L’ultimo post di Toti fa nascere in me la voglia di raccontare ai lettori di Sala Rossa cosa sia oggi la Consulta Giovanile.
Inizio dalla fine: una grande delusione o meglio un’occasione sprecata.
Chi si tiene informato sulle attività dei Giovani Comunisti sa bene che abbiamo a lungo lottato affinché si riattivasse a Partinico questo importante strumento.
Lo abbiamo fatto nella convinzione che mettere assieme e confrontare, pur mettendo in conto un certo carico di scontro che ne può derivare, tante idee e tante teste non potesse che fare bene ad una realtà come quella di Partinico, in cui soprattutto negli ultimi anni si respira un’aria di indifferenza e rassegnazione.
Questa convinzione è rimasta salda in noi per ben poco tempo. Era il maggio del 2011 e, oltre ai comportamenti discutibili di uno tra i peggiori assessori della storia della nostra città, Caterina Panzavecchia, abbiamo assistito al già noto (perché vissuto già una volta dai GC negli anni 2006-07) meccanismo del riempire la consulta di gente disinteressata (affibbiandogli una più o meno esistente associazione) al solo fine di occupare una tanto ambita (inspiegabilmente!) poltrona, quella del Presidente.
Quel giorno rilasciai un’intervista a Pino Maniaci, il quale constatò evidentemente che in quella stanza qualcuno aveva portato le proprie “truppe” (molti giovani addirittura non sapevano perché fossero lì).
Gli dissi: ci rivediamo tra 2 o 3 mesi e vedremo se le mie accuse hanno fondamento.
Ebbene, poiché quando noi parliamo, lo facciamo con consapevolezza e ragione, esattamente due mesi più tardi ben 18 membri decadevano per via delle tre assenze consecutive senza giustificazione che lo Statuto disciplina.
Per non parlare dei delegati che per mesi hanno preso parte ai lavori della Consulta, senza presentare la documentazione necessaria e non avendo dunque diritto a farlo.
Sono passati molti mesi e altrettante sedute della Consulta. È evidente la mia, la nostra delusione, ma due cose di questa esperienza voglio salvarle:
1) La costruzione di un gruppo eterogeneo di giovani con altre realtà giovanili del paese, che abbiamo chiamato Giovani per la Partecipazione, che auspico abbia lunga vita soprattutto al di fuori della Consulta (considerato il panorama tracciato);
2) La Prima Giornata Antimafia che, sebbene il Sindaco e qualche suo giovane galoppino spaccino per propria, noi Giovani per la Partecipazione (e purtroppo non la Consulta in toto, a dimostrazione di come le cose funzionano) abbiamo costruito pezzo per pezzo anche col contributo di realtà esterne alla consulta (penso a Telejato, a Radio Amica, al Laboratorio Creativo Permanente, ai componenti dell’Eidos).
Tutto il resto è una storia di scontri dovuti, a mio parere, all’incapacità di una Presidente, mal consigliata da qualche giovane-vecchio volpone, di cui Toti ha tracciato già un profilo esaustivo e che in questi 10 mesi ha saputo solo scaldare una sedia e avanzare sempre e solo difese dei datori di lavoro dell’Amministrazione Comunale nei dibattiti assembleari.
Una Presidente, dicevo, che non solo non ha ben capito il suo ruolo, ma che più volte ha mortificato le regole che un organo deve avere (nel nostro caso lo Statuto) per mettere delle pezze sui demeriti del proprio gruppo di riferimento.
E se queste cose accadono a 20 anni in un “organo” che conta così poco, figuriamoci cosa potrebbe succedere in altri luoghi.
Per fortuna, c’è ancora chi fa “politica” solo per passione e altruismo. Ed è di queste persone che Partinico ha estremo bisogno.
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