mercoledì 23 dicembre 2009

S'I FOSSE MIMMO CONSIGLIO.....

“S’i fosse foco arderei 'l mondo...s'i fosse papa…” Mi venivano in mente i versi della famosa poesia di Cecco Angiolieri, in versione musicata e cantata da Fabrizio De André, non appena fuori dalla sala consiliare di Terrasini che avrebbe dovuto, ieri sera, discutere della ennesima mozione di sfiducia al Sindaco Consiglio e presentata da 13 consiglieri. Parodiando Cecco dicevo a me stesso : “Se tu fossi Sindaco al posto di Consiglio cosa avresti fatto questa sera?” .E la risposta la trovavo in un ragionamento semplice e lineare :mi sarei presentato in consiglio comunale , affrontato i firmatari del documento di sfiducia ,contestato agomentando le loro critiche, quelle ingiuste ,ed avrei fatto ammenda di quelle che giuste invece si riconoscono .E avrei messo i consiglieri davanti a questa chiara ed esplicita dichiarazione: “ Cari consiglieri,i cittadini di Terrasini, e prima di loro ovviamente i Partiti e gruppi di società organizzati in Liste ,hanno voluto che diventassi il Sindaco di questa città cioé la persona alla quale sono state affidate le soluzioni di tanti problemi che oramai da tempo si trascinano insoluti. Problemi complessi come la questione legata ai confini territoriali con Cinisi, i problemi del porto e della marineria, del depuratore,il rilancio di una città che una volta rappresentava un forte polo di attrazione turistica per tutta l’area occidentale della nostra isola. E poi una diversa fruizione delle coste e quindi del mare ,le tasse, i servizi , il recupero e la valorizzazione di tutto un territorio che dai Magaggiari arriva fino alla baia di S. Cataldo passando per l’area protetta di Capo Rama , i complessi turistici sia quelli abbandonati che quelli ancora, e per fortuna, attivi coma Città del mare”. E poi avrei detto ancora: “Io sono quà. Pronto a costruire ,con quelli che questa sera ci vogliono stare ,un nuovo percorso politico-amministrativo,un nuovo progetto che abbia al centro gli interessi generali della nostra comunità ,e lo chiedo principalmente a coloro che mi hanno voluto e sostenuto fin dalla prima ora, a quanti hanno storia e cultura come la mia oppure, perché no!, diversa ma che con me condividono seriamente le preoccupazioni ed anche le soluzioni da dare ai problemi ,allargando l’area della partecipazione. E lo dobbiamo fare quà, questa sera, davanti ai cittadini e ai mezzi d’informazione che ci vedono, che ci ascoltano e che ,molto spesso ed anche giustamente, ci criticano .Davanti a tutti e non dentro “i malasena” o nei sottoscala, per discutere alla luce del sole ,senza ambiguità, senza inciuci o accordi di cui ,poi, ci si debba vergognare .Senza baratti o intrallazzi perché la “Politica” ritorni a governare le nostre città e l’affarismo,il pressapochismo, l’improvvisazione siano banditi cosi’ come la violazione delle regole”. Questo avrei detto in sintesi se fossi stato Mimmo Consiglio. E invece davanti una platea di cittadini interessata, ma fortemente sfiduciata ,il Sindaco Mimmo Consiglio, ieri sera, non si è presentato, non ha fatto neppure pervenire un pensiero ,una motivazione della sua assenza ,una ragione cosi’ come aveva fatto il Presidente del Consiglio comunale.Né ha voluto affrontare i consiglieri, non spiegando le ragioni per cui quella mattina ancora una volta, aveva “azzerato” l’ennesima Giunta ,cioè annullato il ruolo a uomini e donne con la loro dignità e la loro storia personale ridotti allo stato “laicale” cioè senza alcun potere decisionale se non quello di sottostare alla volontà di chi li aveva nominati e dunque alla mercé e, in tanti altri casi, agli umori sindacali . Non si è difeso, Mimmo Consiglio, né ha attaccato. Ha lasciato, molto probabilmente ed ancora una volta, che la politica ,quella, cosi’ cosi’, avesse il sopravvento e da discutere altrove e non li' cioé il luogo abilitato della politica istituzionale della città . Il sopravvento per lacerare ancora una volta un altro pezzo di democrazia fortemente debilitata dal qualunquismo imperante, con lo scopo di sopravvivere, galleggiare .E con il rischio che la sua città , la “mia “ città ,sprofondi sempre più in un vortice di nulla .

Toti Costanzo

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