mercoledì 15 dicembre 2010

EUSEBIO, GIANFRANCO, MARCELLO, SAL E IL PARLAMENTO DELLA LEGALITA'

Mi chiedevo, ieri, cosa possa significare veramente il termine “impudicizia”. E me lo sono chiesto quando a conclusione del dibattito alla Camera dei deputati che votava la sfiducia al Governo Berlusconi avevo avuto lo “stomaco” per ascoltare interamente anche il discorso dell’on. Cicchitto, ex socialista craxiano, piduista, uno dei servi più fidati di quello che con felici espressioni Marco Travaglio, di volta in volta, definisce nei suoi fondi de Il Fatto Quotidiano “Cainano", “Cenerentolo, “l’ometto di Arcore” e simili amenità . E me lo sono ancor di più chiesto quando ho ascoltato, durante il notiziario, alcune interviste sulle TV locali ad alcuni  personaggi  ospiti nella Sala degli Specchi del nostro Comune. Un'intervista a Tele Jato mi ha particolarmente colpito e cioè quella che ha fatto rivedere a Partinico, e nella stanza del Sindaco, l'attuale Assessore della Giunta provinciale di Palermo, tale Giuseppe D’Alì inteso Eusebio che, non vorrei sbagliare, dovrebbe essere lo stesso che da responsabile provinciale o regionale dei giovani UDC fu presente nel cinema Excelsior in occasione della presentazione, quale candidato Sindaco, di Vituzzu Di Marco. Eusebio, transitato nel Partito della Libertà fu prima Assessore all’Agricoltura e successivamente alle Attività culturali con quel Presidente Avanti che è lo stesso che berlusconiamente atterrò con un elicottero della forestale con lo scopo di  inaugurare a Mirto un elisoccorso costato alcune centinaia di migliaia di euro ma mai messo in funzione e di cui va orgoglioso (non si capisce, poi, perché) Enzo Briganò.
Ma ritorniamo ad Eusebio. Si presentò ai microfoni con una cravatta color arancione  che ricorda il sole di Sicilia , e non certo per caso. Questa cravatta che orgogliosamente oggi portano i fedelissimi di Gianfranco Miccichè (l’abbiamo vista indossare anche al Sindaco di S.Giuseppe Jato) è il nuovo simbolo del Partito del Sud che ha creato di recente l’on.Micciché. E Micciché avrà sicuramente pensato che se la cravatta verde ha portato fortuna politica al nordista Bossi perché quella arancione non ne dovrebbe portare a lui sudista di nuovo conio? Certo qualcun dirà che Gianfri non è che poi sia così creativo ed originale! Poteva, ad esempio, scegliere qualche altro più significativo simbolo e non copiare proprio "l'uomo col dito". Ma tant’é. Dunque Eusebio dichiara non solo di essere miccicheiano -e finu ‘a cca vacci- ma soprattutto “amico del senatore Dell’Utri". Ma Dell’Utri , gli viene chiesto da Maniaci, è lo stesso sulle cui spalle è stata appioppata dai giudici nel secondo grado di giudizio una condanna a sette anni per mafia? Si, è lo stesso. Ed è lo stesso che ha definito il mafioso da 416 bis morto in carcere, Mangano stalliere di Berlusconi, un eroe? Si, dichiara Eusebio, è lo stesso. Dunque l’Assessore provinciale alle Attività culturali Giuseppe D’Alì inteso Eusebio che è lo stesso che fece in questa passata estate una dichiarazione di fuoco contro Piero Pelù dei Liftiba che durante un concerto a Campofelice di Roccella ebbe l’ardire, a suo dire, di denigrare il Presidente del Consiglio, che è lo stesso nominato da quel simpaticone, esuberante, affabulatore ed effervescente Nicola Mannino quale Coordinatore provinciale per le attività culturali del Parlamento della Legalità (sic!) (a proposito uno dei Coordinatori nazionali, quello per i Rapporti con il Parlamento Europeo, è l’on. Salvatore Iocolino ex manager dell’ASL 6 ed oggi parlamentare europeo eletto nel Partito dell’on. Berlusconi), SI VANTA D’ESSERE AMICO E SOSTENITORE DI UN PERSONAGGIO COME DELL’UTRI!
Ma la cosa non fini lì. Alla domanda posta al Sindaco Lo Biundo, sempre da Maniaci e a proposito dell’on. Antonello Antinoro rinviato a giudizio per voto di scambio con la mafia palermitana, Lo Biundo con un non malcelato orgoglio rinnovò ancora pubblicamente la SUA PROFONDA AMICIZIA ALL’ON. ANTONELLO. Sullo sfondo della sala degli specchi accanto la poltrona sindacale (la sala dentro la quale si erano radunati ieri mattina insieme a Nicola Mannino alcuni giovani puliti ed altri  non giovani marpioni), intanto, si era intravista – tanto per completare il quadro - anche la figura di una giovane signora che NOTORIAMENTE E SPERO ANCHE INGENUAMENTE, aveva sostenuto, nell’ultima campagna elettorale regionale un altro INDAGATO PER CONTIGUITA’ CON LA MAFIA COME L’ON. MINEO. Anche Mineo, e non poteva essere diversamente, è  un fedelissimo di Micciché e Dell’Utri!

