La vignetta “il pigliaboffe”, uscita dalla feconda penna di Giovanni Guerra e pubblicata da Sala Rossa , fece in pochi giorni il giro della provincia di Palermo e in specie nei luoghi dove erano conosciuti non solo Giuseppe Giordano , allora Sindaco di Partinico ,ma Filippo Aiello che di Giordano fu assessore fin quasi la fine della consiliatura. E Filippo, non va dimenticato, ebbe come “scudieri” che lo tallonavano, gli stavano appiccicati come francobolli dalla mattina alla sera l’attuale Sindaco Salvo Lo Biundo e Giovanni Pantaleo. I due, si diceva, non lasciavano un solo momento l’Assessore che gestiva l’importante e delicato settore dei lavori pubblici e,pare, che l’uno e l’altro ebbero ad apprendere in quel periodo una certa “arte della politica “ di cui poco erano a conoscenza , fatta di intrecci, di interessanti incontri, di visioni territoriaòli,opere ed operette e di quant’altro che con questo settore avesse attinenza . Come fini’ lo sanno tutti : Filippino alla elezioni successive li ripresentò nella sua lista (furono eletti mentre Filippino fu sonoramente trombato) quella che aveva quale sponsor il politicamente ormai estinto Nicolò “Ciccio” Nicolosi che, però ,ebbe anche il tempo di crescere un allievo, certo Antinoro di nome Antonello ,divenuto prima consigliere provinciale e con la fine di “Ciccio” ,passato all’UDC divenendo deputato regionale dopo avere sbaragliato persino volpi della politica come Salvatore Cintola, risultando addirittura il deputato più eletto della Sicilia. L’acquisto di voti dalla mafia palermitana (è l’accusa dei giudici della Procura) nelle ultime elezioni regionali e che lo videro, in contemporanea, eletto all’ARS e al Senato della Repubblica lo costrinse alla forzata “fuga” in quel di Strasburgo per evitare ,forse, addirittura la mannaia delle manette .E con la fuga, probabilmente, il declino della sua breve e, comunque, folgorante carriera politica .Una meteora nel cielo di Sicilia che per alcuni mesi illuminò la scialba vita politica di Lo Biundo e soprattutto quella dell’Assessore Bartolo Parrino che con immediatezza, una volta nominato amministratore , di Antonello “si innamorò” ovviamente in senso “politico” cosi' come gli era capitato in tempi preedenti e per altri . Un amore si potrebbe dire a prima vista, quello che brucia in un attimo tutte le energie fisiche ed anche intellettuali e ti lascia, quando finisce, con l’amaro in bocca. Nel caso nostro ti lascia senza più sostegno e soprattutto risorse economiche per feste, festini e schiticchi. Ma ,come si dice, “mortu un papa sinni fa navutru”.
Tu dici , dunque, che feste, festini e schiticchi continueranno se passa quel Regolamento che si occupa della gestione della Cantina Borbonica? Cioé significa che questa , o pezzi di essa, oltre a finire nelle mani di una cooperativa di “amici degli amici” già bella e pronta all’evenienza finirà nelle mani di altri privati ristoratori che , cosi’, potrebbero consentire alla Cantina di rinverdire i fasti di un locale dal suggestivo nome di “Lanterna verde” in auge a Partinico alla fine degli anni ’60? E’ ,ovviamente, tutto da vedere.
“Lanterna verde!”. Quanto tempo è passato !Ora, bisogna ricordare che la “Lanterna verde” , ebbe vita , seppur breve, a Partinico nei locali annessi alla gloriosa Arena Greco ed era una specie di pizzeria- ristorante-pab-caffetteria ( esattamente quel che s’intenderebbe anche fare con pezzi della Real Cantina) gestito da due signore sorelle di nome Maria e Cina (Francesca ) che rappresentarono ,all’epoca, un raggio di sole in una città come la nostra Partinico. Le due signore si avvalevano della collaborazione e supervisione di un noto sacerdote tutt’ora “in servizio”, personaggio simpatico ,assai intelligente , pieno di vitalità e d’inventiva che aveva , allora, la passione di guardare più a terra che in cielo e soprattutto una vera e propria vocazione per la gestione di locali dove brulicava “vita” e soprattutto vita giovanile .Meglio se femminile . L’esimio, allora, era proprietario sul Lido di Carini di un altro locale assai noto perché, pare, frequentato da “allegre signorine” oltre che da un mondo di avventori i quali ,in estate, lo sceglievano come gradevolissimo luogo di spensieratezza .La “Lanterna verde” durò poco ma lasciò un segno indelebile a significare come Partinico ,sarà anche una città opaca, piatta,apparentemente senza vita ma sicuramente a volte capace di vigorose e violente reazioni nei confronti del bigottismo e della bacchettoneria spesso imperante.
Dunque ritorniamo all’Assessore Filippo Aiello inizialmente inteso “Filippino Faremo” (nel senso che non si perdeva mai d'animo e sosteneva che quella amministrazion sicuramente avrebbe fatto )e successivamente soprannominato “Il Pigliaboffe” perché Giordano tutte le volte che doveva partecipare ad un iniziative pubblica durante la quale sicuramente ci scappava la contestazione popolare per l’azione amministrativa che lasciava tanto a desiderare (esattamente come accade oggi) ,che faceva? Non si presentava ed adduceva degli impegni dell’ultima ora. Cosi’ lo rappresentava Filippo e le “boffe” ,ovviamente quelle metaforiche ,se le pigliava tutte lui. Pare che quel ruolo Filippino lo facesse con assoluta consensualità mista a un pizzico di ovvio masochismo .Esattamente quel che fa oggi Lo Biundo quando manda nelle “fauci della plebe" l'Assessore Parrino il quale accetta di buon grado (anche lui suole dire "faremo")e al quale va dunque , a pieno titolo e di diritto, la qualifica di "Bartulicchiu Pigliaboffe
Toti Costanzo