mercoledì 26 gennaio 2011

I SINDACI DELL'ATO RIFIUTI DALL'ELETTROENCEFALOGRAMMA PIATTO

"Mancianni du tò, mancianni e du tò saziatinni”  
Mai detto siciliano fu più appropriato. Il Presidente del Consiglio di amministrazione della Società comunale servizi integrati  l’avvocato Antonino Geraci  di Partinico  di nomina recente e che   aveva sostituito nel ruolo un altro suo collega, l’avvocato Giacomo Palazzolo di Montelepre, è stato eletto l’altro ieri Commissario liquidatore della Società Servizi comunali integrati. Appunto "mancianni du tò mancianni e du tò saziatinni". La citata Società è stata portata al fallimento, in oltre cinque anni di attività, vuoi per il notevole costo delle  assunzioni integrative del personale trasferito dai Comuni alla Società su cu intendiamo stendere un velo pietoso trattandosi di padri di famiglia affamati  di lavoro, ma anche per avere voluto costruire una macchina assai costosa e fondata sulla autonomia gestionale sostanzialmente fuori da qualunque controllo popolare (lontano dagli occhi, lontano dal cuore): Consiglieri di  Amministrazione, Collegio dei revisori , Direttore Generale, esperti e consulenti, acquisto ed affitto di mezzi e locali di rappresentanza ed operatività, trasporto dei rifiuti nelle discariche più disparate per il balletto di responsabilità su quella di contrada Baronia.
Tanto per citare le cose più appariscenti. A controllare questa macchina, accrescerne le necessità, aumentarne i costi,  dovevano i  12 sindaci dei 12 Comuni e cioè gli stessi che l’avevano costruita per trarne esclusivamente  vantaggi elettorali. E, dunque, ancora una volta "mancianni du tò, mancianni e du tò saziatinni". Nell’ATO PA1, quindi, attraverso la Società di gestione doveva esplicitarsi, tra le altre cose, anche la capacità “politica”,  progettuale del centro destra che aveva nelle sue  mani sostanzialmente tutte le città aderenti e, nello specifico, la capacità dei  sindaci dell’ex   F.I ed ex UDC: i Giordano, i Tinervia, i La Fata, i Palazzolo, i Randazzo (che, lasciata la casacca di sindaco, vestiva immediatamente quella di Direttore Generale della società tanto per assicurarsi uno stipendio)  avendo quali trombe di accompagnamento  Borgetto, Capaci, Isola, Balestrate e trombette come Torretta, Giardinello e Trappeto che durante il percorso si sono dovuti accontentare delle  “rimasuglie ” in ragione del fatto che contano tutti insieme quanto un due di coppe. 
Ora siamo alla fase  finale di una VERGOGNA  che ha visto le città invase di rifiuti, la raccolta differenziata al di sotto della percentuale cui erano arrivati i Comuni quando da singoli gestivano il servizio che costava di meno e rendeva di più, con 40 milioni di euro di debiti che saranno caricati sul groppone dei contribuenti (vergogna per Lo Biundo  e per i consiglieri comunali  di Partinico che hanno votato quella decisione che fa pagare ai partinicesi 239 euro per metro quadro!), con il rischio reale che i 104 lavoratori affittati grazie alla famosa Legge 30 (quella, appunto, del lavoro in affitto) dalla Temporary, perderanno il lavoro alla faccia dell’efficienza, efficacia ed economicità degli Enti.
Ma ciò che disgusta è l’acquiescenza, il silenzio dei succitati 12 Sindaci, dei Consiglieri comunali di maggioranza, di minoranza, di opposizione e di opposizione finta, rispetto alla nuova Legge regionale  che vuole costituire  un solo ATO che comprende gli 82 Comuni della Provincia di Palermo e la gestione del ciclo dei rifiuti affidata a società private. Un carrozzone nelle mani di politici spregiudicati e capaci di ogni  porcheria  mentre la Procura di Palermo informa inutilmente, per chi non lo sapesse, che il settore dei  rifiuti in Sicilia (ma non solo) è sostanzialmente nella mani della Mafia. Un regalo così neppure le menti finissime  che uccisero Falcone, Borsellino e un esercito di servitori dello Stato e di uomini politici puliti, poteva congegnarlo. Dunque dodici Sindaci. Dodici  quanto furono  gli apostoli i quali, però, si dimostrarono  capaci di sconvolgere il mondo mentre costoro, il loro mondo, sono soltanto  capaci di affossarlo. Ma gli Apostoli avevano come guida un tal Gesù che fu capace, al momento opportuno, di “sciogghiri 'u beccu”cioé il cordone che gli cingeva i fianchi e cacciare i farisei, i potenti dal tempio. Ora i dodici  che sono soltanto nella condizione  di sopravvivere, di vivere alla giornata, di amministrare il quotidiano cioè “chiddu chi passa 'u guvernu”  si sono ridotti a farsi guidare nelle decisioni (liquidare  Giacomo Palazzolo, nominare al suo posto Geraci  prima come Presidente del CdA ed ora quale liquidatore della Società servizi comunali integrati) dal NIENTE, dal NULLA, dallo  ZERO ASSOLUTO. E vivono non per ribellarsi ma per fare i Giuda, non nel porsi alla testa delle loro popolazioni perché i Comuni ritornino, nelle forme in cui ritengono giusto ed opportuno, a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti per abbassare i costi e dunque anche le tariffe, ma per diffondere su di loro vagonate di cloroformio. Vergogna per questi Sindaci e quei Consiglieri  comunali privi di colonna vertebrale, di orgoglio, incapaci di adirarsi, arrabbiarsi, privi di vitali reazioni, dall'elettroencefalogramma  piatto. Costoro  sono soltanto capaci  di pietire, di inseguire, di ricercare  quotidianamente, ossessivamente, di adulare, blandire, osannare anche un deputato regionale di quarta categoria purché prometta e, meglio, se assicura loro qualche finanziamento, qualche cantiere scuola, qualche  insperato  euro da distribuire ai questuanti frequentatori del “palazzo”, gli accattoni professionisti,  sempre pronti dietro le porte degli Assessori ad allungare la mano e ripetere in maniera ossessiva: ”Oggi pi mmia, chi c’è”. E i Sindaci? I dodici questuanti? Sempre più paghi di amministrare l'INESISTENTE, sempre più presi dal loro ruolo vuoto come un guscio d'uovo, presi dalla loro nullità pensando soltanto come fottere il prossimo, ricercando un cantiere di lavoro, un finanzimento europeo, qualche  cosa per tamponare costoni pericolosi, un visto per inutili quanto illusori centri commerciali, progetti su beni confiscati per celebrare la legale illegalità, cerimonie con lo scopo vano di ricostruire una  verginità (politica) perduta lungo la strada della loro vergogna. E minni , minni di  sucari! 

Toti Costanzo

2 commenti:

Tito ha detto...

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.


E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

..E NOI PARTINICESI POSSIAMO DIRE ALTRETTANTO DELLA NOSTRA CITTA' ?

QUI' A PARTINICO NOI FACCIAMO COSI'...................
(Caro Toti, puoi continuare tu?)

Angela M. ha detto...

BERLUSCONI E' UN MAFIOSO?

La Minetti: Silvio?
"E' un pezzo di m...". E poi: "se cade lui, cadiamo noi".
I pm invitano la consigliera regionale lombarda a comparire il 1° febbraio.

(Della serie : ANCHE IN LOMBARDIA VIENE VISTO IL TG di TeleJato)