“L’ unica cosa bbona cavi fattu 'u sinnacu è ca l’assau stu gazebu ‘nta chiazza armeno, quannu chiovi, ‘nn’arriparamu”. Così si espressero alcuni cittadini quando questa mattina arrivai in Piazza Duomo aspettando Piero Caleca in quanto nella sede del suo sindacato avremmo tenuto, una conferenza stampa per presentare alla città le proposte di modifica del Regolamento che si occupa anche della tariffa sui rifiuti solidi urbani. Ieri, infatti, come Comitato cittadino, avevamo incontrato la prima Commissione consiliare su invito dell’avvocato Nino Scianna che di questa è Presidente e, nell’occasione, si ebbe a discutere non solo della disfunzione del servizio gestito dalla Società che del servizio del ritiro e smaltimento si occupa ma soprattutto delle proposte che avevamo elaborato con lo scopo di inserire nel Regolamento una casistica relativa ad eventuali riduzioni o esenzioni per particolari categorie di cittadini in gravi difficoltà economiche. Un incontro molto interessante anche per la presenza dell’Assessore Antonella Lo Porto e di alcuni consiglieri comunali, sia di maggioranza che di minoranza (con tutto rispetto dubito della esistenza di una “opposizione”), oltre che del Responsabile del servizio tributi, il ragioniere Misuraca. Una discussione, dunque, assai interessante a dimostrazione di come il metodo della partecipazione sia l’unico che ancora regge e dà sostanza al sistema democratico perché la politica sia anche confronto di idee e di proposte. Ovviamente tutto ciò è accaduto con il dispiacere grande di alcuni gonzi del Sindaco (e a quanto mi riferiscono anche dello stesso) i quali reputano che “con i comunisti” non bisogna discutere catalogando in questa “spregevole” categoria umana tutti coloro che pensano con la loro testa ,che non si nascondono mai dietro un velo di miserabile ipocrisia e che, soprattutto, “fanno politica” non certo per difendere piccoli, meschini interessi di bottega quanto quelli sostanzialmente di tutti. Quelli, cioé, che non chinano la testa neppure di fronte ai potentati economici locali, ai mafiosetti da strapazzo, a quelli che ancora “s’annacanu”, ai piccoli e grandi speculatori nei settori più vari che vanno dall’edilizia quella legale e quella abusiva, agli sponsor dei centri commerciali e a quelli che si esercitano, quotidianamente, in tanti altri " lavori".
Dunque in Piazza Duomo, a dire di quei cittadini vi è la SOLA, tangibile presenza della positività di questo Sindaco che sarebbe, poi, quel malandato gazebo che ripara gli anziani dalla pioggia e dal vento di questi giorni, piazzato lì in tempi assai lontani e dimenticato come dimenticata è la nostra città in tutte le sue pieghe ed articolazioni: le strade, le periferie, gli immobili comunali, le piazze occupate abusivamente dagli amici del Sindaco, il verde, gli impianti sportivi e così via. E’ uno di quei cinque gazebo (gli altri sono ancora in dotazione a quella Associazione piazzata ai margini del pallone tensostatico?) che nel 1999, da Assessore all’agricoltura, feci acquistare al Comune convinto che dovessero servire (come servirono seppur per un brevissimo tempo relativo a quanto durò il mio ruolo di amministratore) sopratutto nel periodo estivo da collocare nelle piazze di tutti i Comuni costieri con lo scopo di pubblicizzare i prodotti della nostra terra attraverso i produttori locali. Una iniziativa in collaborazione con la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) che partì dalla piazza di Terrasini con un successo straordinario di partecipazione. Dicevamo, allora, attraverso manifesti e brochure, che quelli erano i prodotti che provenivano “Dalla nostra Terra”.
Oggi, come nuovi lanzichenecchi costoro hanno azzerato anche l’assessorato, appunto quello all’agricoltura, che al contrario dovrebbe essere il cuore pulsante della nostra economia. Almeno quella meno sporca e meno illegale di altre. E a sostegno concreto della nostra economia agricola avevamo messo in piedi, in quella stagione politica, un Ufficio Tecnico per l’Agricoltura con due giovani geometri (uno dei due lo recuperai da un ufficio entro il quale si occupava di … fotocopiare documenti!), due giovani tecnici agrari (uno dei quali veniva utilizzato quale….custode di Villa Falcone!) ai quali affidai, sotto la direzione dell’agronomo Antonio Tinnirello, il compito di recuperare le mappe del territorio, ricostruire la fisionomia delle imprese agricole nella quantià e nella qualità, la specificità delle colture, la canalizzazione delle acque. Un lavoro che, purtroppo durò poco (a novembre la sfiducia costruita caparbiamente e cinicamente dai DS e dal PPI contro Gigia Cannizzo) ma che riuscì ad entusiasmare quei giovani che, in quel modo e seppur per un tempo assai breve, avevano recuperato la loro professionalità ed anche la loro dignità. Mi chiedo: cosa fanno oggi? Come viene utilizzato il loro sapere?
A quegli anziani piazzati, questa mattina, sotto il gazebo di piazza Duomo non potei che sorridere soltanto mentre intanto, era arrivato insieme a Piero Caleca, anche Alberto Lo Iacono e Gaspare Di Pasquale. Ci aspettavano le tivvù locali per la conferenza-stampa sulla TARSU del nostro Comune.
Toti Costanzo
Oggi, come nuovi lanzichenecchi costoro hanno azzerato anche l’assessorato, appunto quello all’agricoltura, che al contrario dovrebbe essere il cuore pulsante della nostra economia. Almeno quella meno sporca e meno illegale di altre. E a sostegno concreto della nostra economia agricola avevamo messo in piedi, in quella stagione politica, un Ufficio Tecnico per l’Agricoltura con due giovani geometri (uno dei due lo recuperai da un ufficio entro il quale si occupava di … fotocopiare documenti!), due giovani tecnici agrari (uno dei quali veniva utilizzato quale….custode di Villa Falcone!) ai quali affidai, sotto la direzione dell’agronomo Antonio Tinnirello, il compito di recuperare le mappe del territorio, ricostruire la fisionomia delle imprese agricole nella quantià e nella qualità, la specificità delle colture, la canalizzazione delle acque. Un lavoro che, purtroppo durò poco (a novembre la sfiducia costruita caparbiamente e cinicamente dai DS e dal PPI contro Gigia Cannizzo) ma che riuscì ad entusiasmare quei giovani che, in quel modo e seppur per un tempo assai breve, avevano recuperato la loro professionalità ed anche la loro dignità. Mi chiedo: cosa fanno oggi? Come viene utilizzato il loro sapere?
A quegli anziani piazzati, questa mattina, sotto il gazebo di piazza Duomo non potei che sorridere soltanto mentre intanto, era arrivato insieme a Piero Caleca, anche Alberto Lo Iacono e Gaspare Di Pasquale. Ci aspettavano le tivvù locali per la conferenza-stampa sulla TARSU del nostro Comune.
Toti Costanzo
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