Non era neppure sceso dall’aereo
a Punta Rais,che gli si presentarono in delegazione e tra gridolini di gioia ed
olé gli fu comunicata all’orecchio da Jhonny una nuova strepitosa e
straordinaria notizia.Totò-,inteso ora Le Mokò non solo in onore del grande
attore che rese famoso il personaggio in quell’indimenticabile film del 1949 ma
per il suo recente semiesotico viaggio tunisino - era ancora frastornato.Sia per il tour che gli aveva riempito gli occhi ed il cuore portandolo fino alla
città di Douz ,mitico luogo chiamato “porta
del deserto,ma soprattutto ancora indolenzito e col lato B tutto tappi-tappi per aver dovuto cavalcare fin
li’ a dorso di cammello.E i cammelli,come è noto ,non sono mica le comode
nostre cinque porte.
Lo seguirono in carovana nel
senso che dall’aeroporto l’accompagnarono fin su al suo nuovo rifugio.’Ntrea
,incontenibile per la felicità,aveva addirittura pensato di mimetizzare le
macchine con scritte laterali in
aramaico e bandiera con la mezza luna,di seguirlo calcando ad intermittenza
il clacson cosi’ come è in uso quando gli sposi ,dopo la cerimonia nuziale ,salgono
in macchina e si allontanano pieni di felicità.Jhonny 1°,ca’ pari nicu ma avi ru cosi accussi’,ridiventato dopo diverse
burrascose vicende di nuovo nuovamente assessore di 'Ntrea,lo sconsigliò.Meglio
evitare scrusciu perché bisognava già
pensare a questo nuovo evento ma di cui manteneva il segreto e che cosi’ sorprendentemente capitava alla rifortunata sindacatura del
ricandidato,resuscitato,rieletto.Quel che bolliva in pentola aveva del miracoloso
e,dunque,mutu e pipa.
Ci fu un summit.’Ntrea e don
Pinuzzu ritenuti troppo loquaci (veniva loro rimproverato di avere,
addirittura,rivolto in Consiglio la
parola ai due comunistelli dal dente avvelenato) non furono invitati.Qualcuno
disse:“Lassamuli fora picchi’ chiddi parranu cu i comunisti!
.Certo ,parole irriguardose oltre
che ingenerose per chi si era sempre speso per la “causa” di Totò ma il "cerchio" di Le Mokò funziona cosi’:con lui per la vita e per la
morte senza tentennamenti perché appena tu parli con quelli che
loro reputano nemici,non c’è verso.Su di
loro cruci e nuci .
Androno tutti al rifugio.Li’ sul
punto più alto come nel film “Salvatore
Giuliano” quando il bandito Passatempo segnala la presenza degli sbirri che
risalivano lo stradale verso il covo, si era appollaiato come la vedetta
lombarda Gianli con accanto accovacciato uno di quei cagnolini che proprio in
quei giorni aveva ricevuto in regalo dall’associazione che si occupa dell’adozione
di trovatelli in ragione della sua disinteressata protezione.Un po’ più in
basso,don Peppino Barby con l’ausilio divenuto indispensabile di Jhonny 2°,alimentava
una quararata di focu per arrostire
il crasto e a latere,come si dice in Tribunale,stanziava Filippino Faremo
sempre più interessato alla successione di Le Mokò tant’è che non lo lascia ‘pi curtu:Infatti non c’è processione o
cerimonia che non lo tallona copresenziando e suscitando irritate e puntute
frecciate dei tanti del giro che già pensano di candidarsi alle prossime.
Dentro il rifugio fu accolto dal
coro di una delle locali scuole dell’obbligo (una in mani fedeli ,aveva il compito di preparare a spese dello Stato e ,dunque,dei contribuenti
un ennesimo buffet aggratis e alla faccia nostra ) che intonò “Dio salvi il Re delle Due Sicilie” un
canto riscoperto di recente e arrangiato ,all’occasione,da un musicista locale mentre il Capo della
Real Casa e Gran Maestro del Sacro militare Ordine Costantiniano di San Giorgio che lo attendeva trepidante,si precipitò abbracciandolo con espansione
eccessiva ed apostrofandolo con un ”Benvenuto
Eccellenza”.A frenare le smodate effusioni dovette intervenire con voce autorevole e tuonante anche Roby che,in genere,
si tiene alla larga .
