Una premessa obbligatoria. La nostra
Costituzione, frutto del sangue di milioni di uomini massacrati nella
disastrosa guerra mussoliniana e nei lager nazisti, consente a tutti
i cittadini italiani di manifestare le proprie opinioni e la propria
fede politica. Compresi i nostalgici. Salvo ad incorrere, nel caso di
eccessi, nel reato di apologia del fascismo che, ancora ad oggi, non
è stato eliminato dal nostro codice penale.
Ordunque, il nostro piccolo balilla
Giovanni Pantaleo, conosciuto nel 1996 durante una manifestazione in
un cinema di via Tenente La Fata, organizzata dal centrodestra in
occasione di elezioni nazionali, ha tutto il diritto di dichiararsi
come vuole, cioè fascista, come orgogliosamente d'altronde fece in
quel contesto.
Non saremo certamente noi a
preoccuparci delle nostalgie del nostro giovane concittadino che in
tema di spregiudicatezza viene soltanto superato dal sindaco Lo
Biundo, di cui è stato, fin dal 2000 quando insieme entrarono in
consiglio comunale, non un fedelissimo ma un eguale.
Vi ricordate le elezioni regionali del
2012? Transitò insieme ad una piccola truppa al servizio di Lo
Biundo nientepopòdimenoche nel Megafono, un movimento politico
costruito dal “comunista” Crocetta. E ovviamente in
quell'occasione non si preoccupò più di tanto di sapere se il
nostro Presidente della Regione avesse preventivamente dichiarato di
“prendere le distanze” dai massacri titini e avesse onorato
coloro i quali furono massacrati nelle foibe. In quel momento
bisognava cavalcare l'onda del potere a tutti i costi, del potere che
discende dall'esercizio del governo locale, pur di continuare a
vivere anche di politica.
Gli andò bene anche con il “comunista”
Crocetta. D'altronde il trasformismo cos'è se non la capacità di
intuire chi vince e ad essi legarsi, pronti, però, a cambiare se le
cose non si dovessero mettere secondo il verso giusto? Che in questo
caso è sostanziato dal motto “chi si ferma è perduto” e
Pantaleo, dal 2000 ad oggi, non si è fermato mai.
Tuttavia, quel che è consentito ad un
cittadino qualsiasi, non lo è a chi riveste una carica
istituzionale, a chi ha giurato sulle leggi della Repubblica che
discendono dalla nostra Costituzione, a colui il quale è impedito,
sotto qualunque forma, l'avvicinamento ai simboli del fascismo.
Peggio se ne viene fatta l'esaltazione.
E l'esaltazione di Mussolini, quanto
l'umanità si inchina ancora ad oggi davanti a milioni di morti
dell'olocausto, ha trovato udienza non da una fondazione qualsiasi,
come vuol far credere l'assessore all'edilizia scolastica, ma da una
organizzazione neonazista. Per rendersene inequivocabilmente conto,
basta andare nel profilo facebook di Avanguardia Nera e farsene una
concreta idea: la foto identificativa rappresenta le truppe naziste,
quelle che massacrarono milioni di innocenti.
E l'assessore del Comune di Partinico
HA CONDIVISO quel che Avanguardia Nera aveva rappresentato.
Oggi, pur di “salvarsi”, l'abbiamo
visto arrampicarsi, abiurare, manifestare sdegno (sic!) nei confronti
dei massacri nazisti, tentando platealmente di trasferire sui
comunisti la pubblica attenzione, perché “non avrebbero mai
condannato i massacri, le foibe ed altro ancora” e perché lui
“volevo aprire un dibattito sul quel periodo storico” (sic e poi
sic!). Un puerile tentativo di chi prima lancia la pietra e poi vuole
nascondere la mano.
Noi abbiamo chiesto le dimissioni di
Pantaleo, ritenendolo politicamente indegno di rappresentarci
nell'istituzione comunale, sapendo a priori che sono troppi i fili di
collegamento tra l'assessore e il sindaco, che, ovviamente, se lo
terrà.
Vedremo però come si pronuncerà il
Consiglio Comunale davanti ad una mozione di sfiducia.
Intanto il nostro pensiero va al
bellissimo film con Totò e Peppino dal titolo “Siamo uomini o
caporali?”. Sì, cari Totò e Peppino, il nostro Giovanni è
soltanto un caporale. E, per giunta, di giornata.
Toti Costanzo
Toti Costanzo
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