Bisogna essere molto chiari e soprattutto molto franchi e dire quel che si pensa anche se questo può essere discutibile, non sempre condiviso e può anche non fare piacere. La sincerità in politica è un valore da coltivare anche se dalle nostre parti non sempre apprezzato. L’ipocrisia, al contrario, una debolezza dell’uomo, che trova un grande terreno di coltura tra quanti esercitano l’attività della politica e dunque un mezzo molto spesso per apparire quel che non si è o si è molto parzialmente. Oggi, in questa fase della vita della nostra comunità cittadina per la complessità e gravità dei problemi, non ci può essere spazio per le finzioni, per gli ammiccamenti, i sotterfugi, le comparsate. E quanti hanno un ruolo, un potere che esercitano sugli altri devono dare l’immagine di sé, quella reale e non quella posticcia, quella vera e non certo quella finta.
Usciamo dalle metafore ed andiamo direttamente al cuore del problema.
La lotta alla mafia non può essere soltanto una espressione verbale oppure uno stato d’animo che si può come non si può manifestare. E la lotta alla mafia non si esplicita soltanto con le parole ma con i fatti concreti.
Questa amministrazione comunale non ha sviluppato e non sviluppa alcuna azione antimafiosa che non sia o sia stata, fino ad oggi, se non di semplice e folkloristica facciata.
Per cui non basta partecipare a cerimonie, ammiccare con le forze dell’ordine come fece l’Amministrazione Giordano, né vale partecipare a manifestazioni contro la mafia e la camorra a Napoli sgomitando per conquistare il primo posto del corteo, né al ritiro di premi assegnati ad altri per il loro, quello sì, vero coraggio ed impegno. La lotta contro la criminalità organizzata è testimonianza di un impegno concreto e, dunque, bisogna essere conseguenti con gli atti, anche quelli significativi e rappresentativi.
Lotta alla mafia è, ad esempio, onorare chi di mafia è perito dedicandogli, anche simbolicamente una strada, una piazza, un’aula, un bene qualsiasi per ricordarne l’impegno, sublimare il sacrificio della vita, rappresentare un concreto , visibile esempio.
Da circa un anno, ad esempio, giace nelle mani di questa Amministrazione comunale una delibera approvata dal Commissario straordinario Saverio Bonura che ha indicato in alcune vie della città il perenne ricordo di uomini che hanno dato la vita nella lotta alla criminalità in tempi e in modi anche diversi come è stata la vicenda di Peppino Impastato, di Michelangelo Salvia, di Giuseppe Casarrubea o Vincenzo Lo Iacono, di Giuseppe La Franca, di Ninni Cassarà o di Danilo Dolci, che non fu solo sociologo o poeta ma che con la mafia si scontrò e la combatté con determinazione e forza .
Ma non è, certo, soltanto questo. Significa non militare in Partiti che con la mafia sono collusi attraverso tanti dei suoi uomini più rappresentativi; è avere il coraggio di abbattere le stalle di Valguarnera in tempi di scontro e non tentare di preservarle quale simbolo negativo dell’illegalità e della violenza solo e soltanto per pavidità o, ancor peggio, per condivisione di modelli pseudo culturali; è non abusare del potere per esaltare carriere, favorire ascese, consentire privilegi piccoli e grandi, amministrare con oculatezza, non violare la legalità. Mi chiedo: l’uso del maxiparcheggio dato all’ATO rifiuti (ed ancor prima l’area della piscina), ad esempio, per isola ecologia è o non è un abuso, è o non è un atto concreto di illegalità? Lotta alla mafia è operare concretamente per informare l’opinione pubblica se a Partinico il pizzo si è pagato, si paga oppure no, se è diffuso il fenomeno dell’usura, quali proporzioni ha assunto il lavoro nero e cosa fa l’Amministrazione comunale per combatterlo; é costruire una politica della solidarietà per aiutare i deboli e soprattutto pezzi del mondo giovanile ad uscire dall’area del condizionamento mafioso; è controllare seriamente il territorio e in specie le periferie, i beni pubblici , le aree abbandonate per evitare il proliferare del vandalismo che è la porta d’ingresso per azioni sempre più violente che esaltano lo spirito di mafiosità divenendo, col tempo, attiva militanza.
In definitiva lotta alla mafia, caro Sindaco, Assessori ed anche Consiglieri comunali, è questo ed è anche ancora di più.
Toti Costanzo
La lotta alla mafia non può essere soltanto una espressione verbale oppure uno stato d’animo che si può come non si può manifestare. E la lotta alla mafia non si esplicita soltanto con le parole ma con i fatti concreti.
Questa amministrazione comunale non ha sviluppato e non sviluppa alcuna azione antimafiosa che non sia o sia stata, fino ad oggi, se non di semplice e folkloristica facciata.
