mercoledì 28 luglio 2010

LETTERA APERTA AL COMPAGNO ANDREA ARCURI SEGRETARIO DI RIFONDAZIONE DI PETRALIA SOTTANA

Caro compagno, mi dicono i giovani compagni di Partinico che ti conoscono che oltre che giovanissimo sei anche in gamba. Questo non può che riempire di orgoglio un vecchio comunista come me che ritiene atto eroico, specie  in questa fase della vita politica del nostro Paese, quello di un giovane che sceglie di militare in un Partito che si definisce ancora oggi orgogliosamente  comunista. Scrivo anche perché, lo voglio premettere,  ho sempre cercato di operare  per l’unità, ovviamente quella possibile e quella soprattutto dignitosa, delle forze della sinistra e dunque assai lontano da posizione frazionistiche chiaramente a vocazione minoritaria.
Quando è stato possibile ho sempre cercato ed operato soprattutto nella mia città per l’unità delle forze democratiche. Pensa che qualche ex esponente locale di una sinistra  extraparlamentare da tempo scomparsa mi annoverava, in anni passati, addirittura tra gli  aderenti all’area politica dei cosiddetti “miglioristi”  come a pensare che potessi condividere la visione politica di personaggi quali l’attuale Presidente della Repubblica che da Ministro degli Interni mandò la polizia a picchiare i lavoratori napoletani disoccupati che manifestavano per il diritto al lavoro. E  migliorista (cioé uomo di destra) sol perché legato da amicizia ad  alcuni di questi  esponenti come Mimì Bacchi oppure palese estimatore di personalità comuniste quali Pio La Torre, Emanuele Macaluso o Paolo Bufalini che nel PCI erano espressione di quell’area politica e culturale. Uomini, ovviamente, di grande spessore morale ma lontano dalle loro posizioni politiche  e soprattutto dalla lettura che essi facevano della società, dei suoi problemi, della soluzione da dare a questi. Dunque lungi da me lo scrivere perché  settario o giacobino quanto perché  mi preme che i miei compagni, soprattutto quelli giovani o giovanissimi che probabilmente  “non sanno”, possano sapere. E sapere, ad esempio, chi politicamente sia  l’on. Cracolici (e soprattutto gli attuali altri dirigenti del suo Partito, il PD) che parteciperebbe il 7 agosto p.v. ad un dibattito a Petralia Sottana  nell’ambito della festa del nostro giornale, Liberazione,  insieme a te, al nostro Segretario provinciale, Mario Guarino, al compagno Marotta e a Giusto Catania. E con  loro anche il senatore di Italia dei Valori, Giambrone, il Sindaco di Petralia Inguaggiato oltre che Mariangela Di Gangi di Altra Storia. Dunque con Cracolici, presumo, dovreste  o meglio dovremmo, discutere di unità  delle forze del  centro sinistra (sic!) e, penso, della scelta di una eventuale, possibile comune  strategia  (e di un candidato Presidente ovviamente del PD!) quando si sarà conclusa prematuramente oppure no - e ciò  indipendentemente dalle ragioni - l’esperienza del Presidente Lombardo che il PD, soprattutto per volontà dell’on. Cracolici, sostiene. Ma oggi, Cracolici con chi sta? Non sceglie  di stare con l’on. Micciché, uomo del senatore dell’Utri su cui non necessitano definizioni né altro? E non è pronto Cracolici ad incontrare, pur di continuare in  una strategia di governo purchessia, anche il Partito dell’on. Cuffaro e degli altri inquisiti, arrestati e condannati ? E le ragioni che ci videro insieme, alle ultime regionali, contrastare Lombardo sostenendo quale Presidente della nostra Regione tale senatrice Finocchiaro che a qualunque costo e con atto di presunzione e di violenta arroganza  volle essere la candidata del centro sinistra al posto dell’on. Borsellino  ed in contrapposizione a Lombardo, dove sono finite? E gli elettori non ci votarono, e votarono anche Cracolici ed i suoi anche perché, forse, dovevamo rappresentare la speranza del cambiamento, l’alternativa a vecchi e decrepiti sistemi di potere  clientelare che sprecano risorse, creano sacche vergognose di privilegio, umilia i lavoratori? Ma davvero Cracolici pensa che con la infinita ambiguità la Sicilia possa uscire dal tunnel del sottosviluppo in cui è stata portata prima dal potere democristiano in Sicilia e poi anche dalla debolezza culturale oltre che politica delle forze della sinistra?  Perché non continuare in un processo di unità per costruire l’alternativa al centro destra dei  Lombardo, dei Micciché, dei Romano e compagnia bella piuttosto che scegliere la strada della gestione, anche umiliante, del potere? Quanti compagni ed elettori di sinistra, anche del PD, continueranno ad abbandonare le urne ritenendo squallido quel che si propone come prospettiva? Io non ho mai coltivato  la vocazione di stare all’opposizione perché così posso mantenere la mia diversità non “sporcandomi le mani”. Al governo, certo, ma al governo ci si arriva per la via maestra e non certo attraverso  sotterfugi, compromissioni,  rinuncia persino della propria identità. Ed infine, caro compagno, non devi dimenticare che Cracolici  (si proprio quello che invitate a discutere giorno 7 agosto) si accordò col centro destra di Cuffaro per imporre una legge miserabile  e cioè quella dello sbarramento al 5% sia alla Regione che nei Comuni e nelle Province proprio perché scomparissero dagli enti locali definitivamente i Comunisti. Un vero e proprio killer. I guasti sono sotto gli occhi di tutti. Un tale provvedimento non passò neppure per la testa del centro destra siciliano quando ha governato nella cosidetta seconda Repubblica. Ma lui lo volle. Lo volle, cioé, il personaggio da voi invitato e il suo omologo nazionale,Veltroni, che come Cracolici si vergognavano che qualcuno li potesse ancora chiamare “Comunisti”. No, caro giovane compagno,  ricordati: io da comunista ma anche da cristiano non porgerò mai l’altra guancia  né a casa mia inviterò mai il mio carnefice. E allora bisogna essere chiari, costruire un processo unitario a Palermo, come a Partinico, come nella tua città e come in Sicilia con quelle forze della sinistra seppur oggi deboli e  minoritarie (ma che insieme costituiscono una forza con la quale fare i conti politici) che esistono  e che possono dare ancora coraggio  ai lavoratori e ai giovani siciliani  ricercando l’unità anche con quei pezzi  del PD - e sono certo che ce ne sono - disposti a battersi non per il governo costi quel che costi ma per una Sicilia che ha il diritto ad un destino diverso. Dunque non l’isolamento ma la ricerca dell’unità quella possibile, quella carica dignità, quella che si può fare anche con tanti  galantuomini democratici che si possono presentare davanti ai lavoratori senza chinare gli occhi o il capo e ai quali dire: l’unità dei siciliani onesti contro il malaffare e la malapolitica. Contro i trasformismi e gli ascari che hanno disseminato  di tanti morti, così come di tante illusioni, la nostra terra.
Saluti comunisti
Toti Costanzo

