Riflettevo ieri, davanti ad un manifesto della CGIL che informava di un Congresso (non ricordo se di categoria o di altro livello), in che mani era finita la gloriosa Camera del Lavoro di Partinico di Turiddu Termine. Mi riferisco, ovviamente, a chi quella organizzazione dovrebbe guidare in ragione del ruolo politico che le é stato affidato e non certo a quanti si occupano dei bisogni individuali dei lavoratori che a quel sindacato si rivolgono attraverso l'attività del patronato. Pensavo che se Pino Maniaci, ieri, non avesse intervistato la segretaria attuale di quella organizzazione, la stessa risulterebbe come in effetti risulta sostanzialmente sconosciuta a tutti mentre in altri tempi TUTTI i problemi del mondo del lavoro e delle sue articolazioni, ruotavano attorno a quel sindacato che della vita, anche politica, era protagonista indiscusso. Così come protagonista era il suo segretario che godeva di attenzioni, visibilità, prestigio. Diciamo con assoluto rammarico come la Camera del Lavoro proprio PER MANCANZA DI GUIDA POLITICA non sia più lo strumento che provocava le lotte guidando le categorie o anche i cittadini che si muovevano contro il malgoverno locale, e meno che mai nella condizione di costruire dal basso tali “movimenti” quale deterrente nei confronti dello strapotere di chi oggi ha nella mani la gestione del governo non solo locale ma regionale e nazionale. Un governo quello che guida oggi, ad esempio, la nostra città che si consente tutto e, specie per l'assenza di ostacoli politici che provengono anche dal sindacato "di sinistra", si consente nel silenzi totale di deliberare la richiesta di un contributo che gli anziani lavoratori dovrebbero pagare al Comune per usufruire di un luogo dentro il quale trascorrono quel poco tempo che ancora resta loro mentre gli sprechi delle risorse comunali non si contano più. Assente dalle lotte a sostegno degli agricoltori, mai vista durante le vicende che coinvolgono e i lavoratori dell’ex cooperativa irrigua Jato e la vita dello stesso invaso, lontana dal difendere palesemente gli interessi dei cittadini dalle vessazioni quali, ad esempio, l’aumento spropositato della TARSU, mentre si ignora il ruolo che questa organizzazione sindacale dovrebbe avere nei confronti di enti quali la società che gestisce il servizio di igiene ambientale nell’ambito del nostro ATO e nei confronti dell’APS, cioè la società privata alla quale Lo Biundo ha “regalato” la gestione e dunque l’affare del ciclo dell’acqua. A proposito di APS: perché Lo Biundo non pubblica l’elenco dei dipendenti comunali a diverso titolo che sono all’APS transitati? E per quali ragioni sono stati trasferiti? Chi li ha raccomandati caldeggiandone il trasito? Lo Biundo, da buon “casasantara”, resta abbottonato (e questo è anche comprensibile visto, come é risaputo, che anche lui aveva fatto richiesta di trasferimento dal Comune di Borgetto all’ATO Rifiuti!) e si guarda bene dal denunziare pubblicamente queste anomale operazioni squisitamente clientelari. E della scuola e dei suoi gravosi problemi, da quando hanno esautorato Vergara e la Giannola divenuta Dirigente scolastico, se ne occupa più la segretaria della Camera del Lavoro? E i disoccupati come intende difenderli? Forse caldeggiando la realizzazione della Policentro cioè una delle più ambigue ed oscure operazioni che ha visto il nostro territorio in tutta la sua storia urbanistica? A Partinico la Camera del Lavoro, una volta, era anche la “Politica”. Ed era la politica di una sinistra che, sebbene minoritaria, era qualificata, attiva, impegnata, prestigiosa. La Camera del Lavoro quale strumento che proprio attraverso la direzione politica seria, equilibrata, competente, costruiva le chiavi di lettura per interpretare la società partinicese, i suoi bisogni, i suoi interessi ed approntava le azioni di lotta. Certo c'é la categoria dei dipendenti comunali che va difesa e si difende anche con solerzia. E tutti le alte categorie di lavoratori? Caro compagno Turiddu Termine la tua creatura, quella che hai costruito con sacrificio, passione giovanile e di comunista insieme a tanti compagni e per la quale sei anche andato orgogliosamente in galera, non c’è più. E’, come dicono ormai in tanti, diventata soltanto “una putia” come tante altre che esistono nella nostra città. Una putia che produce qualche piccolo profitto personale. Ma che non serve più ai diritti sostanziali dei lavoratori.
Toti Costanzo
Toti Costanzo
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