Io penso che avevo di che essere abbastanza sconcertato mentre osservavo l’indaffarato, e voglio pensare anche ignaro, Nicola firmare un PROTOCOLLO DI LEGALITA’ per realizzare anche a Partinico una sede del suo Parlamento che troverà allocazione, ovviamente e per gentile concessione di Lo Biundo, IN UNA STANZA DELL’IMMOBILE DI VIA FERMI che della ILLEGALITA’ E’ DIVENUTO IL SIMBOLO. Ed ovviamente Lo Biundo rimetterà in piedi (così ebbe a dichiarare) anche la Consulta Giovanile la stessa che ha voluto, insieme al suo Assessore, fino ad oggi ILLEGALMENTE affossare.

In conclusione credo che vada aggiunto per completezza di informazione che tra i coordinatori nazionali del Parlamento di Nicola figurano anche l’on. Alessandro Pagano deputato nazionale eletto nel PdL (si occupa di Giustizia e politiche giovanili) così come l’on. Giuseppe Castiglione anche lui deputato berlusconiano che si occupa di Iniziative culturali, Solidarietà e Cittadinanza attiva oltre che don Francesco Romano un sacerdote responsabile dell’Osservatorio Scientifico culturale. Devo essere sincero: ho sempre nutrito e nutro tanta stima e simpatia per Nicola Mannino ed apprezzo il suo vulcanico ed inarrestabile  impegno culturale in giro per l'Italia,  tuttavia lo preferivo quando si occupava con amore, passione e tanta dedizioni delle comunità dei giovani drogati del nostro territorio.

Toti Costanzo

3 commenti:

Antonino Partinico ha detto...

Tu dici battaglia contro l’inquinamento e subito ti viene in mente il movimento che in quella estate del 1986 si sviluppò intorno a diversi “COMUNISTAZZI” di allora, a Nino Amato, a pezzi di società civile, a diversi proprietari di villette di Piano Inferno, e a Gaspare Orlando che purtroppo, in quella occasione ha pure perduto la vita. Ma Lei Prof . Toti dice bene nel suo post quando ricorda quel movimento che si è fortemente battuto per la salvaguardia di alcuni valori fondamentali come quello contro l’inquinamento dell’acqua, dell’aria, delle falde, con la conseguente chiusura della distilleria Bertolino e continua a ricordarci che con “l’artificio di quelle finissime menti democristiane” dopo breve tempo la distilleria è stata fatta riaprire, ma io mi voglio soffermarmi su quello che tanti “COMUNISTAZZI” di allora pensavano nel proprio intimo e su quello che trasmettevano alle future generazioni, per esempio, ne ho conosciuto uno che parlando a bambini di scuole elementari raccontava una metafora di un pesce che parla e provando a farsi capire recitava in questo modo:
LA MORMORA

Un giorno d’estate, uno di qui giorni quando il sole picchia forte-forte ed è tanto sentito il bisogno di andare al mare per rinfrescarsi, quando le spiagge sono stracolme di bagnanti e le stradine piene di macchine, una famiglia come tante altre è alla ricerca affannosa di un parcheggio che non trova e via – via, lascia alle spalle il lido della Ciammarita e arriva a San Cataldo dove finalmente trova posto per il proprio autoveicolo.
La famigliola prende il telo-spugna, l’ombrellone, la stuoia, il giornale e si avvia verso la spiaggia che non c’è perché ansichè di trovare la sabbia trova “cuticchi” pietre che una volta erano bianche come la schiuma del mare ma che ora sono nere come la morte. Il mare antistante è sporco, il fondo è nero, l’acqua è rossastra. Dopo essersi bagnati, il capo famiglia si mette a sfogliare il quotidiano, la madre con occhio vigile non perde di vista i suoi figli che giocano nel bagnasciuga, mentre il maschietto si diverte a tirare sassolini in acqua la femminuccia, Sandra, questo è il suo nome, si allontana qualche centinaio di metri dal suo ombrellone.
continua

Antonino Partinico ha detto...

