Sono fermamente convinto che chissà a quanti è capitato, alla fine di un servizio televisivo e dopo avere anche ascoltato alcune interviste che normalmente il giornalista fa a personaggi che prendono parte all’evento , di concludere con un :" Picciò sugnu cchiù cunfusu ca pirsuasu!”Non è per mancanza di riguardo nei confronti di due personaggi della politica partinicese, Vito Di Marco ed Enzo Briganò,intervistati dalle tivvù locali nell’occasione della ripresentazione della ripresa dei lavori del progetto del mattatoio intercomunale alla Cantina, ma il fatto è che VERAMENTE non sono riuscito a dare una benché minima risposta ad un interrogativo che girava e rigirava in testa e che sostanzialmente diceva: “ Ma chi vosiru riri!”. Dice, per primo Vituzzu, che lui era contento, che finalmente si riprendevano i lavori, che era soddisfatto perché il mattatoio significa lavoro,sviluppo e poi ,a conclusione , infila nel suo ragionamento un concetto espresso in tante altre occasioni e cioè che è importante,per lui, dare inizio ad un’opera perché alla fine si arriva sempre a conclusione . Ma Vitù, com’è mi chiedo,che s’arriva sempre a conclusione ? Ma ti rendi conto che il mattatoio nasce nel 1988 ( avete capito bene e cioè oltre vent’anni or sono!) e che nasce non solo perché ,ALLORA, aveva un senso realizzarlo in ragione della presenza nel territorio di centinaia e centinaia di allevamenti e nasce dalla volontà del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per il disinquinamento e riqualificazione dell’area del Partinicese (, Mimmo Briganò, , Totuccio Macaluso ,Salvatore Ferrara , Toti Costanzo, Salvatore Giuliano ed altri ) che lo propose alla Provincia di Palermo ( Assessore all’epoca ai lavori pubblici era Pino Lombardo) che accolse la proposta e lo finanziò per 40 miliardi delle vecchie lire? .Che i lavori hanno inizio alla fine degli ’90 con l’Assessore provinciale Coppolino? Ti rendi conto che per il mattatoio,dopo oltre vent’anni, siamo ancora come tu hai detto “alla posa della prima pietra “-ammesso che abbia oggi un senso definirlo nelle stesse dimensioni perché non siamo alla prima pietra ma - io dico-“semu appena appena all’arba. ”? Vituzzu, inguaribile ottimista! Bisogna rendersi conto che la logica ,allora come ora ,è sempre la stessa quella della dicci’di prima e dell’ uddicci ,emmepia,pidielle di oggi,per cui le cose hanno un inizio ma mai una fine. Tu dici come sia importante che le opere inizino perché,poi si concluderanno? E come fini’ con la piscina intercomunale? Inizio anno domini 1982 .E con la stazione degli autobus in via Montelepre?Inizio anno domini 1983. E con le opere di civiltà del quartiere Garofalo? E con i collettori fognari ed idrici di Borgo Parrini? No, caro Vito, con voi le opere iniziano( quando iniziano ) ma è certo che non finiscono mai. Sono dovuti trascorrere quarant’anni( qua-rant’-anni!) perché con Masetto ed altri amici potessimo vedere
Mi cadono le braccia a sentire i due amici ,che rivestono incarichi sul piano provinciale, avere una conoscenza dei problemi del nostro territorio cosi’ superficiale che, spesso, si accompagna all’improvvisazione. Qualunque amministratore di buon senso avrebbe chiesto , prima di rimettere la seconda pietra in quel luogo , una revisione del progetto modellandolo alla situazione strutturale ed economica degli allevamenti di OGGI e non a quelli di vent’anni or sono.E avrebbe anche posto con forza al Presidente della Provincia che invece di feste e sprechi pensi a sostenere gli allevamenti e gli allevatori che sono ancora rimasti . Il fatto è che per alcuni qualunque cosa si faccia è sempre cosa buona mentre non si rendono conto che spesso si tratta di sprechi e che a gioire é sempre la mafia degli appalti ,cui interessa fornire il cemento, manodopera e chiedere anche il pizzo.E, dunque, la mafia, anche ieri ha sentitamente ringraziato.
Toti Costanzo
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