Ci sono due cose sgradevolissime di cui voglio parlare. Della prima ne parlo subito. La seconda la rimando al prossimo post. Parliamo, intanto, della prima: c’è una Consulta giovanile voluta soprattutto dal nostro Partito durante la sindacatura Motisi. E l’abbiamo voluta perché è giusto che un Comune abbia un organismo a sostegno delle passioni dei giovani, dei loro interessi, del loro impegno e le assecondi senza discriminazioni e pregiudizi. Così, però, non è nella nostra città nel senso che c’è una Consulta giovanile all’interno della quale si manifestano palesi tentativi di discriminazione che hanno protagonisti, di volta in volta, alcuni di questi giovani coadiuvati dall'attuale Sindaco, dall'assessore di turno, da qualche funzionario eccessivamente servile nei confronti del governo locale. Non seguo molto le vicende di questo organismo giovanile non certo per disinteresse ma perché di competenza dei giovani protagonisti che, presumo in ragione della composizione eterogenea ed articolata dello stesso, siano spesso anche in una sana contrapposizione tra loro . Si tratta, a mio modesto avviso, essendo stato giovane e con gli stessi interessi, di contrapposizioni non fittizie o artificiose ma che scaturiscono da passione civile ed anche politica. Nulla di nuovo sotto il sole e, comunque, come si suole dire “tutta salute”. Accade, tuttavia, che un giovane che della Consulta fa parte, fornito di laurea nel senso che si presume dotato di cultura ed “apertura mentale”, candidato in una delle liste di Lo Biundo, gratificato per questo di incarico istituzionale giustamente retribuito dal Sindaco (e, presumo e spero, non per solo merito di “appartenenza”) oltre che collaboratore per progetti (presumo retribuito) di questa Amministrazione comunale, come se il tempo si fosse fermato agli anni ’50, cioè ai tempi del “fascista” Scelba, ebbe recentemente e in occasione di un contrasto dialettico con i miei giovani compagni che della Consulta sono parte, a sostenere come sostenevano i vecchi democristiani, che dietro quei giovani compagni che si battevano a difesa delle loro posizioni e convincimenti, giusti o sbagliati che fossero ma in assoluta autonomia di analisi e di giudizio (prego di credere) non poteva esserci che “il vecchio comunista”. Ovviamente ringrazio per questa capacità che mi si intenderebbe attribuire di potere condizionare cervelli e coscienze, tuttavia debbo informare il mio giovane detrattore (spero che il suo antistorico anticomunismo sia scevro, quanto meno, da personale acrimonia) che per mia fortuna, ed anche per quella dei miei giovani compagni, questi rappresentano l’orgoglio di chi come me si è per tutta la vita battuto perché gli uomini siano liberati da tutte “le loro catene”. Padronissimo di non credere che l’autonomia di azione, di giudizio, dei giovani compagni della Consulta è assoluta per cui non può essere né condizionata e meno che mai subordinata. Così come padronissimo di non credere che MAI come Partito, cioè “collettivo politico”, ci siamo occupati delle questioni in discussione all'interno della Consulta, quando è capitato, se non a livello soltanto informativo e niente più. Spesso quel poco che conosciamo della vita e delle attività della Consulta giovanile l’abbiamo sempre appreso, come tanti altri cittadini, dalle emittenti locali quando se ne occupano. Se il giovane amico anticomunista che non è riuscito, neppure per l’età e per gli studi, a liberarsi dei condizionamenti che lo hanno immerso nell'humus culturale degli anni ’50 questo non lo crede, pazienza non possiamo farci nulla. Però lo rassicuro che è così. Tuttavia aggiungo che proprio questo giudizio manifestato dal giovane ed interessato collaboratore di Lo Biundo, che a primo acchito potrebbe apparire irriguardoso nei confronti di quei giovani comunisti della Consulta da lui rappresentati come pupi nelle mani dei “vecchi”, altro non é se non l’apprezzamento più alto che i compagni avrebbero potuto ricevere da un avversario politico. Nel senso che le loro argomentazioni e le loro battaglie colpiscono duro e nel giusto. Ciò significa che sono padroni delle loro idee senza bisogno di alcun suggeritore e queste idee hanno forza di penetrazione, di convincimento e soprattutto di sconvolgimento dei pensieri di tanti loro coetanei. Cari compagni continuate con la vostra autonomia di comunisti liberi nel pensiero e nella capacità di analizzare e creare perché appare evidente come questi avversari che avete oggi davanti, per potere conquistare un loro spazio di autonomia, essi si, debbono prostrarsi e subordinarsi agli altri. E gli altri possono essere, appunto, il sindaco di turno, l’assessore che li sponsorizza, i funzionari infedeli che li sostengono per servilismo. Cioé coloro che intenderebbero condizionare gli altri non in ragione della forza del loro sapere ma per l’uso del potere di cui dispongono. Esattamente come soleva dirci, con una figurazione assai efficace il compagno Cola: "Si a chisti 'un ci runanu 'a corda 'un partinu". Come a dire, con riferimento al meccanismo che faceva animare i vecchi orologi, che se qualcuno non gli dà la carica restano assolutamente inerti".