1 commento:

Andrea Arcuri ha detto...

Caro compagno, premetto che pur essendo giovane da un punto di vista anagrafico, ho vissuto l’intera mia vita in una famiglia comunista e sono iscritto al Partito da 7 anni, quindi da un tempo sufficientemente lungo per comprendere chi sono i miei interlocutori, pertanto la “lezioncina” su Cracolici e gli altri dirigenti del PD mi risulta superflua.
Non so come hai dedotto che io sia interessato ad una qualche forma di unità delle forze del centrosinistra, personalmente non mi ritengo di centrosinistra e nemmeno genericamente di sinistra, penso piuttosto che da questo equivoco e dalle implicazioni che questo ha comportato, derivi gran parte dei problemi che oggi il Partito si trova ad affrontare. La festa di Liberazione che ogni anno teniamo a Petralia, è un momento di confronto, questa volta su tematiche regionali, in altre occasioni su tematiche nazionali o locali, al quale ritengo sia necessario ragionare a più voci, ancor più in questo caso in cui vogliamo evidenziare le contraddizioni tra le forze politiche invitate, Mariangela Di Gangi di AltraStoria, ad esempio, è anche componente della direzione regionale del PD e probabilmente ha una posizione diversa da quella di Cracolici, per non dire poi dell’Italia dei Valori la cui posizione nei confronti del governo Lombardo ti sarà senz’altro nota.
Molti militanti ed elettori del PD, a Petralia, ma anche altrove, sono piuttosto sconcertati dall’appoggio che il loro partito ha ritenuto di dare a Lombardo e penso sia utile in un dibattito che è aperto al contributo di tutti marcare queste differenze. Ritengo inoltre che sia abbastanza sterile una discussione “allo specchio”, nel senso di “cantarcela e suonarcela” da soli.
Forse ti è sfuggito che in tutte le feste del Partito e delle sue aree, i dibattiti si svolgono tra soggetti diversi, spesso incompatibili quando non apertamente in conflitto tra loro (ad esempio la partecipazione di Penati all’ultima festa di Essere Comunisti).
Un’ultima considerazione sui “killer”: chi gli arma la mano? Forse gli elettori? Ed è un male se ci adoperiamo per metterli di fronte alle loro responsabilità? Anche in un piccolo dibattito ,di una piccola festa,di un piccolo circolo ,di un piccolo Partito.

Saluti comunisti
Andrea Arcuri

P.S. Chiaramente ti aspettiamo per il dibattito. Passo e chiudo