Guardava le piccole onde che si infrangevano sulle pietre, quando ad un tratto ha sentito un lamento, si è girata a torno e non ha visto nessuno, dopo qualche minuto ha risentito lo stesso lamento, ancora una volta intorno a lei non c’era nessuno, poi ha sentito una voce e guardando verso il mare si è accorta della presenza di un pesce, era una mormora (ajola) con gli occhi piangenti, continuava a lamentarsi, si dibatteva stramazzando fortemente, raccolte tutte le sue forze ha parlato alla bambina e chiamandola per nome disse: “Sandrina devi sapere che vent’anni fa questa spiaggia non era il simbolo della morte, l’acqua era molto pulita, nel fondo del mare non c’era fanghiglia ma sabbia e le pietre della spiaggia erano bianche come il vestito di una sposa. Io avevo una bella famiglia, appartenevo ad un grande branco, avevo tanti amici ricci e tanti altri, come polpi, seppie, gamberi, sogliole, questo tratto di mare era molto popolato di pesci sin dai tempi antichi, sin da quando alle tue spalle cerano gli “Elimi” (popolo abitante della zona fra il 10° ed il 7° secolo A.C. Gli scogli, dentro il mare, pullulavano di vita, su di essi vi erano le alghe, le cozzelle (sottospecie di cozze), diavoli marini, morene e gronchi, ora cara Sandra sono rimasta sola, l’inquinamento ha ucciso tutti ed io stessa mi appresto a morire. La ragazzina è rimasta sorpresa ma non ha avuto paura e con voce ferma disse: “ mio caro pesce cosa posso fare io per te?”. Il povero pesce continuò a parlare dicendo: “puoi fare tanto se vuoi, quando sarai a scuola, parla con i tuoi compagni e con i tuoi insegnanti, racconta lo la mia misera storia e fai in modo che cresca la cultura per il rispetto dell’ambiente fai in modo che gli oleifici non buttino più l’acqua dell’olio senza depurata nelle fogne, che le segherie di marmo si attrezzino di apposite vasche di decantazione, che le industrie vinicole prendano le opportune misure per non scaricare tutto il loro veleno su di me e fai in modo che i sindaci depurino le acque delle fogne”. Appena arrivata a scuola Sandrina a raccontato quella incredibile storia ai suoi compagni e alle sue maestre, insieme hanno scritto articoli sui giornali, hanno denunciato la gravità della cosa alla Magistratura, è venuta la televisione, la stampa nazionale, uomini del Governo e soprattutto un gruppo di persone di ogni credenza politica che ha creato un forte movimento contro l’industria della morte costringendo la distilleria a chiudere. Le industrie della morte hanno chiuso i loro stabilimenti, al mare non arriva più il veleno ma bensì l’acqua chiara. L’anno dopo Sandrina si è recata allo stesso punto ed ha trovato il pesce ancora vivo e addirittura si è riformata la famiglia.. Per altri quattro anni consecutivi Sandrina si recò al mare e puntualmente incontrava il suo amico pesce che stava molto bene. Ad un tratto le cose cambiarono, le industrie vinicole hanno riaperto i loro battenti, hanno incominciato ancora a scaricare i loro veleni e ancora una volta il nostro pesce si è ammalata, la sua famiglia è scomparsa, tutto sta morendo intorno a lei. Ora Sandrina è di nuovo disperata, non sa cosa fare ha deciso di parlare con i suoi compagni ed i suoi insegnanti convincendoli che bisogna lottare affinché i salvi il mare, la natura, l’ambiente, bisogna non inquinare più, bisogna salvare la vita al suo amico pesce ma il suo sforzo è stato vano, il mare rimane tutt’oggi inquinato e la fauna è totalmente distrutta. Chiedo scusa ai lettori per avervi annoiato con una “cazzata” ma vi assicuro che è stata proficua per molti bambini.

Toti ha detto...

Devo dire che mi sono molto commosso perché la "favola" raccontata da Antonino altro non é se non la verità. Una verità amara, cruda, disperata che purtroppo resta tale ed inascoltata sopratutto da chi dovrebbe ,avendone, il potere, decidere se quel mare per cui abbiamo lottato (certamente con noi, ne sono sicuro, c'era anche Antonino ) andava conservato perché il mondo che lo anima non diventi un mondo "di morti". Mi permetto suggerire ,se ne ha la possibilità ,all'amico Antonino di far pervenire alle scuole locali questa sua bellissima favola perché possa diventare patrimonio delle nostre scolaresche che rappresentano la continuazione della nostra vita che senza aria,acqua e mare pulito rischiano anch'esse l'estinzione .Toti