DELLA SECONDA “COSA SGRADEVOLE “ e che si presta ad interessanti considerazioni ne parlerò nel prossimo post .
Toti Costanzo
1 commento:
L’ultimo post di Toti fa nascere in me la voglia di raccontare ai lettori di Sala Rossa cosa sia oggi la Consulta Giovanile.
Inizio dalla fine: una grande delusione o meglio un’occasione sprecata.
Chi si tiene informato sulle attività dei Giovani Comunisti sa bene che abbiamo a lungo lottato affinché si riattivasse a Partinico questo importante strumento.
Lo abbiamo fatto nella convinzione che mettere assieme e confrontare, pur mettendo in conto un certo carico di scontro che ne può derivare, tante idee e tante teste non potesse che fare bene ad una realtà come quella di Partinico, in cui soprattutto negli ultimi anni si respira un’aria di indifferenza e rassegnazione.
Questa convinzione è rimasta salda in noi per ben poco tempo. Era il maggio del 2011 e, oltre ai comportamenti discutibili di uno tra i peggiori assessori della storia della nostra città, Caterina Panzavecchia, abbiamo assistito al già noto (perché vissuto già una volta dai GC negli anni 2006-07) meccanismo del riempire la consulta di gente disinteressata (affibbiandogli una più o meno esistente associazione) al solo fine di occupare una tanto ambita (inspiegabilmente!) poltrona, quella del Presidente.
Quel giorno rilasciai un’intervista a Pino Maniaci, il quale constatò evidentemente che in quella stanza qualcuno aveva portato le proprie “truppe” (molti giovani addirittura non sapevano perché fossero lì).
Gli dissi: ci rivediamo tra 2 o 3 mesi e vedremo se le mie accuse hanno fondamento.
Ebbene, poiché quando noi parliamo, lo facciamo con consapevolezza e ragione, esattamente due mesi più tardi ben 18 membri decadevano per via delle tre assenze consecutive senza giustificazione che lo Statuto disciplina.
Per non parlare dei delegati che per mesi hanno preso parte ai lavori della Consulta, senza presentare la documentazione necessaria e non avendo dunque diritto a farlo.
Sono passati molti mesi e altrettante sedute della Consulta. È evidente la mia, la nostra delusione, ma due cose di questa esperienza voglio salvarle:
1) La costruzione di un gruppo eterogeneo di giovani con altre realtà giovanili del paese, che abbiamo chiamato Giovani per la Partecipazione, che auspico abbia lunga vita soprattutto al di fuori della Consulta (considerato il panorama tracciato);
2) La Prima Giornata Antimafia che, sebbene il Sindaco e qualche suo giovane galoppino spaccino per propria, noi Giovani per la Partecipazione (e purtroppo non la Consulta in toto, a dimostrazione di come le cose funzionano) abbiamo costruito pezzo per pezzo anche col contributo di realtà esterne alla consulta (penso a Telejato, a Radio Amica, al Laboratorio Creativo Permanente, ai componenti dell’Eidos).
Tutto il resto è una storia di scontri dovuti, a mio parere, all’incapacità di una Presidente, mal consigliata da qualche giovane-vecchio volpone, di cui Toti ha tracciato già un profilo esaustivo e che in questi 10 mesi ha saputo solo scaldare una sedia e avanzare sempre e solo difese dei datori di lavoro dell’Amministrazione Comunale nei dibattiti assembleari.
Una Presidente, dicevo, che non solo non ha ben capito il suo ruolo, ma che più volte ha mortificato le regole che un organo deve avere (nel nostro caso lo Statuto) per mettere delle pezze sui demeriti del proprio gruppo di riferimento.
E se queste cose accadono a 20 anni in un “organo” che conta così poco, figuriamoci cosa potrebbe succedere in altri luoghi.
Per fortuna, c’è ancora chi fa “politica” solo per passione e altruismo. Ed è di queste persone che Partinico ha estremo bisogno.
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