Non appena sarà consegnato anche Palazzo Ram, si concluderà un ciclo importante per la storia politico-culturale della nostra città e che é durato circa quarant'anni di cui si sono fatti carico, quali protagonisti, alcune personalità democratiche ma soprattutto e per lunghi anni, una forza politica come il PCI (elemento politicamente e culturalmente trainante tra le forze rappresentate all'epoca su cui, proprio nel 1970 si innestò l'esperienza e il dinamismo culturale degli uomini del Centro di cultura popolare UNLA) che hanno riconsiderato e rivalutato il ruolo di una scienza come L'URBANISTICA, soprattutto le funzioni più interessanti della stessa, come il RECUPERO, IL RESTAURO, la CONSERVAZIONE ed ovviamente la FRUIZIONE di immobili "nobili" tra cui, appunto, la Cantina, Palazzo Ram, Palazzo dei Carmelitani. Senza, però, dimenticare i "beni minori" come il Palchetto, la Fontana degli otto cannoli e quella di Valguarnera, Cortile Bellaroto, l'ex Arena Lo Baido, parti della viabilità del Centro storico.
L'urbanistica, così, da "scienza della distruzione" come fu fin dalla fine della seconda guerra mondiale nelle mani di alcuni notabili della DC sostenuti da altri rappresentanti di Partiti collaterali e, dunque, strumento essenziale per la cementificazione, speculazione e alimento per la mafia diventava, con la difesa dei beni monumentali, il mezzo attraverso il quale la "politica" recuperava un minimo di dignità, credibilità, decenza. E questo, dopo avere perpetrato il massacro dell'ex Oratorio di Piazza Garibaldi con gli stucchi del Serpotta, la costruzione dell'attuale Palazzo delle Poste in una delle Piazze di Partinico, la cancellazione del basolato e dell'acciottolato in quasi tutta la città, l'abbattimento di dimore e di palazzi come quello di Piazza Duomo che una borghesia illuminata aveva trasferito alle nuove generazioni.
Ovviamente tentativi concreti in questi decenni sono stati fatti e andavano nella direzione della rivisitazione e recupero di alcuni palazzi restanti, pezzi di arterie del centro storico come le vie Barone del Grano, Carmelo Pardi, Cavour ed adiacenze, S. Cosma e Damiano, via Larga, Ecce Homo fino ad arrivare al Cortile Bellaroto e poi all'Amministrazione Giordano che ribasolava via Francesco Crispi e Principe Amedeo-Ten.La Fata.
Tuttavia restano ancora in piedi e di grande attualità, a mio parere, due importanti questioni: il recupero del Centro storico e l'acquisizione dell'ex Cinema Bellini di proprietà degli eredi di Matteo Bertolino, quale Teatro della città di Partinico.
Per quel che riguarda il Centro storico rimandiamo i lettori al ruolo che hanno avuto alcuni soggetti che di questo si sono occupati e più specificatamente il COMITATO CITTADINO PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO di cui erano componenti, oltre il sottoscritto e Nino Amato, gli architetti Santino Aiello, Giuseppe Noto, Anna Maria Rizzo, Rosalia Quatrosi, Emanuele Ascone Modica, l'ingegnere Nunzio Lo Grande, l'ex Assessore Filippo Aiello insieme al Comando della Polizia Municipale ed alcuni rappresentanti delle orgnizzazione dei commercianti quali Giuseppe Speciale, Gaspare Di Pasquale, Roccella.
Quel Comitato che ebbe quale formidabile animatore e motore l'architetto Ugo Arioti, costruì l'8 marzo 2001 il TAVOLO DI CONCERTAZIONE i cui documenti essenziali pensiamo di potere pubblicare su questo sito. Ma Ugo Arioti, insieme all'Assessore Aiello, fu l'organizzatore di un interessantissimo Convegno che ebbe luogo il 3 novembre del 2001 presso il Centro di cultura "Gianì" dal titolo:"Partinico: disegnare il futuro etnostorico del Territorio e del centro antico della città" i cui atti furono raccolti in due pubblicazioni che, penso, disponibili alla lettura in quanto presenti presso la Biblioteca comunale.
La ricostruzione di quel Comitato cittadino é auspicabile così come lo studio, da parte degli attuali amministratori, dei documenti cui mi riferisco, se non altro per capire dove ha inteso andare questa città stimolata dalla intellettualità locale e, soprattutto, dove potrebbe andare.
