Con il titolo: Protesta: ”Il Sindaco non ci convoca per un confronto” il Giornale di Sicilia di Sabato 26 settembre e a firma MIGI con una “breve” dava l’impressione che il nostro Partito richiedesse a gran voce un incontro con il Sindaco Salvo Lo Biundo per discutere dei problemi della città. E siccome il Sindaco non ci convocava noi protestavamo. Ovviamente si trattava di una errata interpretazione di un post di Sala Rossa che parlava di tutt’altre cose e meno che mai di una nostro desiderio di incontrare Lo Biundo. Certo, non nascondiamo come fin dall’insediamento di questo Sindaco come forza politica seria e responsabile, pensavamo come fosse obbligo di chi governa la città di avere un dialogo con TUTTE le forze politiche, quelle dentro e quelle fuori il Consiglio comunale, ritenendo obbligo degli Amministratori di dare ascolto alla voce anche fortemente critica di chi pone problemi collettivi e per questi chiede soluzioni. Così come nostro obbligo, se interpellati, di dare il nostro contributo quale forza politica d’opposizione. Abbiamo atteso un anno per “capire”, come era nostro dovere, fino a quando non abbiamo compreso come Lo Biundo avesse manifestato fin dal suo insediamento un palese, incomprensibile, antistorico anticomunismo residuo di una cultura fatta d’ignoranza della storia del nostro Paese, del ruolo che i comunisti hanno avuto nella costruzione di uno Stato democratico all’interno del quale è stato garantito quel processo di avanzamento delle classi lavoratrici di cui hanno goduto tutte le nostre famiglie, comprese quelle di chi oggi governa la città. Senza i Comunisti in Italia e a Partinico la vita dei loro padri ed anche la loro, come la nostra, sarebbe stata sicuramente ben altra cosa. E, purtroppo, l’ingiustificato anticomunismo di Lo Biundo fa anche il paio con il trasformismo di alcuni, il voltagabbanismo e donnabondismo di altri senza nulla togliere al fastidioso ruolo di una ristretta, per fortuna, minoranza di cortigiani di professione, nati incorreggibilmente servizievoli, i quali ritengono che avendo avuto la possibilità per una serie di favorevoli circostanze di occupare un seggio in Consiglio, il mondo dovrebbe loro inchinarsi e pendere dalle loro labbra e decisioni. Comprendo come alcuni di questi pavoni senza penne non credono ancora ad oggi come sia loro capitata ciò che loro reputano “la fortuna” di una fortuita elezione non comprendendo, però, il ruolo che l’elettorato ha loro assegnato e cioè di essere rappresentanti della città non solo quella che loro piace perché li adula ma anche quella che loro non piace perché li critica. Si convincono, dunque, d’essere diventati l’ombelico del mondo quando invece il loro ruolo altro non è se non quello di modesti rastrellatori di qualche centiaia di euro mensili strappati al bilancio comunale per una inutile loro presenza in Consiglio e nelle commissioni di cui la nostra società ne farebbe sicuramente a meno.
Se fosse ancora vivo Cola mi direbbe: ”Caro Costanzo, costoro sono vuscapani e sunnu appuzzati ‘nta minna.E stai tranquillo che non la lasciano 'pi curtu".
No, caro Michele Giuliano. Ti assicuro che non abbiamo proteste da fare né il desiderio d’incontrare Lo Biundo anche se oggi è il Sindaco della città. E noi, pur essendo rispettosi del giudizio popolare, tuttavia riteniamo che la democrazia possa fare a meno di un Sindaco anche se giovane, bellino, gradevole a vedersi ma con un grave difetto: di non avere capito molto.
Toti Costanzo