C’E UN ANTICO DETTO locale che dice: ” ’U partinicotu unni va si fa sempri accanusciri”. Pensavo a questo leggendo un articolo pubblicato sull’inserto di Palermo del giornale La Repubblica di domenica 3 che si occupava della distribuzione dei biglietti omaggio a consiglieri ed assessori comunali in vista della partita di calcio con la Juventus. Sono sicuro che a quanti hanno avuto la possibilità di leggere quel “pezzo” "ci àppiru a cariri ‘i vrazza!”. I fatti li riduco in sintesi.
Il Sindaco Cammarata, che negli ambienti della Palermo bene e di quelli cosidetti “politici” è ‘ntisu come “l’uomo che ride” per la sua propensione all’ottimismo, anche quello forzato, anche quando la città è invasa dai rifiuti, l’AMIA è al fallimento, buona parte dei 2000 dipendenti della Gesip nessuno sà (meno che mai l’avvocato Giacomino Palazzolo che della società é il Direttore generale), dove siano, cosa facciano, cosa producono quotidianamente ma, molti dei quali, notoriamente li puoi trovare giornalmente ‘a baddarò o ‘u capu dove vendono pane e panelle, stigghiola, frutta e verdura o girare per i mercatini e per strada arrotondando il magro salario di lavoratori sempre precari, il Sindaco Cammarata dicevo, resta imperterrito abbarbicato alla sua scomoda poltrona. E tutto ciò mentre viene travolto dallo scandalo che ha fatto ridere il mondo cioé della barca posteggiata al molo e custodita con tanto amore ed affetto filiale da “un gesippino” di fiducia dei figli del Sindaco (“si perché la barca - e sputo in terra dice Cammarata - non era mia ma dei miei rampolli” ), il bilancio del Comune un disastro al punto che prima ha tentato di aumentare la tassa sui rifiuti e siccome fu preso a pernacchie, ovviamente figurate, fece marcia indietro ed ora tenta, col raddoppio dell’IRPEF, di recuperare qualche milione di euro. Qualche milione di euro che gli servirebbe per continuare, finchè può, l’allegra gestione mentre corre voce sui giornali europei (quelli che si occupano anche delle escort di Silvio) che piazza Pretoria, piazza del Comune di Palermo, ha ripreso a chiamarsi “’a chiazza di sbriugnuna” non perché ospita da alcuni secoli le statue scolpite nelle loro nudità ma questa volta a causa delle vergogne praticate dal primo cittadino e da alcuni suoi fedelissimi. Per esempio, c’è un tizio dal cognome glorioso di un troiano che scampò alla distruzione di Troia e approdò dalle nostre parti, il quale per trent’anni di seguito- scriveva la cronaca che ne pubblicava anche la foto a mezzo busto- non ha mai potuto svolgere la sua attività lavorativa in quanto sempre nominato Assessore in una Giunta, prima dalla DCs ed ora da F.I. lato Cammarata-Schifani-Alfano, che fu trovato piangente quando gli fu recentemente comunicato che l’Assessore non l’avrebbe fatto più e gli veniva meno stipendio, macchina con autista , tetu’ e te eu, “sti…e quasetti di sita”. Per ricompensarlo del suo dolore che non aveva fine non è che lo mandarono ad occupare il posto tenuto caldo per questi trent’anni per sapere, finalmente, se era nella condizione di svolgere un normale lavoro ma Cammarata lo ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione della Gesip. Dunque, stipendio, macchina d’ordinanza con autista, tetu’ e te eu e sempre sti…e quasetti di sita.
