E’ l’ultimo giorno dell’anno e questo post lo voglio dedicare a Lui. Non al Sindaco Lo Biundo di cui durante quest’anno tanto ci siamo occupati non certo per tesserne le lodi o per pregi politico-amministrativi che non ha. Questo compito Salvo lo ha affidato a tutta una intera schiera di “questuanti” a diverso titolo : legali, piccoli imprenditori di periferia , titolari di piani di lottizzazione molto, molto chiacchierati , dipendenti fedeli sempre al padroncino di turno purché questi paghi e paghi bene, tecnici in attesa di riscontro e quelli che già hanno trovato qualche “cosa” da arraffare così come tutta un’altra serie di “accattoni”alcuni dai contorni definiti ed altri ancora da definire perché sfocati, ai quali assicurare beni confiscati, locali comunali per associazioni fasulle, mense dei poveri da gestire, parlamentini e canili, sportelli, musica e canzoni.
Insieme a questi tutta una serie di varia e folkloristica umanità, alcune trombe e trombette che come durante il carnevale emettono suoni in maniera sguaiata tantu pi fari scrusciu e preu convinti, così, d’avere anche loro un ruolo da spendere nel caravanserraglio della “politica” locale di cui Lo Biundo si è fatto rigoroso interprete picchì, come dice il detto du' porcu un si ecca nenti. No, dunque, questa sera non parliamo del Sindaco ma di Lui. Lui che ha sette vite (politiche) come i gatti, che è passato indifferentemente e senza provare alcuna vergogna dal "sol dell'avvenire" al centro intercettando la destra. Con assoluta, incredibile,disinvoltura. Lui che ha sempre chiesto ed ottenuto, che ha preso e ha lasciato, che si è intrufolato, svincolato, rivincolato. L’altro ieri con Alfredo e poi con Gigia, ieri con Giugio ed oggi con Salvo. E prima ancora con Fifì e poi con Guido, con Salvino, con Nino ed oggi con Raffaele. Sempre col vento in poppa, rastrellando migliaia di consensi, consensi a tinchité, e passando indifferentemente dal Comune alla Provincia e poi ancora al Comune e dunque ancora alla Provincia, sempre tra i primi e sempre a galla come una di quelle corazzate che non affondano mai anche se gli lanci una sinfonia di siluri. Lui è l’espressione più palese, evidente, riconoscibile, indiscutibile, indissolubile di come possedendo una grande elasticità muscolare - nel caso nostro di pensiero assai spregiudicato - sia possibile superare l’asticella anche se questa viene innalzata e portata “sempre più su, sempre più su fino a toccare il cielo”.
Lui era ed è un personaggio che non può passare inosservato. E’ unico come l’anice dei fratelli Tutone con sede in Palermo. E non poteva passare inosservato vuoi anche per quel baffo coltivato nei primi processi identitari a destra tanto da fare pendant con quello foltissimo, biondissimo e affumatissimo di Nicola ma soprattutto con lo Charlot del “Grande dittatore”. Che somiglianza straordinaria! Da non crederci. E come Charlot lui aveva ed ha in mano il mondo (i voti). Lo girava (il voto), lo rigirava, lo sollevava, lo spingeva in alto toccandolo con le mani, e poi col piede ed ancora col tacco tant'é che fu appellato anche "liolà tacco volante". E il mondo(il voto) non cadeva mai, gli ritornava nelle mani,girava e rigirava . Mille, tremila, seimila e la posta saliva sempre più su. Adesso quel baffo malandrino non c’è più. Eliminato con lo scopo di darsi una nuova identità dopo le preoccupanti, recenti vicissitudini? Aprire una nuova stagione? Forse sì, visto che ieri partì solo, solo su quel palco vincente in piazza Duomo ma non certo solo a battere le mani ed applaudire Salvo ricevendone riconoscimento e riconoscenza perché Salvo gli amici non li abbandona mai. Tu hai dato una cosa a me ed io dò un’antonella a te. Oggi “posatala” c’è in pista tanto d’altro. Non solo la vicinanza e comunanza di affetti familiari ma una nutrita schiera di sostenitori entusiasti come quelli che, giustamente, dovevano prendere “a calci in culo gli onorevoli di Palermo che venivano a Partinico solo per fottersi i voti e poi non si facevano vedere più”. Giusto abbiamo detto, hanno sicuramente ragione. E abbiamo anche tifato, ammirato, sostenuto idealmente il loro giusto risentimento. E a chi dice,oggi, che loro non sono stati coerenti, e che avrebbero “tradito” noi rispondiamo con le argomentazioni inoppugnabili: “Tradito? E perché? Forse che Arraffaele di Grammichele è onorevole palermitano?” Dunque dove sta lo scandalo o l’incoerenza? D’altronde non incominciano a prendere corpo gli impegni? Lui - Charlot -Sol dell'avvenire- non ha detto oggi che, dopo l’elisoccorso (non importa se non funziona), ci sarà la pista ciclabile attorno al lago Poma, la strada che ci avvicina alla madonnina, i milioni di euro per completare il mattatoio intercomunale? E il canile che deve far contenti anche gli animalisti (fossero solo quelli!) forse ce lo siamo dimenticati? Impegni, dati, date, milioni a non finire,sparpaglati come nella pubblictà del Panariello-Briatore.Dunque siamo allegri perché l’anno si chiude in bellezza e si aprirà ancor meglio. Non solo i tric-trac di questa sera ma la Cantina, finalmente, potrà almeno per una notte trasformarsi nel tanto da Sal e Bart, agognato pub. Cosa c’è di meglio che mangiare e bere e fare bisboccia fino all’alba sotto un tetto che racchiude un pezzetto della nostra Storia locale? E perché una volta l'anno e non ogni giorno? Chissà forse domani sarà anche possibile. Sarà anche possibile che in un cantuccio si possa collocare anche una griglia,una piccola griglia tanto per sentire e diffondere l’odore inebriante di "un callozzo" di salsiccia. " E 'u pani cu a meusa?" Ditemi se la meusa é oppure no storia del nostro popolo, cultura gastronomica, esaltazione della nostra tradizione. "Che ne capite voi vecchi - dice Sal - delle esigenze,bisogni di noi giovani?". Caspita ha davvero ragione! Che ne possiamo capire noi che la Cantina é una location che può essere usata per esaltare anche le nostre tradizioni gastronomiche? E dunque, perché no, sasizza e pani ca' meusa che affondano le radici nel profondo ,nella inventiva della nostra storia culinaria del nostro popolo di cui, oggi, abbiamo due splendidi interpreti, due splendidi "Soli" contornati da un corollario di satelliti che come tutti i satelliti non godono di luce propria ma la ricevono, e per questa riescono pure a vivere. E Lui - Charlot alla faccia di Sal non sarà il nuovo "Sol dell’avvenire? E la storia non è fatta, forse, di corsi e di ricorsi? Col “sol dell’avvenire” Lui ha iniziato e con lo stesso Sole, forse ,pensa di arrivare . Dove? Buon anno a tutti.
Toti Costanzo
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