Il Gran Maestro lo informò che di
li’ a poco avrebbe ricevuto la visita della Principessa Beatrice di Borbone
pronipote di Ferdinando I il quale,si racconta,che proprio dentro la Cantina fatta da lui costruire
fu protagonista di spettacolari sbornie avendola trasformata in una specie di taverna-rifugio
,esattamente quello che ne voleva fare Le Mokò ( quando si dice i corsi ed i
ricorsi della Storia!),la quale Principessa avrebbe donato una medaglia d’oro da appendere al Labaro.
Il “cerchio” si mise in stato
confusionale.Le quattro pie donne ( o cinque?) riconoscenti per l'avvenuta,recente elezione lo circondarono di amorose
attenzioni ,interrogandolo:”Toto’,sai
fare il baciamano?E ad inchino come siamo messi?Conosci almeno qualche parola
di spagnolo ?E la storia dei Borboni te la ricordi ancora?E quella del regno
delle due Sicilie?E hai provveduto a far ispezionare l’acciotolato e
l’abbalatato da quel fine professionista notoriamente esperto in materia per
evitare rovinosi inciampi delle signore alto 12 ?”Un mare di interrogativi, un mare
di preoccupazioni
Per alcuni giorni fu un vero
tormento.D’altronde è il prezzo che si paga alla celebrità.Il Gran Maestro si fece,però,sentire di li a
poco.Costernato e con un nodo alla gola ebbe a comunicare che la Principessa Beatrice non
sarebbe più transitata da Partinico.Ossessionati dal leniniano interrogativo
del “Che fare?” visto che oramai la
notizia era stata diffusa e circolava nei salotti e nei locali ,"il cerchio" si riuni' in
conclave e alla fine emerse tutta la capacità,l’inventiva,la feconda
creatività,la nota capacità di districarsi,svincolarsi,risolvere,del segretario suo
segretario.Si avvicinò all’orecchio di Totò e sussurrò qualcosa.Le Mokò si illuminò d’immenso,si agitò,fremette ed infine esplose con un :”PRECISA
E’ ?”
L’aspetto,il portamento,il
sorriso,la naturale propensione a gestire il rapporto col pubblico,i modi da
signora che l’hanno sempre contraddistinta,la sicurezza nell’affrontare e
risolvere le situazioni fecero il resto.La persona suggerita era davvero identica alla principessa!D’altronde non si dice che nel mondo siamo in cinque a somigliarci
come due gocce d’acqua?
Il giorno della cerimonia la Sala degli Specchi si animò
come non mai.Funzionari,autorità civili,militari e religiose,consiglieri ed
assessori,signori e signore.Il Gran Maestro non si sottrasse al compito affidato
e al momento opportuno disse :”Signori e
signore,la
Principessa Beatrice di Borbone,pronipote di Ferdinando I è con
noi. “Lei entrò a lenti passi,distribuendo sorrisi e leggeri inchini.Il
lungo abito di chiffon e merletti ne esaltava l’incedere.Si fermò al centro
della Sala.Totò si avvicinò inchinandosi come soleva fare il personaggio del mugnaio arricchito nel film “Totò turco
napoletano” si abbassò per un baciamano ma inesperto e goffo com’è in
questi frangenti(altro che Barto o Ciacca!),inciampò e quasi cadde.Lei ,”la principessa”,maternamente
sorridendo lo sostenne e gli sussurrò:”
Attento,sindaco, che ancora non è ora di cadere ma se continui cosi’…” .Tutto procedette
secondo cerimoniale con la gioia di tutti.Si, è proprio vero! La nostra splendida ed ineffabile signorina
Benina é davvero la sosia della principessa Beatrice Di Borbone !Pari veru idda!.Anzi ,megghiu!
Sala Rossa