venerdì 12 febbraio 2010

E LO BIUNDO, COME PILATO, SE NE LAVO' LE MANI

Su di una questione molto importante e che riguarda la distinzione tra il ruolo degli amministratori e dei funzionari comunali, credo che ci sia la necessità di fare chiarezza. Perché questo argomento e perché oggi? Perché da diversi giorni, penso, si stia creando un voluto equivoco e costruita una certa ambiguità che investe la responsabilità dell’attuale Sindaco del nostro Comune nel suo rapporto con un pezzo della burocrazia comunale. Io penso che vada con urgenza chiarito il “percorso delle responsabilità”, quello reale, quello effettivo e non certo quello fittizio, di comodo soprattutto in una materia assai bollente come è, da sempre, la questione Bertolino a Partinico.
Non ci sono dubbi che la riforma cosiddetta “Bassanini” affida ai funzionari il ruolo di “realizzare” decidendo, mentre alla “politica” quello di programmare, guidare, indicare il percorso. Ma tutti sanno che se il Sindaco, o chi per lui, non dà gli “ordini” la macchina difficilmente si mette in moto e meno che mai assume decisioni. Appare difficile che ci siano funzionari i quali rivendicano la loro autonomia. Difficile altrove e sicuramente impossibile a Partinico. C’è qualcuno, infatti, che dubita del fatto che sulla vicenda Policentro, ad esempio, le "redini" le abbia sempre tenute il Sindaco di turno? E non conta che, di volta in volta, si siano chiamati Giordano, Motisi o Lo Biundo. Un esempio? Quanti hanno dimenticato come Giordano nel 2004, a proposito del progetto presentato dal Consorzio Artigiani Partinicesi che chiedeva d’avere una parte di area artigianale per cui l’Ufficio avrebbe dovuto definirne l’istruttoria ed emettere un parere, IMPOSE invece all'Ufficio urbanistica di sospendere qualunque valutazione violando la legge e facendola violare ai funzionari al fine di favorire la Società? E c’è qualcuno che quando nel luglio del 2005 fu data alla Bertolino l’autorizzazione allo scarico - anche se sotto la pressione provocatoria e prepotente di alcuni “cantinara” con alla testa certo Nino Inzirillo che una volta fu pure Sindaco del PCI a S. Cipirello (che vergogna per il mio Partito!) - che se la sia presa con il responsabile del settore che materialmente firmava l’autorizzazione? A pagarne le conseguenze politiche fu, giustamente, soltanto il Sindaco Motisi. E c'é qualcuno, oggi, che non sappia come l’Ufficio manutenzione non realizzi alcun intervento (anche quello di collocare una semplice lampadina) se prima la richiesta non passa dall’Assessore Pantaleo? Anzi, è proprio l’Assessore che stabilisce dove e cosa gli operai debbano fare e non certo il capo settore. Vi ricordate come, appena aperto il supermercato Conad accanto alla distilleria, inviò precipitosamente i dipendenti comuali a sistemare la grande buca di via Pina Suriano a due passi dalla struttura commerciale in quei giorni di apertura invasa da una folla inverosimile? E il contributo o il patrocinio ad un’Associazione del "giro" che intende realizzare una qualsiasi iniziativa culturale dentro il palazzo dei Carmelitani o nella Cantina Borbonica con la violazione sempre dell'apposito Regolamento che prevede criteri per la loro erogazione? Tutto avviene alla faccia del consigliere Prussiano che ovviamente non sa che la sua Giunta calpesta il Regolamento che esiste e non certo quello che ancora deve essere approvato. Cosa crede Andrea Prussiano che a decidere sia il capo settore sulla base di criteri oggettivi e codificati e non, invece, come é noto a tutti a decidere sia sempre Lo Biundo per nobili ragioni di bassa clientela? Non decide, a quanto mi dicono, neppure Parrino tranne che in qualche rarissima occasione pur essendo l'Assessore apposito. E pensate che quando Lo Biundo avrà l’opportunità (se il Consiglio comunale glielo concederà) di fare svolgere dentro la Cantina Borbonica, feste, festicciole, battesimi, cresime e matrimoni il catering glielo fornirà una ditta qualsiasi e non,invece, la stessa che fornisce i pasti alle nostre scuole magari ricorrendo alla costituzione di una apposita Associazione temporanea d'Imprese con un paio di prestanomi come fu per il bene di via Fermi?
Ma ritorniamo all’argomento iniziale. DEVE ESSERE A TUTTI CHIARO: se oggi il T.O.C per controllare la qualità delle acque di scarico della distilleria non è collocato, i cosidetti "paletti" non piazzati, la squadra operativa antinquinamento non ricostruita, reso visibile lo scarico finale nel Puddastri, e soprattutto L’AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO NON REVOCATA, (vi ricordate cosa dichiarò a Tele Jato Lo Biundo? "Il 5 febbraio scade l’autorizzazione e se la ditta non è in regola LA FAREMO CHIUDERE".E quì partì l'applauso degli allocchi) è troppo facile prendersela con il responsabile del settore e per il quale si chiedono sanzioni. Anzi diventa troppo comodo, diventa un alibi e un vergognoso declinare le proprie responsabilità che sono solo e soltanto sindacali e non di altri. Qualcuno, ingenuamente, attende provvedimenti che il Segretario comunale dovrebbe assumere nei confronti di funzionari del settore. E perché, dico io, il Segretario generale dovrebbe emetterli visto e considerato che le responsabilità sono, come abbiamo ampiamente dimostrato, dell’attuale Sindaco? Un Sindaco con gli attributi, come inutilmente suole ripetere Pino Maniaci, farebbe come ha fatto quello del Comune di Malegnano: emettere, intanto, ordinanza di chiusura per fumi maleodoranti ed anche assai molesti e poi “ce la vediamo in Tribunale”. Prima la salute dei cittadini e poi gli interessi dei privati. Ma cosa volete da un “Sindaco per caso” il quale in un conato di sincerità ebbe a confessare a Tele Jato “che lui è impotente nei confronti della distilleria”? No, non è impotente. E’ soltanto uno che, come fece Pilato, se ne vorrebbe comodamente lavare le mani e come Pilato affidare, seppur in maniera virtuale, i responsabili dell’Ufficio alla folla inferocita (ambientalisti, comunisti e Patto) che invece di crocifiggere Barabba si dovrebbero sbarazzare di Gesù. E, in questo caso, i barabba da salvare oltre che Lo Biundo e il suo caravanserraglio altro non sarebbero se non non la pletora di cortigiani che quotidianamente girano e vagano dentro il “tempio” di piazza Municipio battendo le mani e sopratutto mendicando.
Toti Costanzo

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