Il Sindaco Cammarata, che negli ambienti della Palermo bene e di quelli cosidetti “politici” è ‘ntisu come “l’uomo che ride” per la sua propensione all’ottimismo, anche quello forzato, anche quando la città è invasa dai rifiuti, l’AMIA è al fallimento, buona parte dei 2000 dipendenti della Gesip nessuno sà (meno che mai l’avvocato Giacomino Palazzolo che della società é il Direttore generale), dove siano, cosa facciano, cosa producono quotidianamente ma, molti dei quali, notoriamente li puoi trovare giornalmente ‘a baddarò o ‘u capu dove vendono pane e panelle, stigghiola, frutta e verdura o girare per i mercatini e per strada arrotondando il magro salario di lavoratori sempre precari, il Sindaco Cammarata dicevo, resta imperterrito abbarbicato alla sua scomoda poltrona. E tutto ciò mentre viene travolto dallo scandalo che ha fatto ridere il mondo cioé della barca posteggiata al molo e custodita con tanto amore ed affetto filiale da “un gesippino” di fiducia dei figli del Sindaco (“si perché la barca - e sputo in terra dice Cammarata - non era mia ma dei miei rampolli” ), il bilancio del Comune un disastro al punto che prima ha tentato di aumentare la tassa sui rifiuti e siccome fu preso a pernacchie, ovviamente figurate, fece marcia indietro ed ora tenta, col raddoppio dell’IRPEF, di recuperare qualche milione di euro. Qualche milione di euro che gli servirebbe per continuare, finchè può, l’allegra gestione mentre corre voce sui giornali europei (quelli che si occupano anche delle escort di Silvio) che piazza Pretoria, piazza del Comune di Palermo, ha ripreso a chiamarsi “’a chiazza di sbriugnuna” non perché ospita da alcuni secoli le statue scolpite nelle loro nudità ma questa volta a causa delle vergogne praticate dal primo cittadino e da alcuni suoi fedelissimi. Per esempio, c’è un tizio dal cognome glorioso di un troiano che scampò alla distruzione di Troia e approdò dalle nostre parti, il quale per trent’anni di seguito- scriveva la cronaca che ne pubblicava anche la foto a mezzo busto- non ha mai potuto svolgere la sua attività lavorativa in quanto sempre nominato Assessore in una Giunta, prima dalla DCs ed ora da F.I. lato Cammarata-Schifani-Alfano, che fu trovato piangente quando gli fu recentemente comunicato che l’Assessore non l’avrebbe fatto più e gli veniva meno stipendio, macchina con autista , tetu’ e te eu, “sti…e quasetti di sita”. Per ricompensarlo del suo dolore che non aveva fine non è che lo mandarono ad occupare il posto tenuto caldo per questi trent’anni per sapere, finalmente, se era nella condizione di svolgere un normale lavoro ma Cammarata lo ha nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione della Gesip. Dunque, stipendio, macchina d’ordinanza con autista, tetu’ e te eu e sempre sti…e quasetti di sita.
Ma ritorniamo alla cronaca de ”La Repubblica”. Cammarata dispone di 12 biglietti per la tribuna dei VIP da assegnare ai Consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione. Tu dici che quelli che a Palermo fanno finta di fare l’opposizione vi hanno rinunciato? Pensate, che abbiano detto a Cammarata: “No, i tuoi biglietti non li vogliamo“ e sdegnosamente glieli hanno ributtati sulla scrivania? ‘Nto coppu!” Ci fu, al contrario, “a strarria” tra quanti dovevano accaparrarsi un biglietto “gratis ed amore dei”. Tale Faraone del PD, ad esempio, che riesce a mantenere contemporaneamente il seggio al Comune di Palermo (indennità, commissioni e altri vantaggi) e quello all’ARS (20 mila al mese circa) insieme al suo collega di Partito, Terminelli, che bazzicò con Orlando ai tempi della Rete, passando per Rifondazione per approdare prima nei DS e ora nel PD, “s’aggagnaru u bigliettu e a ccù voli a Diu su prea”. E così fece anche un rigoroso dipietrista di IDV tal Aurelio Scavone.
Ma dimenticavo le ragioni dell’incipit di questo post. Chi c’entra ‘u partinicotu in tutta questa storia? C’entra, c’entra. Perché dovete sapere che in Consiglio a Palermo siede un nostro illustre concittadino esperto, come un tal on. Liotta di lontana memoria, in salti di banchi consiliari (un giorno qua e uno là) che, trombato alle elezioni del 2005 per il Consiglio comunale di Partinico dove precedentemente era però stato eletto, si trasferì a Palermo e, miracolo, fu eletto Consigliere. Dice la cronaca de La Repubblica che il dott. Nuccio Genova (è, questo, il nostro illustre concittadino) “fici l’opra” per avere un biglietto”. Ma Cammarata fu irremovibile e Nuccio che appartiene ad altra sponda di FI, quella di Micciché,Dore e Fallica, fu regolarmente accucchiatu. Porca la miseria, ma allora è proprio vero che Partinicu è Palermu nicu!
Toti Costanzo
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