Ma quel che mi stà più a cuore é la vicenda che avrebbe POTUTO E DOVUTO portare al nostro patrimonio collettivo l'ex cinema Bellini da trasformare in Teatro Comunale.
Non c'é città degna di questo nome, piccola o grande che sia che non abbia il suo Teatro. Per non andare lontani cito la vicina Alcamo.
Dunque, nel 1992 con la Giunta Geraci e il sottoscritto Assessore ai beni culturali e alla P.I. sembrava che quell'obbettivo si potesse raggiungere dopo lunghi anni di tentativi andati a vuoto. E la soluzione sembrava possibile anche perché una Legge della Regione siciliana consentiva ai Comuni che volessero acquisire un bene destinato anche a Cinema, un contributo del 95% sul valore dell'immobile.Una irripetibile opportunità che quella Giunta (Geraci, Costanzo, Lo Baido, Bongiorno, Cangemi, Lombardo, Totò Chimenti) volle cogliere istituendo un nuovo capitolo di Bilancio e dotandolo di 200 milioni delle vecchie lire quale 5% a carico del Comune.
Il Bilancio fu approvato ma di lì a poco i Consiglieri comunale decidevano di dimettersi anche perché, come é risaputo, una bufera si stava per abbattere sul Sindaco, sull'Assessore ai lavori pubblici e su alcuni tecnici comunali. Un Commissario regionale gestiva la successiva fase e poi le elezioni eleggevano a Sindaco Gigia Cannizzo.
Fino al 1997 il nostro Partito rimase all'opposizione delle Giunte Cannizzo per farne parte, poi, alla fine del 1998. Ma oramai era troppo tardi perché quella Legge, dalla Regione, non veniva più rifinanziata.
Oggi la città ha un'altra Amministrazione e anche un "padrino" che é l'onorevole Antinoro Assessore regionale ai BB.CC.AA. e alla P.I. che ha la fortuna di presenziare ad inaugurazioni di beni importanti come la nostra Cantina ieri ed oggi la Torre Ventimiglia di Montelepre. Ed ha anche i finanziamenti della Comunità europa.
Non sarebbe male che, piuttosto che inaugurare opere pensate, progettate e finanziate da altri, finanziasse opere come quelle che noi sollecitiamo e cioé il recupero del nostro centro storico e l'acquisto dell'ex cinema della famiglia Bertolino per farne il TEATRO della nostra città.
Così come non sarebbe male che il Sindaco ed il suo Assessore ai BB.CC. ci spiegassero cosa intendono fare "da grandi" in questo settore così importante e delicato visto che, almeno fino ad oggi, il loro silenzio risulta veramente assordante.
Così come non sarebbe male che il Sindaco ed il suo Assessore ai BB.CC. ci spiegassero cosa intendono fare "da grandi" in questo settore così importante e delicato visto che, almeno fino ad oggi, il loro silenzio risulta veramente assordante.
Toti Costanzo
1 commento:
Caro Toti,
abbiamo condiviso e per molti aspetti, intellettualmente continuiamo,un percorso politico e sociale che oggi potremmo definire di resistenza a un potere massificatore che stravolge senza eccellenze di pensiero e di idee la stessa DEMOCRAZIA. Purtroppo il REVISIONISMO non ha portato niente di buono, oggi bisogna creare nuove unità di pensiero e d'azione... Il ricordo delle battaglie comuni per dare una dignità urbana al nucleo abitato di PARTINICO è certamente importante per cercare di mettere in campo nuovi programmi e sistemi capaci di affrontare il problema dei problemi: LA CULTURA CIVICA. Senza non si va da nessuna parte. Io ho pubblicato sul mio sito (www.secem.splinder.com) in una rubrica dedicata ai CENTRI STORICI MINORI stralci del mio libro su Partinico e estratti dei documenti del TAVOLO DI CONCERTAZIONE SUL CENTRO STORICO, e qua scusa se il ricordo va anche a chi non è più con noi,ma dovremmo certamente fare tesoro di questo progetto perchè alla base di tutto c'è l'idea che niente di stabile e duraturo si può realizzare se non c'è il concorso di tutti. Il discorso è interessante e andrebbe approfondito, ma lo stoppo perchè si tratta di un commento, certamente e lo sai positivo, per questo tuo articolo che condivido.
Con affetto Ugo Arioti
Posta un commento