Lo trovarono ansimante con due borse di ghiaccio. Al capezzale del virgineo lettino a vegliarlo, raccogliendone i lamenti ed asciugandolo col sudario come le pie donne fecero con il corpo del Cristo in croce, alcuni amici di sempre. Costoro pensavano, oggi ancor di più pur non avendo il coraggio di dirglielo esplicitamente, quello che sempre gli avevano rimproverato: "Bart, lascia stare. Questa é un'armata e tu, quanto prima ne farai le spese".
Non volle raccogliere gli inviti, le sollecitazioni, perfino le preghiere di chi gli voleva bene e, al contrario, caparbiamente inseguì le sirene non avendo l'accortezza di tapparsi le orecchie come opportunisticamente fece Ulisse nell'attraversare il mare tempestoso tra Scilla e Cariddi.
Lui ricercava la sua Itaca, disperatamente. La inseguiva, la intravedeva ma questa, misteriosamente, scompariva per poi ricomparire, ultima spiaggia di un viaggio iniziato tanti anni prima, attraversando deserti, superando le scogliere, dominando i flutti rotolanti del mare in tempesta. Poi, dopo lungo navigare, cadere e ricadere, risorgere come Napoleone - tre volte nella polvere tre volte sull'altare - finalmente trovò l'approdo e con esso accoglienza, battimani, pacche sule spalle, hippi-hippi-hurrà, impegni e riconoscimenti seppur verbali. E lui non volle deludere.
In estate sembrava un fiume in piena. "Hai carta bianca" gli dissero Salvo ed Antonello soldi in mano, suo nuovo mentore dopo avere inseguito quello che di mento ne ha uno 'mpinnatu che lui aveva venerato, entusiasta, in anni ed anni di apprendistato.
E Bart quella carta se la giocò tutta: luci, colori, sapori, scampanio di sacri bronzi, mortaretti, palchi, palchetti, trombe, trombette, "acchianati e scinnuti du' cassuru" senza soluzione di continuità. Un trionfo, l'apoteosi.
Poi, piano piano, giorno dopo giorno, con l'ingresso dell'autunno brutto, piovoso e malinconico, iniziò il declino, quasi l'oblio. Qualche intervista di "riversu quagghiu", fugaci comparse in convegni anche di terza categoria mentre la piazza che aveva brulicato di vita pulsante, ritornava all'antico buio, spogliata di tutto, piena di varia umanità, attraversata da voci, grida, proteste, fiumi di erba e birra a volontà. Una piazza ritornata scalcinata che a nulla sono valsi i desideri reconditi di chi come lui, ne voleva giustamente fare "il cuore pulsante della vita cittadina" dalla quale ripartire per un tour dell'attenzione ad oltranza.
Comparse fugaci, dicevamo, fino al tracollo e alle borse di ghiaccio.
Al tavolo dentro un affollato Salone degli Specchi, questa mattina, per la presentazione dell'EVENTO c'erano tutti tranne lui. Lui l'Assessore al ramo, ma che dico al ramo all'albero della vita rinnovata, all'insegna di questo bene di inestimabile valore, la Cantina, di questo monumento che gli avrebbe dato lustro di quà a cent'anni e riconoscimenti a tinchité. Lui quella conferenza stampa di presentazione l'aveva accarezzata, sognata, assaggiata novello sommelier, gustandone il fluido liquido per una rafforzata visibilità.
Già, lui, si vedeva al centro del tavolo con accanto Salvo e poi chiunque altro non importa chi, a dire, disquisire, rappresentare, informare, rendere edotti, dissertare, propagare il verbo mentre le tivvù locali lo accarezzavano, innaffiavano di attenzione ed affetto, lo fasciavano di notorietà e di rinnovato, imperituro, potere, lo penetravano con l'occhio freddo dell'obiettivo che scarnifica, vivifica, "startarifica tira 'a scorcia e sana".
Poi la doccia fredda. Ma che dico la doccia: una valanga, una cascata di acqua otto gradi sotto zero. Al tavolo Salvo, lui, lui (non lui ma l'altro) ed altri ancora.
Vagava, questa mattina, smarrito, anima in pena mentre gli altri assaporavano, assaggiavano il nettare che lui aveva gustato di già. Ma soltanto in sogno. Poi il crollo, il trasporto e le borse di ghiaccio a lenire le pene di un evento che per lui evento non fù.
3 commenti:
Inaugurazione Cantina Borbonica
Start: 19 Dic 2008 - 10:00
Argomento:
Inaugurazione Cantina Borbonica
Dove:
Partinico
Ma di quale evento che non fu è stato protagonista l'assessore Bartolino in atto a letto con le flebo e la borsa di ghiaccio?
a quanto sembra questa mattina, dopo che sul giornale di sicilia è stata pubblicata la foto della conferenza stampa (che ritraeva l'arch. Quartuccio, l'ass. Pantaleo, il Sindaco e il presedente del consiglio), un tir che trasportava ghiaccio è stato visto vicino l'edicola L'Ora.
Sa chi era il destinatario del carico?
.::ultim'ora::.
L'assessore alla cultura di Partinico, Bartolo Parrino, dopo un incontro con Sant'Antonello da Antinoro per discutere la sua esclusione dalla conferenza stampa e dal programma dell'inagurazione della Cantina Borbonica, medita le sue irrevocabili dimissioni dall'incarico.
.:: seguirà aggiornamento ::.
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