Se ne andato Pino Corso una delle
persone piu’ dinamiche,effervescenti,creative di una generazione che conobbe
la guerra ma crebbe con la certezza di potere aspirare ad una vita migliore
mantenendo forti le radici soprattutto con quella cultura che le affondava nel profondo della Storia della nostra città fatta di lavoro e duri sacrifici.Lo
conobbi piu’ profondamente nel periodo in cui fu collaboratore scolastico nell’Istituto
nel quale svolgevo la mia attività di docente.Non ci fu un solo giorno in cui gli ho visto perdere la sua ilarità,il buon umore,la pazienza,l’ironia,la saggezza che a noi
viene dalle nostre radici contadine.Allegro,positivo,amico di tutti soprattutto splendido artigiano creativo che
sapeva costruire“u sidduni",ma non solo,come nessun altro.Fu 'u siddunaru il suo lavoro da giovane e continuo’con la stessa
passione anche quando fu immesso negli organici della scuola.Creare era la sua passione,la sua vita.Quel suo “sapere” voleva,pero',che non si disperdesse,che non finisse con la sua dipartita.Mi diceva che se avesse avuto un sostegno dagli amministratori avrebbe potuto dare vita ad una vera "scuola".
Lo
chiamai sempre con deferenza “signor
Corso” non solo per il rispetto che si porta ad una persona anche se con
qualche anno in piu’ di te,ma perché riscontrai sempre la sua disponibilità( appunto
un vero signore)e generosità soprattutto quando si trattava di mettersi a
disposizione per iniziative che esaltavano non solo la sua passione ma anche
quella degli altri artigiani creativi della città.Fu cosi’ che nell’estate del ’92,da
Assessore alla Cultura,mi assicurai la
sua preziosa collaborazione per un progetto che coltivavo da tempo.Una grande
mostra dell’artigianato all’interno di un bene prezioso che era stato abbandonato dalle
amministrazioni precedenti e che intendevo recuperare al ruolo di Parco urbano anche perché proprio nel centro della città.Nel cuore di Partinico ,infatti,esisteva un luogo suggestivo,una
grande area residuo insieme a quella dell’ex arena Lo Baido,di quel che fu la
selva parthenia e che custodiva gelosamente le sorgenti del cosidetto “Lago”.Il lago é ancora ad oggi un contenitore
che nei decenni passati raccolse il
surplus delle acque che fuoriuscivano dalle ricche sorgenti che una volta alimentavano
non solo i serbatoi a monte ma soprattutto la Fontana
degli 8 cannoli ed altre fontanelle cittadine.Un mondo semidistrutto dall’insensibilità, dall’ignoranza, dall’ingordigia
di tanti passati amministratori presi dalla furia di un “modernismo”urbanistico che nascondeva,però,il piu’ grande processo
speculativo sulle aree che mai ebbe a conoscere la nostra città.Quella zona che custodiva le sorgenti e protetta da una
cupola,fu presa d’assalto da speculatori,cattiva politica e mafia che fecero
terreno bruciato:lottizzazioni selvagge,piccoli grattacieli paesani proprio a
ridosso della cupola,strade,cisterne che custodivano i frutti dell’illecito che
aveva trovato nella sofisticazione un filone di facile guadagno cosi’ come lo è
oggi la coltivazione di droghe,seppur leggere.Nell’estate del ’92 quell’area,che
era stata nel tempo rimboschita con pini ed eucaliptus,divenne per oltre una
settimana il centro vivo della cultura partinicese:una grande mostra permanente
dell’artigianato creativo in cui campeggiavano gli splendidi lavori di Pino Corso,il recupero perché scovato all’interno dell’arena
Cavaliere di una parte di una struttura teatrale(il resto precedentemente saccheggiato e mai piu’
ritrovato) in ferro e legno voluto dal sindaco Giuseppe Di Trapani che ebbe
vita per alcuni anni all’interno dell’atrio dell’IPSIA e che favori' anche la nascita di gruppi teatrali
locali che animarono alcune stagioni estive.Quel teatro,ricostruito all’interno
dell’area del "lago”,ospito’concerti,rappresentazioni,una
commovente cerimonia con una messa solenne per ricordare il sacrificio della
vita del giudice Giovanni Falone barbaramente trucidato dalla mafia a maggio insieme alla moglie e alla scorta divenendo,con la custodia e la pulizia,un vero e
proprio Parco urbano dove i bambini poterono scorazzare e divertirsi per tutto
il resto dell’estate.Quell’iniziativa disse,cosi’,alla città che era possibile, basta volerlo,utilizzare tutte le risorse di cui questa dispone per rendere migliore la vita
dei cittadini.
Quell’esperienza politico-amministrativa,prima che si concludesse
anticipatamente prosegui’ con la ricerca di finanziamenti ministeriali(trovati per l’interessamento determinante dell’assessore Michele Lombardo)e consentendo,poi,la
realizzazione dell’attuale villa cittadina molto opportunamente intitolata proprio al giudice Giovanni Falcone.Di
quella iniziativa Pino Corso fu un protagonista e a cui oggi la mia parte politica e
la città migliore s’inchinano con devoto affetto e ricordo assumendo l'impegno,quando ritorneremo a governare,che cittadini come Pino Corso vadano ricordati,i loro saperi concretamente trasmessi alle nuove generazioni.Perché di loro non si perda né la memoria né l'eccellente prodotto del loro ingegno .
Toti Costanzo
1 commento:
Eravamo pochi il 22 giugno dello scorso anno a commemorare le vitti,e della strage del 22 giugno 47. E Pino Corso c'era!
Ringrazio Pino per avere avuto la possibilità di conoscerlo.,
giuseppe cipolla
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