transitante in carrozza per i vicoli della città? E di fronte all’ennesimo colpo di mano di ieri cioé l’approvazione tà-tà dello Statuto dell’Unione dei Comuni messo a segno dalla “cricchetta”-un’insieme di mezze cartucce (ovviamente ci riferiamo soltanto ad ALCUNI FEDELISSIMI di don Totò Maria duc(h)etto di Casa Santa) che da due anni imperversano nella nostra città saccheggiando, raschiando il barile – e che pensa come “la politica” sia soltanto un salutare, benefico, insperato esercizio per manifestare capacità traffichine, spirito di rivalsa, “chistu è meu e mu futtu eu!”. Dunque l’Unione dei Comuni . Una cosa assai seria che in tante altre realtà, anche siciliane, è diventata l’occasione per lo sviluppo, la crescita economica e civile, lo strumento di seria aggregazione tra amministratori seri, responsabili ed equilibrati i quali si sforzano di eliminare le difficoltà mettendo insieme le loro risorse. Anche le loro debolezze che tuttavia diventano, poi, forza. Per caso ho intercettato una Unione dei Comuni in Abruzzo, l’Unione dei Comuni della Val Librata, che mette insieme 12 comunità con circa 90 mila abitanti, gestendo ad esempio direttamente
Toti Costanzo
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