Per cui non basta partecipare a cerimonie, ammiccare con le forze dell’ordine come fece l’Amministrazione Giordano, né vale partecipare a manifestazioni contro la mafia e la camorra a Napoli sgomitando per conquistare il primo posto del corteo, né al ritiro di premi assegnati ad altri per il loro, quello sì, vero coraggio ed impegno. La lotta contro la criminalità organizzata è testimonianza di un impegno concreto e, dunque, bisogna essere conseguenti con gli atti, anche quelli significativi e rappresentativi.
Lotta alla mafia è, ad esempio, onorare chi di mafia è perito dedicandogli, anche simbolicamente una strada, una piazza, un’aula, un bene qualsiasi per ricordarne l’impegno, sublimare il sacrificio della vita, rappresentare un concreto , visibile esempio.
Da circa un anno, ad esempio, giace nelle mani di questa Amministrazione comunale una delibera approvata dal Commissario straordinario Saverio Bonura che ha indicato in alcune vie della città il perenne ricordo di uomini che hanno dato la vita nella lotta alla criminalità in tempi e in modi anche diversi come è stata la vicenda di Peppino Impastato, di Michelangelo Salvia, di Giuseppe Casarrubea o Vincenzo Lo Iacono, di Giuseppe La Franca, di Ninni Cassarà o di Danilo Dolci, che non fu solo sociologo o poeta ma che con la mafia si scontrò e la combatté con determinazione e forza .
Ma non è, certo, soltanto questo. Significa non militare in Partiti che con la mafia sono collusi attraverso tanti dei suoi uomini più rappresentativi; è avere il coraggio di abbattere le stalle di Valguarnera in tempi di scontro e non tentare di preservarle quale simbolo negativo dell’illegalità e della violenza solo e soltanto per pavidità o, ancor peggio, per condivisione di modelli pseudo culturali; è non abusare del potere per esaltare carriere, favorire ascese, consentire privilegi piccoli e grandi, amministrare con oculatezza, non violare la legalità. Mi chiedo: l’uso del maxiparcheggio dato all’ATO rifiuti (ed ancor prima l’area della piscina), ad esempio, per isola ecologia è o non è un abuso, è o non è un atto concreto di illegalità? Lotta alla mafia è operare concretamente per informare l’opinione pubblica se a Partinico il pizzo si è pagato, si paga oppure no, se è diffuso il fenomeno dell’usura, quali proporzioni ha assunto il lavoro nero e cosa fa l’Amministrazione comunale per combatterlo; é costruire una politica della solidarietà per aiutare i deboli e soprattutto pezzi del mondo giovanile ad uscire dall’area del condizionamento mafioso; è controllare seriamente il territorio e in specie le periferie, i beni pubblici , le aree abbandonate per evitare il proliferare del vandalismo che è la porta d’ingresso per azioni sempre più violente che esaltano lo spirito di mafiosità divenendo, col tempo, attiva militanza.
In definitiva lotta alla mafia, caro Sindaco, Assessori ed anche Consiglieri comunali, è questo ed è anche ancora di più.
Toti Costanzo
3 commenti:
Ora che si è laureato in Scienze Politiche, la sua lotta sarà più incisiva ed efficace.
Poi, con quel voto di laurea (l'unico numero con due zeri )il suo impegno sarà...........almeno il doppio (zero) !
Forse è proprio vero che nel soprannome c'è la principale caratteristica di ognuno di noi, quella almeno più appariscente.
E questa riflessione non è tutta farina del mio sacco. Non è farina di rimacino, ma DOPPIO ZERO !
Al Comune di Partinico in tema di lotta alla mafia siamo ancora all'ANNO ZERO !!. O no?
La lotta alla mafia si fa ogni giorno, anche facendo rispettare la legalità normata dal codice della strada.
E' notizia di oggi, pubblicata dal "Sole 24ore" e su fonte del Ministero degli Interni, che nel 2007 a Partinico non si è incassato neanche un centesimo di proventi derivanti dalle multe. Ricordo che nel 2007 il Corpo dei Vigili Urbani non aveva un Comandante in servizio d'istituto.
Mentre ad Alcamo si è incassato ben 477.757 EURO che, divisi per la popolazione fanno 10,59 EURO pro-capite.
A Partinico nel 2008 - con la reintegrazione del Comandante - l'incasso proveniente dalle multe al Codice della Strada è stato di 256.000 EURO che, divisi per la popolazione di 31.518 abitanti, fa 8,12 Euro pro-capite.
Questi ultimi dati li ho ripresi dalla bozza del bilancio consuntivo che verrà portata prossimamente in consiglio comunale e che ho avuto modo di sbirciare presso gli uffici finanziari.
IL SUCCHIO DEL DISCORSO
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